Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

31/05/10

Gli eroi

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E’ lunedì sera e scrivo ad un giorno di distanza dall’epica avventura che abbiamo vissuto a Pagnano. Sono nel soggiorno di casa mia e ho tutta la sera per provare a dare una sequenza intellegibile all’orda di pensieri che ieri, ora dopo ora, si è impossessata di me. Una mandria scatenata di riflessioni ed emozioni ha preso dimora nella mia testa e, ancora adesso, a fatica, decanta e precipita lentamente in quella cosa che comunemente viene chiamata esperienza.
In questi mesi è successo qualcosa. Qualcosa di importante che ha coinvolto tutti noi, cari All Stars. Gli affetti di sempre, le attenzioni che riserviamo alle persone care, sono ora affiancati da tutta un’altra categoria di moti d’animo. In un angolino della nostra testa ci sono ora anche i moti d’animo inerenti le vicissitudini della squadra degli All Stars Oreno. Gli allenamenti, le risate, le mangiate, le ricorrenze, le amichevoli, i tornei, le baruffe, i chiarimenti, le “sportellate”, gli abbracci, le gioie, le esaltazioni, i compromessi, le urla, tutti i frammenti di vita di questi incredibili mesi pallavolistici si sono depositati, come in un magico ©Tetris, e hanno creato un letto di stati emozionali condivisi. Non so quantificare quanto sto per scrivere poichè non c’è un’unità di misura della conoscenza reciproca. Ma penso sia condivisibile che ormai, cari All Stars, sappiamo chi siamo. Quel miscuglio di cose sopra elencate è il terreno nel quale, probabilmente, prenderanno vita, o hanno già preso vita, delle sane e durature amicizie. Poi, come mi pare sia ormai unanimemente condiviso in palestra, gli amici e gli amici degli amici, formano un gruppo di persone. Ma un gruppo di persone che, non sulla carta, ma nei fatti ed emotivamente, ha saputo darsi dei ruoli e delle gerarchie è, cari All Stars, una squadra.
Ieri abbiamo iniziato il torneo non con due squadre, come potrebbe erroneamente dirsi, ma con due formazioni della stessa squadra. E’ fantastico come Pat e Max siano riusciti a elaborare due sestetti ben equilibrati e come tutta la squadra abbia razionalmente ed emotivamente approvato e sostenuto le scelte iniziali del coach. Quelle non sono solo due formazioni di due alzatori, due centrali e due bande, quelle sono due formazioni di sei modi differenti di agire e di reagire, sei modi di pensare e di muoversi, sei modi di ascoltare e di comunicare. L’un l’altro sappiamo come reagiamo, sia di fronte ad una battuta floating, sia dopo una parola scherzosa, sia dopo un’incazzatura in piena regola. Ormai un po’ ci sopportiamo, un po’ ci facciamo coraggio, un po’ ci mandiamo a quel paese e un po’, quanto è bello dirlo (!), ci vogliamo bene.
Quello che è successo da ottobre a oggi, quello che si è sviluppato partendo dal nucleo di giocatori della stagione 2008/2009 e che ha impreziosito ogni mercoledì del 2009/2010, è il risultato della partecipazione di almeno una trentina di ragazzi, o forse molti di più. Di ragazzi di ogni età, dalla piccola-grande Fabiana (visto come gioca?!) ai nostri amati senior (faccio il bravo, non vi nomino!). Tutti noi abbiamo contribuito a definire, a modellare, l’atmosfera fraterna e magica degli All Stars Oreno. Tutti abbiamo il nostro merito.
Qui, ora, però, ho voglia di citare tutto quello di incredibile che hanno portato con sé dodici giocatori: i dodici eroi di Pagnano.
Se parliamo di incredibile non possiamo non partire dal nostro coach, nonché dall’atleta più talentuoso che abbiamo: Pat sei un grande! Subito dopo gli elogi ed i grazie più sinceri sono per il “nostro papà”: Max, sei stato la più piacevole scoperta di questa squadra. Cristiano è stato invece il colpo di mercato più felice. Cri, sei stato senza dubbio il nostro atleta più solido è più cazzuto di ieri e le gioie chi mi hanno dato i tuoi muri contro gli Scoppiati e le tue parole “col cuore in mano”, dette a me in disparte dopo il nostro primo match, li ricorderò mooolto a lungo. Francy, invece, a te devo gli attimi più lunghi nei quali trattengo il fiato durante le partite. Quando il terzo tocco spetta a te vorrei tanto che quella palla grossa e cattiva si trasformasse per te in una docile pallina da ping pong e mi stupisco ogni volta che rimani in piedi dopo aver difeso qualche siluro dei ragazzi che ti giocano contro. Sara, INCREDIBILE è