Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)
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11/01/14

CARI GENITORI di Mauro Berruto

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ovvero «La pallavolo, uno sport da sovversivi!»

Seguendo un link all’interno di un tweet di @AleAntinelli (Alessandro Antinelli, giornalista sportivo della RAI) ho trovato e letto questo pensiero di Mauro Berruto, pubblicato sul suo sito personale (Mauro Berruto official website). Il testo è tratto dal volume «Sogni di gloria. Genitori, figli e tutti gli sport del momento» della collana «Save the parents» di Scuola Holden, edito da Feltrinelli

Riporto qui di seguito il testo completo del post di Berruto.

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Cari genitori,

mi rivolgo a voi in quanto esseri adulti, razionali e con la testa ben piantata sulle spalle. Preferisco essere proprio io a dirvelo, con cognizione di causa e prima che lo scopriate sulla vostra pelle: la pallavolo è lo sport più pericoloso che esista.

Vi hanno ingannato per anni con la storia della rete, della mancanza di contatto fisico, del fair play. Ci siamo cascati tutti, io per primo, il rischio è molto più profondo subdolo. Prima di tutto questa cosa del passaggio… In un mondo dove il campione è colui che risolve le partite da solo, la pallavolo, cosa si inventa? Se uno ferma la palla o cerca di controllarla toccandola due volte consecutivamente, l’arbitro fischia il fallo e gli avversari fanno il punto. Diabolico ed antistorico: il passaggio come gesto obbligatorio per regolamento in un mondo che insegna a tenersi strette le proprie cose, i propri privilegi, i propri sogni, i propri obiettivi. Poi quella antipatica necessità di muoversi in tanti in uno spazio molto piccolo. Anzi lo spazio più piccolo di tutti gli sport di squadra! 81 metri quadrati appena… Accidenti, ci mettiamo tanto ad insegnare ai nostri figli di girare al largo da certa gentaglia, a cibarsi di individualismo (perché è risaputo che chi fa da sé fa per tre), a tenersi distanti da quelli un po’ troppo diversi e poi li vediamo tutti ammassati in pochi metri quadrati, a dover muoversi in maniera dannatamente sincronica, rispettando ruoli precisi, addirittura (orrore) scambiandosi “cinque” in continuazione.

Non c’è nessuno che può schiacciare se non c’è un altro che alza, nessuno che può alzare se non c’è un altro che ha ricevuto la battuta avversaria. Una fastidiosa interdipendenza che tanto è fondamentale per lo sviluppo del gioco che rappresenta una perfetta antitesi del concetto con cui noi siamo cresciuti e che si fondava sulla legge :«La palla è mia e qui non gioca più nessuno». Infine ci si mette anche il punteggio e il suo continuo riazzeramento alla fine di ogni set. Ovvero, pensateci: hai fatto tutto benissimo e hai vinto il primo set? Devi ricominciare da capo nel secondo. Devi ritrovare energia, motivazioni, qualità tecniche e morali. Quello che hai fatto prima (anche se era perfetto) non basta più, devi rimetterlo in gioco. Viceversa, hai perso il set precedente? Hai una nuova oggettiva opportunità di ricominciare da capo. Assolutamente inaccettabile per noi adulti che lottiamo per tutta la vita per costruire la nostra zona di comfort dalla quale, una volta che ci caschiamo dentro, guai al mondo di pensare di uscire. Insomma questa pallavolo dove la squadra conta cento volte più del singolo, dove i propri sogni individuali non possono che essere realizzati attraverso la squadra, dove sei chiamato a rimettere in gioco sempre ed inevitabilmente quello che hai fatto, diciamocelo chiaramente, è uno sport da sovversivi! Potrebbe far crescere migliaia di ragazzi e ragazze che credono nella forza e nella bellezza della squadra, del collettivo e della comunità. Non vorrete correre questo rischio, vero? Anche perché, vi avviso, se deciderete di farlo… non tornerete più indietro.

Mauro Berruto

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Mauro Berruto (Torino, 8 maggio 1969), allenatore di pallavolo è Commissario Tecnico della Nazionale maschile di pallavolo dal 2010. Alla sua guida, la Nazionale ha conquistato un bronzo alle Olimpiadi, due argenti agli Europei , un bronzo alla World League e un bronzo alla Grand Champions League.

