Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

31/12/11

A Christmas Carol

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Alle stelle luminescenti
che pervadon sempre crescenti
le emozioni de' nostri eventi


Music video by Annie Lennox performing God Rest Ye Merry Gentlemen. (C) 2010 La Lennoxa

30/12/11

L'attacco del centrale: il primo tempo

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Introduzione
L’attacco di primo tempo è una delle giocate più belle e rappresentative della pallavolo: la velocità, la forza, il sincronismo, l’intesa, sono tutti aspetti che esaltano il gioco, i giocatori ed il pubblico. Una veloce ben eseguita è inoltre un'arma tattica fondamentale nella costruzione della strategia d’attacco di una squadra.
Un attacco di primo tempo non si può però improvvisare ed è un gesto tecnico difficile sia per l’alzatore che per il centrale: l’anticipo e la velocità necessari sono tali che i tempi di incontro con la palla sono stretti e ben stabiliti e non c'é quindi possibilità di significativi aggiustamenti “in corso d’opera”.

L’attacco di primo tempo
La definizione ”primo tempo” indica un’azione d’attacco in cui lo schiacciatore deve colpire la palla durante la parabola ascendente e quindi deve partire con la rincorsa mentre la palla si avvicina all'alzatore e staccare prima del tocco dell’alzatore. Quando l’alzatore palleggia, l’attaccante deve essere già in fase di volo.
L’attacco di primo tempo è fondamentalmente suddivisibile in 3 tipologie:

Veloce avanti: il palleggiatore serve davanti a sé una palla con traiettoria bassa e corta. L’attaccante stacca molto vicino al palleggiatore. E’ chiamata dall’alzatore con il numero 1.

Veloce dietro: anche in questo caso il palleggiatore serve una palla con traiettoria bassa e corta, ma dietro a sé. La traiettoria di rincorsa è più lunga, ma lo stacco è comunque molto vicino al palleggiatore. E’ chiamata con il numero 2.

Tesa al centro: si tratta di un’alzata molto veloce servita con traiettoria molto tesa, quasi orizzontale alla rete. L’attaccante stacca in questo caso circa 2 metri davanti all'alzatore. E’ chiamata con il numero 7.


L’attacco con stacco ad un piede, denominato comunemente “fast”, ha la particolarità di poter essere eseguito sia come un primo tempo che come un secondo tempo. Ne parleremo in un post ad hoc.

Aspetti fondamentali

Ricezione
Un attacco di primo tempo può iniziare solo da una ricezione perfetta. In caso di ricezione imprecisa sarà molto difficile se non impossibile sviluppare un attacco in veloce accettabile.
Per un’esecuzione ottimale infatti, l’alzatore deve essere alla distanza ottimale dalla rete (circa 1 metro) e deve potersi posizionare sotto la palla con buon anticipo.

Partenza
La scelta del momento in cui partire con la rincorsa é probabilmente l’aspetto più difficile da spiegare, apprendere ed automatizzare ma nel contempo è la chiave del successo del gesto tecnico.
Il centrale deve imparare a "leggere" la parabola di ricezione e scegliere in base a questa il tempo di partenza. E’ quindi fondamentale per il centrale non perdere mai di vista la palla, seguirla sempre con gli occhi e imparare a scegliere il tempo e il punto di salto ottimale. Nel contempo, l’alzatore deve leggere in anticipo la distanza da rete della palla e “sentire” lo spostamento e la posizione dell'attaccante.
Ci sono pochi suggerimenti da dare: sarà essenzialmente l’esperienza e il grado di conoscenza reciproca fra palleggiatore e centrale che porteranno al sicuro miglioramento di questo aspetto.

Rincorsa
Anche in questo caso poco da dire: la rincorsa deve essere rapida, anzi rapidissima!
L’ideale è adottare una rincorsa a due passi: la sequenza ottimale per i giocatori destrorsi prevede di partire con il piede sinistro in avanti ed eseguire la progressione di passi Destro-Sinistro (il contrario per i mancini o per chi vuole staccare con il piede destro avanti).
La direzione ottimale della rincorsa è quella con un angolo di compreso fra 45° e 60° rispetto alla rete, che permette la possibilità più ampia di angoli d’attacco. L’importante è comunque non eseguire una rincorsa troppo “diritta”, perpendicolare alla rete, che limita moltissimo le traiettorie.
L’ultimo passo deve essere rapidissimo e il piede di chiusura deve essere leggermente girato all’interno rispetto alla traiettoria della rincorsa: in questo modo si facilita la conversione della rincorsa in slancio verso l’alto.
All’ultimo passo, le braccia sono completamente slanciate indietro, in modo da poter essere utilizzate per migliorare l’elevazione. Lo stacco avviene a due piedi e contemporaneamente entrambe le braccia si slanciano in avanti ed in alto.

Stacco
Lo stacco deve avvenire quando la palla sta entrando nelle mani del palleggiatore, in maniera da anticipare l’alzata. Lo slancio delle braccia và anch’esso anticipato il più possibile, considerando che l'attacco prevede il colpo nella fase ascendente della parabola dell’alzata. E’ fondamentale staccare a:
  • circa mezzo metro dal palleggiatore (davanti o dietro), per poter colpire la palla durante la fase ascendente della traiettoria e anticipare il muro e la difesa avversari; per la tesa invece il centrale esegue lo stacco a 1,5 - 2 metri dall’alzatore (la maggiore distanza è compensata dalla parabola più diritta e dalla maggior velocità della palla);
  • circa 1 metro dalla rete per poter così avere a disposizione degli angoli d'attacco positivi, prevedendo un muro invadente dell'avversario che normalmente sarà singolo e frontale allo schiacciatore.

Alzata
Nelle veloci l’alzata deve avere una traiettoria bassa (meno di 1 metro sopra la rete) e corta (meno di 1 metro dall’alzatore), in maniera tale che il centrale possa colpire la palla sopra il nastro ancora in fase ascendente.
L’alzatore deve palleggiare a braccia alte, usando molto le dita ed i polsi e pochissimo le braccia, e con l’asse frontale del corpo perpendicolare alla rete, anticipando e velocizzando al massimo il movimento.
Nelle tese l’alzatore deve alzare una palla velocissima e con traiettoria praticamente orizzontale, in maniera da compensare la distanza maggiore con una maggiore velocità.
Per velocizzare ulteriormente l’esecuzione dei primi tempi, accorciare ancora di più le traiettorie e dare meno possibilità di lettura al muro avversario, il palleggio d'alzata potrà essere eseguito in sospensione.

Colpo sulla palla
Negli attacchi di primo tempo non è importante la forza ma la velocità d’esecuzione. A differenza degli attaccanti di banda, che devono caricare molto il braccio (braccio piegato all’indietro con gomito puntato verso l’alto) e il corpo (arco dorsale), il centrale deve optare per un caricamento molto più ridotto, mantenendo il braccio alto e appena piegato all’indietro a discapito della forza ma con la possibilità di massimizzare la velocità del colpo sulla palla.
Utilizzando meno il braccio e la spalla, sarà importantissimo usare di più il polso per imprimere forza e direzione: se si riesce ad attaccare senza muro si può optare per un attacco dritto, ma se il muro è davanti a noi diventa importantissimo usare la torsione del polso per angolare la palla fuori dal muro, in extra-rotazione (verso posto 5) o intra-rotazione (verso posto 1).
Con l’evoluzione della tecnica è possibile aiutarsi nel direzionamento del pallone con la torsione del busto.

Post Scriptum
Nel filmato seguente, tratto dal canale di YouTube UCSIVOLLEYBALL, ho cercato di evidenziare meglio il gesto tecnico e i requisiti importanti per la sua esecuzione, soffermandomi soprattutto sulla veloce avanti.
Nonostante l'evidente nazionalità orientale dei protagonisti, ho inserito come musica di sottofondo al filmato “French Lesson” dei Soft Machine. Chi ha orecchio per intendere, intenda…
Buona visione AllS! xD




22/12/11

Torneo Ten su la bàlla Ten su el ballon

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Ecco la foto della nostra squadra al torneo 'Ten su la bàlla Ten su el ballon' organizzato dal comune di Bellusco in occasione della maratona Telethon in collaborazione con la UILDM. In questa bellissima foto la nostra squadra è con Marco Rasconi, presidente della UILDM di Milano.

Solidarietà e Sport è un binomio che sprigiona da sè una forza soprannaturale.

E' stato bello esserci... e sarà bello tornarci.

01/12/11

2012/2013 La nuova stagione

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Lunedì, finalmente, iniziamo. Mi sono divertito settimana scorsa in palestra, nei 4 vs 3, e anche la volta prima, nei 6 vs 3, ma non vedevo l’ora che si ricominciasse tutti insieme, con il coach in testa. E’ giusto così: siamo una squadra e ogni squadra lavora con il proprio allenatore. Comincia, dunque, il quarto anno degli All Stars, il terzo ufficiale,  con “sede” a Sulbiate. Dopodomani, alle 21.30, saremo tutti lì, allineati e coperti, per ascoltare le parole introduttive di Pat e poi… si inizierà a sudare!

