Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)
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24/12/20

Non mollare mai (Natale 2020)

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Never give up

Non importa cosa sta accadendo, non mollare mai, sviluppa il cuore.

Nel tuo paese troppa energia viene spesa sviluppando la mente invece del cuore.

Sii compassionevole, non solo con i tuoi amici ma con ognuno.

Sii compassionevole, lavora per la pace, nel tuo cuore e nel mondo.

E io dico ancora: non mollare mai, non importa cosa sta succedendo.

Non importa cosa sta accadendo attorno a te, non mollare mai!


Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama


24/06/17

QUARANTADUE

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Ho controllato molto approfonditamente, mi ci sono voluti sette milioni e mezzo di anni, ma alla fine sono giunto anche io alla stessa conclusione. D'altra parte siamo quasi colleghi...


La risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto. Ma infine il vero problema è conoscere la domanda...

Buona estate a tutti e grazie per tutto il pesce :-)

24/03/16

Pensieri al vento - Parte 3

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Non ci fate paura!
Riflettendo sul Discorso di Pericle agli Ateniesi

Il brano di seguito riportato è un riadattamento del famoso Epitaffio di Pericle, discorso commemorativo dei soldati ateniesi caduti dopo il primo anno di guerra contro Sparta, tramandatoci da Tucidide nelle sue Storie.
Mi sono permesso di fare qualche piccola rielaborazione per calarlo nella tragica attualità di questi giorni.


* * * * * * * * * *

Qui in Europa noi facciamo così!

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato Democrazia.

Qui in Europa noi facciamo così!

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui in Europa noi facciamo così!

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino europeo non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.

Qui in Europa noi facciamo così!

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.

Qui in Europa noi facciamo così!

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui in Europa siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che l'Europa è la scuola del Mondo e che ogni Europeo cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui in Europa noi facciamo così!

* * * * * * * * * *

Questo discorso è stato tenuto nel 430 a.C. ma la sua modernità è sorprendente.
Questi siamo noi, questi sono i nostri valori. Nessuno ce li deve rubare, non possiamo permettere a nessuno di rubarli!

Non ci fate paura, vigliacchi...

14/11/15

Adieu

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«La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggi».

Fernando Pessoa

Comandante Nebbia - I nemici esistono

18/04/15

Pensieri al vento - Parte 2

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L'irresistibile fascino del vuoto
Leggendo Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati

Delusion Fields

Provate a leggere Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati: se lo farete attentamente e con il giusto stato d’animo, sarete catturati in un vortice spietato ed inquietante, dapprima lento e voluttuoso, poi via via sempre più veloce e crudele.
E infine, senza scampo, arriverà una riflessione: "questo sono io, io sono stato così, io mi sento in questo modo..."

«Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure un’occhiata indietro. “Ferma, ferma!” si vorrebbe gridare, ma si capisce ch'è inutile. Tutto quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le nubi; e non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare lento ma non si ferma mai».
Ci sono nella vita di tutti questi particolari momenti: all'inizio percepisci solo un senso di vuoto transitorio, una imprecisa insensatezza, una vaga inquietudine. La mente gira a vuoto e la quotidiana monotonia offre la giustificazione per un’esistenza priva di sogno. Un vuoto tremendo e nel contempo affascinante, un fascino diabolico e pericoloso che attira, attrae e seduce, a volte invincibilmente. E così finisci catturato dentro il buco nero, dapprima lentamente e poi velocemente, sempre più velocemente, sempre più velocemente...
«Il tempo è fuggito tanto velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare. E per quanto l’orgasmo oscuro delle ore che passano si faccia ogni giorno più grande, Drogo si ostina nella illusione che l’importante sia ancora da incominciare».
The Liar
Che sia una conseguenza dello svanire dei sogni innocenti dell’infanzia? O forse dall'inaspettata presa di coscienza che le nostre speranze sono solo ideali vaghi e confusi?
Non è il sogno irraggiungibile che serve per vivere! Non è l’ideale lontano e, proprio perché troppo lontano da noi, quasi rassicurante. Non sono i sogni collettivi, le potenti allucinazioni olistiche, troppo grandi, troppo serie, troppo tutto…

L’esistenza sembra svanire in un presente circondato dal vuoto di un passato che non può tornare e di un futuro che non esiste. Un duplice nulla: il rimpianto per ciò che è perduto, l’attesa inquieta per l’ignoto.
«Ma a un certo punto, istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno. Allora si sente che qualche cosa è cambiato, il sole non sembra più immobile ma si sposta rapidamente, ahimè, non si fa tempo a fissarlo che già precipita verso il fiume dell'orizzonte, ci si accorge che le nubi non ristagnano più nei golfi azzurri del cielo ma fuggono accavallandosi l'una sull'altra, tanto è il loro affanno; si capisce che il tempo passa e che la strada un giorno dovrà pur finire».
The Road