06/10/13

PICCOLO MANIFESTO di Luca Vettori

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Riporto qui di seguito il testo completo dell'articolo scritto da Luca Vettori, pubblicato sul numero 73 di iVolley Magazine e poi ripreso da altre testate giornalistiche e blog. Mi ha colpito la serietà delle parole di questo giovane talento del volley, soprattutto in confronto alla vacuità di certi giovani talenti del mondo del calcio...

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Luca VettoriAvevo già in mente di scrivere quanto segue, comunque fosse andata questa esperienza d’Europa. Avrei scritto nel mio intimo, scuotendo come una tovaglia le riflessioni condivise con alcune persone, osservando con lucida commozione quelle briciole preziose cadere. Forse, il mio intimo, oggi, è divenuto qualcosa di cui rendere partecipi ancora più persone.

Mi raccomando: non mi si fraintenda. Ciò che scrivo è una riflessione sulle difficoltà e sulle possibilità dello sport Pallavolo in quanto sistema sociale, non, assolutamente, un’analisi dell’ambito agonistico della Nazionale Seniores Maschile.
Forse sono meditazioni giunte un po’ tardi. Ma non importa. Si considerino come un piccolo seme lanciato alle intemperie. Un grande miracolo o una piccola sconfitta.

Il mio pensiero oggi corre al popolo invisibile della pallavolo; all'intero movimento, ad ogni tesserato, ad ogni giocatore ad ogni giocatrice, di qualunque serie; alle selezioni provinciali ed a quelle regionali, alle nazionali maggiori ed a quelle giovanili. Penso al fatto che vi sia una pratica vastissima e diffusissima del nostro sport, ma che, nonostante ciò, la pallavolo continui ad esser percepita come uno sport invisibile. La pallavolo è uno sport vivo ma invisibile. Perché? L’unica cosa che possiamo fare è studiare. Studiare i successi e i meccanismi dalle altre nazioni, dagli altri movimenti, dal passato, tentando di prevedere alcuni passi per il futuro. Studiare per proteggerci. Proteggere lo sport ed il movimento nazionale. Proteggersi l’un l’altro, consolidarsi. Divenire un sistema compatto e raggiungibile, dalle basi ai vertici, orientato verso una direzione condivisa, una direzione che scansi le proprie volontà individuali e si rivolga verso un punto di vista comune, collettivo, concreto. Quali sono le mete che la pallavolo si prefissa? Chi le prefissa?

Io vorrei provare a rispondere, serenamente. Credo che il movimento debba crearsi un’identità, debba intrecciare le corde sparse di un tappeto sfilacciato. Quindi stringersi, riunirsi e rappresentarsi. A discapito di quanto si potrebbe credere, proprio questa mancanza di identità ci rende avvantaggiati: noi possiamo essere creatori e fabbri di una Pallavolo da costruire, possiamo indirizzare e spingere la nostra essenza dove desideriamo. La pallavolo non è stereotipo, non è gossip, non è propaganda o pubblicità. Io credo la pallavolo possa comparire (e non apparire), finalmente, come Lo Sport che rivendichi valori, Lo Sport che educhi. Sforzandomi di non esser retorico tento di precisare quali valori e perché. Il valore che più rivendico è quello dell’impegno educativo. Ovvero il fatto che la pratica di uno sport non debba eclissare esigenze e pulsioni estranee allo sport stesso. Ma piuttosto incentivarne l’importanza e sottolinearne la necessità. Un giovane, quanto un adulto, deve percepire l’importanza e l’attenzione di quanto sta facendo, del proprio lavoro, del proprio hobby; e allo stesso tempo deve comprendere la propria presenza sociale, reale, vitale.

La nostra problematica non è quella della visibilità, ma quella della risonanza. La risonanza deve riuscire a interrogare non solo l’ambiente limitato della pallavolo, ma coinvolgere anche altre direzioni e altri punti d’interesse, proprio quelli che noi vogliamo, quelli che ci possono identificare. Sarebbe astuto rivolgersi a realtà che abbiano la nostra stessa lacuna di risonanza: due corpi che spalleggiandosi si sostengono e ampliano il proprio orizzonte di popolarità. Penso al mondo invisibile della cultura: ai teatri, ai cinema, ai circoli letterari. Penso al mondo invisibile della socialità, del sostegno, dell’equo-solidale, dell’impegno. Penso al mondo invisibile della sostenibilità, dell’ecologia, dei prodotti locali. Penso alle piccole realtà multimediali che strizzano l’occhio allo sport in modo intelligente ed eclettico (schiacciamisto5, iltuovolley…). E penso a tutte quelle iniziative locali, comunali, che, pur sforzandosi di amalgamare sport e cultura, passano inosservate.

