Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)
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30/06/11

Ripartiamo da Lissone e alleniamoci come si deve

4 commenti
Tutto ciò che segue era in origine un commento al bellissimo post di Rocco. Ma, nello scrivere i miei complimenti al coach di Lissone, mi sono venute in mente un altro paio di cose…

CARO ROCCO, COSA E’ SUCCESSO CON ROCCO!

Durante il torneo di Lissone Rocco ha ricoperto il ruolo di coach e di capitano in maniera personale. La direzione di Rocco è risultata coinvolgente per tutti noi.

Non so se è stato tutto merito, tutta strategia di Rocco o se, almeno parzialmente, gli eventi hanno preso da soli una certa piega. Tuttavia, a Lissone, è molto migliorato il punto (b) della mia analisi sul torneo di Pagnano.

Là avevo scritto: “gli All Stars Volley sono agonisticamente meno competitivi anche rispetto alle formazioni che si presentano al torneo con giocatori di simile livello fisico e tecnico”. Quello che è successo a Lissone è che tutti, davvero tutti, hanno parlato, incitato, chiamato la palla, chiesto aiuto e, all’occorrenza, gridato, affinché la palla non cadesse nel nostro campo.

La assenze contemporanee di Pat, di Luca e di Max hanno inconsciamente stimolato ciascun componente degli All Stars. Avendo come unica guida i modi soffusi di Rocco e le sue semplici consegne, tutti i giocatori hanno dato di più. Forse a favore di Rocco ha giocato prepotentemente la forte componente d’affetto che tutti noi proviamo per lui e la voglia di non lasciarlo solo. Quale che sia stata la reale causa, DI FATTO TUTTI NOI ABBIAMO GIOCATO CON MAGGIORE RESPONSABILITA’ ED AGONISMO RISPETTO A PAGNANO.

Nel post su Pagnano suggerivo: “Anche la squadra senza il coach troverà in essa la forza di organizzarsi in campo e di organizzare i cambi con la cura di far giocare tutti i componenti con lo stesso minutaggio ma con l’obiettivo di arrivare per prima al 25. Entrambe le squadre, anche se diverse ogni sera, giocheranno col desiderio di vincere. Così facendo I GIOCATORI ALLENERANNO LA LORO TESTA A VIVERE LE SITUAZIONI AGONISTICHE E A COMPORTARSI COME SQUADRA.” Questo è esattamente quello che è successo a Lissone il 25 ed il 26 di giugno.

Scrivo tutto questo non per dire che è meglio andare ai tornei senza Patrice, ovvio.

Lo scrivo per dire ciò.

Ci sono meccanismi agonistici che, se attivati nella maniera corretta, fanno giocare meglio e accomunano i giocatori nella direzione di un obiettivo: arrivare al 25 prima della squadra avversaria.

Mi ha fatto davvero piacere vedere che tutti noi siamo molto stanchi di perdere quasi tutti i set che giochiamo nei tornei.

Un po’ la nostra testa è cambiata, l’approccio verso le partite è mutato. La squadra ha capito che GIOCARE CON IL SORRISO VUOL DIRE GIOCARE DANDO IL MASSIMO E CON L’OBIETTIVO DI ARRIVARE AL 25. Le risate, i momenti di divertimento, la battute di spirito, si aggiungono alla componente agonistica e la arricchiscono. Non possono prenderne il posto.

Se lo sport viene privato della sua naturale componente agonistica, nessuna squadra che lo pratica può agire come tale.

GIOCARE CON IL SORRISO VUOL DIRE PER PRIMA COSA GIOCARE DANDO IL MASSIMO E CON L’OBIETTIVO DI ARRIVARE AL 25. IL RESTO, PRIVO DI QUESTA PREMESSA, E’ ARIA FRITTA.

CARO COACH CHE NON C’ERI, ECCO COSA SI PUO’ FARE ADESSO!

Riguardo l’aspetto tecnico e fisico, punto (a) del mio post su Pagnano, quest’ultimo torneo ha evidenziato che la nostra squadra è ancora davvero inferiore rispetto alla media delle formazioni che si presentano ai tornei.

