Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

28/04/15

Ghe La Fo Pu 2014: 9a 11a e 12a giornata

6 commenti
Il commento del Coach

All Stars – Black Bulls Fly 4-1
Colognali – All Stars 4-1
All Stars – Vespasiani 1-4

Per le tre ultime partite giocate, farò un commento generale. Mi sono perso la prima, grrr la mia caviglia! :-( e la seconda e la terza hanno avuto un andamento simile. Durante queste partite, molti giocatori non hanno potuto giocare per vari ragioni e ho dovuto cambiare alcuni ruoli. Nonostante tutto, abbiamo provato e sviluppato un gioco decente.
Adesso dobbiamo analizzare e capire dove possiamo e dobbiamo migliorare.

Dobbiamo canalizzare bene la nostra energia, soprattutto ad inizio set, per evitare la perdita di punti decisivi. Per noi è un momento cruciale e dobbiamo entrare in campo con la giusta concentrazione e la giusta intensità che ci permetteranno di sviluppare il nostro gioco al meglio.
Tutto comincia da lì!
L’intensità che mettiamo in campo, la nostra capacità di agire e reagire, la concentrazione che mettiamo per seguire la palla sempre e muoverci rispetto ad essa, sono tutti i pezzi che ci servono per sciogliere la tensione dovuta alla partita.

Per realizzarlo, abbiamo obiettivi comuni.

Mettere in campo quello che sappiamo fare con l’intensità giusta, adempiendo al proprio ruolo e rispettando quello degli altri, ci permetterà di sviluppare un bel gioco di squadra, quindi di divertirci e di metterci nelle condizioni migliori per vincere.
Quest’anno vogliamo troppo spesso saltare uno di questi passi e ci perdiamo.

Tecnicamente siamo migliorati tanto. Ogni giocatore è cresciuto. Il palleggio è migliorato, la ricezione è migliorata, la difesa è migliorata, l’attacco è migliorato. Quando i palloni arrivano bene in attacco, facciamo punto nel 80% dei casi. Però questo succede se e solo se usiamo l’intensità giusta. Se dormiamo in campo, tutto questo svanisce in un secondo.

Appoggiandosi sulle basi che sono state insegnate e che abbiamo automatizzato, dobbiamo prendere un po’ più di rischi. Prendere rischi non vuol dire fare cose impossibili, ma vuol dire provare, spingere un po’ di più quando siamo nelle condizioni giuste.
All'alzata dobbiamo cominciare a guardare la prima linea avversaria prima del servizio per capire dov'è il muro più alto e poi spingere un po’ di più in 4. Troppe alzate sono a 2 metri dall'asta dentro il campo.
I centrali devono guardare sempre la palla e cominciare a capirne la traiettoria. Sarà utile per chiamare la veloce o mettersi sotto rete nel caso la palla non possa essere alzata a loro. Facendo questo, lasceranno lo spazio libero al posto 6 che potrà attaccare o fintare l’attacco e saranno sempre pronti per contrastare l’avversario al muro.
Dietro, dobbiamo essere più attenti, scattanti e dinamici per servire al meglio l’alzatore e la prima linea. Non dimenticate che la costruzione del punto parte da dietro!

I due ultimi allenamenti sono stati buoni e seguono questa strada. Ho visto delle belle cose che vorrei vedere sempre più spesso. Continuiamo così durante gli allenamenti e applichiamolo in partita il più possibile. Vi assicuro che il gioco sarà più bello. :-)

Forza ALLS! Finiamo questa stagione come si deve : con grinta, bel gioco e divertimento!

Emozioni da... arbitro!

1 commenti
Un GRAZIE a tutti gli AllS che mi hanno aiutata ad arrivare fin qui :-) Ed è solo l'inizio !!!!!


18/04/15

Pensieri al vento - Parte 2

10 commenti
L'irresistibile fascino del vuoto
Leggendo Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati

Delusion Fields

Provate a leggere Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati: se lo farete attentamente e con il giusto stato d’animo, sarete catturati in un vortice spietato ed inquietante, dapprima lento e voluttuoso, poi via via sempre più veloce e crudele.
E infine, senza scampo, arriverà una riflessione: "questo sono io, io sono stato così, io mi sento in questo modo..."

«Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure un’occhiata indietro. “Ferma, ferma!” si vorrebbe gridare, ma si capisce ch'è inutile. Tutto quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le nubi; e non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare lento ma non si ferma mai».
Ci sono nella vita di tutti questi particolari momenti: all'inizio percepisci solo un senso di vuoto transitorio, una imprecisa insensatezza, una vaga inquietudine. La mente gira a vuoto e la quotidiana monotonia offre la giustificazione per un’esistenza priva di sogno. Un vuoto tremendo e nel contempo affascinante, un fascino diabolico e pericoloso che attira, attrae e seduce, a volte invincibilmente. E così finisci catturato dentro il buco nero, dapprima lentamente e poi velocemente, sempre più velocemente, sempre più velocemente...
«Il tempo è fuggito tanto velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare. E per quanto l’orgasmo oscuro delle ore che passano si faccia ogni giorno più grande, Drogo si ostina nella illusione che l’importante sia ancora da incominciare».
The Liar
Che sia una conseguenza dello svanire dei sogni innocenti dell’infanzia? O forse dall'inaspettata presa di coscienza che le nostre speranze sono solo ideali vaghi e confusi?
Non è il sogno irraggiungibile che serve per vivere! Non è l’ideale lontano e, proprio perché troppo lontano da noi, quasi rassicurante. Non sono i sogni collettivi, le potenti allucinazioni olistiche, troppo grandi, troppo serie, troppo tutto…

L’esistenza sembra svanire in un presente circondato dal vuoto di un passato che non può tornare e di un futuro che non esiste. Un duplice nulla: il rimpianto per ciò che è perduto, l’attesa inquieta per l’ignoto.
«Ma a un certo punto, istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno. Allora si sente che qualche cosa è cambiato, il sole non sembra più immobile ma si sposta rapidamente, ahimè, non si fa tempo a fissarlo che già precipita verso il fiume dell'orizzonte, ci si accorge che le nubi non ristagnano più nei golfi azzurri del cielo ma fuggono accavallandosi l'una sull'altra, tanto è il loro affanno; si capisce che il tempo passa e che la strada un giorno dovrà pur finire».
The Road

Ma la vita alla fine riesce a riprendere il sopravvento: ai grandi ideali si sostituiscono i desideri della maturità. Piccole visioni, modesti sogni. Concreti, quasi tangibili certo, ma sogni di vita, nella speranza di un domani migliore o semplicemente diverso. Sogni vissuti giorno per giorno e non procrastinati prima nella mente e rimandati poi nella realtà.
Forse poco ci è dato nella nostra vita, pochi sentimenti profondi e saldi come pietre nel deserto, alcune emozioni intense e rare come isolati picchi montani, ma quel poco ci deve bastare… Il gelo lascia il cuore, sopraggiunge il coraggio di contemplare il profondo dentro di noi e finalmente di ritrarsi.
«Nel sogno c'è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch'è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare».
Ma ora, grazie a Dio, sono sveglio.

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Bibliografia
Dino BuzzatiIl deserto dei Tartari

Immagini
Michal KarczDelusion Fields
Michal Karcz – The Liar
Michal Karcz – The Road