Nel momento in cui la pallavolo sostiene la cultura, l’etica sociale ed ambientale, viene notata non più solo dalla nicchia sportiva ma da un respiro più ampio e circolare. Parimenti la cultura s’infiltra nello sport, nel pubblico e nell'ambiente sportivo. Questa non vorrebbe essere una crociata individuale ma un invito. Sogno rivoluzioni culturali semplici e dirette. Lo sport è il nostro ambiente, questo è il nostro tempo: sta a noi renderci come desideriamo. La pallavolo è uno sport invisibile ma vivo. Perciò viviamoCi. O ancora meglio, mettiamoci in gioco.

Luca Vettori

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Luca Vettori (Parma, 26 aprile 1991) gioca nel ruolo di opposto nella Pallavolo Piacenza. Ha recentemente partecipato nelle file della Nazionale italiana ai Campionati Europei, dove si è meritato il titolo di Miglior Schiacciatore.

06/09/11

Palestra bagnata, Stagione fortunata

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Incredibile! E' solo il primo allenamento e lo "Sports Today" ci ha dedicato la sua copertina... Di seguito la traduzione dell'articolo di pag 27 che parla di noi: ______________________
Lunedì 5 settembre, si è tenuto il primo allenamento della stagione 2011/2012 degli ormai mitici All Stars Volley.
La squadra è stata accolta da tutto lo staff della polisportiva di Sulbiate in 'pompa magna' che, per ringraziarla delle prodigiose vittorie della stagione precedente, ha voluto fare una sorpresa facendogli trovare la palestra ritinteggiata e restaurata.
Uno speciale intervento fatto al soffitto ha fatto emergere un mosaico di una rarità e bellezza tale che anche la palla ne è rimasta attratta... Solo ieri ben 5 colpi andati 'terra-aria'!!! Roba da non credere.
A noi, cronisti dello Sports Today, nonché fan degli All Stars Volley", non ci resta che augurare ai ragazzi una buona stagione sportiva con un motto che vuole esser di buon auspicio: "Palestra bagnata, Stagione fortunata!"
Nella foto in copertina, i ragazzi della squadra mentre asciugano le lacrime versate per la commozione.