Scrivo poco per non interferire con il lavoro di Patrice anche se è ovvio che mi aspetto molto da tutto ciò che avverrà nei nostri lunedì e mercoledì sera. Io farò come l’anno scorso, lavorerò con l’obiettivo di arrivare a Pagnano 2013 nel miglior modo possibile, per poi “mollare”, più o meno gradatamente, a seconda del calendario dei tornei della futura stagione estiva. Sono nove mesi di volley e voglio che siamo ricchi di miglioramenti.

Obiettivi degli All Stars, li ha già fissati il coach, sono sicuro. Di questo non parlo a parte del fatto che mi aspetto un notevole miglioramento dello spirito di squadra: più presenze, più costanza e, nel magico rettangolo di gioco, bocche aperte solo per gridare “Mia!”, o “Uno!”, se la voce è quella di un alzatore.

Obiettivi miei… Questa estate ho dovuto arrendermi all’evidenza, 10 Davide non è più quello precedente l’infortunio del legamento nell’ottobre 2010. E pensare che, vien da ridere a dirlo, il ginocchio di quell’infortunio è stato, da giugno a oggi, l’unica cosa che non mi ha causato dolore. Ho provato, come nell’estate 2010, l’ultima libera da impegni, a dedicarmi solo ad allenamento e riposo, costante e programmato. Ho pensato di farlo con i ritmi di allora. Ma quei ritmi per me non vanno più bene. Ora posso fare solo due allenamenti a settimana e anche senza forzare, altrimenti pago e pago parecchio. L’obiettivo personale è quello di essere concentrato e di indirizzare bene le energie a disposizione. Vale a dire, in allenamento come nei tornei, pochi set ma giocati al 110% e, durante quei set, lasciare Joule sul terreno di gioco solo per i muri, le rincorse ed i salti, e non per dare il cinque a tutti alla fine di ogni punto.

Lunedì cominciamo, si diceva, ed anche quest’anno il nostro roster è cambiato. Qualcuno non c’è più, qualcuno di nuovo sta arrivando. Sono sicuro che rimarremo, come sempre, un gruppo di amici e che a Natale, quando posterò i miei auguri per le feste, avremo alle spalle un torneo di Bellusco a cui avrà partecipato una squadra… ordinata e felice.

Il mio indicatore della grinta ha fatto beep già da un po’ di settimane, è al 100%, ma io non stacco la spina. Ho intenzione di non lasciarlo scendere fino all’ultima partita che giocheremo a Pagnano. Sappiatevi regolare.

18/11/11

Brain Training #9: gli Zombie di Max

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Ciao a tutti, cari All Stars. Dopo il Brain Training #4 dell’allenamento senza palla, torno, passato più di un anno, a cimentarmi come autore di un post rompicapo. Anche questa volta non si tratta di un BT matematico, ma di un problema risolvibile con un po’ di ragionamento, quindi alla portata di tutti i volenterosi. Non occorre nessuna competenza specifica per risolverlo, bastano carta e matita e, per qualcuno, non occorreranno nemmeno quelle.

Il nocciolo del dilemma l’ho trovato in rete . Mi ha affascinato e, dopo averne compreso l’impianto logico, mi sono divertito a creare una storiellina ambientata nel mondo dei nostri allenamenti. I protagonisti della fiction sono Max e la voglia di migliorare degli All Stars. Una voglia così irrefrenabile da portare Max a fare un patto… con l’aldilà!

Se qualcuno di voi avesse dubbi o richieste di chiarimento, posti pure un commento in proposito. Se il BT #9 non dovesse sembrare ben posto, risponderò a beneficio di tutti i lettori. Come sempre, in pieno spirito All Stars Blog, tutti i tentativi di soluzione sono leciti, siano essi logici, matematici, filosofici o solo spiritosi. Buona lettura e buone elucubrazioni!

Brain Training #9: gli Zombie di Max

La stagione sportiva 2011/2012 degli All Stars comincia a settembre. Al comando c’è sempre, insostituibile, Patrice, il nostro coach di Grenoble. Un nuovo roster di giocatori, invece, coeso e affiatato, suda e salta sotto la sua direzione. La vita sportiva della squadra continua felice per tutto l’inverno. La serenità, l’impegno e il divertimento non vengono mai meno. Le serate in palestra sono piacevoli e coinvolgenti. Non mancano né la preparazione fisica, né i momenti tecnico-tattici e nemmeno le partitelle e la goliardia.

Gli All Stars si allenano felici, in perfetta armonia, fin quando, però, purtroppo, dopo diverse sconfitte nelle partite amichevoli, l’umore della squadra comincia a incrinarsi. Nel febbraio 2012 gli All Stars perdono la terza amichevole di fila e i malumori nello spogliatoio aumentano. La squadra decide così, d’accordo col coach, di ritrovarsi una sera per discutere un pochino dell’andamento degli allenamenti.

I giocatori e Patrice si ritrovano di sera, a Vimercate, come sempre, presso la residenza Monteleone. Durante l’incontro emerge qualche proposta, qualche ipotesi di miglioramento, tuttavia gli All Stars si ritrovano tutti concordi nella volontà di proseguire con i consueti allenamenti. L’incontro serale unisce la squadra che si ritrova d’accordo nel continuare sulla strada che si stava già percorrendo. Si decide che i risultati arriveranno grazie alla costanza e all’intensità degli allenamenti già in corso. E, se gli avversari dovessero ancora vincere le partite, buon per loro, l’importante rimarrà per gli Alls la voglia di impegnarsi e migliorarsi.

Ringraziato Rocco per la consueta ospitalità, a tarda ora, gli All Stars fanno ritorno verso le loro case. In auto, i giocatori, intorpiditi dal freddo, viaggiano con lo spirito rinfrancato. Max è felice per l’unità d’intenti del gruppo, ma, in fondo in fondo, non è del tutto soddisfatto. Vorrebbe si facesse di più. Vorrebbe, almeno lui, intraprendere qualcosa per far vincere di più la propria squadra. Lungo la strada le parole dei compagni e del coach si rincorrono rumorose dentro di lui.

Giunto a casa, Max fatica a rilassarsi. E’ nel letto ma non dorme. Non vuole perdere altre amichevoli contro squadre peggio affiatate e peggio organizzate. Non trova pace. Le voci della riunione rimbombano ancora nella sua testa e scacciano il sonno. Max continua a pensare e ripensare. L’albero algoritmico delle sue riflessioni si fa pesante. Il suo respiro aumenta la cadenza. Max si rigira di continuo.

Poi, dal nulla, gradualmente, un inaspettato tepore lo circonda. Una nube di caldo avvolge Max e lo tranquillizza. Max si sente piacevolmente cullato. Come solo in un sogno può accadere, gli sembra di aprire gli occhi e di riconoscere la figura luminescente di Antoine-Laurent de Lavoisier. Il padre della Chimica gli si avvicina, gli pone una mano sulla fronte, con una carezza chiude al giovane (?) discepolo le stanche palpebre e amorevolmente gli parla.

Dopo un tempo indefinito la stanza è di nuovo completamente buia e Max ha gli occhi ancora dolcemente serrati. Sicuro di conoscere la soluzione da consegnare alla sua squadra, non si dimena più nel letto. Il suo respiro è tornato calmo e regolare. Sotto il silenzio del primissimo mattino piccole tracce dello spirito di Lavoisier guidano il pensiero di Max. Egli accende l’abat-jour e scorge sul comodino il suo cellulare, silenzioso. Con la mano lo porta sé, scrive un sms e lo invia.

Due minuti dopo, a qualche chilometro di distanza, Patrice viene svegliato da un jingle del suo cellulare. Apre gli occhi e legge il messaggio di Max: “Ho parlato con lo Spirito di Lavoisier. Lunedì voglio tutta la squadra in palestra mezz'ora prima”.

Passano due giorni e la squadra si ritrova a Sulbiate, ma questa volta alle 21.00 sono già tutti in palestra, in maglietta e ginocchiere, agli ordini del coach. Patrice non perde tempo, fa accomodare i ragazzi sui seggiolini della palestra e chiama a sé la banda numero 8. Max si avvicina con un’ampolla marrone fosforescente, si volta verso la squadra e parla così.