Purtroppo, il nostro coach Patrice, suo malgrado, non ha avuto la possibilità di essere presente ai tornei di Pagnano e di Lissone e dunque non ha potuto vedere un confronto “live” tra la nostra squadra e le altre squadre che partecipano ai tornei cui noi regolarmente ci iscriviamo.

Essendo io stato presente sul campo a Pagnano e a Lissone sono convinto della bontà dei suggerimenti che ora leggerete.

Gli All Stars non sono ancora pronti per passare allo schema di gioco con l’opposto e con un unico alzatore.

Gli All Stars devono perfezionare uno schema di gioco semplice ma completamente condiviso, al fine di far muovere i giocatori senza dubbi e senza che ci siamo occasioni nelle quali qualcuno stia li fermo ad attendere gli eventi.

Gli esercizi sui fondamentali vanno bene nella fase di lavoro del singolo.

Invece dobbiamo dare una svolta agli allenamenti collettivi.

Allenamenti collettivi e dinamici con spazi condivisi diversi dall’intero campo di pallavolo e con formazioni diverse dal 6 contro 6 non servono a niente. Questi allenamenti non allenano a fare le scelte dinamiche ed interattive vere della partita vera.

Per compensare la scarsa fisicità e preparazione tecnica che patiamo verso ragazzi più forti di noi e preparati sin da piccoli alla pallavolo, dobbiamo lavorare su: I) ricezione in situazione di partita vera – II) azione di difesa del palleggiatore in partita vera – III) azione di difesa della banda in prima linea e, di conseguenza, dei giocatori in posto 5 e 6, in partita vera.

Analizzo meglio i 3 punti.

I) Dobbiamo modificare il nostro sistema di ricezione, passando alla ricezione a 4 in modo che venga coinvolto anche il giocatore che parte da posto 4. Di fatto, in partita, quella a 4 è la disposizione per ricezione che ci dà più sicurezza, che coinvolge maggiormente la squadra e che allena maggiormente tutti i componenti della squadra alla ricezione, sia dal lato tecnico, sia dal lato dell’affiatamento reciproco.

Quando Sonia è in posto 5, 6 o 1, chiama sistematicamente aiuto in ricezione (e fa bene e l’ho apprezzata a Lissone per questo!!!) e quindi già in queste occasioni riceviamo sistematicamente in 4.

La ricezione a 4 rende più difficile per gli avversari “mirare” il giocatore in quel momento più debole o più in defiance. A Lissone la ricezione a 4 ci ha permesso di uscire da alcune situazioni di stallo e di riconquistare la battuta. L’allenamento alla ricezione deve avvenire in condizioni di partita: è inutile allenarsi in situazioni e spazi che non riguardano la partita.

BISOGNA ALLENARSI A RICEVERE IN 4 ED IN CONDIZIONE DI PARTITA, CON SPAZI, TEMPI ED INTERAZIONI CHE POI SI VERIFICANO ANCHE IN PARTITA.

Per come giochiamo noi e per come è ancora poco organizzata e poco complessa la nostra fase di attacco, non ha alcuna utilità tenere il giocatore di posto 4 attaccato alla rete, fermo, in posizione di attesa, mentre la squadra avversaria batte.

II) Dobbiamo allenare in situazione di partita le posizioni di difesa del palleggiatore. IL PALLEGGIATORE NON E’ UN PRIVILEGIATO: O MURA CONTRO LA BANDA AVVERSARIA CON LA STESSA INTENSITA’ CON CUI LO FAREBBE UN CENTRALE, O, SE IL PALLEGGIATORE STESSO NON SI REPUTA IDONEO AL MURO, SI LEVA DALLA RETE, LASCIA AL CENTRALE TUTTO LO SPAZIO PER IL MURO, E DIFENDE META’ DELLA LINEA DEI TRE METRI.

LA LINEA DEI TRE METRI E LA ZONA DIETRO IL MURO DIVENTANO DI SUA STRETTA COMPETENZA ED EGLI LE DIFENDE DA PALLONETTI E RIMBALZI VARI. NON ESISTE CHE IL PALLEGGIATORE STIA IMMOBILE A GUARDARE IL CENTRALE CHE SALTA O, PEGGIO, CHE STIA IMMOBILE NEI PRESSI DELLA RETE SENZA ESSERSI ACCORDATO CON IL CENTRALE SU CHI MURA LA BANDA AVVERSARIA.

