Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

27/10/13

La gestualità dell’arbitro di volley

5 commenti

La partecipazione ad un campionato amatoriale richiede l’onere dell’arbitraggio da parte della squadra ospitante. Durante l’imminente stagione agonistica, capiterà quindi ad alcuni di noi di dover arbitrare: per realizzare un buon arbitraggio, oltre al regolamento (che troverete nella sua nuova versione al link Regole di Gioco 2021-2024) e alle procedure (che troverete al link Vademecum della Pallavolo), è necessario conoscere i gesti di comunicazione propri dell’arbitro di pallavolo.
La segnaletica arbitrale è un insieme di segnali convenzionali che servono ad assegnare il punto ed il servizio, ad autorizzare i timeout e le sostituzioni e ad identificare i vari falli che possono essere commessi: ad ogni infrazione regolamentare corrisponde un gesto, in modo tale che non sia necessario utilizzare la parola.
Ricordate comunque che, per far capire a tutti contemporaneamente che il gioco si è concluso, si è verificato un fallo o che viene concessa un'interruzione regolamentare, ogni gesto è sempre preceduto dal fischio, che determina in ogni caso la sospensione del gioco.

Di seguito trovate l’esemplificazione dei gesti base dell’arbitro di pallavolo, in varie situazioni di gioco.

Servizio
Per dare il via libera all'effettuazione del servizio, l’arbitro:
  1. Indica a braccio teso il campo della squadra che deve battere
  2. Fischia e contemporaneamente sposta la mano per indicare la direzione del servizio
Dal fischio, il giocatore ha 8 secondi per effettuare il servizio.

Punto
All'assegnazione di un punto, l’arbitro:
  1. Fischia
  2. Indica a braccio teso il campo della squadra che ha ottenuto il punto e che effettuerà il prossimo servizio
  3. Segnala la ragione dell’assegnazione del punto (vedi paragrafi successivi)
Quindi, prima cosa assegnare il punto, poi spiegare il perché.

Palla dentro – Palla fuori
Per segnalare che la palla è caduta in campo, l’arbitro indica a braccio teso il punto in cui la palla è caduta.
Per segnalare invece che la palla è fuori, l’arbitro alza gli avambracci verticalmente, mani aperte e palmi verso di sé.
Se però la palla esce dopo un tocco del muro o di un giocatore in difesa, la segnalazione dell’arbitro cambia: il gesto è quello di sfregare con il palmo di una mano le dita dell’altra mano posizionata verticalmente.

Palla trattenuta/accompagnata – Doppio tocco – Quattro tocchi
Il fallo di palla trattenuta o accompagnata si segnala alzando lentamente l’avambraccio, con il palmo della mano verso l’alto.
I falli di doppio tocco e di quattro tocchi si indicano semplicemente alzando 2 dita o 4 dita ad indicare i numeri 2 e 4.

Invasione a rete
L’invasione a rete si segnala toccando il nastro dalla parte del campo in cui è avvenuta l’invasione.
L’invasione fallosa nel campo avversario sopra la rete si indica mettendo una mano al di sopra della rete, con il palmo verso il basso, indicando il campo della squadra che ha subito l’invasione.
L’invasione fallosa nel campo avversario sotto la rete si segnala invece indicando la linea di divisione fra i due campi. Alla stessa maniera si indica il fallo del giocatore che a servizio tocca o supera la linea di fondo (indicando però la linea di fondo-campo).

Fallo prima/seconda linea
Il fallo di un giocatore di seconda linea che attacca toccando o superando la linea dei 3 metri si segnala effettuando un movimento dall'alto verso il basso con l’avambraccio, tenendo la mano aperta.
Lo stesso segnale vale per i falli di prima/seconda linea del libero e dell’alzatore in penetrazione.


Altre segnalazioni
Anche se non assegnano il punto, i gesti seguenti devono essere comunque preceduti da un fischio.
Il time-out si concede ponendo il palmo di una mano sulle dita dell’altra tenuta verticalmente, formando una T. Il gesto viene fatto verso il campo della squadra che ha chiesto la sospensione.
La sostituzione si concede ruotando un avambraccio intorno all'altro  Il gesto viene fatto verso il campo della squadra che ha chiesto la sostituzione.
Se l’arbitro non può decidere a chi concedere il punto, o deve sospendere il gioco (per esempio per un infortunio o per un secondo pallone che entra in campo), o due giocatori avversari commettono contemporaneamente un fallo, egli non assegna il punto e indica che l’azione è da rigiocare alzando entrambi i pollici verso l’alto.

Note finali
E’ improponibile praticare uno sport senza conoscere bene le sue regole di gioco e quindi la conoscenza del regolamento è fondamentale. Nell'introduzione al Regolamento è contenuto questo paragrafo:

Questo testo si rivolge in generale ai giocatori, allenatori, arbitri, spettatori, commentatori (…) La comprensione delle regole permette un gioco migliore: gli allenatori possono creare una migliore struttura di squadra ed una migliore tattica, dando ai giocatori l’opportunità di dimostrare il loro talento.

Se potete, rinfrescatevi le idee dando una lettura al regolamento (almeno nelle parti riguardanti più propriamente il gioco, da pagina 17 a pagina 31). Se volete, riguardatevi i post sui Falli tecnici nella pallavolo amatoriale e sui Falli di invasione.

ATTENZIONE: non è detto che le regole del “Ghe la fo pu” non contengano varianti rispetto al regolamento FIPAV. Appena disponibile, diffonderemo il regolamento del campionato.