Ma la vita alla fine riesce a riprendere il sopravvento: ai grandi ideali si sostituiscono i desideri della maturità. Piccole visioni, modesti sogni. Concreti, quasi tangibili certo, ma sogni di vita, nella speranza di un domani migliore o semplicemente diverso. Sogni vissuti giorno per giorno e non procrastinati prima nella mente e rimandati poi nella realtà.
Forse poco ci è dato nella nostra vita, pochi sentimenti profondi e saldi come pietre nel deserto, alcune emozioni intense e rare come isolati picchi montani, ma quel poco ci deve bastare… Il gelo lascia il cuore, sopraggiunge il coraggio di contemplare il profondo dentro di noi e finalmente di ritrarsi.
«Nel sogno c'è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch'è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare».
Ma ora, grazie a Dio, sono sveglio.

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Bibliografia
Dino BuzzatiIl deserto dei Tartari

Immagini
Michal KarczDelusion Fields
Michal Karcz – The Liar
Michal Karcz – The Road

24/01/15

Pensieri al vento - Parte 1

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Hearth and soul, one will burn...
Riflessioni su alcune idee di Karl Popper

Leggere Popper oggi, dopo i recenti fatti di Parigi, dopo l'ennesimo barbaro assassinio dei carnefici dell'ISIS, nel contesto di una crescente allerta verso possibili atti di terrorismo, è affascinante e nello stesso tempo sconcertante…

Alienazione sociale
Siamo in guerra, ammettiamolo! Come dice il Comandante Nebbia, non abbassiamo gli occhi, impariamo a guardare l’oscurità e l’orrore. Una guerra di civiltà, un conflitto fra razionalismo e irrazionalismo che improvvisamente sembra essere diventato il più importante problema intellettuale e morale del nostro tempo.

Da una parte la nostra società-uomo, la «società aperta» come la chiama Popper, dove sono possibili più scelte di valori, più visioni filosofiche del mondo e dell’uomo, più fedi religiose. Una società aperta al maggior numero possibile di idee ed ideali differenti e magari contrastanti: libertà, tolleranza, giustizia, libera ricerca della conoscenza e diritto a diffonderla, libera scelta di valori e di fedi…
Un sistema che si basa sul «razionalismo critico», sulla riflessione e sulla tolleranza. Scrive Popper :«Io posso avere torto e tu puoi avere ragione, ma unendo i nostri sforzi possiamo avvicinarci maggiormente alla verità».

Dall'altra parte una società-stato teocratica che possiamo (o meglio, dobbiamo) considerare «irrazionalista», che genera al minimo un atteggiamento di rassegnazione nei confronti della natura irrazionale degli esseri umani e che porta fatalmente ad un atteggiamento di disprezzo nei confronti della ragione umana, invocando il ricorso alla violenza e alla forza bruta come arbitro supremo in ogni contrasto. Un sistema fondato sull'intolleranza, nella presunzione granitica di essere possessori di una verità assoluta, dell’unico valore e del diritto e del dovere di imporre questa verità e questo valore.

Il razionalismo occidentale vuole realizzare cambiamenti e miglioramenti per mezzo di dibattiti critici e non per mezzo della violenza, con le parole e non con le armi.
L’irrazionalismo islamico ha fini sociali monolitici che uccidono la libertà di pensiero, la libera ricerca della verità e infine la razionalità e la dignità dell’uomo. La teocrazia porta all'intolleranza, porta alle guerre di religione, porta alla peggiore delle dittature, dove la legge è indiscutibile ed immodificabile perché dettata da Dio, dove violare la legge è peccato.
Scrive Popper (e sembra che lo scriva oggi e non nel 1945) :«La società aperta è figlia della consapevolezza della nostra fallibilità e del pluralismo etico. Il totalitarismo è sempre figlio del dogmatismo, esito di presunzioni di conoscenze gnostiche, frutto dell’illusorio possesso di verità che portano alla salvezza e dell’assolutismo dei valori morali, culturali, religiosi».

Certo, la società aperta non è la «società perfetta», ha al suo interno numerosi difetti (di cui abbiamo la piena consapevolezza) e molti fallimenti, ma senza paura di smentite possiamo affermare che noi cittadini dell’Europa Occidentale viviamo nell'ordinamento sociale più giusto e più aperto alle riforme, «il migliore in quanto il più capace di migliorarsi».
L’Occidente è pieno di «profeti del pessimismo», che trovano maree di allievi, ma la nostra epoca è certamente la migliore di cui ci dia testimonianza la storia e la forma di società in cui viviamo è la migliore di cui abbiamo conoscenza.