Ciao a tutti. Da questa sera cambierà qualcosa nei nostri allenamenti. In quest’ampolla c’è la Pagnanite, la pozione creata da me che trasformerà ciascuno di noi in un giocatore di pallavolo capace di assorbire completamente tutti gli insegnamenti che verranno impartiti nelle due ore successive alla sua assunzione. Ne berremo un bicchiere ciascuno, a partire da oggi, prima di ogni allenamento. Facendo così, tutti noi, dalle 21.30 alle 23.30 miglioreremo tantissimo e nel giro di pochi allenamenti saremo in grado di battere qualunque squadra. Ogni volta, per due ore, ci trasformeremo come capacità di apprendimento, ma esternamente saremo noi stessi in tutto e per tutto. La Pagnanite sarà per tutti noi portatrice solo di giovamento interiore. Per tutti sarà così, tranne che per almeno uno di noi, ahimè. Nella Pagnanite c’è un ingrediente magico consegnatomi dallo Spirito di Lavoisier. Per ottenere quell’ingrediente ho dovuto concedere allo Spirito di Lavoisier che, almeno uno di noi, assumendo la Pagnanite, muti per due ore la propria natura. Almeno uno di noi avrà i miglioramenti pallavolistici di tutti gli altri ma diventerà anche, per due ore, uno Zombie. Chi si trasformerà in uno Zombie lo farà ogni volta che berrà la Pagnanite e, oltre a trasformarsi in uno Zombie e ad essere visto come Zombie, vedrà gli altri Zombie ma non si accorgerà di esserlo! Solo gli altri noteranno in lui l’orribile trasformazione! Chi, già da stasera, non diverrà uno Zombie, può essere sicuro che non lo diverrà mai. I giocatori che per due ore diventeranno Zombie non avranno la coscienza di esserlo, potranno solo dedurlo grazie a dei ragionamenti strettamente logici, partendo dalla considerazione che almeno una persona in squadra, pur inconsapevole, sarà uno Zombie in ogni allenamento. Coloro che, con l’andare degli allenamenti, dedurranno di essere i protagonisti delle trasformazioni in Zombie, come conseguenza di ciò semplicemente non si presenteranno più a Sulbiate a partire dall’allenamento successivo, senza dire nulla e senza segnalarlo a nessuno. Coloro che vedranno uno o più compagni trasformarsi in Zombie, non vedranno se la stessa cosa starà accadendo anche a se stessi e non dovranno comunicare a nessuno quali giocatori vedranno diventare Zombie, nemmeno agli stessi Zombie. Chi di voi dedurrà necessariamente di far parte di coloro che diventano Zombie, smetterà di presentarsi agli allenamenti. Se qualcuno di voi non si comporterà secondo queste istruzioni, tutta la squadra incorrerà nella maledizione dello Spirito di Lavoisier e gli Zombie rimarranno tali per sempre.

Dopo cinque allenamenti con la Pagnanite accade quello che ha prefigurato Max: al sesto allenamento non tutti gli All Stars si presentano a Sulbiate.

Quanti All Stars deducono di trasformarsi in Zombie e non si presentano al sesto allenamento? Perché essi abbandonano gli allenamenti dopo aver bevuto la Pagnanite per 5 volte?

14/10/11

Brain Training #8: le Stelle alla fine dell’Universo

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Diario di bordo del comandante, data astrale 11000.91
Oggi è un gran giorno per l’umanità. L’astronave All Stars Trek, il primo mezzo costruito dall’uomo equipaggiato degli straordinari motori a trans-curvatura, parte finalmente all’esplorazione dell’Universo.
Questa tecnologia, usata fino ad oggi solo dagli odiati Borg, utilizza sistemi di emissione di tachioni per aprire varchi attraverso il sub-spazio, creando così tunnel cosmici stabili nella struttura stessa dello spazio-tempo. La nostra nave, viaggiando all’interno di questi tunnel, potrà avvicinarsi al limite teorico di Eugene Szeb: la curvatura 10, la velocità infinita!!
Lo scopo di questo viaggio è di arrivare ai limiti ultimi dell’universo: i nostri scienziati sono persuasi che l’Universo sia finito e sferico ed hanno calcolato che, procedendo radialmente, la distanza che dovremo percorrere sarà di 10 miliardi di anni luce… Forse noi non vedremo l’incommensurabile spettacolo delle Colonne d’Ercole dell’Universo, ma i nostri figli sì!

Diario di bordo del comandante, data astrale 11003.65
Siamo fuori dal sistema solare, finalmente attiveremo i motori a trans-curvatura.
L’equipaggio della nave è formato da 20 prodi esploratori, guidati da me, Comandante Pat Kirk. Gli ufficiali superiori assegnati a questa missione sono il Capitano Max Spock primo ufficiale e ufficiale scientifico, il Capitano Luc Scott secondo ufficiale ed ingegnere capo, il Tenente Chiara Bones McCoy primo ufficiale medico, il Capitano Rocco Sulu timoniere e ufficiale tattico, il tenente Sara Uhura ufficiale alle telecomunicazioni ed il Guardiamarina David Checov navigatore e ufficiale alle armi. I migliori elementi della Flotta Astrale: o riusciremo o periremo nel tentativo immane che ci attende!!

Scena principale: ponte di comando della nave spaziale All Stars Trek

Comandante PatA tutto l’equipaggio, prepararsi alla velocità trans-curvatura. Signor Rocco, stato di Allarme Giallo».

Rocco SuluAllarme giallo attivato, le diagnostiche automatiche di livello 4 stanno monitorando l’intera nave. Mi sovviene ora che una volta, tanti anni fa, era una notte fredda e tempestosa, sulla Terra in un locale chiamato Klax…»

Comandante PatROCCO, NON E’ IL MOMENTO PER LE SUE STORIELLE!! Luc, come va in Sala Macchine?»

Luc ScottyBobine di campo attivate e perfettamente funzionanti, nucleo di curvatura stabile. Tutta l’energia disponibile è convogliata alle gondole di curvatura. Capitano, c’è solo un problema: mi è venuta fame…»

Comandante PatLUC, TRATTIENI IL TUO METABOLISMO! Signor Dav, tracci la rotta, sempre dritto, fino alla fine del mondo!»

Dav ChecovAgli ordini Capitano. Vorrei però precisare che la frase “fino alla fine” è ridondante e didascalica. Inoltre vorrei sottolineare come l’aggettivo “dritto” sia riferito al sostantivo “rotta” e quindi…»

Sara UhuraCapitano, ho dei problemi di sincronizzazione della trasmissione dati... Mi sono connessa sulla rete sub-spaziale della Federazione, ma il computer a criceti sta rallentando, forse potrei attivare il processore a carbonella…»

Comandante PatPUTAIN!! SILENZIO!! (Chissà perché le esclamazioni mi vengono meglio in francese…) Basta ora: attivare i motori a curvatura».

Max SpockVelocità curvatura attivata ed in crescita: 2, 4, 8…9….9,6! Siamo al limite massimo della propulsione curvatura, stiamo viaggiando a 1909 volte la velocità della luce. Di questo passo raggiungeremo la fine dell’universo esattamente fra 5.238.344,68308015 anni terrestri, che in anni vulcaniani…»

Comandante PatSì, sì, signor Max poi ce lo dirà, ma ora direi di attivare il generatore di tachioni e passare alla propulsione trans-curvatura, che ne dice?»

Max SpockLogico Capitano, logico…Trans-curvatura attiva, il fascio di tachioni è sincronizzato e perfettamente in risonanza».

Chiara BonesIncredibile Pat, velocità curvatura 9,999999. Non so quanto sia ma farei fatica anch’io a tenere questo passo».

Max SpockCapitano, usando la formula da me messa a punto, ho calcolato che stiamo procedendo ad una velocità pari ad 1 miliardo di volte quella della luce. Arriveremo alla meta fra esattamente…»

Comandante PatCi arriviamo anche noi Max. Fra soli 10 anni saremo i primi uomini a contemplare l’abisso del nulla. Gloriosi giorni ci aspettano!!»

Diario di bordo del comandante, data astrale 12020.09
Una terribile scoperta ha funestato il nostro viaggio… Da accurate misurazione del nostro ufficiale scientifico risulta che, ad un anno esatto dalla nostra partenza, il raggio dell’Universo è istantaneamente aumentato di 10 miliardi di anni luce! L’Universo stesso ha ora un raggio di 20 miliardi di anni luce!!
Dopo notti insonni di misurazioni e calcoli i miei ufficiali hanno verificato che, durante l’espansione istantanea dell’Universo, la nostra nave è stata trascinata in avanti insieme allo spazio stesso.
In pratica, dopo un anno di viaggio avevamo percorso un miliardo di anni luce e ce ne mancavano 9 miliardi. Poi l’universo si è espanso fino a un raggio di 20 miliardi di anni luce e la nave si è ritrovata a 2 miliardi di anni luce dal punto di partenza e con 18 miliardi di anni luce da percorrere.
Quale entità malvagia ha agito per causare questo cataclisma cosmico…I Klingon? O forse i famigerati Gatti?? O semplicemente l’uomo non è destinato a raggiungere un limite che è proibito ed inaccessibile all’uomo stesso?

Intermezzo: sala mensa della nave spaziale All Stars Trek

SaraChe nostalgia della Terra… Mi manca l’aria, l’acqua, il sole… il VOLLEY!! Ti ricordi Luc del torneo di Space Volley che abbiamo giocato alla Base Spaziale del Bruno prima di partire per questa avventura?»

