L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi dipende degli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l'insieme, anche se questi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso in italiano con "non-separabilità". [Wikipedia]
FRAMMENTO NUMERO UNO. Alla fine ancora non ho ben capito. Forse si tratta di Max, forse di Rocco. O forse sono entrambi. Fatto sta che qualcuno ogni tanto si diverte a scrivere sul blog e sul “grido” con lo pseudonimo di Pensiero Profondo. E’ nato tutto al tempo di quel post di pseudo fisica pubblicato da Rocco, mi pare. Ciò che ne è derivato è che ogni tanto, a spot, c’è un qualcuno che si sente in dovere di scrivere perle di saggezze celandosi dietro un’identità astratta. Frammenti di profondità d’animo ed echi di materia grigia sporcano quindi il nostro blog. Lo colorano, gli danno vigore e persistenza.
FRAMMENTO NUMERO UNO. Alla fine ancora non ho ben capito. Forse si tratta di Max, forse di Rocco. O forse sono entrambi. Fatto sta che qualcuno ogni tanto si diverte a scrivere sul blog e sul “grido” con lo pseudonimo di Pensiero Profondo. E’ nato tutto al tempo di quel post di pseudo fisica pubblicato da Rocco, mi pare. Ciò che ne è derivato è che ogni tanto, a spot, c’è un qualcuno che si sente in dovere di scrivere perle di saggezze celandosi dietro un’identità astratta. Frammenti di profondità d’animo ed echi di materia grigia sporcano quindi il nostro blog. Lo colorano, gli danno vigore e persistenza.
FRAMMENTO
NUMERO DUE. Ero poco più che un ragazzino e avevo scoperto, leggendo un libro
che parlava di giochi e di passatempi, quella cosa meravigliosa che è il gioco
del go. Pietre bianche, pietre nere, una tavolo di ascisse ed ordinate, tre o
quattro semplici regole, che danno vita ad un gioco leggero ma profondo quanto
gli scacchi. Affascinante e piacevole quanto un fiaba. Un gioco dall’essenza e
dall’apparenza logico matematica, ma che si rivela portatore verità
filosofiche. Un passatempo dotto ma così trasparente da potersi gustare anche
con un sottofondo di jazz, o rock, o tutto quello che vi può coinvolgere e
rilassare. Ne ho parlato a Luca, ne ho parlato nello spogliatoio di Oreno anche
con Max. Forse anche con Rocco. E ne ho accennato anche alle ragazze, ma
avvertendole, non è roba per voi! E’ roba scacciafiga!
FRAMMENTO
NUMERO TRE. Settimana scorsa ho ricevuto il pezzo di carta che aspettavo da un
anno. Il nostro pianeta ha percorso miliardi di chilometri, ma rispetto alla
profondità del cosmo è tornato là, in quel punto dove l’anno scorso ho lasciato
la vecchia ditta per provare una nuova avventura. Questo pezzo di carta dice
che non sono più un precario, ho di nuovo un contratto a tempo indeterminato.
Marina era fiduciosa, sapeva che mi avrebbero confermato. Quindi, contro ogni
scaramanzia, mi ha fatto un regalo prima che mi giungesse ufficialmente la
buona notizia… mamma mia… Ma vi pare? Ma sono cose da farsi? La sera del pezzo
di carta però, ho finalmente aperto il mio pacchetto. Nascosto da una elegante
carta rossa c’era “L’eleganza del riccio”, di Muriel Barbery.
FRAMMENTO
NUMERO QUATTRO. Due sono le protagoniste di quel romanzo. Una signora, la portinaia
del palazzo, ed una ragazzina, che in quel palazzo abita con la sua famiglia. La
ragazzina scrive profonde riflessioni e spesso le numera. Le chiama Pensiero
Profondo. E, appunto, li numera. Io non sono arrivato neanche a metà della
lettura, ma ho già incontrato il Pensiero Profondo numero 7. Recita così: “Costruisci/la
tua vita/la tua morte/queste sono solo/banali conseguenze”.
FRAMMENTO
NUMERO CINQUE. Questo pensiero profondo parla del GO. Trascrivo: “…non è l’equivalente
giapponese degli scacchi. Se escludiamo il fatto che si gioca su una scacchiera
e che due avversari si affrontano con dei pezzi neri e bianchi, non hanno
proprio un bel niente in comune. Negli scacchi, per vincere bisogna uccidere.
Nel go, bisogna costruire per vivere. […] Lo scopo del gioco non è quello di
mangiare l’altro, ma di costruire il territorio più vasto. Per la cattura delle
pietre la regola prevede che ci si può suicidare se si tratta di prendere delle
pietre avversarie, e che non è assolutamente vietato andare dove
automaticamente si è presi.” Tanti anni fa, su quel vecchio libro, che ora ho
tra le mie mani, avevo letto: “Il go è il judo della mente, è un tendere alla
vittoria non contro l’avversario ma per suo mezzo, è agonismo ed espressione
estetica. […] Armonia ed equilibrio, disciplina e controllo, rito e
universalizzazione dello spirito; una vittoria schiacciante lascia sgomento il
vincitore non meno del vinto e ambedue si compiacciono quando, a partita
finita, il go-ban si presenta armoniosamente istoriato di pedine nere e
bianche.”
2 commenti:
Il Discepolo ed il Maestro
Un giorno il Discepolo chiese al proprio Maestro: «Maestro, qual è il gioco più completo e perfetto che l'Uomo abbia mai inventato?»
Ed il Maestro, senza esitazioni, rispose: «Gli Scacchi, naturalmente.»
Il Discepolo interdetto replicò allora: «Ma Maestro, ed il Go?»
Il Maestro con calma spiegò: «Il Go è sempre esistito!»
Grazie, Maestro.
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