Sang maux
Ma proprio la tolleranza verso le idee diverse è la nostra debolezza. In guerra non si può essere tolleranti verso il nemico! Il dogmatismo e l’irrazionalismo sono veleni mortali.
E’ la tesi di Popper :«La tolleranza illimitata porterà alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi».
E quindi, in nome della tolleranza, per la difesa della nostra società, affermiamo con forza il diritto di non tollerare gli intolleranti, di considerare un crimine il fanatismo religioso che predica la distruzione, l’incitamento all'intolleranza e alla persecuzione, così come l’incitamento all'assassinio e l’assassinio stesso.

E’ auto-difesa, in protezione della nostra libertà… Da cittadini a cittadini-soldato, forse è proprio arrivato il momento.

Durante l'orazione di commemorazione dei soldati ateniesi caduti dopo il primo anno di guerra contro Sparta, Pericle disse ai suoi concittadini: «La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero... Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo...»


Bibliografia
Comandante Nebbia  I Nemici esistono
Karl Popper – La società aperta e i suoi nemici, Platone totalitario
Karl Popper – La società aperta e i suoi nemici, Hegel e Marx falsi profeti
Karl Popper – Dopo la società aperta
Karl Popper – Alla ricerca di un mondo migliore
Tucidide – L’orazione funebre di Pericle

Fotografie
Emiliano Perani – Alienazione sociale 6
Fabrice Malburet – Sang maux...

08/12/14

A strange and bitter crop

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Riuscirà mai l’umanità a sconfiggere il razzismo?
Il razzismo, in tutte le sue forme (ableismo, antisemitismo, classismo, etnocentrismo, fanatismo religioso, omofobia, sessismo, specismo, xenofobia…), è un sentimento atavico dell’uomo, è la paura del diverso, è il terrore di chiunque abbia una qualsiasi caratteristica non omologa alla nostra. Il razzismo è sempre esistito e, forse, sempre esisterà…
La ragione e l’educazione ci possono aiutare, ma a volte la paura (in condizioni critiche, in situazioni psicologiche particolari, di fronte a violenze…) prende il sopravvento ed ecco che il razzismo ricompare.
Per superare il razzismo occorre sempre valutare prima il singolo uomo che non il gruppo al quale cerchiamo, forzatamente ed arbitrariamente, di ricondurlo. Non si può superare il razzismo affermando che siamo tutti uguali, occorre invece capire la diversità irriducibile del prossimo, che si manifesta nella sua libertà.
Uguali perché diversi ed irriducibili l'uno all'altro.

Ma ci riusciremo mai? Qualche giorno fa ho ascoltato una bella interpretazione di Emma Morton del brano Strange Fruit, scritto da Abel Meeropol e portato al successo da Billie Holiday.
Ecco il testo in inglese ed in italiano, leggetelo mentre ascoltate il brano musicale:


Southern trees bear strange fruit,
blood on the leaves and blood at the root,
black bodies swinging in the southern breeze,
strange fruit hanging from the poplar trees.

Pastoral scene of the gallant south,
the bulging eyes and the twisted mouth,
scent of magnolias, sweet and fresh,
then the sudden smell of burning flesh.

Here is fruit for the crows to pluck,
for the rain to gather, for the wind to suck,
for the sun to rot, for the trees to drop,
here is a strange and bitter crop.



Gli alberi del Sud danno uno strano frutto,
sangue sulle foglie e sangue alle radici,
neri corpi oscillano alla brezza del Sud,
uno strano frutto pende dai pioppi.

Una scena bucolica del valoroso Sud,
gli occhi strabuzzati e le bocche storte,
profumo di magnolie, dolce e fresco,
poi improvviso l’odore di carne bruciata.

Ecco il frutto che i corvi strapperanno,
la pioggia raccoglierà, il vento porterà via,
il sole farà marcire, gli alberi lasceranno cadere,
ecco uno strano ed amaro raccolto.



Era il 1939, negli Stati Uniti impazzava Via col vento, che raccontava al mondo di un’ipotetica pacifica, onesta e rispettosa convivenza della civiltà nera con i padroni bianchi del Sud. Ma erano definite per legge le "Razze" con l’esclusione da tutti i diritti civili delle "razze non caucasiche".

Era il 1939. In Europa la Germania nazista invadeva la Polonia e Hitler intraprendeva così il suo piano di dominio razziale del mondo. In Italia venivano applicate le Leggi Razziali appena promulgate.

Era il 1939. Billie Holiday, allora ventiquattrenne, al Cafè Society di New York, intonava per la prima volta, con la sua inconfondibile voce, Strange Fruit.

E’ il 2014. E' cambiato realmente qualcosa da allora?

PS: scusate per la crudezza della immagini nel filmato ma, come è già stato detto da molti, ascoltando Lady Day si ha l'impressione di stare esattamente ai piedi dell'albero e, aggiungo io, con il cuore greve e gli occhi pieni di lacrime…

27/04/14

Agonismo e Fair Play, una falsa antinomia

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Durante gli studi liceali ho avuto la fortuna di avere come compagno ed amico Paolo Tondina, un ragazzo dalle idee chiare, appassionato di sport e soprattutto di nuoto. Dopo la maturità le nostre strade si sono divise (lui ha seguito i suoi interessi e dopo il diploma ISEF ha percorso una brillante carriera come allenatore di nuoto e pallanuoto) ma ricordo ancora con piacere i lunghi scambi di idee sullo sport, sulla sportività e sull'agonismo che abbiamo avuto.
In questo post riprendo alcune sue idee (grazie Paolo) e le unisco con le mie.