invece la parola perfetta per definire i muri che hai rifilato in partita ieri ai marcantoni che ti sei trovata di fronte. Vorrei tanto che tu continuassi ad allenarti bene e vorrei tanto che l’entusiasmo ti rimanesse attaccato addosso ancora per mesi e mesi: dacci dentro e le ragazze avversarie te le mangerai a colazione! Rocco, invece, sei un uomo e un paradigma di efficienza. Parole a vuoto: non pervenute. Polemiche: zero. Lamentele: mai viste. Palle messe a terra: beh, quelle, invece, ci sono spesso e volentieri. Grande Rocco. Marina, cara Marina… per te la parola incredibile è associabile a quanto cavolo giochi bene rispetto a quanto poco il lavoro e la schiena ti permettano di allenarti e di giocare con noi. Quest’anno hai fatto, forse, tre o quattro allenamenti, ma nelle amichevoli e nei due tornei del Bruno e di Pagnano hai giocato benissimo. Luca, caro incredibile e speciale amico: se fossimo tutti un po’ più come Luca Villa questo sarebbe davvero un mondo migliore. Sei davvero l’incarnazione dello spirito magico degli All Stars Oreno, tutti ti vogliono bene, tutti si trovano a meraviglia con te e per questo io ti ammiro tantissimo. Elisa, sei l’eleganza in persona, un piccolo concentrato di pallavolo, dalle ricezioni perfette, agli attacchi con rincorsa da filmare e da rivendere in dvd! Vederti giocare è uno spettacolo ed un insegnamento. E per ultime rimangono altre due donne, e ormai due amiche incredibili. Laura e Claudia. Laura mi basta solo nominarla è già mi sembra di essere di nuovo in palestra. Solo a dire “Laura” mi sembra già mercoledì, sono già in compagnia di tutti i tuoi incredibili modi di essere, di parlare, di litigare, di abbracciarmi, di fare i tuoi incredibili commenti su ciò che “ci gira intorno”… fantastico! E poi Claudia… vogliamo parlare di Claudia? Vogliamo dire perché Claudia è incredibile? Ci servirebbero non qualche riga di testo e nemmeno un post… ci vorrebbe un blog intero per spiegare perché Claudia è incredibile!!!
L’ultima parte di questo post la dedico a due amici, due “capitani”, due leader per natura, i due “fari” sportivi degli All Stars. La dedico ancora a Patrice e Massimo.
Patrice, ho ancora nei miei occhi la tua espressione delusa, i tuoi movimenti lenti, la tua sommessa concentrazione, seguenti la sconfitta del terzo incontro. Eri abbattuto per come abbiamo perso male ed eri preoccupato per noi per la dura sfida che ci aspettava nella seconda fase del torneo. Hai agito alla grande! Hai scelto, hai preso una decisione che poteva risultare impopolare ma l’hai fatto nel modo migliore. Io so per certo quanto può essere difficile decidere di cambiare le scelte precedenti, decidere di far giocare “i migliori sei possibili” per la partita che deve venire, lasciare ferme 6 persone per tutto un match, e farlo nella maniera perfetta. La tua scelta è stata condivisa e sostenuta da tutti. Pat, questa è la dimostrazione che tu hai classe. E prima di passare a Max scrivo ancora due righe su di te. Ho visto sul tuo viso GLI OCCHI DELLA TIGRE dopo due tuoi muri contro gli Scoppiati. Ho visto che anche tu vieni sopraffatto dall’adrenalina, esulti stringendo i pugni e ti liberi gridando fuori la rabbia senza guardare nessun volto e mettendo a fuoco la linea dell’orizzonte, come un pazzo, per qualche secondo, proprio come me,  anche se intorno a te hai duecento o più persone. Il buon Dio sa quanto ti ero vicino in quei momenti di esaltazione!!!
Massimo, ho scommesso su di te già nei mesi autunnali ed ho avuto ragione. Tu non lo sai, ma dei nuovi sei stato la scoperta più grande. In quei mesi “preistorici” ogni tanto qualcuno veniva a dirmi che non gli piaceva il tuo modo di precisare sempre le cose… e adesso tutto questo mi sembra irreale… ma all’inizio era così. Tu forse non lo ricordi ma penso di essere stato il primo e metterti il braccio intorno al collo, a percepire come “positivo” tutto quello che dicevi, e a individuarti come “maestro”. Poi i tuoi post, la tua dedizione e la tua precisione per tutto quello che fai, che dici e che scrivi, hanno fatto il resto !!!
Come mi ha detto più volte Claudia nel nostro gruppo ci sono un sacco di persone straordinarie.
Io vi dico, forse temendo di essere un po’ troppo cerimonioso, che nel nostro gruppo non ci sono solo persone straordinarie. Negli All Stars ci sono dei veri eroi.
E intanto, grazie a tutti voi, già adesso mi chiedo: ma fin dove arriveremo?