III) Dobbiamo allenare in situazione di partita le posizioni dei giocatori che si travono in posto 4, 5 e 6. LA BANDA DI PRIMA LINEA CHE SI TROVA IN POSTO 4 IN FASE DI DIFESA DEVE CONTROLLARE UNA PORZIONE DI CAMPO CHE LE PERMETTA SI’ DI COPRIRE LE RARE SCHIACCIATE IN DIAGONALE STRETTA MA, SOPRATTUTTO, DEVE COPRIRE LA SUA META’ DELLA LINEA DEI TRE METRI DA PALLONETTI O RIMBALZI VARI.

IL GIOCATORE DI POSTO 5 COPRIRA’ IL CAMPO NON MOLTO LONTANO DAL GIOCATORE DI POSTO 4 E STARA’ ATTENTO IN PARTE ALLE PALLACCE CHE RIMBALZANO A META’ CAMPO E IN PARTE ALLE SCHIACCIATE VERE.

SOLO AL CENTRALE IN POSTO 6 SPETTERA’ LA COPERTURA DEGLI ATTACCHI FORTI E LUNGHI, CHE IN PARTITA SONO DAVVERO POCHI.

IN PARTITA, CONTRO LE SQUADRE CHE POSSIAMO BATTERE, POCHISSIMI PALLONI CADONO NELLA NOSTRA META’ CAMPO SOTTO FORMA DI ATTACCHI FORTI E LUNGHI: QUASI TUTTI SONO PALLONETTI, PALLACCE O ATTACCHI LUNGHI MA TIPO PALLEGGIO, RECUPERABILI CORRENDO INDIETRO.

INOLTRE, NEL FINALE DI SET, NEI PUNTI DECISIVI, CONTRO LE SQUADRE ALLA NOSTRA PORTATA, GLI ATTACCHI FORTI E LUNGHI NON SI VERIFICANO MAI.

IN GENERALE POI, CONTRO FORMAZIONI ALLA NOSTRA PORTATA, DI ATTACCHI LUNGHI E FORTI IN LUNGOLINEA CHE CADONO POCO DENTRO I 9 METRI, CE N’E’ DAVVERO POCHI.

UN CENTRALE IN POSTO 6, IN FONDO AL CAMPO, PRONTO A SCATTARE E CHE NON SI DEVE PREOCCUPARE DEI 3 METRI E DEI 4 METRI DI CAMPO GIA’ ABBONDANTEMENTE COPERTI DAI GIOCATORI IN POSTO 4, 5 E 1, PUO’ DIFENDERE GLI ATTACCHI LUNGHI CHE E’ LECITO ASPETTARSI CHE SIANO DIFESI. I POCHI COLPI DA CAMPIONE DEGLI AVVERSARI ANDRANNO A PUNTO, LE PALLE NORMALI SARANNO DIFESE.

CARI COMPAGNI DI SQUADRA

Spero che questa mia analisi degli avvenimenti di Lissone e delle possibili attività di miglioramento possa essere utile. Come al solito, l’importante è non fare finta di nulla alla luce delle esperienze accumulate ma, bensì, cercare insistentemente ciò che può farci migliorare.

27/06/11

Commento semi-tecnico

1 commenti
Stavo scrivendo questa mia opinione commentando il post di Claudia, ma poi ho deciso di spezzarlo in 2: commento ludico (al post di Claudia) e post tecnico (nuovo).


Prima Parte: pregi

Grazie a tutti voi di esservi affidati e fidati di me e del ruolo da vice-vice-vice-vice-capcoachsegretario.

Non avendo le capacita` tattiche e tecniche, ne` da coach, ne` da capitano, ho improvvisato facendo in modo di stimolare lo spirito di autovalutazione. Ho chiesto ad ognuno di voi/noi di assumersi la responsabilita` di verificare il proprio stato psico-fisico e di decidere in favore della squadra se continuare o fermarsi, per un set, per una partita o per un momento, soprattutto nei momenti in cui io ero concentrato a giocare in campo.