31/05/10

Gli eroi

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E’ lunedì sera e scrivo ad un giorno di distanza dall’epica avventura che abbiamo vissuto a Pagnano. Sono nel soggiorno di casa mia e ho tutta la sera per provare a dare una sequenza intellegibile all’orda di pensieri che ieri, ora dopo ora, si è impossessata di me. Una mandria scatenata di riflessioni ed emozioni ha preso dimora nella mia testa e, ancora adesso, a fatica, decanta e precipita lentamente in quella cosa che comunemente viene chiamata esperienza.
In questi mesi è successo qualcosa. Qualcosa di importante che ha coinvolto tutti noi, cari All Stars. Gli affetti di sempre, le attenzioni che riserviamo alle persone care, sono ora affiancati da tutta un’altra categoria di moti d’animo. In un angolino della nostra testa ci sono ora anche i moti d’animo inerenti le vicissitudini della squadra degli All Stars Oreno. Gli allenamenti, le risate, le mangiate, le ricorrenze, le amichevoli, i tornei, le baruffe, i chiarimenti, le “sportellate”, gli abbracci, le gioie, le esaltazioni, i compromessi, le urla, tutti i frammenti di vita di questi incredibili mesi pallavolistici si sono depositati, come in un magico ©Tetris, e hanno creato un letto di stati emozionali condivisi. Non so quantificare quanto sto per scrivere poichè non c’è un’unità di misura della conoscenza reciproca. Ma penso sia condivisibile che ormai, cari All Stars, sappiamo chi siamo. Quel miscuglio di cose sopra elencate è il terreno nel quale, probabilmente, prenderanno vita, o hanno già preso vita, delle sane e durature amicizie. Poi, come mi pare sia ormai unanimemente condiviso in palestra, gli amici e gli amici degli amici, formano un gruppo di persone. Ma un gruppo di persone che, non sulla carta, ma nei fatti ed emotivamente, ha saputo darsi dei ruoli e delle gerarchie è, cari All Stars, una squadra.
Ieri abbiamo iniziato il torneo non con due squadre, come potrebbe erroneamente dirsi, ma con due formazioni della stessa squadra. E’ fantastico come Pat e Max siano riusciti a elaborare due sestetti ben equilibrati e come tutta la squadra abbia razionalmente ed emotivamente approvato e sostenuto le scelte iniziali del coach. Quelle non sono solo due formazioni di due alzatori, due centrali e due bande, quelle sono due formazioni di sei modi differenti di agire e di reagire, sei modi di pensare e di muoversi, sei modi di ascoltare e di comunicare. L’un l’altro sappiamo come reagiamo, sia di fronte ad una battuta floating, sia dopo una parola scherzosa, sia dopo un’incazzatura in piena regola. Ormai un po’ ci sopportiamo, un po’ ci facciamo coraggio, un po’ ci mandiamo a quel paese e un po’, quanto è bello dirlo (!), ci vogliamo bene.
Quello che è successo da ottobre a oggi, quello che si è sviluppato partendo dal nucleo di giocatori della stagione 2008/2009 e che ha impreziosito ogni mercoledì del 2009/2010, è il risultato della partecipazione di almeno una trentina di ragazzi, o forse molti di più. Di ragazzi di ogni età, dalla piccola-grande Fabiana (visto come gioca?!) ai nostri amati senior (faccio il bravo, non vi nomino!). Tutti noi abbiamo contribuito a definire, a modellare, l’atmosfera fraterna e magica degli All Stars Oreno. Tutti abbiamo il nostro merito.
Qui, ora, però, ho voglia di citare tutto quello di incredibile che hanno portato con sé dodici giocatori: i dodici eroi di Pagnano.
Se parliamo di incredibile non possiamo non partire dal nostro coach, nonché dall’atleta più talentuoso che abbiamo: Pat sei un grande! Subito dopo gli elogi ed i grazie più sinceri sono per il “nostro papà”: Max, sei stato la più piacevole scoperta di questa squadra. Cristiano è stato invece il colpo di mercato più felice. Cri, sei stato senza dubbio il nostro atleta più solido è più cazzuto di ieri e le gioie chi mi hanno dato i tuoi muri contro gli Scoppiati e le tue parole “col cuore in mano”, dette a me in disparte dopo il nostro primo match, li ricorderò mooolto a lungo. Francy, invece, a te devo gli attimi più lunghi nei quali trattengo il fiato durante le partite. Quando il terzo tocco spetta a te vorrei tanto che quella palla grossa e cattiva si trasformasse per te in una docile pallina da ping pong e mi stupisco ogni volta che rimani in piedi dopo aver difeso qualche siluro dei ragazzi che ti giocano contro. Sara, INCREDIBILE è invece la parola perfetta per