La nostra società contemporanea è "agonistica". La rappresentazione del reale in ogni campo è esaltazione del primato di qualcuno su qualcun altro: la storia è scontro di civiltà e lotta di classe, la politica è vista come eterna campagna elettorale, l’economia si regge sulla concorrenza e la comunicazione sulle gare di ascolti; il lavoro è concepito come prestazione professionale e perfino l’apprendimento è competizione dove raggiungere livelli e sostenere confronti.
Senza voler dare giudizi morali su questa eterna gara, colpisce il paradosso per cui l’agonismo nell'attività sportiva sia a volte avvertito come "scorretto".
Lo sconcertante è che lo sport è per definizione agonismo ed è contraddistinto dai suoi elementi tipici:
  • il confronto competitivo: lo sport nasce come elemento di confronto con un avversario, con le leggi della natura o con sé stessi; nello sport ci sono sempre un traguardo da raggiungere, un elemento fisico da affrontare, un avversario da superare;
  • l'utilizzo di regole: le regole sono lo statuto della disciplina sportiva, il patto senza il quale non esisterebbe lo sport; i bambini giocando stabiliscono ciò che vale e ciò che non vale, strutturando nel gioco, senza saperlo, tutte le caratteristiche di uno sport.
Si pratica uno sport per mantenersi in forma, far crescere armoniosamente il corpo, ritardare l’invecchiamento. Si pratica uno sport per occupare il tempo libero, vincere la noia, stare in compagnia degli amici. Si pratica uno sport per divertirsi, rilassarsi, vincere lo stress e la monotonia.
Ma lo "Sport Agonistico" ha origine in una causa più fondamentale insita nell'animo dell’uomo: l’esigenza, l’aspirazione, la ricerca, il desiderio di realizzazione. E questa ricerca di soddisfazione è squilibrio, lotta, passione, tensione, Agon (αγών) che in greco significa appunto tensione. Ma tensione positiva, perché diretta verso una meta che è realizzazione, compimento, riuscita dell’azione, così come è stata pensata, costruita, cercata nella sua preparazione che è l’allenamento.


Dall'altra parte, tutti oggi in qualche modo si dichiarano "sportivi": chi pratica realmente uno sport, chi fa attività fisica in una qualche sua forma, chi ha interesse nello sport, ma anche chi tifa una squadra e chi non si perde una partita alla tele e persino chi si veste in un certo modo…
Sportività è un termine che contiene un’accezione ben più profonda: lealtà, correttezza, cavalleria… le qualità morali dell’atleta. Dal mondo anglosassone abbiamo ormai mutuato la locuzione "Fair Play" (gioco leale), di cui molti parlano, ma di solito in termini generici e uniformati, spesso senza crederci molto (vedi il fallimento dell’utopico "terzo tempo" nel mondo del calcio professionistico).

Spesso si parla di regole non scritte, pochi sanno che esiste il «Codice europeo di etica sportiva», un documento ufficiale dell’UE il cui principio fondamentale è che le considerazioni etiche insite nel "gioco leale" non sono elementi facoltativi, ma qualcosa d’essenziale in ogni attività sportiva, applicabili a tutti i livelli di abilità ed impegno, dallo sport ricreativo a quello agonistico e che vincolano i governi, gli organismi ufficiali, le organizzazioni e le società sportive, i media, ma anche le singole persone che operano nello sport, sia su base professionistica che su base volontaria, spettatori compresi.

Sportività e Fair Play significano molto di più che giocare nel rispetto delle regole, incorporando i concetti di amicizia , di rispetto degli altri e di spirito sportivo.
Il Fair Play è un modo di pensare, non solo un modo di comportarsi. Esso comprende la lotta contro l’imbroglio, contro le astuzie al limite della regola, la lotta al doping, alla violenza, allo sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità, alla commercializzazione eccessiva e alla corruzione.
Il rispetto del Fair Play presuppone un comportamento personale esemplare; ma anche il non premiare in alcun modo i comportamenti sleali, né chiudere gli occhi su quelli di altri, applicando o chiedendo di applicare sanzioni appropriate contro ogni scorrettezza.
Nel Fair Play è insita quindi una multi-direzionalità completa: la lealtà sportiva deve essere praticata e garantita da tutti i partecipanti: atleti, allenatori, giudici, spettatori; giocare con lealtà, rispettare le regole del gioco, rispettare i compagni di squadra, gli avversari, gli arbitri e gli spettatori, ma pretendere che tutti rispettino questi principi.