Alcuni momenti di una giornata indimenticabile. Grazie SQUADRA!

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Queste sono solo alcuni "fermo immagine" della giornata di ieri. Per quante siano le foto scattate, non saranno sufficienti ad immortalarne l'intensità. Ci affideremo alla nostra memoria e alle sensazioni che ognuno porterà nel cuore, quelle sensazioni che non ci hanno fatto dormire la notte prima e quelle immagini che hanno accompagnato il sonno di quella successiva. Immagini e sensazioni che resteranno per sempre senza togliere spazio a quelle dei Tornei a venire. Grazie squadra! P.S.: Non ho una foto del gruppo al completo. Qui manca Max... Se qlc ce l'ha la pubblichi pfv

22/05/10

L'importanza della difesa: filosofia e tattica difensiva

3 commenti
In alcuni commenti agli ultimi post è stata sottolineata ancora una volta l'importanza dell'aspetto difensivo della pallavolo. Soprattutto Davide ha giustamente ricordato la necessità primaria di non concedere punti facili all'avversario. Nelle ultime settimane ci siamo tutti giustamente concentrati per progredire e migliorare nelle fasi di attacco (soprattutto costruzione e movimenti), ma abbiamo forse un poco trascurato gli aspetti difensivi del nostro gioco. Perciò, prima del prossimo torneo, penso sia importante ribadire alcuni concetti.

L'aspetto morale della difesa In questo capitolo riprendo alcune idee tratte da articoli di Karch Kiraly e di Doug Beal, rispettivamente giocatore ed allenatore della squadra USA vincitrice di due ori olimpici. Avere una buona difesa è l'aspetto che differenzia una buona squadra da una mediocre; è lo specchio della volontà e della tenacia con cui quella squadra interpreta lo stare in campo. Un bravo giocatore (a qualsiasi livello esso giochi) deve possedere non solo la tecnica ed il fisico, ma delle grandi qualità morali: il saper combattere su ogni palla è l'aspetto che conferisce al giocatore una mentalità vincente. La mentalità vincente in difesa si può sintetizzare in alcuni concetti di "filosofia difensiva":

1. LA PALLA NON DEVE CADERE MAI In linea di principio il difensore deve pensare che tutti gli attacchi sono rigiuocabili e che nessuna palla è impossibile da difendere. Non esiste una palla che non sia gestibile, il tarlo dell'inefficienza sta proprio nel provare a gestire solo i palloni facili e nel pensare che quelli difficili non facciano parte del nostro lavoro: impedire che ogni pallone cada a terra non vuol dire prendere una schiacciata ogni tanto.

2. PROVARE SEMPRE Un giocatore non deve porsi il problema se la palla che arriva la può prendere o non la può prendere (è sbagliato pensare "è fuori dalla mia portata e quindi non ci provo nemmeno"). Mille volte dobbiamo provare a prendere quella palla e, se anche per 999 volte non ci arriviamo, ci sarà una millesima volta in cui la nostra difesa sarà efficace. Se noi ci blocchiamo, non proviamo nemmeno, non ci sarà mai quella millesima volta in cui saremo padroni di un gesto vincente.

3. NON SOPPORTARE L'ERRORE Non sopportare l'errore è il concetto morale che dobbiamo trasferire nel nostro gioco perché ne sia la linfa vitale. Avere una avversione fisica allo sbaglio, avere un "odio" totale verso tutto quello che non è corretto, tutto quello che non è il gesto ed il risultato giusto da ottenere. Non importa a che livello di pallavolo si giochi, è necessario sforzarsi di fare di noi stessi i migliori giocatori possibili, aiutando noi ed i nostri compagni a diventare la migliore squadra possibile.

4. ASPETTARSI SEMPRE LA PALLA Tutti i palloni vengono verso di noi!! Bisogna aspettarsi sempre la palla in fase difensiva, non subire mai il gioco avversario, non essere mai sorpresi. Ci sono delle situazioni in cui un giocatore pensa che quella giocata non lo riguardi: si ha allora un attimo di rilassamento che porta alla distrazione ed all'errore. Un buon difensore è quello che rimane sempre concentrato, che è convinto che la palla la dovrà gestire lui e non che la difenderà qualcun altro; è quello che prende sempre i palloni che vanno presi. Prepararsi ed essere pronti per ogni situazione e non subire il gioco avversario è meglio che stare fermi a farsi prendere a pallonate!!