definire i muri che hai rifilato in partita ieri ai marcantoni che ti sei trovata di fronte. Vorrei tanto che tu continuassi ad allenarti bene e vorrei tanto che l’entusiasmo ti rimanesse attaccato addosso ancora per mesi e mesi: dacci dentro e le ragazze avversarie te le mangerai a colazione! Rocco, invece, sei un uomo e un paradigma di efficienza. Parole a vuoto: non pervenute. Polemiche: zero. Lamentele: mai viste. Palle messe a terra: beh, quelle, invece, ci sono spesso e volentieri. Grande Rocco. Marina, cara Marina… per te la parola incredibile è associabile a quanto cavolo giochi bene rispetto a quanto poco il lavoro e la schiena ti permettano di allenarti e di giocare con noi. Quest’anno hai fatto, forse, tre o quattro allenamenti, ma nelle amichevoli e nei due tornei del Bruno e di Pagnano hai giocato benissimo. Luca, caro incredibile e speciale amico: se fossimo tutti un po’ più come Luca Villa questo sarebbe davvero un mondo migliore. Sei davvero l’incarnazione dello spirito magico degli All Stars Oreno, tutti ti vogliono bene, tutti si trovano a meraviglia con te e per questo io ti ammiro tantissimo. Elisa, sei l’eleganza in persona, un piccolo concentrato di pallavolo, dalle ricezioni perfette, agli attacchi con rincorsa da filmare e da rivendere in dvd! Vederti giocare è uno spettacolo ed un insegnamento. E per ultime rimangono altre due donne, e ormai due amiche incredibili. Laura e Claudia. Laura mi basta solo nominarla è già mi sembra di essere di nuovo in palestra. Solo a dire “Laura” mi sembra già mercoledì, sono già in compagnia di tutti i tuoi incredibili modi di essere, di parlare, di litigare, di abbracciarmi, di fare i tuoi incredibili commenti su ciò che “ci gira intorno”… fantastico! E poi Claudia… vogliamo parlare di Claudia? Vogliamo dire perché Claudia è incredibile? Ci servirebbero non qualche riga di testo e nemmeno un post… ci vorrebbe un blog intero per spiegare perché Claudia è incredibile!!!
L’ultima parte di questo post la dedico a due amici, due “capitani”, due leader per natura, i due “fari” sportivi degli All Stars. La dedico ancora a Patrice e Massimo.
Patrice, ho ancora nei miei occhi la tua espressione delusa, i tuoi movimenti lenti, la tua sommessa concentrazione, seguenti la sconfitta del terzo incontro. Eri abbattuto per come abbiamo perso male ed eri preoccupato per noi per la dura sfida che ci aspettava nella seconda fase del torneo. Hai agito alla grande! Hai scelto, hai preso una decisione che poteva risultare impopolare ma l’hai fatto nel modo migliore. Io so per certo quanto può essere difficile decidere di cambiare le scelte precedenti, decidere di far giocare “i migliori sei possibili” per la partita che deve venire, lasciare ferme 6 persone per tutto un match, e farlo nella maniera perfetta. La tua scelta è stata condivisa e sostenuta da tutti. Pat, questa è la dimostrazione che tu hai classe. E prima di passare a Max scrivo ancora due righe su di te. Ho visto sul tuo viso GLI OCCHI DELLA TIGRE dopo due tuoi muri contro gli Scoppiati. Ho visto che anche tu vieni sopraffatto dall’adrenalina, esulti stringendo i pugni e ti liberi gridando fuori la rabbia senza guardare nessun volto e mettendo a fuoco la linea dell’orizzonte, come un pazzo, per qualche secondo, proprio come me,  anche se intorno a te hai duecento o più persone. Il buon Dio sa quanto ti ero vicino in quei momenti di esaltazione!!!
Massimo, ho scommesso su di te già nei mesi autunnali ed ho avuto ragione. Tu non lo sai, ma dei nuovi sei stato la scoperta più grande. In quei mesi “preistorici” ogni tanto qualcuno veniva a dirmi che non gli piaceva il tuo modo di precisare sempre le cose… e adesso tutto questo mi sembra irreale… ma all’inizio era così. Tu forse non lo ricordi ma penso di essere stato il primo e metterti il braccio intorno al collo, a percepire come “positivo” tutto quello che dicevi, e a individuarti come “maestro”. Poi i tuoi post, la tua dedizione e la tua precisione per tutto quello che fai, che dici e che scrivi, hanno fatto il resto !!!
Come mi ha detto più volte Claudia nel nostro gruppo ci sono un sacco di persone straordinarie.
Io vi dico, forse temendo di essere un po’ troppo cerimonioso, che nel nostro gruppo non ci sono solo persone straordinarie. Negli All Stars ci sono dei veri eroi.
E intanto, grazie a tutti voi, già adesso mi chiedo: ma fin dove arriveremo?