LucCerto che mi ricordo! Tu giocavi nell’AVIS (N.d.R. Associazione Volontari Interplanetari Sangue), mentre io, da buon Capitano, era alla testa degli All Stars. E ti ricordi cosa è successo durante la nostra sfida? Alcuni uccellini colorati si sono posati sulla rete ed hanno costretto Max Spock che faceva l’arbitro (Miiii che pignolo!!) a sospendere la partita».

SaraSì, tu eri in battuta, mentre io ero in ricezione. Ma quanti erano gli uccellini? Io ricordo solo che erano gialli, rossi e blu e che il primo era giallo e ce n’era uno blu fra due gialli».

Luc E come erano disposti? Io ricordo che il secondo era rosso e che c’erano solo due blu. Inoltre solo uno dei due uccellini blu aveva a fianco un uccellino rosso…»

Diario di bordo del comandante, data astrale 13011.87
E’ successo nuovamente. Dopo il secondo anno di volo l’Universo è un'altra volta aumentato di dimensioni ed il suo raggio è cresciuto di altri 10 miliardi di anni luce.
Quest’ultimo anno abbiamo viaggiato per un altro miliardo di anni luce ed eravamo a 3 miliardi dalla Terra e con ancora 17 miliardi da percorrere. Ma l’universo si è espanso fino ad un raggio di 30 miliardi di anni luce, la nave si è ritrovata a 4,5 miliardi di anni luce dalla Terra e a 25,5 miliardi di anni luce dalla meta.
Ma la distanza da percorrere è in aumento!! NON RAGGIUNGEREMO MAI IL NOSTRO SOGNO!! MERDE!! (ecco mi è di nuovo scappato il francese…)
Non riusciremo mai a completare la nostra missione, noi vivremo, i nostri figli e le generazioni future vivranno, senza uno scopo, inutilmente…

Diario personale del Primo Ufficiale, data astrale 13012.10
Umani, umani!! Impulsivi e illogici, irrazionali e incoerenti….
La situazione va affrontata logicamente, scientificamente… Forse se provassimo ad accoppiare la griglia di derivazione sub-spaziale con il convertitore di induzione fotonica potremmo… O forse basterebbe rimodulare il flusso tachionico attraverso un oscillatore quantizzato…
No!! Anche io sbaglio! Non sarà la tecnologia che risolverà il nostro problema ma la scienza pura, la matematica! Devo ragionare, ragionare… PER VULCANO! Ma ci troviamo di fronte ad una progressione armonica! Arriveremo, arriveremo… La soluzione è negli armonici!!

Diario personale del Primo Ufficiale Medico, data astrale 13012.33
Come siamo stati arroganti! Abbiamo avuto l'impressione di possedere l'intera creazione e abbiamo ritenuto di poter capire e spiegare ogni cosa. Abbiamo riposto tutte le nostre speranze nel progresso scientifico e abbiamo sviluppato una mentalità da cui il sentimento religioso è progressivamente scomparso…Non arriveremo mai alla fine dell’Universo semplicemente perché NON SIAMO STATI CREATI PER QUESTO SCOPO!!
Esiste una realtà che ci sovrasta, una Coscienza che tutto comprende e di cui la nostra è per qualche ragione solo un riflesso che aspetta di ritornare alla fonte…

12/09/11

I miti delle "nostre" stelle

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Ad ognuno la propria stella e ad ogni stella il proprio mito ed il proprio significato. Come ha detto Antoine de Saint-Exupéry, le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua. E allora cercatela, trovatela e fatevi guidare da essa.
Le stelle delle costellazioni circumpolari (Orsa Maggiore, Orsa Minore e Dragone) si possono osservare tutto l’anno, in direzione nord. Le altre costellazioni sono visibili o comunque raggiungono la migliore visibilità durante alcuni periodi dell’anno: l’estate (Cigno, Aquila, Lira e Scorpione), l’autunno (Acquario), l’inverno (Orione, Cane Maggiore, Toro e Pleiadi) e la primavera (Leone).

La costellazione dell’Orsa Maggiore
Questa costellazione circumpolare è certamente tra le più famose e facili da individuare e già i Fenici la usarono durante la navigazione per individuare la Stella Polare. Le sue sette stelle principali formano il Grande Carro.
Secondo il mito, la Grande Orsa rappresenta uno dei grandi amori di Zeus, la bellissima ninfa Callisto, consacrata alla dea Artemide. Zeus le si avvicinò nelle sembianze di Artemide stessa e la sedusse. Dall’avventura con Zeus Callisto ebbe un figlio, Arcade, e per questo Era, la moglie di Zeus, trasformò la povera Callisto in un’orsa. Dopo 15 anni, Arcade durante una battuta di caccia incontrò per caso l’orsa e la stava per uccidere quando Zeus intervenne mandando sulla Terra un turbine che portò entrambi, Arcade e l’orsa, in cielo. Callisto divenne la costellazione dell’Orsa Maggiore ed Arcade quella dell’Orsa Minore, per sempre.

Dubhe (Alfa Ursae Majoris)
E’ una gigante gialla e insieme a Merak forma la coppia conosciuta come le "Stelle Indicatrici", per mezzo delle quali è facile individuare Polaris. Il suo nome deriva dall’arabo al-Dubb, “l’orso”. Dubhe rappresenta la forza ed il coraggio, ma anche la ruvidezza e la scontrosità. E’ inoltre simbolo dell’amore fra genitori e figli.

La costellazione dell’Orsa Minore
Questa costellazione circumpolare è la più conosciuta presso i popoli dell'emisfero boreale. La sua forma è simile a quella dell'Orsa Maggiore e per questo viene chiamata anche Piccolo Carro.
Oltre che nella leggenda di Callisto e Arcade, l’Orsa Minore è ricordata nel mito della nascita di Zeus: l'orsa rappresenterebbe Ida, una delle ninfe nutrici di Zeus. A Crono, il re dei Titani, era stato predetto che avrebbe perso il suo trono per mano di suo figlio. Perciò lo stesso Crono divorava tutti i suoi figli appena nati. Rea, moglie di Crono, decisa a sottrarre suo figlio Zeus al padre, lo nascose nell’isola di Creta affidandolo alle cure di Adrastea e Ida. Zeus crebbe, spodestò il padre e ricompensò le ninfe che si presero cura di lui immortalandole nel cielo nelle costellazioni delle Orse.

Polaris (Alfa Ursae Minoris)
Pur occupando soltanto il 49° posto in ordine di splendore tra tutte le stelle del cielo, é sicuramente la più importante e famosa, grazie alla sua posizione quasi coincidente con il polo nord celeste. Polaris è una stella tripla la cui componente maggiore (Polaris A) è una supergigante gialla. A causa della precessione dell’asse terrestre, Polaris non indicherà per sempre il nord: la prossima stella polare sarà Aldebaran, che si troverà alla minima distanza dal polo intorno all’anno 7000, poi sarà il turno di Deneb intorno al 10000, e quindi di Vega nel 14000.
Polaris rappresenta la guida, sia fisica che spirituale, la forza ispiratrice. È simbolo di rettitudine ed imparzialità, di equilibrio e sincerità.

La costellazione del Dragone
Il Dragone è una delle costellazioni più grandi della volta celeste e si avvolge attorno al polo nord celeste, fra L’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore.
Il Drago è l’animale mitologico per eccellenza e ad esso sono legate molte leggende. Secondo una, il Drago era un alleato dei Titani nella guerra cosmica contro gli dei dell’Olimpo. Durante la lotta, la dea Atena si trovò di fronte il Drago. Essa lo afferrò per la coda e lo scagliò tra le stelle, verso il polo nord celeste. In quella regione freddissima, il Dragone si congelò e non poté più districare le sue spire.
Un altro mito racconta che il drago Ladone era il guardiano del Giardino delle Esperidi, dove era custodito l’albero dei pomi d’oro di Era, la moglie di Zeus. Ladone fu ucciso da Ercole e da Atlante per rubare le mele d’oro. Era allora pose il Drago nel cielo in modo che tutti potessero ricordarlo.

Rastaban (Beta Draconis)
E' una supergigante gialla, simile al nostro Sole ma con una massa molto più grande.
Il suo nome deriva dall’arabo al-Ras al-Thu’ban, “la testa del dragone”. Le stelle che formano la testa del Dragone (Rastaban ed Eltanin) non tramontano mai e sono il simbolo dell’eternità, della consapevolezza e della vigilanza. Rastaban rappresenta la volontà e la determinazione.