Infine una frase emblematica di Karch Kiraly: "I tuoi avversari giganteggiano quando la tua debolezza alimenta i tuoi limiti, ti schiacciano quando la tua paura alimenta la loro forza. Pensa a te come ad un felino capace di produrre potenza e coordinazione: non importa quanto piccolo tu possa essere, combatti sempre!! "

La specificità dei ruoli: la ricezione Dal punto di vista tecnico-tattico nella ricezione hanno uguale importanza la posizione occupata sul campo e quella assunta dal giocatore. Vi rimando ai post specifici, ma vi ricordo che la posizione canonica di ricezione prevede una postura ben equilibrata, piedi allargati ma non troppo, ginocchia leggermente flesse, tronco flesso in avanti, viso e spalle in direzione del battitore, braccia staccate e davanti al corpo: lo scopo è arrivare sulla palla in anticipo, per poter ricevere in buon equilibrio. Adottando lo schema di ricezione a 3, le posizioni in campo sono come quelle dell'esempio qui a lato. I tre giocatori di seconda linea si schierano esattamente sulla stessa linea orizzontale, più o meno sui 5-6 metri (un poco più avanti con battitori dotati di servizi lenti o flottanti, un poco più indietro con battitori dotati di servizi tesi e potenti). Ogni giocatore deve coprire completamente il proprio corridoio, dalla linea dei 3 metri fino al fondocampo. Sono quindi fondamentali concentrazione (prima del servizio), reattività (al momento del servizio), velocità (durante la parabola), tecnica (al momento della ricezione). I giocatori attaccanti di prima linea (banda e centrale) sono anch'essi pronti e concentrati sulla ricezione perché sono comunque responsabili delle eventuali palle cortissime che cadono nei 3 metri (palle flottanti molto lente, palle toccate dal nastro...). E' importante inoltre che cerchino di dare meno fastidio possibile ai ricevitori di seconda linea (tenendo quindi una posizione molto raccolta e laterale). L'alzatore si deve invece disinteressare completamente del servizio e concentrarsi già sulla fase di ricezione-alzata-attacco.

La specificità dei ruoli: la difesa su attacco Analogamente alla ricezione, nella difesa sono importanti sia la posizione occupata sul campo che quella assunta dal giocatore. Anche in questo caso abbiamo già molto discusso. Comunque vi ricordo che la postura nella difesa è simile a quella della ricezione, ma più raccolta e scattante. Il giocatore deve tenere un atteggiamento che gli permette di "uscire" dalla posizione difensiva il più velocemente possibile e questo atteggiamento lo si realizza spostando di più il baricentro in avanti. Abbiamo lungamente parlato dell'attitudine e dell'atteggiamento difensivo. Aggiungo solo che è assolutamente fondamentale essere rapidi e raggiungere il più velocemente possibile la propria posizione, fermarsi (è molto più facile difendere da fermi che in movimento!) e cercare a tutti i costi di prendere il pallone. Per lo schema difensivo che oggi usiamo, il CMAR (Centro Mediano Arretrato), vi rimando al post specifico (allego solo uno schema di esempio). Ricordo solo alcuni punti salienti, precisando qualche aspetto a volte dimenticato:

  • Le coppie B1-B2 e P1-P2 sono legate da una corda invisibile, si devono sempre muovere in sincrono. B2 e P2 devono assecondare sempre i movimenti di B1 e P1: se il loro pari ruolo di prima linea avanza, loro devono avanzare, se retrocede devono retrocedere.
  • Se P1 o B1 non vanno a fare muro devono immediatamente arretrare sui 3 metri (per lasciare il muro a C1 e per prepararsi a difendere) e di conseguenza P2 o B2 arretreranno anche loro per coprire il lungolinea.
  • I giocatori dietro il muro (P1 o P2 su attacco da destra, B1 o B2 su attacco da sinistra) devono stare corti, sulla linea dei 3 metri, perché sono responsabili di tutte le palle corte che cadono dietro al muro. Riflessi, reattività, coraggio e velocità di braccia sono fondamentali per questa posizione.
  • C2 è il padrone del fondocampo, tutte le palle lunghe sono sue: senso tattico, capacità di lettura, anticipo, velocità di spostamento devono essere le sue doti.
  • I giocatori dal lato opposto a dove si svolge l'attacco non devono disinteressarsi dell'azione ma restare concentrati, muoversi e posizionarsi anche loro secondo gli schemi, proteggendo gli attacchi su diagonale strettissima e stretta. Non c'è niente di più inutile di una banda che resta a rete quando l'attacco si svolge dal lato dell'alzatore!
  • E' necessario ruotare verso l'attaccante, ma non solo con la testa: è tutto il corpo che ruota con faccia, spalle, tronco e piedi rivolti verso il punto da cui arriva la palla.

La specificità dei ruoli: la difesa su palla facile A volte capita che il tocco che conclude l'azione avversaria sia un palleggio o un bagher o in generale una palla lenta e alta. In questa situazione si chiama ad alta voce "FACILE" (di solito il centrale o l'alzatore) e tutta la squadra si muove per assumere la nuova posizione di difesa: la prima linea si stacca da rete arretrando per ricevere la palla corta (il muro è inutile in questo caso), mentre il palleggiatore si prepara già all'alzata. I giocatori di seconda linea accorciano un poco (ma non troppo, soprattutto C2, per evitare di essere scavalcati da palle alte e profonde) e si preparano a ricevere la palla facile nel miglior modo possibile per effettuare un contrattacco efficace. Questa situazione può capitare in maniera costante contro squadre che attaccano male o non attaccano proprio o addirittura giocano continuamente il secondo tocco nel nostro campo (ad esempio per chi c'era, come nella prima partita al torneo di Cascina del Bruno). In queste situazioni è forse meglio giocare più corti (come se fossimo sempre in situazione di palla facile) perdendo qualche punto sulle poche palle lunghe e profonde, ma difendendo bene sulle molte pallette in mezzo al campo.