Agonismo e Fair Play quindi non in antinomica opposizione, ma entrambi pilastri fondamentali dello Sport, che si realizza appieno nel concetto finalmente sinonimico di "correttezza agonistica", che coniuga la voglia di vincere che contraddistingue ogni atleta con l'ideale di lealtà e di rispetto delle regole e dell'avversario.


01/03/13

La realtà è analogica o digitale?

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Introduzione
Il Foundational Questions Institute (agli indirizzi http://www.fqxi.org/community e https://twitter.com/FQXi) è un’organizzazione indipendente, senza scopo di lucro, gestita da scienziati per sostenere e diffondere la ricerca sulle questioni alla base della fisica e della cosmologia, soprattutto per quelle ricerche fondamentali per una profonda conoscenza della realtà, ma che difficilmente potrebbero essere supportate da fonti tradizionali di finanziamento.
Essenziale per questa organizzazione è anche la divulgazione scientifica e quindi molti dei saggi scritti dai suoi membri sono accessibili e comprensibili da un largo pubblico (si veda per esempio http://web.ncsu.edu/abstract/science/wms-mjolnir/ post scherzoso ma scientifico sul calcolo del peso del martello di Thor). L’unico requisito è la conoscenza della lingua inglese.
Periodicamente l’FQXi lancia concorsi per promuovere discussioni e scambi di idee su argomenti particolari: uno di questi chiedeva a fisici e filosofi di scrivere un saggio in risposta alla domanda «La realtà è analogica o digitale?». Da uno dei saggi migliori (in versione originale all'indirizzo http://www.fqxi.org/data/essay-contest-files/Tong_integers.pdf), scritto da David Tong (docente di fisica teorica all'Università di Cambridge), ho preso i concetti alla base di questo post.


Analogico contro digitale
Si tratta di due modi profondamente differenti di rappresentare la realtà: il primo procede per analogie e processi continui, l’altro in maniera discontinua e attraverso dei segni che vanno interpretati con un codice.
Un esempio semplice sono gli orologi: negli orologi analogici, quelli in cui ci sono delle lancette che si muovono nello spazio, è l’immagine delle lancette sul quadrante a dirci che ore sono, e il tempo appare come un fluire ininterrotto, continuo. Invece negli orologi digitali abbiamo solo dei numeri (segni), e se vogliamo sapere quanto tempo manca a un certo appuntamento dobbiamo compiere un’operazione algebrica (codifica). Il tempo appare in questo caso discontinuo, procedente a scatti.
Un altro esempio quotidiano: l’immagine in un quadro dipinto è analogica, formata da un continuo ininterrotto di colori e sfumature; l’immagine su uno schermo è digitale formata dall'unione di pixel definiti e staccati uno dall'altro.
Ma la natura ultima della realtà è digitale o analogica, discontinua o continua?
Nel primo caso il tempo, lo spazio e ogni entità e processo nello spazio-tempo sarebbero in ultima analisi discreti, formati cioè da entità indivisibili e singolari; l’universo fisico potrebbe essere adeguatamente modellato da valori discreti come i numeri interi.
Nel secondo caso tutta la realtà sarebbe invece continua e la struttura ultima del tempo, dello spazio, della materia e di ogni entità sarebbe divisibile all'infinito  I valori rappresentanti l’universo fisico potrebbero essere allora i numeri reali.


Un antico enigma
Alla fine dell'Ottocento il matematico tedesco Leopold Kronecker affermò: «Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell'uomo».
II dibattito tra digitale e analogico è uno dei più antichi della filosofia e della fisica. Dove Democrito e gli atomisti vedevano la realtà come discreta, altri filosofi greci come Platone e Aristotele la consideravano continua. Ai tempi di Isaac Newton i filosofi naturali erano divisi tra teorie particellari (discrete) e ondulatorie (continue). All'epoca di Kronecker i difensori dell'atomismo, tra cui John Dalton, James Clerk Maxwell e Ludwig Boltzmann, riuscirono a ricavare le leggi della chimica, della termodinamica e dei gas. Ma molti scienziati continuavano a non essere convinti, facendo notare che le leggi della fisica si riferiscono solo a grandezze continue, come l'energia, il campo elettrico e il campo magnetico. Max Planck, che in seguito avrebbe fondato la meccanica quantistica, affermò del 1882: «Nonostante il grande successo riscosso finora dalla teoria atomica, prima o poi la si dovrà abbandonare a favore dell'ipotesi della materia continua».
Tra i fisici di oggi è sempre più diffusa l’opinione che la natura sia in definitiva discreta, che i costituenti ultimi della materia e dello spazio-tempo si possano contare a uno a uno. Molti fisici sono arrivati a pensare che il mondo naturale sia come un enorme computer descritto da bit discreti di informazione e in cui le leggi fisiche sono un algoritmo, un po' come la pioggia digitale verde che Neo vede alla fine di Matrix.
Ma le leggi della fisica funzionano davvero così? Altri scienziati ritengono invece che la realtà sia in definitiva analogica e non digitale. In questa visione il mondo è un autentico continuum. Per quanto lo si guardi da vicino, non si troveranno costituenti indivisibili. Le grandezze fisiche non sarebbero allora numeri interi, ma reali: numeri «continui», con un numero infinito di cifre dopo la virgola. Gli appassionati di Matrix rimarrebbero in questo caso delusi nel sapere che le leggi fisiche hanno proprietà che nessuno può simulare al computer, per quanto potente questo possa essere.