La costellazione del Cigno
Il Cigno (o Croce del Nord) è una delle costellazioni più facili a riconoscersi per la sua caratteristica forma a croce. Si osserva nel cielo estivo in direzione sud-est. Deneb, la sua stella più brillante, forma con Vega (Costellazione della Lira) e Altair (costellazione dell’Aquila) il “Triangolo Estivo”.
Sono molti i miti legati al Cigno. Il Cigno è spesso visto come una mimetizzazione di Zeus che si reca da una delle sue innumerevoli amanti. Nel mito più noto, il re degli dei finse di essere un cigno inseguito da un’aquila (la dea Afrodite a sua volta trasformata). Nemesi lo soccorse e gli diede riparo e si addormentò con il volatile in grembo, dando a Zeus la possibilità di approfittarne. Per evitare che qualcuno sospettasse l’accaduto Zeus pose in cielo la figura alata del cigno assieme a quella dell’aquila.
Alcune mitologie vedono invece nel cigno Orfeo, il più celebre musico dell’antichità. Si narra infatti come fu l’anima stessa di Orfeo a scegliere di essere mutata in Cigno per essere in cielo vicino al suo strumento prediletto, la lira.

Deneb (Alfa Cygni)
Deneb è una supergigante bianca, un astro gigantesco, remoto (1400 anni luce dalla Terra) e luminosissimo (in termini assoluti la stella più luminosa della Via Lattea): se si trovasse alla stessa distanza dalla Terra di Alfa Centauri, Deneb sarebbe più brillante della Luna piena.
Il nome Deneb deriva dall’espressione araba Dhànab al-'Ukàb, "la coda del cigno", la stella più bella e luminosa della costellazione ed è simbolo di purezza e bellezza, ma anche di rinascita e rinnovamento (il mito di Orfeo).

La costellazione dell’Aquila
L’Aquila é una costellazione tipicamente estiva, dominata dalla luminosissima Altair, con una tipica forma ad aquilone. Nel pieno dell’estate si trova in direzione sud, alta sull’orizzonte e facilmente osservabile.
L’Aquila é per i Greci uccello sacro e fedele servitore di Zeus ed era l’Aquila che portava a destinazione le folgori che il re dell’Olimpo scagliava contro i suoi nemici. L’Aquila fu mandata da Zeus a rapire Ganimede, per portarlo sul monte Olimpo e farlo diventare il coppiere degli dei.
La costellazione ha anche un rapporto con quella della Freccia, che secondo una leggenda rappresenta la freccia che uccise l’Aquila, dardo scagliato da Ercole per liberare Prometeo (tenuto prigioniero dall’Aquila stessa). Zeus allora mandò l’Aquila tra le stelle come premio per i suoi fedeli servigi.

Altair (Alfa Aquilae)
Altair è una nana bianca che si trova a soli 17 anni luce dalla Terra. Il suo nome, dall’arabo al-Nasr al-Tta'ir, significa “l’aquila che vola alta nel cielo”. Altair è simbolo di forza e libertà, di fierezza e orgoglio. Come il suo padrone Zeus è portatrice di ira e collera ma anche di amore e amicizia.

La costellazione della Lira
La Lira è una piccola costellazione estiva, facilmente identificabile per la presenza della luminosa Vega, il vertice superiore e più luminoso del Triangolo Estivo.
La Lira era lo strumento del grande musicista Orfeo, in grado di incantare con il suo canto animali, alberi e persino pietre e corsi d'acqua. Fu costruita da Ermes, il figlio di Zeus e di Maia (una delle Pleiadi), che fece la lira usando un guscio di una testuggine e sette corde (tante quanto il numero delle Pleiadi) fatte di budello di mucca.
Alla morte di Orfeo la Lira fu gettata nel fiume Ebro ma magicamente continuò a suonare e galleggiando giunse infine all’isola di Lesbo. Zeus allora mandò Aquila a mettere in salvo la Lira e la pose in cielo tra le stelle.

Vega (Alfa Lyrae)
Vega è una stella bianca molto brillante, la quinta più luminosa del cielo notturno. Il suo nome deriva dall’arabo an-Nasr al-Wāqi che significa “l’aquila che attacca in picchiata”.
E’ simbolo di determinazione, fermezza e decisione, apportatrice di talento e successo. Ma essendo il manico della Lira, Vega è anche simbolo di moderazione ed equilibrio.

La costellazione dello Scorpione
E’ una delle costellazioni più antiche: già cinque millenni or sono i Sumeri riconoscevano questa costellazione come Gir-tab, lo Scorpione. La costellazione è interamente visibile dalle latitudini più meridionali dell’Italia, mentre già poco più a nord una parte dell’asterismo si trova sempre sotto l’orizzonte.
La storia dello Scorpione è legata alla morte di Orione il cacciatore: Orione, durante una partita di caccia in compagnia di Artemide, si vantò di essere il più abile dei cacciatori ed affermò di poter uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. Allora la Terra fremette d'indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presuntuoso. Sia Orione che lo Scorpione furono sistemati nel firmamento, su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest.

Antares (Alfa Scorpii)
E’ una supergigante rossa, molto vecchia, con un diametro di circa 600 volte quello solare.
Il suo nome deriva dal greco e significa “l’antagonista di Ares”, il rivale di Ares”. Il suo colore rosso e la sua luminosità ne ha fatto un oggetto di grande interesse per molti popoli nella storia: per i Persiani era una delle 4 stelle reali e rappresentava il guardiano dell’equinozio autunnale. Così come Ares è il signore della guerra e rappresenta la violenza e la brutalità, così Antares è portatore di pace ed amore e rappresenta la dolcezza e la gentilezza.

La costellazione dell’Acquario
L’Acquario è una vasta costellazione visibile soprattutto in autunno verso sud.
E’ una costellazione tra le più antiche: già gli Egizi identificavano in queste stelle il dio Nilo, mentre i Babilonesi vedevano nella costellazione la figura di un uomo che versa dell’acqua da un vaso. I Greci collegarono l’Acquario con miti diversi: per la più nota leggenda greca l’Acquario rappresenta Ganimede, il giovane più bello fra i mortali, rapito dall’Aquila di Zeus e portato nell’Olimpo per divenire il coppiere degli dei, colui che mesceva la mistura d’acqua e nettare (l’ambrosia) che gli Olimpici bevevano nei loro festini. Come riparazione per il rapimento, al giovane fu concessa l'immortalità nei cieli, sotto forma di costellazione.

Sadalmelik (Alfa Aquarii)
Sadalmelik è una stella gigante gialla simile al Sole. La stella è posta sulla spalla destra della figura dell’Acquario, vicino alla brocca.
L’origine del nome è araba, al-Sa’d al-Malik, e significa “la stella fortunata del re”. Insieme a Sadalsuud (la più fortunata delle fortunate) e Sadachbia (la stella fortunata delle tende) forma il trio delle stelle fortunate degli Arabi.
Sadalmelik rappresenta l’amicizia, la spontaneità e l’altruismo, ma anche l’imprevedibilità e l’orgoglio.

La costellazione di Orione
Orione è forse la costellazione la più conosciuta, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all'equatore celeste che la rende visibile dalla maggior parte del mondo.
La sua forma ricorda molto quella di una clessidra caratterizzata da un grande rettangolo di stelle luminose e da un allineamento di tre stelle poste al centro della figura, la famosa Cintura di Orione.
Sono numerosissimi i miti legati a questa figura: Orione era secondo i greci un bellissimo e possente cacciatore figlio di Poseidone, così affascinante da aver fatto invaghire di lui il Sole, l'Aurora e persino Artemide, la dea della caccia. Apollo, invidioso di Orione, con un inganno fece sì che la sorella Artemide colpisse mortalmente Orione con una freccia. Distrutta dal dolore Artemide immortalò allora Orione tra le costellazioni.
Secondo un'altra versione della storia, Orione morì a causa del morso dello Scorpione e dopo la morte, su richiesta di Artemide fu posto in cielo il più distante possibile dallo Scorpione, in modo che non potesse apparire in cielo contemporaneamente al suo assassino.

Bellatrix (Gamma Orionis)
Questa stella segna la spalla destra di Orione, in coppia con Betelgeus, la spalla sinistra. E’ una gigante blu ed è la stella più calda fra quelle osservabili ad occhio nudo. Il suo nome deriva dal latino e significa “la guerriera”, “l’amazzone”.
Bellatrix rappresenta la forza d’animo, la fiducia in sé, lo spirito combattivo ed è simbolo di una natura forte e nobile.

Alnilam (Epsilon Orionis)
E’ una supergigante blu, molto calda e luminosa. E’ la stella centrale della Cintura di Orione, che forma insieme ad Alnitak e Mintaka.
Il suo nome deriva dall’arabo an-Nizāme che significa “filo di perle”. La Cintura di Orione nel suo complesso rappresenta la bellezza e l’armonia, mentre Alnilam in particolare è simbolo di gentilezza d’animo e bontà.