Ricordate sempre che la pallavolo è un gioco di situazioni, non esiste la tattica perfetta sempre attuabile e che vada bene in tutte le occasioni. Spesso è necessario variare schemi e tattiche anche in funzione del tipo di gioco dell'avversario o di situazioni contingenti particolari. La capacità di lettura del gioco, la capacità decisionale (che si deve esplicare in frazioni di secondo) sono doti che devono essere sviluppate nel gioco della pallavolo, per arrivare il più possibile ad effettuare al momento giusto il movimento tecnico-tattico più opportuno.

La prima Rassegna Stampa che attesta le imprese degli All Stars

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16/05/10

Green Volley 2010: All Stars Campioni del Bruno ! ! !

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Ieri, 15 maggio 2010, la nostra squadra, alla sua prima partecipazione con il nome di ALL STARS, ha vinto il torneo di Cascina del Bruno. Si sono aggiudicati il torneo 4 alzatori: Sonia, Serena, Marina, Luca, 2 centrali: Simone e Davide, e 3 bande: Patrice, Francesca e Massimo. Sara, Elisa, Chiara e Chiara giocavano con altre squadre, ma, secondo me, tifavano per noi! A tifare per gli All Stars erano presenti anche Laura e Claudia. Poi c’erano anche Cristiano, Gianluca e, se dimentico qualcuno, per prima cosa chiedo scusa e poi, nel caso, correrò a modificare questo post!
E’ stata una giornata fantastica che ci ha permesso di inaugurare il nostro “salone dei trofei” con la prima coppa della squadra! Mille complimenti vanno rivolti alle squadre partecipanti, tutte simpatiche e sportive, agli organizzatori dell’evento, in particolare alla nostra Chiara F., e a Giove Pluvio che, come sempre quando dobbiamo giocare all’aperto, fa tanto lo sbruffone ma alla fine ci lascia in pace…
Queste sono le foto della mia macchinetta, alcune fatte da me, quasi tutte fatte da Laura. Sono io però il pazzo che, invece si dormire, sì  è dedicato subito al processo di selezione, sistemazione, ritaglio, adattamento delle foto. Ho dovuto litigare col blog perchè, come vedete, le foto non ne vogliono mai sapere di disporsi come vorrebbe l’autore del post. Poi, forse, qualcuno, un giorno, mi spiegherà perchè, quaggiù in fondo, la foto di Sere e Luca non ha alcuna intenzione di assumere le dimensioni di tutte le altre ma rimane sempre più alta!!! Argrhgrhrr!!! Manderò il mio computer a Voyager o a Misteri… oppure ci manderemo la Serena e Luca… hi hi hi… oppure…. ancora meglio… spediteci me!!! :-) Ah... se cliccate su una foto ne vedete una versione 640x480... Ciaooo!

Nota del Blog Master: a causa di un bug del sistema, le foto pubblicate in questo post non sono più visibili. Sono state per fortuna conservate le copie, che sono visibili a tutti nell'Archivio Storico Fotografico.

15/05/10

Entanglement

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L'entanglement quantistico o correlazione quantistica è un fenomeno in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi dipende degli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l'insieme, anche se questi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso in italiano con "non-separabilità". [Wikipedia]

FRAMMENTO NUMERO UNO. Alla fine ancora non ho ben capito. Forse si tratta di Max, forse di Rocco. O forse sono entrambi. Fatto sta che qualcuno ogni tanto si diverte a scrivere sul blog e sul “grido” con lo pseudonimo di Pensiero Profondo. E’ nato tutto al tempo di quel post di pseudo fisica pubblicato da Rocco, mi pare. Ciò che ne è derivato è che ogni tanto, a spot, c’è un  qualcuno che si sente in dovere di scrivere perle di saggezze celandosi dietro un’identità astratta. Frammenti di profondità d’animo ed echi di materia grigia sporcano quindi il nostro blog. Lo colorano, gli danno vigore e persistenza.


FRAMMENTO NUMERO DUE. Ero poco più che un ragazzino e avevo scoperto, leggendo un libro che parlava di giochi e di passatempi, quella cosa meravigliosa che è il gioco del go. Pietre bianche, pietre nere, una tavolo di ascisse ed ordinate, tre o quattro semplici regole, che danno vita ad un gioco leggero ma profondo quanto gli scacchi. Affascinante e piacevole quanto un fiaba. Un gioco dall’essenza e dall’apparenza logico matematica, ma che si rivela portatore verità filosofiche. Un passatempo dotto ma così trasparente da potersi gustare anche con un sottofondo di jazz, o rock, o tutto quello che vi può coinvolgere e rilassare. Ne ho parlato a Luca, ne ho parlato nello spogliatoio di Oreno anche con Max. Forse anche con Rocco. E ne ho accennato anche alle ragazze, ma avvertendole, non è roba per voi! E’ roba scacciafiga!