Ringrazio Dav per avermi fatto notare alcuni errori che ho prontamente corretto nella formazione delle squdre, dovendo giocare contro squadre composte quasi sempre da 4 uomini e dovendoci arrangare con solo 3 uomini e un piacevolissimo harem di donne. ;-)

Ringrazio Sonia che ha chiamato prontamente rinforzi in ricezione su battute che sapevamo essere difficili e anche per essersi mossa a recuparare le palle corte, restando sempre attenta e seguendo la palla.

Ringrazio Veronica che si e` mostrata un'ottima alzatrice pur non essendo il suo ruolo principale.

Ringrazio Mik, Ale P e Veronica che hanno saputo entrare con giusto spirito nella nostra squadra e a chi della nostra squadra ha saputo dare loro il benvenuto.

Ringrazio Sara e Chiara (e quel sant'uomo di Gianluca) per aver partecipato fugacemente ma con spirito propositivo dando nuova ninfa alla squadra.

Ringrazio chi ha chiamato, quando ero in campo, i time-out che ci hanno consentito di riprendere concentrazione, fiato, liquidi, annotazioni/sostituzioni tecniche e tattiche (attenti che pero` sia sempre l'arbitro a concedere il time-out, vero Lau? ;-)).

Un encomio particolare a Dav, che anche se ha fatto qualche errore come tutti del resto, ha mostrato concentrazione e preparazione fisica oltre ogni limite, giocando da centrale e recuparando le palle lunghe ovunque! Grazie anche per non aver alimentato polemiche, ma anzi di aver sollecitato lo spirito di squadra.

Complimenti a tutti per non aver lasciato cadere le palle nei 3 metri e per aver cmq creduto che il recupero era possibile. Non ho visto visi tristi e demoralizzati, ma se questo e` avvenuto le persone coinvolte (es. Francy) hanno saputo chiedere il cambio, uscire dal campo e riprendersi con sportivita`.


Parte Seconda: difetti

Di errori tecnici e tattici ce ne sono stati, ma non sono stati consecutivi e ripetuti (salvo in un momento di defyance per cui Dav ha chiamato il time-out, spezzando la maledizione della battuta imprendibile).

Elenco un po' di errori che si sono ripetuti in diversi momenti del torneo (e quindi non consecutivamente):
- Dav, a volte coprivi in ricezione troppo avanti;
- Cla, a volte in difesa recuperavi delle palle non nella tua zona di compentenza, accavallandoti all'alzatore di prima o addirittura tra il centrale e la banda di prima (un piccolo inciso, se la alzi al centrale di seconda linea, tale alzata non deve andare oltre i 6 metri!!! ;-));
- Rocco (in questo torneo banda), sulla schiacciata della banda avversaria, quando eri in prima linea, dovevi spostarti sulla diagonale stretta sui 3 metri e consentire a Giulia/Francesca/Ale P di coprire la diagonale lunga;
- Mik, in molte occasioni non giocavi la palla passandola all'alzatore che avrebbe potuto distribuire meglio il gioco (magari alzandola meglio a un qualsiasi schiacciatore centrale, laterale o di seconda linea);
- tutti spesso sbagliavano a dare gli appoggi sull'alzatore;
- alzatori, dovevate variare di piu` il gioco (solo in alcune occasioni lo avete fatto).


Parte Terza:... e l'autovalutazione

Mi sembra che durante le partite ci sia stato uno spirito di responsabilita` condivisa e che l'esperimento dell'autovalutazione sia riuscito... per cui se volete aggiungere dei vostri pensieri, arricchite pure questa sezione di commenti...

24h di spirito sportivo.

3 commenti

Eccomi qui, anche quest’anno, ad esprimere quelle che sono le emozioni che questa manifestazione sportiva riesce a fare emergere.

Iniziata un po’ ‘così’ con l’assenza di elementi importanti e di peso: coach, cap, Max… Faby che, per cause di ‘forza maggiore’, non erano lì… con il fisico.