La costellazione del Cane Maggiore
Il Cane Maggiore è visibile nei mesi invernali, abbastanza basso sull’orizzonte, in direzione sud.
La costellazione si trova molto vicina ad Orione e la leggenda vuole che il Cane Maggiore e il suo compagno più piccolo il Cane Minore siano i segugi che aiutano Orione, il cacciatore, nelle sue battute di caccia.
Secondo un altro mito greco, il Cane Maggiore rappresenta il cane Lelapo, un cane così veloce che nessuna preda riusciva a sfuggirgli. Lelapo tentò di cacciare dalle campagne attorno a Tebe una velocissima e malvagia volpe. Lelapo però riuscì solo ad avvicinarsi alla volpe, mancandola più volte per un soffio. Poiché questo inseguimento non sarebbe mai terminato, Zeus fu costretto ad intervenire, tramutò in pietra entrambi gli animali e pose il cane nel firmamento.

Sirio (Alfa Canis Majoris)
Sirio è la stella più brillante del cielo notturno, non tanto per la sua luminosità intrinseca quanto per la sua vicinanza alla Terra (circa 9 anni luce). E’ in realtà un sistema binario formato da Sirio A (la stella bianca principale) e Sirio B (una nana bianca indistinguibile ad occhio nudo). Essendo sempre molto bassa sull’orizzonte, la sua vivida luce bianca ci giunge rifratta e scomposta nelle varie colorazioni dello spettro, scintillante di bagliori rossi, gialli e verdi.
Il significato del nome Sirio (dal greco antico Séirios) è “la splendente”, “l'ardente”, simbolo del calore, dell’estate, della voglia di vivere, ma anche della fertilità e della fecondità (gli Egizi associavano la sua comparsa primaverile alle piene del Nilo).

Adhara (Epsilon Canis Majoris)
E’ la seconda stella per luminosità nella costellazione del Cane Maggiore. E’ una supergigante blu e forma con altre due stelle meno luminose (Aludra e Wesen) un piccolo triangolo nella parte meridionale del Cane. Adhara è una stella che presenta forti variazioni nella sua attività e probabilmente fra non molto tempo potrebbe evolversi in una supernova.
Il suo nome ha origine dall'arabo al-Adhārā e significa letteralmente "le vergini" inteso come "le fanciulle", "le giovani donne" e così gli arabi identificavano il triangolo formato dalle tre stelle che insieme sono simbolo di ingenuità, spontaneità e gaiezza.

La costellazione del Toro
Il Toro è una costellazione invernale, ricca di stelle e ben osservabile verso sud da ottobre ad aprile.
Il Toro é un’altra delle costellazioni più antiche: per gli antichi Egizi il Toro era il dio Api, per i Persiani rappresentava il dio Mitra, i Sumeri lo chiamavano Toro del Cielo e i Celti, quando il Sole entrava nella costellazione, celebravano una grande festa dedicata ai tori.
La mitologia greca ci racconta che Zeus, innamorato di Europa, si trasformò in un toro bianco con le corna a forma di falce di luna, le si avvicinò e si stese ai suoi piedi. Europa salì sul dorso del toro e questi la portò attraverso il mare fino all'isola di Creta. Europa ebbe da Zeus tre figli e divenne la prima regina di Creta. Il padre degli dei per ricordare la vicenda, ricreò la forma del toro bianco nelle stelle.

Aldebaran (Alfa Tauri)
Aldebaran è una gigante arancione (circa 40 volte il Sole) e segna l’occhio del Toro.
Il nome ha origine dall’arabo al-Dabarān, “colui che segue”, in riferimento al modo in cui la stella sembra seguire l'ammasso delle Pleiadi nel loro moto notturno.
Aldebaran fa’ parte con Antares, Regolo e Fomalhaut delle quattro stelle reali degli antichi Persiani, i punti celesti che quadripartivano il moto del sole attorno alla terra e che erano considerati i quattro guardiani del cielo: Aldebaran era il guardiano dell'equinozio di primavera. Aldebaran rappresenta la costanza, la tenacia e la perseveranza. E’ considerata una stella fortunata, che porta ricchezze ed onori.

L’ammasso delle Pleiadi
Le Pleiadi sono un ammasso di stelle visibile nella costellazione del Toro. Questo ammasso, formato da stelle blu o bianche molto luminose, conta centinaia di stelle, ma quelle visibili ad occhio nudo sono sette: Alcyone, Asterope, Celaeno, Electra, Maia, Merope e Taygeta, le bellissime ninfe dei boschi, figlie di Atlante e Pleione, che furono inseguite dal cacciatore Orione attraverso i boschi della Beozia per cinque anni finché Zeus, mosso a compassione, li collocò tutti, Orione incluso, tra le stelle.
La letteratura di ogni tempo e di ogni civiltà contiene allusioni e richiami alle Pleiadi: Omero, Esiodo e Ovidio ne parlano e diversi riferimenti alle Pleiadi sono anche nella Bibbia.

Alcyone (Eta Tauri)
Alcyone è la stella più brillante delle Pleiadi. In realtà si tratta di un sistema stellare formato da diverse stelle in cui la principale, Alcyone A, è una gigante blu.
Essendo la più luminosa, Alcyone guida le sorelle nel loro percorso nel cielo e rappresenta quindi la Regina delle Pleiadi. Alcyone rappresenta il connubio della passionalità e dell’intelligenza, del sentimento e della ragione. E’ inoltre considerata una stella benefica, che allontana i mali.

La costellazione del Leone
Il Leone è una grande costellazione individuabile con facilità nei cieli primaverili. Nell’antichità la costellazione veniva associata al Sole che raggiungeva allora la sua massima altezza sull’orizzonte proprio quando si trovava in questa costellazione.
Nella mitologia greca, il Leone rappresenta la belva che viveva nelle foreste di Nemea. Il Leone di Nemea era figlio di Zeus e di Selene, fratello della Sfinge e dell’Idra. Il suo mantello era impenetrabile e ciò lo rendeva invulnerabile. Fu ucciso da Ercole che, dopo averci provato con frecce, lancia e mazza, decise di strangolarlo. Dopo la sua morte, il Leone di Nemea fu posto da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove formò la costellazione del Leone.

Regolo (Alfa Leonis)
E’ una stella bianco-azzurra, molto giovane, calda e luminosa. Regolo è un’altra delle stelle reali degli antichi Persiani e rappresenta il guardiano del solstizio d’estate.
Il suo nome latino Regulus é il diminutivo di Rex e significa “il piccolo re”, ma già i popoli della Mesopotamia la chiamavano Amil-gal-ur, il Re della Sfera Celeste.
Regolo è il cuore del leone e rappresenta il coraggio, la generosità e la franchezza ed è simbolo di nobiltà d’animo.

Denebola (Beta Leonis)
Si tratta di una stella bianca, anch’essa molto giovane e calda. Il nome di questa stella, deriva dall’arabo al-Dhanab al-Asad, “la coda del leone”.
Denebola è la coda del Leone che svetta fiera e magnifica e rappresenta la generosità e la bontà, ma anche la fierezza e l’orgoglio.

06/09/11

Palestra bagnata, Stagione fortunata

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Incredibile! E' solo il primo allenamento e lo "Sports Today" ci ha dedicato la sua copertina... Di seguito la traduzione dell'articolo di pag 27 che parla di noi: ______________________
Lunedì 5 settembre, si è tenuto il primo allenamento della stagione 2011/2012 degli ormai mitici All Stars Volley.
La squadra è stata accolta da tutto lo staff della polisportiva di Sulbiate in 'pompa magna' che, per ringraziarla delle prodigiose vittorie della stagione precedente, ha voluto fare una sorpresa facendogli trovare la palestra ritinteggiata e restaurata.
Uno speciale intervento fatto al soffitto ha fatto emergere un mosaico di una rarità e bellezza tale che anche la palla ne è rimasta attratta... Solo ieri ben 5 colpi andati 'terra-aria'!!! Roba da non credere.
A noi, cronisti dello Sports Today, nonché fan degli All Stars Volley", non ci resta che augurare ai ragazzi una buona stagione sportiva con un motto che vuole esser di buon auspicio: "Palestra bagnata, Stagione fortunata!"
Nella foto in copertina, i ragazzi della squadra mentre asciugano le lacrime versate per la commozione.

30/06/11

Ripartiamo da Lissone e alleniamoci come si deve

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Tutto ciò che segue era in origine un commento al bellissimo post di Rocco. Ma, nello scrivere i miei complimenti al coach di Lissone, mi sono venute in mente un altro paio di cose…

CARO ROCCO, COSA E’ SUCCESSO CON ROCCO!

Durante il torneo di Lissone Rocco ha ricoperto il ruolo di coach e di capitano in maniera personale. La direzione di Rocco è risultata coinvolgente per tutti noi.

Non so se è stato tutto merito, tutta strategia di Rocco o se, almeno parzialmente, gli eventi hanno preso da soli una certa piega. Tuttavia, a Lissone, è molto migliorato il punto (b) della mia analisi sul torneo di Pagnano.

Là avevo scritto: “gli All Stars Volley sono agonisticamente meno competitivi anche rispetto alle formazioni che si presentano al torneo con giocatori di simile livello fisico e tecnico”. Quello che è successo a Lissone è che tutti, davvero tutti, hanno parlato, incitato, chiamato la palla, chiesto aiuto e, all’occorrenza, gridato, affinché la palla non cadesse nel nostro campo.