FRAMMENTO NUMERO TRE. Settimana scorsa ho ricevuto il pezzo di carta che aspettavo da un anno. Il nostro pianeta ha percorso miliardi di chilometri, ma rispetto alla profondità del cosmo è tornato là, in quel punto dove l’anno scorso ho lasciato la vecchia ditta per provare una nuova avventura. Questo pezzo di carta dice che non sono più un precario, ho di nuovo un contratto a tempo indeterminato. Marina era fiduciosa, sapeva che mi avrebbero confermato. Quindi, contro ogni scaramanzia, mi ha fatto un regalo prima che mi giungesse ufficialmente la buona notizia… mamma mia… Ma vi pare? Ma sono cose da farsi? La sera del pezzo di carta però, ho finalmente aperto il mio pacchetto. Nascosto da una elegante carta rossa c’era “L’eleganza del riccio”, di Muriel Barbery.

FRAMMENTO NUMERO QUATTRO. Due sono le protagoniste di quel romanzo. Una signora, la portinaia del palazzo, ed una ragazzina, che in quel palazzo abita con la sua famiglia. La ragazzina scrive profonde riflessioni e spesso le numera. Le chiama Pensiero Profondo. E, appunto, li numera. Io non sono arrivato neanche a metà della lettura, ma ho già incontrato il Pensiero Profondo numero 7. Recita così: “Costruisci/la tua vita/la tua morte/queste sono solo/banali conseguenze”.

FRAMMENTO NUMERO CINQUE. Questo pensiero profondo parla del GO. Trascrivo: “…non è l’equivalente giapponese degli scacchi. Se escludiamo il fatto che si gioca su una scacchiera e che due avversari si affrontano con dei pezzi neri e bianchi, non hanno proprio un bel niente in comune. Negli scacchi, per vincere bisogna uccidere. Nel go, bisogna costruire per vivere. […] Lo scopo del gioco non è quello di mangiare l’altro, ma di costruire il territorio più vasto. Per la cattura delle pietre la regola prevede che ci si può suicidare se si tratta di prendere delle pietre avversarie, e che non è assolutamente vietato andare dove automaticamente si è presi.” Tanti anni fa, su quel vecchio libro, che ora ho tra le mie mani, avevo letto: “Il go è il judo della mente, è un tendere alla vittoria non contro l’avversario ma per suo mezzo, è agonismo ed espressione estetica. […] Armonia ed equilibrio, disciplina e controllo, rito e universalizzazione dello spirito; una vittoria schiacciante lascia sgomento il vincitore non meno del vinto e ambedue si compiacciono quando, a partita finita, il go-ban si presenta armoniosamente istoriato di pedine nere e bianche.” 


11/05/10

Tecnica di Base: riepilogo

8 commenti
cari All Stars, visto che con i preziosissimi postS di Massimo siamo ormai arrivati ad aver definito le varie tattiche d'attacco possibili (con le relative chiamate da parte del palleggiatore), mi sono permesso di cercare altri contributi RVM in giro x il web, che riassumano un po' tutto quanto fin qui detto circa le fasi di difesa e di attacco (in particolare la tecnica).

RVM 1/6: questo filmato tratta la tecnica della difesa:

RVM 2/6: questo tratta la tecnica dell'attacco:


RVM 3/6: questo invece è ancora un esempio di riscaldamento della Nazionale sugli attacchi prima di una partita, in cui (a differenza di quello da me postato l'altra volta) la ripresa è fatta dal fianco ad altezza d'uomo, e tutta la fase rincorsa/colpo/ricaduta si vede molto meglio:


RVM 4/6: questo filmato mostra la ricezione e subito l'attacco ancora della Nazionale: l'ho voluto mettere xkè la vista da dietro mostra bene i movimenti del sestetto; inoltre si vedono dei grandi "primi tempi" (x la gioia di Davide) e anche dei "secondi tempi" in posto 2 e 4:


RVM 5/6: questo filmato è 1 po' il continuo del precedente, ma con la Nazionale femminile: notate come si usino di più i "terzi tempi" sul posto 4 e le "pipe" rispetto al maschile (eccetto 2 fantastici primi tempi con alzata all'indietro in posto 2!!!).......il tutto a conferma di come il volley femminile si avvicini 1 po' di più al nostro livello.....:-)) :


RVM 6/6: l'ultimo filmato riguarda il muro, ma da un punto di vista "particolare", che forse per noi è 1 po' "eccessivo" (ma bisogna sempre puntare in alto, no??): l'ho voluto mettere più che altro come esempio generale di come episodi in apparenza sfavorevoli possano rivelarsi, se ben interpretati e usati, delle situazioni da cui trarre profitto:


con ciò non mi resta che augurarVi 1 buona visione..........ciaociao ;-))

07/05/10

Le pic-tures del pic-volley del 02/05/2010

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Nota del Blog Master: a causa di un bug del sistema, le foto pubblicate in questo post non sono più visibili. Sono state per fortuna conservate le copie, che sono visibili a tutti nell'Archivio Storico Fotografico.