Il quanto non quantistico
All'inizio del Novecento la meccanica quantistica ha definitivamente trasformato il dibattito digitale-analogico. Nel 1925 Erwin Schrödinger sviluppò un approccio alla teoria quantistica basato sull'idea di onda. L'equazione che formulò per descrivere come evolvono queste onde contiene solo grandezze continue e nessun intero. Eppure quando risolviamo l'equazione di Schrödinger per uno specifico sistema avviene una piccola magia matematica: compaiono dei numeri interi! Consideriamo per esempio l'atomo di idrogeno: l'elettrone orbita attorno al protone a distanze precise. Queste orbite fisse corrispondono alle soluzioni dell’equazione d’onda per numeri quantici pari a 1, 2, 3… L'atomo è analogo a un organo a canne, che produce una serie discreta di note anche se il movimento dell'aria è continuo.
Riformulando la frase di Kronecker si potrebbe allora affermare: «Dio ha creato il continuo, tutto il resto è opera dell'equazione di Schrödinger».
In altre parole, gli interi non sono i termini iniziali della teoria, sono il risultato finale. In questa visione delle cose il termine «meccanica quantistica» è fuorviante. In profondità questa teoria non è quantistica e i fenomeni descritti dalla teoria plasmano il discreto a partire dal continuo sottostante. I costituenti della natura non sono le particelle come l'elettrone, i quark o il bosone di Higgs, ma i campi, oggetti continui e fluidi distribuiti nello spazio: il campo elettro-magnetico, il campo nucleare forte, il campo di Higgs e così via. Gli oggetti che chiamiamo particelle fondamentali non sono altro che increspature di campi continui.


Il campo quantistico
Anche se le teorie oggi più accettate (la meccanica quantistica ed il modello standard) ipotizzano che la realtà sia continua, molti fisici ritengono che al di sotto del continuo ci sia una realtà discreta, un po’ come l'acqua in un bicchiere che appare indifferenziata e continua su scala macroscopica e solo se osservata molto più da vicino mostra i suoi costituenti atomici.
È possibile che un meccanismo del genere si trovi al cuore della fisica? Forse, se guardassimo a un livello più profondo, i campi quantistici continui del modello standard o addirittura lo stesso spazio-tempo rivelerebbero una struttura discreta soggiacente, così come si suppone nella teoria delle stringhe: gli elementi essenziali, gli oggetti fondamentali mono-dimensionali. Viste da vicino, tutte le grandezze continue sarebbero allora discrete, distribuite su una griglia fittissima che da l'illusione del continuo, come i pixel di uno schermo per computer.


Conclusione?
E allora, la realtà è analogica o digitale? Non conosciamo la risposta a questa domanda e forse in definitiva ha ragione Johann Wolfgang Goethe: «Tutto è più semplice di quanto si possa pensare e allo stesso tempo più complicato di quanto si possa capire»…


21/07/12

Non importa quale sia la meta...

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Non importa quale sia la meta...
Tre persone erano al lavoro in un cantiere. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse.
«Spacco pietre» rispose il primo.
«Mi guadagno da vivere» rispose il secondo.
«Partecipo alla costruzione di una cattedrale» disse il terzo.

19 luglio 2012. Ho camminato tutto il giorno sul sentiero delle Orobie. Adesso è sera e sono seduto su un sasso sotto lo Zuccone Campelli; non c’è la luna e guardando il cielo a sud sono ben visibili le stelle del Triangolo Estivo, Altair l’aquila che vola alta nel cielo, Deneb il maestoso cigno e Vega l’aquila che attacca in picchiata, tre delle “nostre” stelle...
Penso alla nostra squadra, agli All Stars, e mi ritornano alla mente le discussioni durante il debriefing, i propositi di miglioramento che alcuni di noi hanno pronunciato per il prossimo anno, la strada tracciata dal Coach, le resistenze. Ripenso ai miei dubbi chiaramente palesati e alle possibili perplessità di altri forse non totalmente espresse... e come fil rouge quella frase di Paulo Coelho, citata in vari modi, consci o inconsapevoli, da me, Davide, Sara, Laura :«non è importante la meta, ma il cammino», come dice Sara :«è il percorso, con tutte le sue difficoltà, che dà valore all’obiettivo finale».