La assenze contemporanee di Pat, di Luca e di Max hanno inconsciamente stimolato ciascun componente degli All Stars. Avendo come unica guida i modi soffusi di Rocco e le sue semplici consegne, tutti i giocatori hanno dato di più. Forse a favore di Rocco ha giocato prepotentemente la forte componente d’affetto che tutti noi proviamo per lui e la voglia di non lasciarlo solo. Quale che sia stata la reale causa, DI FATTO TUTTI NOI ABBIAMO GIOCATO CON MAGGIORE RESPONSABILITA’ ED AGONISMO RISPETTO A PAGNANO.

Nel post su Pagnano suggerivo: “Anche la squadra senza il coach troverà in essa la forza di organizzarsi in campo e di organizzare i cambi con la cura di far giocare tutti i componenti con lo stesso minutaggio ma con l’obiettivo di arrivare per prima al 25. Entrambe le squadre, anche se diverse ogni sera, giocheranno col desiderio di vincere. Così facendo I GIOCATORI ALLENERANNO LA LORO TESTA A VIVERE LE SITUAZIONI AGONISTICHE E A COMPORTARSI COME SQUADRA.” Questo è esattamente quello che è successo a Lissone il 25 ed il 26 di giugno.

Scrivo tutto questo non per dire che è meglio andare ai tornei senza Patrice, ovvio.

Lo scrivo per dire ciò.

Ci sono meccanismi agonistici che, se attivati nella maniera corretta, fanno giocare meglio e accomunano i giocatori nella direzione di un obiettivo: arrivare al 25 prima della squadra avversaria.

Mi ha fatto davvero piacere vedere che tutti noi siamo molto stanchi di perdere quasi tutti i set che giochiamo nei tornei.

Un po’ la nostra testa è cambiata, l’approccio verso le partite è mutato. La squadra ha capito che GIOCARE CON IL SORRISO VUOL DIRE GIOCARE DANDO IL MASSIMO E CON L’OBIETTIVO DI ARRIVARE AL 25. Le risate, i momenti di divertimento, la battute di spirito, si aggiungono alla componente agonistica e la arricchiscono. Non possono prenderne il posto.

Se lo sport viene privato della sua naturale componente agonistica, nessuna squadra che lo pratica può agire come tale.

GIOCARE CON IL SORRISO VUOL DIRE PER PRIMA COSA GIOCARE DANDO IL MASSIMO E CON L’OBIETTIVO DI ARRIVARE AL 25. IL RESTO, PRIVO DI QUESTA PREMESSA, E’ ARIA FRITTA.

CARO COACH CHE NON C’ERI, ECCO COSA SI PUO’ FARE ADESSO!

Riguardo l’aspetto tecnico e fisico, punto (a) del mio post su Pagnano, quest’ultimo torneo ha evidenziato che la nostra squadra è ancora davvero inferiore rispetto alla media delle formazioni che si presentano ai tornei.

Purtroppo, il nostro coach Patrice, suo malgrado, non ha avuto la possibilità di essere presente ai tornei di Pagnano e di Lissone e dunque non ha potuto vedere un confronto “live” tra la nostra squadra e le altre squadre che partecipano ai tornei cui noi regolarmente ci iscriviamo.

Essendo io stato presente sul campo a Pagnano e a Lissone sono convinto della bontà dei suggerimenti che ora leggerete.

Gli All Stars non sono ancora pronti per passare allo schema di gioco con l’opposto e con un unico alzatore.

Gli All Stars devono perfezionare uno schema di gioco semplice ma completamente condiviso, al fine di far muovere i giocatori senza dubbi e senza che ci siamo occasioni nelle quali qualcuno stia li fermo ad attendere gli eventi.

Gli esercizi sui fondamentali vanno bene nella fase di lavoro del singolo.

Invece dobbiamo dare una svolta agli allenamenti collettivi.

Allenamenti collettivi e dinamici con spazi condivisi diversi dall’intero campo di pallavolo e con formazioni diverse dal 6 contro 6 non servono a niente. Questi allenamenti non allenano a fare le scelte dinamiche ed interattive vere della partita vera.

Per compensare la scarsa fisicità e preparazione tecnica che patiamo verso ragazzi più forti di noi e preparati sin da piccoli alla pallavolo, dobbiamo lavorare su: I) ricezione in situazione di partita vera – II) azione di difesa del palleggiatore in partita vera – III) azione di difesa della banda in prima linea e, di conseguenza, dei giocatori in posto 5 e 6, in partita vera.

Analizzo meglio i 3 punti.

I) Dobbiamo modificare il nostro sistema di ricezione, passando alla ricezione a 4 in modo che venga coinvolto anche il giocatore che parte da posto 4. Di fatto, in partita, quella a 4 è la disposizione per ricezione che ci dà più sicurezza, che coinvolge maggiormente la squadra e che allena maggiormente tutti i componenti della squadra alla ricezione, sia dal lato tecnico, sia dal lato dell’affiatamento reciproco.

Quando Sonia è in posto 5, 6 o 1, chiama sistematicamente aiuto in ricezione (e fa bene e l’ho apprezzata a Lissone per questo!!!) e quindi già in queste occasioni riceviamo sistematicamente in 4.

La ricezione a 4 rende più difficile per gli avversari “mirare” il giocatore in quel momento più debole o più in defiance. A Lissone la ricezione a 4 ci ha permesso di uscire da alcune situazioni di stallo e di riconquistare la battuta. L’allenamento alla ricezione deve avvenire in condizioni di partita: è inutile allenarsi in situazioni e spazi che non riguardano la partita.

BISOGNA ALLENARSI A RICEVERE IN 4 ED IN CONDIZIONE DI PARTITA, CON SPAZI, TEMPI ED INTERAZIONI CHE POI SI VERIFICANO ANCHE IN PARTITA.

Per come giochiamo noi e per come è ancora poco organizzata e poco complessa la nostra fase di attacco, non ha alcuna utilità tenere il giocatore di posto 4 attaccato alla rete, fermo, in posizione di attesa, mentre la squadra avversaria batte.

II) Dobbiamo allenare in situazione di partita le posizioni di difesa del palleggiatore. IL PALLEGGIATORE NON E’ UN PRIVILEGIATO: O MURA CONTRO LA BANDA AVVERSARIA CON LA STESSA INTENSITA’ CON CUI LO FAREBBE UN CENTRALE, O, SE IL PALLEGGIATORE STESSO NON SI REPUTA IDONEO AL MURO, SI LEVA DALLA RETE, LASCIA AL CENTRALE TUTTO LO SPAZIO PER IL MURO, E DIFENDE META’ DELLA LINEA DEI TRE METRI.

LA LINEA DEI TRE METRI E LA ZONA DIETRO IL MURO DIVENTANO DI SUA STRETTA COMPETENZA ED EGLI LE DIFENDE DA PALLONETTI E RIMBALZI VARI. NON ESISTE CHE IL PALLEGGIATORE STIA IMMOBILE A GUARDARE IL CENTRALE CHE SALTA O, PEGGIO, CHE STIA IMMOBILE NEI PRESSI DELLA RETE SENZA ESSERSI ACCORDATO CON IL CENTRALE SU CHI MURA LA BANDA AVVERSARIA.

III) Dobbiamo allenare in situazione di partita le posizioni dei giocatori che si travono in posto 4, 5 e 6. LA BANDA DI PRIMA LINEA CHE SI TROVA IN POSTO 4 IN FASE DI DIFESA DEVE CONTROLLARE UNA PORZIONE DI CAMPO CHE LE PERMETTA SI’ DI COPRIRE LE RARE SCHIACCIATE IN DIAGONALE STRETTA MA, SOPRATTUTTO, DEVE COPRIRE LA SUA META’ DELLA LINEA DEI TRE METRI DA PALLONETTI O RIMBALZI VARI.

IL GIOCATORE DI POSTO 5 COPRIRA’ IL CAMPO NON MOLTO LONTANO DAL GIOCATORE DI POSTO 4 E STARA’ ATTENTO IN PARTE ALLE PALLACCE CHE RIMBALZANO A META’ CAMPO E IN PARTE ALLE SCHIACCIATE VERE.

SOLO AL CENTRALE IN POSTO 6 SPETTERA’ LA COPERTURA DEGLI ATTACCHI FORTI E LUNGHI, CHE IN PARTITA SONO DAVVERO POCHI.

IN PARTITA, CONTRO LE SQUADRE CHE POSSIAMO BATTERE, POCHISSIMI PALLONI CADONO NELLA NOSTRA META’ CAMPO SOTTO FORMA DI ATTACCHI FORTI E LUNGHI: QUASI TUTTI SONO PALLONETTI, PALLACCE O ATTACCHI LUNGHI MA TIPO PALLEGGIO, RECUPERABILI CORRENDO INDIETRO.