06/10/13

PICCOLO MANIFESTO di Luca Vettori

13 commenti
Riporto qui di seguito il testo completo dell'articolo scritto da Luca Vettori, pubblicato sul numero 73 di iVolley Magazine e poi ripreso da altre testate giornalistiche e blog. Mi ha colpito la serietà delle parole di questo giovane talento del volley, soprattutto in confronto alla vacuità di certi giovani talenti del mondo del calcio...

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Luca VettoriAvevo già in mente di scrivere quanto segue, comunque fosse andata questa esperienza d’Europa. Avrei scritto nel mio intimo, scuotendo come una tovaglia le riflessioni condivise con alcune persone, osservando con lucida commozione quelle briciole preziose cadere. Forse, il mio intimo, oggi, è divenuto qualcosa di cui rendere partecipi ancora più persone.

Mi raccomando: non mi si fraintenda. Ciò che scrivo è una riflessione sulle difficoltà e sulle possibilità dello sport Pallavolo in quanto sistema sociale, non, assolutamente, un’analisi dell’ambito agonistico della Nazionale Seniores Maschile.
Forse sono meditazioni giunte un po’ tardi. Ma non importa. Si considerino come un piccolo seme lanciato alle intemperie. Un grande miracolo o una piccola sconfitta.

Il mio pensiero oggi corre al popolo invisibile della pallavolo; all'intero movimento, ad ogni tesserato, ad ogni giocatore ad ogni giocatrice, di qualunque serie; alle selezioni provinciali ed a quelle regionali, alle nazionali maggiori ed a quelle giovanili. Penso al fatto che vi sia una pratica vastissima e diffusissima del nostro sport, ma che, nonostante ciò, la pallavolo continui ad esser percepita come uno sport invisibile. La pallavolo è uno sport vivo ma invisibile. Perché? L’unica cosa che possiamo fare è studiare. Studiare i successi e i meccanismi dalle altre nazioni, dagli altri movimenti, dal passato, tentando di prevedere alcuni passi per il futuro. Studiare per proteggerci. Proteggere lo sport ed il movimento nazionale. Proteggersi l’un l’altro, consolidarsi. Divenire un sistema compatto e raggiungibile, dalle basi ai vertici, orientato verso una direzione condivisa, una direzione che scansi le proprie volontà individuali e si rivolga verso un punto di vista comune, collettivo, concreto. Quali sono le mete che la pallavolo si prefissa? Chi le prefissa?

Io vorrei provare a rispondere, serenamente. Credo che il movimento debba crearsi un’identità, debba intrecciare le corde sparse di un tappeto sfilacciato. Quindi stringersi, riunirsi e rappresentarsi. A discapito di quanto si potrebbe credere, proprio questa mancanza di identità ci rende avvantaggiati: noi possiamo essere creatori e fabbri di una Pallavolo da costruire, possiamo indirizzare e spingere la nostra essenza dove desideriamo. La pallavolo non è stereotipo, non è gossip, non è propaganda o pubblicità. Io credo la pallavolo possa comparire (e non apparire), finalmente, come Lo Sport che rivendichi valori, Lo Sport che educhi. Sforzandomi di non esser retorico tento di precisare quali valori e perché. Il valore che più rivendico è quello dell’impegno educativo. Ovvero il fatto che la pratica di uno sport non debba eclissare esigenze e pulsioni estranee allo sport stesso. Ma piuttosto incentivarne l’importanza e sottolinearne la necessità. Un giovane, quanto un adulto, deve percepire l’importanza e l’attenzione di quanto sta facendo, del proprio lavoro, del proprio hobby; e allo stesso tempo deve comprendere la propria presenza sociale, reale, vitale.

La nostra problematica non è quella della visibilità, ma quella della risonanza. La risonanza deve riuscire a interrogare non solo l’ambiente limitato della pallavolo, ma coinvolgere anche altre direzioni e altri punti d’interesse, proprio quelli che noi vogliamo, quelli che ci possono identificare. Sarebbe astuto rivolgersi a realtà che abbiano la nostra stessa lacuna di risonanza: due corpi che spalleggiandosi si sostengono e ampliano il proprio orizzonte di popolarità. Penso al mondo invisibile della cultura: ai teatri, ai cinema, ai circoli letterari. Penso al mondo invisibile della socialità, del sostegno, dell’equo-solidale, dell’impegno. Penso al mondo invisibile della sostenibilità, dell’ecologia, dei prodotti locali. Penso alle piccole realtà multimediali che strizzano l’occhio allo sport in modo intelligente ed eclettico (schiacciamisto5, iltuovolley…). E penso a tutte quelle iniziative locali, comunali, che, pur sforzandosi di amalgamare sport e cultura, passano inosservate.

Nel momento in cui la pallavolo sostiene la cultura, l’etica sociale ed ambientale, viene notata non più solo dalla nicchia sportiva ma da un respiro più ampio e circolare. Parimenti la cultura s’infiltra nello sport, nel pubblico e nell'ambiente sportivo. Questa non vorrebbe essere una crociata individuale ma un invito. Sogno rivoluzioni culturali semplici e dirette. Lo sport è il nostro ambiente, questo è il nostro tempo: sta a noi renderci come desideriamo. La pallavolo è uno sport invisibile ma vivo. Perciò viviamoCi. O ancora meglio, mettiamoci in gioco.

Luca Vettori

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Luca Vettori (Parma, 26 aprile 1991) gioca nel ruolo di opposto nella Pallavolo Piacenza. Ha recentemente partecipato nelle file della Nazionale italiana ai Campionati Europei, dove si è meritato il titolo di Miglior Schiacciatore.