15/05/10

Entanglement

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L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi dipende degli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l'insieme, anche se questi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso in italiano con "non-separabilità". [Wikipedia]

FRAMMENTO NUMERO UNO. Alla fine ancora non ho ben capito. Forse si tratta di Max, forse di Rocco. O forse sono entrambi. Fatto sta che qualcuno ogni tanto si diverte a scrivere sul blog e sul “grido” con lo pseudonimo di Pensiero Profondo. E’ nato tutto al tempo di quel post di pseudo fisica pubblicato da Rocco, mi pare. Ciò che ne è derivato è che ogni tanto, a spot, c’è un  qualcuno che si sente in dovere di scrivere perle di saggezze celandosi dietro un’identità astratta. Frammenti di profondità d’animo ed echi di materia grigia sporcano quindi il nostro blog. Lo colorano, gli danno vigore e persistenza.


FRAMMENTO NUMERO DUE. Ero poco più che un ragazzino e avevo scoperto, leggendo un libro che parlava di giochi e di passatempi, quella cosa meravigliosa che è il gioco del go. Pietre bianche, pietre nere, una tavolo di ascisse ed ordinate, tre o quattro semplici regole, che danno vita ad un gioco leggero ma profondo quanto gli scacchi. Affascinante e piacevole quanto un fiaba. Un gioco dall’essenza e dall’apparenza logico matematica, ma che si rivela portatore verità filosofiche. Un passatempo dotto ma così trasparente da potersi gustare anche con un sottofondo di jazz, o rock, o tutto quello che vi può coinvolgere e rilassare. Ne ho parlato a Luca, ne ho parlato nello spogliatoio di Oreno anche con Max. Forse anche con Rocco. E ne ho accennato anche alle ragazze, ma avvertendole, non è roba per voi! E’ roba scacciafiga!

FRAMMENTO NUMERO TRE. Settimana scorsa ho ricevuto il pezzo di carta che aspettavo da un anno. Il nostro pianeta ha percorso miliardi di chilometri, ma rispetto alla profondità del cosmo è tornato là, in quel punto dove l’anno scorso ho lasciato la vecchia ditta per provare una nuova avventura. Questo pezzo di carta dice che non sono più un precario, ho di nuovo un contratto a tempo indeterminato. Marina era fiduciosa, sapeva che mi avrebbero confermato. Quindi, contro ogni scaramanzia, mi ha fatto un regalo prima che mi giungesse ufficialmente la buona notizia… mamma mia… Ma vi pare? Ma sono cose da farsi? La sera del pezzo di carta però, ho finalmente aperto il mio pacchetto. Nascosto da una elegante carta rossa c’era “L’eleganza del riccio”, di Muriel Barbery.

FRAMMENTO NUMERO QUATTRO. Due sono le protagoniste di quel romanzo. Una signora, la portinaia del palazzo, ed una ragazzina, che in quel palazzo abita con la sua famiglia. La ragazzina scrive profonde riflessioni e spesso le numera. Le chiama Pensiero Profondo. E, appunto, li numera. Io non sono arrivato neanche a metà della lettura, ma ho già incontrato il Pensiero Profondo numero 7. Recita così: “Costruisci/la tua vita/la tua morte/queste sono solo/banali conseguenze”.

FRAMMENTO NUMERO CINQUE. Questo pensiero profondo parla del GO. Trascrivo: “…non è l’equivalente giapponese degli scacchi. Se escludiamo il fatto che si gioca su una scacchiera e che due avversari si affrontano con dei pezzi neri e bianchi, non hanno proprio un bel niente in comune. Negli scacchi, per vincere bisogna uccidere. Nel go, bisogna costruire per vivere. […] Lo scopo del gioco non è quello di mangiare l’altro, ma di costruire il territorio più vasto. Per la cattura delle pietre la regola prevede che ci si può suicidare se si tratta di prendere delle pietre avversarie, e che non è assolutamente vietato andare dove automaticamente si è presi.” Tanti anni fa, su quel vecchio libro, che ora ho tra le mie mani, avevo letto: “Il go è il judo della mente, è un tendere alla vittoria non contro l’avversario ma per suo mezzo, è agonismo ed espressione estetica. […] Armonia ed equilibrio, disciplina e controllo, rito e universalizzazione dello spirito; una vittoria schiacciante lascia sgomento il vincitore non meno del vinto e ambedue si compiacciono quando, a partita finita, il go-ban si presenta armoniosamente istoriato di pedine nere e bianche.” 


02/04/10

Siamo in una costellazione

3 commenti

vi ho già spedito i miei blasfemi auguri;
dispenso ora quelli seri e puri:
che ognuno trovi la sua propria stella
e intorno a sé costellazion più bella!

Ricordatevi stelline: intorno a voi c'e` una costellazione che vi puo` dare sempre un aiuto, un suggerimento, un consiglio che anche se sbagliato fa evolvere nella ricerca di un equilibrio dinamico... e fa sentire tutti vicini e uniti...

25/03/10

Alzatore a destra: riflessioni post-allenamento

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Ciao a tutti,

Ecco alcune riflessioni che mi sono fatto dopo questo allenamento su come e’ stato capito il nuovo schema di gioco con l’alzatore a destra. Non voglio giudicare niente, voglio solo dare la mia percezione.