INOLTRE, NEL FINALE DI SET, NEI PUNTI DECISIVI, CONTRO LE SQUADRE ALLA NOSTRA PORTATA, GLI ATTACCHI FORTI E LUNGHI NON SI VERIFICANO MAI.

IN GENERALE POI, CONTRO FORMAZIONI ALLA NOSTRA PORTATA, DI ATTACCHI LUNGHI E FORTI IN LUNGOLINEA CHE CADONO POCO DENTRO I 9 METRI, CE N’E’ DAVVERO POCHI.

UN CENTRALE IN POSTO 6, IN FONDO AL CAMPO, PRONTO A SCATTARE E CHE NON SI DEVE PREOCCUPARE DEI 3 METRI E DEI 4 METRI DI CAMPO GIA’ ABBONDANTEMENTE COPERTI DAI GIOCATORI IN POSTO 4, 5 E 1, PUO’ DIFENDERE GLI ATTACCHI LUNGHI CHE E’ LECITO ASPETTARSI CHE SIANO DIFESI. I POCHI COLPI DA CAMPIONE DEGLI AVVERSARI ANDRANNO A PUNTO, LE PALLE NORMALI SARANNO DIFESE.

CARI COMPAGNI DI SQUADRA

Spero che questa mia analisi degli avvenimenti di Lissone e delle possibili attività di miglioramento possa essere utile. Come al solito, l’importante è non fare finta di nulla alla luce delle esperienze accumulate ma, bensì, cercare insistentemente ciò che può farci migliorare.

27/06/11

Commento semi-tecnico

1 commenti
Stavo scrivendo questa mia opinione commentando il post di Claudia, ma poi ho deciso di spezzarlo in 2: commento ludico (al post di Claudia) e post tecnico (nuovo).


Prima Parte: pregi

Grazie a tutti voi di esservi affidati e fidati di me e del ruolo da vice-vice-vice-vice-capcoachsegretario.

Non avendo le capacita` tattiche e tecniche, ne` da coach, ne` da capitano, ho improvvisato facendo in modo di stimolare lo spirito di autovalutazione. Ho chiesto ad ognuno di voi/noi di assumersi la responsabilita` di verificare il proprio stato psico-fisico e di decidere in favore della squadra se continuare o fermarsi, per un set, per una partita o per un momento, soprattutto nei momenti in cui io ero concentrato a giocare in campo.

Ringrazio Dav per avermi fatto notare alcuni errori che ho prontamente corretto nella formazione delle squdre, dovendo giocare contro squadre composte quasi sempre da 4 uomini e dovendoci arrangare con solo 3 uomini e un piacevolissimo harem di donne. ;-)

Ringrazio Sonia che ha chiamato prontamente rinforzi in ricezione su battute che sapevamo essere difficili e anche per essersi mossa a recuparare le palle corte, restando sempre attenta e seguendo la palla.

Ringrazio Veronica che si e` mostrata un'ottima alzatrice pur non essendo il suo ruolo principale.

Ringrazio Mik, Ale P e Veronica che hanno saputo entrare con giusto spirito nella nostra squadra e a chi della nostra squadra ha saputo dare loro il benvenuto.

Ringrazio Sara e Chiara (e quel sant'uomo di Gianluca) per aver partecipato fugacemente ma con spirito propositivo dando nuova ninfa alla squadra.

Ringrazio chi ha chiamato, quando ero in campo, i time-out che ci hanno consentito di riprendere concentrazione, fiato, liquidi, annotazioni/sostituzioni tecniche e tattiche (attenti che pero` sia sempre l'arbitro a concedere il time-out, vero Lau? ;-)).

Un encomio particolare a Dav, che anche se ha fatto qualche errore come tutti del resto, ha mostrato concentrazione e preparazione fisica oltre ogni limite, giocando da centrale e recuparando le palle lunghe ovunque! Grazie anche per non aver alimentato polemiche, ma anzi di aver sollecitato lo spirito di squadra.

Complimenti a tutti per non aver lasciato cadere le palle nei 3 metri e per aver cmq creduto che il recupero era possibile. Non ho visto visi tristi e demoralizzati, ma se questo e` avvenuto le persone coinvolte (es. Francy) hanno saputo chiedere il cambio, uscire dal campo e riprendersi con sportivita`.


Parte Seconda: difetti

Di errori tecnici e tattici ce ne sono stati, ma non sono stati consecutivi e ripetuti (salvo in un momento di defyance per cui Dav ha chiamato il time-out, spezzando la maledizione della battuta imprendibile).

Elenco un po' di errori che si sono ripetuti in diversi momenti del torneo (e quindi non consecutivamente):
- Dav, a volte coprivi in ricezione troppo avanti;
- Cla, a volte in difesa recuperavi delle palle non nella tua zona di compentenza, accavallandoti all'alzatore di prima o addirittura tra il centrale e la banda di prima (un piccolo inciso, se la alzi al centrale di seconda linea, tale alzata non deve andare oltre i 6 metri!!! ;-));
- Rocco (in questo torneo banda), sulla schiacciata della banda avversaria, quando eri in prima linea, dovevi spostarti sulla diagonale stretta sui 3 metri e consentire a Giulia/Francesca/Ale P di coprire la diagonale lunga;
- Mik, in molte occasioni non giocavi la palla passandola all'alzatore che avrebbe potuto distribuire meglio il gioco (magari alzandola meglio a un qualsiasi schiacciatore centrale, laterale o di seconda linea);
- tutti spesso sbagliavano a dare gli appoggi sull'alzatore;
- alzatori, dovevate variare di piu` il gioco (solo in alcune occasioni lo avete fatto).


Parte Terza:... e l'autovalutazione

Mi sembra che durante le partite ci sia stato uno spirito di responsabilita` condivisa e che l'esperimento dell'autovalutazione sia riuscito... per cui se volete aggiungere dei vostri pensieri, arricchite pure questa sezione di commenti...

24h di spirito sportivo.

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Eccomi qui, anche quest’anno, ad esprimere quelle che sono le emozioni che questa manifestazione sportiva riesce a fare emergere.

Iniziata un po’ ‘così’ con l’assenza di elementi importanti e di peso: coach, cap, Max… Faby che, per cause di ‘forza maggiore’, non erano lì… con il fisico.

Iniziata anche per me dopo un’avventura vissuta in Val Masino che mi ha stressato e fatta arrivare tardi e… senza macchina fotografica!!! (dimenticata in auto)… ma con iPhone e… Megafono! ;-)

Ma, più che le emozioni, vorrei esprimere il miei ringraziamenti.

Grazie a tutti i protagonisti di questa edizione: AleP, AleCe, Claudia, Davide, Francy, Giulia, Laura, Michele, Rocco, Sara, Sonia e Veronica.

Grazie a ‘quelli della Foppa’: AleP, Veronica e Michele per averci accompagnato in questa avventura, per esserci stati, per come ci sono stati e anche per come si sono assentati… mtitici!

Michele in notturna è andato ad allattare i mici tornando con un limone ‘firmato’… Vero è andata ad un concerto e AleP è andata in disco ed è tornata all’alba bella sveglia e pimpante pronta per fare quella delle 6:40.

Grazie a quelli che sono arrivati presto per montare,

Grazie a tutti quelli che hanno condiviso qualcosa…

Grazie a chi si è dovuto trattenere ma avrebbe voluto giocare di più…

Grazie a chi non si è saputo trattenere ed è venuto prima di partire per un viaggio importante al sapore di miele…

Grazie agli amici e alle persone importanti che sono venuti a trovarci e a condividere con noi parte di questa speciale manifestazione, per cena, per una birra, per un improvvisato mini torneo di ping pong, di calcetto…

Grazie a tutti noi che abbiamo giocato e per come abbiamo giocato… Sempre con i nostri limiti… ma io su quel campo di terra battuta, nelle mie 17h non stop, ci ho visto il cuore, il fegato, i muscoli e il sudore di tutti.

Grazie a tutti i protagonisti della 24h, a tutte le squadre dai nomi improbabili e con caratteristiche improbabili… ;-)

Ma… il mio grazie particolare per la manifestazione 2011 va a Rocco che ha svolto alla perfezione ed egregiamente l’incarico di ‘capcoach’ preparando le formazioni per i set di ogni partita che quest’anno non è stata cosa semplice perché le presenze sono state ‘a singhiozzo’per un andirivieni LIBERO… come noi!.

Grazie per il suo supporto dal campo e da bordo campo… il TUTTO svolto nella modalità Rocco. Quella che ormai tutti noi conosciamo… Improvvisata (come parte della sua teatralità), da lui però… e quindi GARANTITA!

Grazie a tutti per aver reso anche questa 24h speciale.

Alla prossima!!!

VVB

Cla

P:S: I dettagli delle partite svolte li lascio ai tecnici, anche perché io ho perso le prime tre.

Ciò che ho visto io è stato spirito sportivo… e non so se anche voi avete avuto la mia stessa sensazione… ma a me sembra che… ci ‘siamo parlati!’ ;-)