01/05/10

Tattica d'attacco - Parte 2: le specificità dei ruoli

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Oltre alla tattica generale d'attacco di squadra (vedi post precedente), ci sono aspetti tecnico-tattici peculiari e propri di ogni singolo ruolo.

Gli attaccanti di prima linea

E' fondamentale per gli attaccanti di prima linea (coloro che nella maggior parte dei casi eseguono il colpo finale d'attacco) conoscere ed usare tutte le possibili varianti tecniche a loro disposizione:

  • Schiacciata: la mano agisce in modo da provocare un incremento di velocità mediante un'azione di "frusta" del polso. Le diverse posizioni con cui la mano impatta il pallone e l'extrarotazione del braccio e della spalla consentono di indirizzare il pallone con varie angolazioni.
  • Pallonetto: il colpo viene effettuato toccando la palla solamente con le dita che sono leggermente aperte; un leggero movimento del polso consente alla palla di scavalcare il muro avversario.
  • Smorzata: si differenzia dalla schiacciata in quanto il movimento finale del braccio viene volontariamente rallentato, la palla viene colpita con meno forza; l'effetto è simile a quello di un pallonetto per quanto riguarda la traiettoria, ma è meno "leggibile" (la classica "palletta" che cade in mezzo al campo.

Le diverse tecniche d'attacco possono inoltre essere usate con tattiche diverse:

  • Schiacciata che passa fuori dal muro: parallela, diagonale lunga, diagonale stretta
  • Schiacciata sul muro: mani-fuori, tirare fortissimo sul muro, mani alte del muro
  • Pallonetto o Smorzata: dietro al muro, al centro del campo, spinto lungo
  • Palla girata (tipica del centrale): a destra, a sinistra, corta, lunga

Può capitare di dover risolvere un'alzata non precisa: la regola fondamentale è non sbagliare: nei casi in cui proprio non ci sia la condizione di attaccare, una palla smorzata o un buon palleggio o una piazzata (attacco ad una mano con piedi a terra) nelle zone di conflitto, lungolinea a cercare gli angoli del campo oppure sull'alzatore avversario (per costringere qualcun'altro ad alzare) potranno comunque risultare efficaci.

Ci sono alcuni palloni tuttavia che è bene imparare ad attaccare:

  • Un'alzata corta può essere attaccata anticipando molto e cercando la diagonale stretta.
  • Un'alzata lunga può essere attaccata rallentando ed adattando la rincorsa e cercando la diagonale lunga sopra il muro od il pallonetto.
  • Con un'alzata con palla staccata da rete, l'attacco deve essere piazzato, non troppo forte, a cercare il fondo campo e gli angoli o i buchi nello schieramento avversario.

E' bene per gli attaccanti capire subito che non tutti gli errori sono uguali, ce ne sono di più gravi e di meno gravi:

  • Fallo o invasione: errore stupido ed inutile.
  • Attacco in rete: è l'errore più grave, in quanto fa terminare subito l'azione senza possibilità di errori da parte degli avversari.
  • Attacco murato: è un errore accettabile, che comunque permette di riagguantare il punto (muro difeso dalla nostra squadra, murata errata...). Se la murata cade a terra dentro i 3 metri generalmente la colpa è dell'attaccante, se cade a terra oltre i 3 metri la colpa è dell'attaccante ma anche dei difensori che non hanno coperto bene.
  • Attacco fuori: è l'errore meno grave, ma non deve essere prolungato per troppo tempo. Prima di tutto, una palla forte che và fuori potrebbe essere toccata dalle mani del muro; inoltre la difesa avversaria potrebbe comunque prendere la palla non accorgendosi che stava andando fuori.

Ultima nota per i giocatori di prima linea: si deve sempre fintare l'attacco per cercare di ingannare il muro avversario o comunque confondergli le idee. In particolare i centrali, anche se sanno che la palla non andrà a loro, devono sempre fare la rincorsa per cercare di tenere il centrale avversario in zona 3 ed impedirgli così l'aiuto a muro sulle bande.