20 luglio 2012. Sono finalmente a casa, l’orso si è saziato. E’ sera e ho voglia di riordinare le idee e i pensieri degli ultimi giorni.
«Dobbiamo diventare una squadra» ha detto Pat. Una vera squadra!
La sfida è per tutti noi, contro i nostri limiti e i nostri difetti, nella ricerca di motivazioni concrete, anche comportamentali e morali.
Dobbiamo tutti sentirci parte di questo progetto: il cammino saranno gli allenamenti, seri, costanti e attenti, il percorso che ci insegnerà la maniera migliore di arrivare e ci arricchirà mentre lo percorriamo; la meta sarà il confronto con la squadra avversaria, per vincere se possibile, ma sicuramente per provarci con tutte le nostre forze. E la prima concretizzazione dello spirito di squadra sarà il rispetto del ruolo del Coach, delle sue idee e delle sue scelte.

E quindi:

NON VOGLIO RESISTERE

all’idea di poter migliorare, sempre, a qualsiasi età, imparando, crescendo e infine, a volte, insegnando, cercando con impegno ed entusiasmo di fare ciò che faccio nel migliore dei modi possibili. «Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare, per imparare come farlo». (Pablo Picasso)

alla volontà di pormi obiettivi, lavorare duro per raggiungerli e poi pormene dei nuovi e così via, giorno dopo giorno, anno dopo anno. «Il più grande pericolo per noi non è che miriamo troppo in alto e non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo ma che miriamo troppo in basso e lo raggiungiamo». (Michelangelo Buonarroti)

al cambiamento, al rinnovamento, alla voglia di provare nuove esperienze e imparare nuovi metodi, diventando parte attiva del cambiamento e non passivo spettatore. «Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare». (Winston Churchill)

alla necessità di intuire, analizzare, capire e trovare una soluzione; alla libertà di sognare, immaginare, fantasticare e desiderare ardentemente. «La logica vi porterà da A a B. L'immaginazione vi porterà dappertutto». (Albert Einstein)

DEVO RESISTERE

alla paura di essere inadeguato, di non riuscire, di sbagliare, al dubbio di essere sulla strada sbagliata, al posto sbagliato, nel momento sbagliato. «Vola solo chi osa farlo». (Luis Sepulveda)

alla tentazione di giudicare gli altri ed essere indulgente con me stesso, di andare sulla facile strada della discolpa e dello scarico di responsabilità, mantenendo anzi il rispetto per l’impegno, rimanendo concentrato e dando il massimo in ogni momento per il risultato dell’intera squadra. «Grande Spirito, aiutami a non giudicare un altro, se prima non ho camminato nei suoi mocassini per due settimane». (antico detto Sioux )

alla voglia di darmi per vinto, di mollare, di non provarci fino in fondo e con tutte le mie forze, ma trovando la motivazione a non mollare mai, neppure nei momenti più difficili. «Prima dobbiamo credere di poter vincere, poi dobbiamo volerlo fino in fondo, dopodiché non ci resta che combattere». (Napoleone Bonaparte)

all’ostinazione di non ascoltare, alla facile scelta di chiudere le orecchie e la mente, prestando invece attenzione a chi ha qualcosa da dire e da insegnare. «La mente è come il paracadute, funziona solo quando è aperta». (Albert Einstein)

VOGLIO ESSERE IL TERZO UOMO...

«Allo sport non interessa chi sei, allo sport non interessa come sei, allo sport non interessa da dove vieni, allo sport interessa una cosa soltanto…che sei qui, adesso, per vincere o provarci fino in fondo». (slogan della Giornata Nazionale 2012 dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)


PS: la foto pubblicata, dal titolo «Non importa quale sia la meta...», è di Claudio Lanfranconi.

14/10/11

Brain Training #8: le Stelle alla fine dell’Universo

18 commenti
Diario di bordo del comandante, data astrale 11000.91
Oggi è un gran giorno per l’umanità. L’astronave All Stars Trek, il primo mezzo costruito dall’uomo equipaggiato degli straordinari motori a trans-curvatura, parte finalmente all’esplorazione dell’Universo.
Questa tecnologia, usata fino ad oggi solo dagli odiati Borg, utilizza sistemi di emissione di tachioni per aprire varchi attraverso il sub-spazio, creando così tunnel cosmici stabili nella struttura stessa dello spazio-tempo. La nostra nave, viaggiando all’interno di questi tunnel, potrà avvicinarsi al limite teorico di Eugene Szeb: la curvatura 10, la velocità infinita!!
Lo scopo di questo viaggio è di arrivare ai limiti ultimi dell’universo: i nostri scienziati sono persuasi che l’Universo sia finito e sferico ed hanno calcolato che, procedendo radialmente, la distanza che dovremo percorrere sarà di 10 miliardi di anni luce… Forse noi non vedremo l’incommensurabile spettacolo delle Colonne d’Ercole dell’Universo, ma i nostri figli sì!