Iniziata anche per me dopo un’avventura vissuta in Val Masino che mi ha stressato e fatta arrivare tardi e… senza macchina fotografica!!! (dimenticata in auto)… ma con iPhone e… Megafono! ;-)

Ma, più che le emozioni, vorrei esprimere il miei ringraziamenti.

Grazie a tutti i protagonisti di questa edizione: AleP, AleCe, Claudia, Davide, Francy, Giulia, Laura, Michele, Rocco, Sara, Sonia e Veronica.

Grazie a ‘quelli della Foppa’: AleP, Veronica e Michele per averci accompagnato in questa avventura, per esserci stati, per come ci sono stati e anche per come si sono assentati… mtitici!

Michele in notturna è andato ad allattare i mici tornando con un limone ‘firmato’… Vero è andata ad un concerto e AleP è andata in disco ed è tornata all’alba bella sveglia e pimpante pronta per fare quella delle 6:40.

Grazie a quelli che sono arrivati presto per montare,

Grazie a tutti quelli che hanno condiviso qualcosa…

Grazie a chi si è dovuto trattenere ma avrebbe voluto giocare di più…

Grazie a chi non si è saputo trattenere ed è venuto prima di partire per un viaggio importante al sapore di miele…

Grazie agli amici e alle persone importanti che sono venuti a trovarci e a condividere con noi parte di questa speciale manifestazione, per cena, per una birra, per un improvvisato mini torneo di ping pong, di calcetto…

Grazie a tutti noi che abbiamo giocato e per come abbiamo giocato… Sempre con i nostri limiti… ma io su quel campo di terra battuta, nelle mie 17h non stop, ci ho visto il cuore, il fegato, i muscoli e il sudore di tutti.

Grazie a tutti i protagonisti della 24h, a tutte le squadre dai nomi improbabili e con caratteristiche improbabili… ;-)

Ma… il mio grazie particolare per la manifestazione 2011 va a Rocco che ha svolto alla perfezione ed egregiamente l’incarico di ‘capcoach’ preparando le formazioni per i set di ogni partita che quest’anno non è stata cosa semplice perché le presenze sono state ‘a singhiozzo’per un andirivieni LIBERO… come noi!.

Grazie per il suo supporto dal campo e da bordo campo… il TUTTO svolto nella modalità Rocco. Quella che ormai tutti noi conosciamo… Improvvisata (come parte della sua teatralità), da lui però… e quindi GARANTITA!

Grazie a tutti per aver reso anche questa 24h speciale.

Alla prossima!!!

VVB

Cla

P:S: I dettagli delle partite svolte li lascio ai tecnici, anche perché io ho perso le prime tre.

Ciò che ho visto io è stato spirito sportivo… e non so se anche voi avete avuto la mia stessa sensazione… ma a me sembra che… ci ‘siamo parlati!’ ;-)

05/07/10

Momenti di Lissone 2010

5 commenti
Ciao Alls! Pubblico parte di ciò che mi sono ritrovato nella macchinetta dopo la 24h di Lissone. Ho dovuto operare come al solito delle censure… :-) . Eliminato il non pubblicabile (Lauretta sei un mito!!!), ho provveduto alla selezione delle foto a fuoco, non mosse e ho ritagliato le parti più carine di esse. Di ciò che vedete qui sotto c’è di sicuro una versione 640x480 ma, probabilmente, niente di più grande perché trattasi appunto di un ritaglio della foto originale.
Intanto un piccolo aggiornamento mondano… Bella serata e belle risate ieri sera ad Omate! Ovviamente sarebbe venuta utile una macchina fotografica, soprattutto sul finale… ma purtroppo non c’era!
Ci vediamo mercoledì. La Chiara mi ha diagnosticato una tendinite al braccio destro ma Cristiano ci tiene che stia con la squadra e dice che sa quale lavoro farmi fare. Ciaooo ragazzi!

Nota del Blog Master: a causa di un bug del sistema, le foto pubblicate in questo post non sono più visibili. Sono state per fortuna conservate le copie, che sono visibili a tutti nell'Archivio Storico Fotografico.