Per iniziare,direi che questo schema di gioco con l’alzatore a destra non e’ piu’ difficile di quello prima. Per fare l’analogia, e’ l’evoluzione naturale (darwiniane) della pallavolo. Se listassimo i passi di questa evoluzione, lo potremmo fare cosi:

  1. Si gioca a pallavolo della maniera la piu’ facile. Tutti girano e giocano dal loro posto.
  2. Si gioca con due alzatori centrali. 2 giocatori hanno un ruolo ben definito, gli altri no. Cui, si inizia il movimento durante le fase di gioco per avere l’alzatore al centro.
  3. Si gioca con l’alzatore a destra. Ognuno ha il suo ruolo ben definito. Alzatore, centrale e banda. E quindi, si deve cambiare il posto.
  4. Si gioca con un alzatore. Schema che non vedremo mai.

Quando dico che non e’ piu’ difficile, voglio dire che la tecnica non e’ piu’ difficile. Ansi, come ognuno ha il suo ruolo, ognuno sa come deve schiacciare, difendere, posizionarsi, ecc, ecc.

E’ certo che essendo un nuovo schema di gioco, si devono cambiare le abitudine. E questo, e’ molto difficile. Ma non e’ come abbiamo fatto quando siamo passati da 1 a 2? Certo che si. Sicuro che non si fa in 2 ore. Ci vuole un po’ di tempo. Ma non tantissimo. Penso che in 3 volte ce la facciamo. Alla fine dell’allenamento, si vedeva gia’ le prime azioni belle.

Per capire bene ed imparare, si deve giocare e per questo si devono cambiare le abitudine.

Per esempio, chiedere al coach di iniziare con delle partite dall’inizio dell’allenamento per essere dentro subito. Almeno per le 2 prossime volte.

Ma anche giocare con squadre da 6 e non da 7 seno la persona che esce deve aspettare 3 giri prima di rientrare al suo posto o allora prende un posto che non e’ il suo e deve imparare un altro schema di gioco. Esempio. Se una banda entra al posto di un centrale, dovra’ fare lo schema del centrale ed allora si perdera’ sul campo. Se aspetta 3 giri, si raffreda e deve rimettersi nel gioco. Fattibile per un giro. Impossibile per 3.

Quindi squadre da 6 e una volta la partita finita, le due squadre escono, quelli fuori entrano e gli altri completano le squadre. Semplice, efficace e tutti giocano una partita intera e quindi imparano il loro schema di gioco.

La pallavolo e’ uno sport naturale e tranquillo una volta capito gli schemi di gioco. Come tutti sano il loro ruolo, non c’e’ bisogno di stressare o arrabbiarsi. Rimanere tranquillo e seguire il gioco e’ la chiave. E per riuscire questo, non abbiamo bisogno di essere in serie A.

Certo che il gioco e’ molto piu’ dinamico. Tutti devono seguire molto di piu’ il gioco ed essere attentissimo e tutti uscirono del campo piu’ stanchi. Ma non e’ quello lo scopo?

Certo che non tutti possono fare centrale perche’ e’ il posto il piu’ faticoso. Il centrale sta sempre andando davanti dietro nei 3 metri. (Potete chiedere a Chiara…)

Ma alla fine, il gioco sara’ piu’ bello da fare per tutti perche’ avremo un ruolo fisso e troveremo’ dei riflessi di gioco impossibile prima.

Come detto prima, penso che cambiando le abitudini, il cambiamento da alzatore al centro ad alzatore a destra si fara’ in 2-3 volte. E poi, si giochera' di maniera naturale come prima.

Adesso, ci sono altre possibilita’ come fare una squadra con alzatore a destra, una con alzatore centrale.

Ecco un po’ le mie riflessioni. Niente di piu’, niente di meno. Solo una stellina tra le altre che vuole divertirsi giocando con voi e non vedere rabbia o/e stress. Ma sono sicuro che qualche sia la scelta, ci divertiremo.

Pallavolosticamente.

Patrice

04/03/10

Siamo belli ragazzi, siamo davvero belli ! ! !

7 commenti

ALL STARS ORENO (Oreno, 3 marzo 2010 D.C.)


Nota del Blog Master: a causa di un bug del sistema, le foto pubblicate in questo post non sono più visibili. Sono state per fortuna conservate le copie, che sono visibili a tutti nell'Archivio Storico Fotografico.

03/03/10

L'universo: l'ordine o-piccolo del CAOS

23 commenti
Partiamo dall'esistenza del MOTORE A IMPROBABILITA' INFINITA dell'astronave Cuore d'Oro dell'Universo di Douglas Adams e lo inseriamo nell'universo quantico definito da Massimo.