L'alzatore

L'alzatore, insieme all'allenatore, sceglie la tattica d'attacco da adottare. La scelta è funzione di molti fattori:

  • Le caratteristiche dei nostri giocatori, delle varie rotazioni, delle palle che preferiscono e soprattutto dell'efficienza e della positività che hanno nelle varie fasi della partita.
  • Le caratteristiche della squadra avversaria, come mura, come difende. E' importante per esempio cercare il lato debole del muro (che generalmente è dove si trova l'alzatore), osservare bene il centrale avversario (se è lento o segue costantemente il nostro centrale, privilegiare i giochi veloci e sulle bande), osservare la posizione del palleggiatore avversario (contro squadre che schierano l'alzatore al centro, attaccare con il centrale).
  • Le caratteristiche del giocatore avversario che sta in battuta: se è un buon battitore e sta mettendo in difficoltà la nostra ricezione, cercare di giocare palle semplici e nello stesso tempo efficaci (cercare il miglior schiacciatore) in modo da ottenere prima possibile il cambio palla.

L'alzatore deve essere il vero leader della squadra, il regista d'attacco, deve dettare il gioco, chiamare le palle e gli schemi, essere sempre lucido e concentrato, alternando nella giusta misura palle facili e precise a variazioni più difficili ed imprevedibili.

La situazione più difficile per l'alzatore è quando, dopo aver chiamato uno schema, la ricezione o la difesa negative non gli consentono di applicarlo: l'alzatore deve allora essere abile in quei pochissimi istanti a trovare una soluzione adatta che comunque permetta di mettere i propri schiacciatori nelle migliori condizioni per attaccare e quindi conquistare il punto. Vanno evitati gli attacchi veloci a favore di palle alte, eventualmente se necessario in seconda linea (quando la palla è veramente brutta, ad esempio alzata in bagher).

Come già detto, sugli attacchi successivi al primo, è l'alzatore a scegliere se chiamare o no il gioco: si potrà per esempio scegliere di chiamare sempre a voce le veloci al centrale (UNO o DUE) o le palle tese (SUPER) e di non chiamare le palle più lente.

Ultima nota per gli alzatori: non dimenticate che avete sempre la possibilità di fare un attacco diretto sul secondo tocco. Fingere un'alzata in salto ed eseguire un pallonetto ad una mano od un attacco vero e proprio quando la palla è vicino alla rete, se realizzata con "parsimonia" senza esagerare, è una tattica che molto spesso coglie totalmente impreparata la difesa avversaria.

I giocatori di seconda linea

Anche i giocatori di seconda linea partecipano all'azione d'attacco, se chiamati ad un attacco da 2a linea, ma sempre e comunque per coprire gli attaccanti di prima linea.

Per sistema di copertura si intende quella particolare assistenza della squadra verso il proprio giocatore cha attacca, per recuperare e rigiocare le palle respinte dal muro avversario. La posizione in campo dei giocatori in copertura dovrà permettere a loro di avere una completa visione del muro avversario. La disposizione tattica di copertura prevede che ci siano giocatori in posizione stretta (vicini all'attaccante) e in posizione larga (lontani dall'attaccante).

In pratica a ridosso del giocatore che effettua l'attacco ci dovranno essere 1 o 2 giocatori pronti a riprendere l'eventuale ribattuta del muro.

Inoltre l'attaccante stesso, non dovrà mai perdere di vista la palla, per poter effettuare l'eventuale auto-copertura in caso di palla ribattuta addosso a lui.

Nella situazione schematizzata: l'attacco di B1 sarà coperto essenzialmente da B2, ma anche da C1 (dopo aver fatto la finta d'attacco); l'attacco di C1 sarà coperto essenzialmente da P1 e P2, ma anche da B2; contemporaneamente C2 copre sempre le eventuali ribattute lunghe.

Le potenziali ribattute del muro avversario dopo attacco da seconda linea dovranno essere coperte dai giocatori di prima linea (per esempio P1 su attacco da 2a linea di P2).

Nota finale sui conflitti e sulla chiamata della palla. Quando una palla è tra due giocatori, chi deve chiamarla? chi deve prenderla? Difficile dare una risposta univoca a tutte le possibili situazioni di gioco. Possiamo però anche in questo caso dire che gli errori non sono tutti uguali e di conseguenza ci sono comportamenti più giusti e comportamenti fondamentalmente sbagliati.

Supponiamo di avere una palla che cade esattamente fra due giocatori in difesa; se volessimo fare una classificazione delle possibili situazioni, dalla più sbagliata alla migliore:

  • Nessuno chiama la palla e nessuno la và a prendere
  • Uno dei due chiama la palla e non và a prenderla
  • Entrambi chiamano la palla ed entrambi non vanno a prenderla
  • Nessuno chiama la palla ma entrambi cercano di prenderla
  • Entrambi chiamano la palla ed entrambi cercano di prenderla
  • Nessuno chiama la palla ma uno dei due la prende
  • Uno dei due chiama la palla e la prende

Le prime tre situazioni sono palesemente negative, la quarta e la quinta sono neutre, le ultime due sono positive.

Morale: è meglio chiamare la palla, ma più importante è prenderla. xD