03/07/10

Foto 24h Lissone

7 commenti
cari All Stars in questa settimana abbiamo avuto confronti su affermazioni, metodi, spiegazioni, attestati di stima, ci è pianto il cuore, abbiamo avuto un'univoca voglia di migliorarci sul campo per non far cadere la palletta sui 3 metri, una consapevolezza di avere tra di noi una gerarchia da tutti accettata e pure benedetta.. a sprazzi abbiamo visto anche gli "attributi" di ciascuno di noi, uomini e donne, ma la domanda sorge spontanea.. oh ma le foto che ho fatto con la macchinetta di davide dove sono ??? perchè non le pubblica (elimina i lati B e i doppi lati A, quelli sono un regalo per te !!) ?? claudia possibile che la tua conoscenza del pc unita alla conoscenza dei nostri pensieri profondi non sia stata in grado di girare le foto da Facebook al Blog ?? Possibile che il mio capitano e Max mi abbiano dimenticata e non mi abbiano mandato un invito ad entrare in Facebook con relativa spiegazione, passo per passo, di come si usa ??? Sara dove sei, torna dall'Elba, ho bisogno di te !!! Se vuoi ti organiazzo un tet a tet con Batman e potete fidanzarvi, ti do il mio benestare, non sono gelosa.. Insomma Squadra io voglio migliorare, aprirmi verso nuovi mondi tecnologici ma soprattutto voglio vedere le vostre facce, i vostri sorrisi, i vostri pigiami, i vostri piedi puzzolenti e le nostre magliette in fila a ricordarci non solo quanto squadra siamo ma soprattutto quanto ci vogliamo bene !!! Stella stellina che brilli da lassù fai avverare questo mio innocuo desiderio :)

30/06/10

Una squadra e due anime

5 commenti
Come afferma Max, nel commento al precedente post, a Lissone sono emerse, chiare ed evidenti, le due anime della pallavolo amatoriale: l’anima goliardica e l’anima agonistica. Entrambi gli aspetti, entrambi i sapori del nostro sport preferito, in questa incredibile manifestazione di 24 ore, sono stati portati alla luce. La goliardia e l’agonismo, in virtù della loro anarchica compresenza, sono stati motivo evidente di felicità e fonte di inevitabili contraddizioni.

La felicità, dicevo. Riconosco ancora la sensazione di gioia e di spensieratezza che ho provato sabato mattina. Sento ancora addosso il clima di festa e di gioco che si è materializzato intorno a me appena sono arrivato con Luca nell’accampamento della nostra squadra. Giunto nell’oratorio di Lissone, i volti di Patrice e di Claudia, che ci accoglievano, erano colmi di allegria. I loro occhi cercavano i nostri per quel naturale bisogno che hanno gli amici di sentirsi vicino, di sentirsi in risonanza, di sentirsi coinvolti in una partecipazione  di emozioni. Ho percepito in loro, e poi in me, mentre vedevo arrivare un po’ alla volta tutti gli altri All Stars, un bisogno di condivisione ed un senso di appartenenza che (non ridetemi dietro!) ho provato pochissime volte nella mia vita.  Ragazzi, vi vedevo arrivare, vi vedevo prendere posto nell’evento che stava nascendo, ed ero strafelice di condividere con voi quello che tutti avevamo portato a Lissone in eguale quantità: la voglia di vivere un’avventura insieme.

Ognuno di noi è stato attore di questa condivisione di emozioni secondo la sua indole e le sue attitudini. E, per quello che riguarda il lato goliardico ed emotivo del nostro volley, la diversità è il nutrimento ideale del divertimento. Fatemi fare un po’ il liceale: Pirandello diceva che l’umorismo si sviluppa in virtù di due fasi: prima c’è “l’avvertimento del contrario” e poi c’è “il sentimento del contrario”. Se siamo capaci di andare oltre la diffidenza e di andare oltre il semplice avvertimento del contrario, oltre la sorda percezione della diversità, ridiamo e godiamo gli uni degli altri. Siccome siamo diversi e siccome non esiste un modo matematico di incastrarci e di cucirci addosso gli uni sugli altri, finisce che ci divertiamo. Proviamo sentimento per il nostro essere diversi in maniera armoniosa. Andiamo per tentativi, cerchiamo di avvicinarci con lo spirito giusto. Procediamo tentando di comprenderci e ridendo di noi e con noi. Sembra incredibile ma è esattamente quello che accade. Ero così fiero venerdì sera di avere avuto l’idea di comprare all’ Iper uno zerbino da mettere davanti alla super tenda di Claudia, per evitare che troppo sporco raccolto dal terreno di gioco la imbrattasse. Quello che ho ottenuto è stato soltanto, dopo che Claudia ha visto il mio acquisto, la sua più fragorosa risata che le ho mai visto fare. E' stato bellissimo. Evidentemente trovava troppo infantile e troppo innocente il gesto che avevo fatto e rideva. Rideva, sì. Rideva del mio acquisto per la sua tenda. E cosa c’è di più magico?