Tale motore rende il CASO/CAOS causa della vita, dell'universo e di tutto quanto.

Infatti tale paradossale motore, la cui incosistenza certifica la sua esistenza, considera nel trasposto (e nel trasporto) la quinta dimensione - la probabilità - rendendo obsoleto l'iperspazio e dando credibilità al reale e all'immaginario. Questa tecnologia sfrutta e modifica l'indice di improbabilità, vale a dire le possibilità che una determinata cosa accada: ad un indice di improbabilità di 1 a 1, tutto è normale; se l'indice aumenta (2 a 1, 3 a 1, fino a infinito a 1), ogni cosa ha maggiori possibilità di accadere.

Semplifichiamo estremizzando i concetti, mettendoli a contrasto:
- probabilità => realtà/causa-effetto/ordine/1
- improbabilità => immaginario/caso/caos/0
- finito = certo/definito/determinato/1
- infinito = incerto/indefinito/indeterminato/∞

1. Probabilità finita = realtà certa
2. Improbabilità inifinita = l'(im)probabilità che un evento immaginario accada in un universo talmente indeterminato che potrebbe essere realmente definito = realtà certa

Nel primo caso: 1x1=1, cioè tutto è predeterminato = concetto di Destino lineare, monodimensionale e immodificabile
Nel secondo caso: 0x∞=qualsiasi cosa compreso 1, cioè tutto è frutto di una scelta più o meno consapevole, ognuna delle quali produce un nuovo scenario = concetto di Caso/Fato dinamico, pluridimensionale e variabile... quanto c'è di più reale!

Dimostrata l'esistenza dell'improbabilità infinita come immaginario fato caotico, ecco perché nell'ordine esiste una sola soluzione, mentre nel caos ci sono infinite possibilità risolutive; per questo l'ordine è solamente un o-piccolo (ovvero lo sfigatiello trascurabile) del caos!

Ed ecco perché la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto è...
(vediamo chi completa correttamente :-D )

28/02/10

AD OGNUNO "EL SO MESTE'"

9 commenti
Oggetto: testata del blog ?!?!?!?!?!?!??!?!?!?!?!?!

13/02/10

"Quandoque bonus dormitat Homerus"

16 commenti
E' una frase della Ars Poetica di Orazio che dedico agli autori di questo blog: Luca, Simone, Rocco, Massimo, Luigi, Laura, Valentina, Claudia, Chiara, Sara, Alessandra.



Grazie della vostra pazienza e soprattutto della vostra ineguagliabile fantasia!

11/02/10

Sondaggio

7 commenti
visto che la mia utilità come autrice è stata tirata in ballo da Davide mi permetto di lanciare personalmente questo sondaggio: è più "carina" Laura o è più "rompi coglioni" Davide ?? chi vincerà la sfida offrirà una birra al perdente :)

14/01/10

Pensiero del giorno

27 commenti
oh ma.....quanto siamo migliorati??? ieri sera ero veramente stupita di cotanta bravura in campo! Non so se i fasti Natalizi contenevano sostenza proibite che ci hanno "dopato" oppure le lezioni sul blog di Massimo si sono rivelate fondamentali per il nostro apprendimento, il fatto é che... SIAMO una squadra FORTISSIMI!!!!! :-)

02/12/09

In attesa del mercoledì sera.....

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Se riesci a mantenere la calma quando tutti gli altri intorno a te la stanno perdendo e danno la colpa a te; Se sai di aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, tenendo però nel giusto conto i loro dubbi; Se sai aspettare senza stancarti di aspettare, o essendo calunniato non rispondere alle calunnie, o essendo odiato non dare spazio all’odio, senza tuttavia sembrare troppo buono, e parlare troppo da saggio; Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni; Se sai pensare senza fare dei pensieri il tuo fine; Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo;Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto, distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui; o guardare le cose, per le quali hai dato la vita, distrutte, e umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;Se sai fare un’unica pila delle tue vittorie e rischiarla in un solo colpo a testa o croce, e perdere, e ricominciare di nuovo dall’inizio senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso; Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più e così a resistere quando in te non c’è più nulla tranne la volontà che dice loro: “Resistete!”Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà o passeggiare con i re senza perdere il tuo comportamento normale; Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi; Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo; Se riesci a riempire l’inesorabile minuto dando valore ad ogni istante che passa, tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa, e quel che più conta – tu sarai un Uomo, figlio mio! Rudyard Kipling