Però, tutto questo, non funziona quando entra in gioco l’agonismo. Quando si è in partita alcune diversità non sono compatibili con l’armonia del gruppo. Ovviamente non sto parlando delle diversità di altezza o di velocità o di elevazione o di potenza. E’ normale che ci siano queste diversità ed è un bene che ci siamo, perché altrimenti non potremmo giocare tutti insieme: uomini e donne, sbarbati ed egregi signori. In partita,  però, altre diversità non possono evidenziarsi oltre un certo limite di tolleranza.  Essere in campo e percepire sufficienza o scazzo nel comportamento altrui fa del male alla squadra, all’umore e alla prestazione del singolo giocatore.

Non devono esistere differenze apprezzabili in almeno 3 livelli di adesione al gioco: quello di concentrazione, quello di coinvolgimento e quello di volontà di migliorarsi. Potrei scrivere tanto a tal proposito ma finirei col parlare di ruoli e quindi, inevitabilmente, di persone. Questo però non è di mia competenza. E’ compito di Pat far giocare in partita chi ha voglia di giocare con concentrazione, chi ha voglia di buttare il cuore oltre l’ostacolo e chi ha voglia di mettersi in discussione e di migliorarsi un pochino ogni volta. Io, sicuramente, per quelle che sono le mie difficoltà, i mie limiti e le mie carenze, quando sono sovraeccitato  dagli eventi, porto in squadra disagi e atteggiamenti a volte fastidiosi. Però esistono in partita atteggiamenti diametralmente opposti, atteggiamenti di indolenza, che sono sì meno rumorosi, ma che fanno altrettanto male alla squadra e che vanno anch’essi gradualmente eliminati.

Sono sicuro che tutti voi sapete cosa significa, per il nostro benessere e per il nostro umore, tornare alla base dopo una vittoria e tornarci invece dopo una sconfitta. Non avete voglia di giocare meglio e di vincere, tutti insieme, qualche partita in più? Non avete voglia di essere più felici? Proviamoci! Patrice, proviamoci! Forse, un giorno, risolte certe indolenze, smetteremo di vedere la palla cadere 15 volte a set su quella maledetta linea dei 3 tre metri. Linea che, chissà perché, nessuno, negli All Stars, pensa di dover difendere.

27/06/10

Considerazioni a caldo...

10 commenti
Ciao a tutti! Sono tornata a casa da poco dopo queste 24h intense con voi e prima di dormirci sopra volevo esprimere le mie cosiderazioni ed i ringraziamenti per questo weekend. Non entrerò assolutamente nel merito delle tecniche, ci sono alcuni di voi, per primo il coach, che potranno fare osservazioni in merito. Penso che la 24h di Lissone sia stata per tutti un'esperienza intensa, bella, da ripetere (magari l'anno prossimo senza infortuni sul campo). Un grazie a tutti i partecipanti, siamo una vera squadra ed è sempre bello stare in campo con voi. Oltre alle partite ci sono stati momenti di svago e momenti di allenamento in cui mi avete aiutato a migliorare alcuni aspetti tecnici, a provarli e riprovarli per poi attuarli in campo. Un ringraziamento particolare al coach Patrice che ha saputo allo stesso tempo apprezzare le azioni giuste a cazziarmi negli errori più banali; penso di aver fatto dei progressi in questi 2 giorni, che, se pur piccoli, sono pur sempre un passo in avanti...