Diario di bordo del comandante, data astrale 11003.65
Siamo fuori dal sistema solare, finalmente attiveremo i motori a trans-curvatura.
L’equipaggio della nave è formato da 20 prodi esploratori, guidati da me, Comandante Pat Kirk. Gli ufficiali superiori assegnati a questa missione sono il Capitano Max Spock primo ufficiale e ufficiale scientifico, il Capitano Luc Scott secondo ufficiale ed ingegnere capo, il Tenente Chiara Bones McCoy primo ufficiale medico, il Capitano Rocco Sulu timoniere e ufficiale tattico, il tenente Sara Uhura ufficiale alle telecomunicazioni ed il Guardiamarina David Checov navigatore e ufficiale alle armi. I migliori elementi della Flotta Astrale: o riusciremo o periremo nel tentativo immane che ci attende!!

Scena principale: ponte di comando della nave spaziale All Stars Trek

Comandante PatA tutto l’equipaggio, prepararsi alla velocità trans-curvatura. Signor Rocco, stato di Allarme Giallo».

Rocco SuluAllarme giallo attivato, le diagnostiche automatiche di livello 4 stanno monitorando l’intera nave. Mi sovviene ora che una volta, tanti anni fa, era una notte fredda e tempestosa, sulla Terra in un locale chiamato Klax…»

Comandante PatROCCO, NON E’ IL MOMENTO PER LE SUE STORIELLE!! Luc, come va in Sala Macchine?»

Luc ScottyBobine di campo attivate e perfettamente funzionanti, nucleo di curvatura stabile. Tutta l’energia disponibile è convogliata alle gondole di curvatura. Capitano, c’è solo un problema: mi è venuta fame…»

Comandante PatLUC, TRATTIENI IL TUO METABOLISMO! Signor Dav, tracci la rotta, sempre dritto, fino alla fine del mondo!»

Dav ChecovAgli ordini Capitano. Vorrei però precisare che la frase “fino alla fine” è ridondante e didascalica. Inoltre vorrei sottolineare come l’aggettivo “dritto” sia riferito al sostantivo “rotta” e quindi…»

Sara UhuraCapitano, ho dei problemi di sincronizzazione della trasmissione dati... Mi sono connessa sulla rete sub-spaziale della Federazione, ma il computer a criceti sta rallentando, forse potrei attivare il processore a carbonella…»

Comandante PatPUTAIN!! SILENZIO!! (Chissà perché le esclamazioni mi vengono meglio in francese…) Basta ora: attivare i motori a curvatura».

Max SpockVelocità curvatura attivata ed in crescita: 2, 4, 8…9….9,6! Siamo al limite massimo della propulsione curvatura, stiamo viaggiando a 1909 volte la velocità della luce. Di questo passo raggiungeremo la fine dell’universo esattamente fra 5.238.344,68308015 anni terrestri, che in anni vulcaniani…»

Comandante PatSì, sì, signor Max poi ce lo dirà, ma ora direi di attivare il generatore di tachioni e passare alla propulsione trans-curvatura, che ne dice?»

Max SpockLogico Capitano, logico…Trans-curvatura attiva, il fascio di tachioni è sincronizzato e perfettamente in risonanza».

Chiara BonesIncredibile Pat, velocità curvatura 9,999999. Non so quanto sia ma farei fatica anch’io a tenere questo passo».

Max SpockCapitano, usando la formula da me messa a punto, ho calcolato che stiamo procedendo ad una velocità pari ad 1 miliardo di volte quella della luce. Arriveremo alla meta fra esattamente…»

Comandante PatCi arriviamo anche noi Max. Fra soli 10 anni saremo i primi uomini a contemplare l’abisso del nulla. Gloriosi giorni ci aspettano!!»

Diario di bordo del comandante, data astrale 12020.09
Una terribile scoperta ha funestato il nostro viaggio… Da accurate misurazione del nostro ufficiale scientifico risulta che, ad un anno esatto dalla nostra partenza, il raggio dell’Universo è istantaneamente aumentato di 10 miliardi di anni luce! L’Universo stesso ha ora un raggio di 20 miliardi di anni luce!!
Dopo notti insonni di misurazioni e calcoli i miei ufficiali hanno verificato che, durante l’espansione istantanea dell’Universo, la nostra nave è stata trascinata in avanti insieme allo spazio stesso.
In pratica, dopo un anno di viaggio avevamo percorso un miliardo di anni luce e ce ne mancavano 9 miliardi. Poi l’universo si è espanso fino a un raggio di 20 miliardi di anni luce e la nave si è ritrovata a 2 miliardi di anni luce dal punto di partenza e con 18 miliardi di anni luce da percorrere.
Quale entità malvagia ha agito per causare questo cataclisma cosmico…I Klingon? O forse i famigerati Gatti?? O semplicemente l’uomo non è destinato a raggiungere un limite che è proibito ed inaccessibile all’uomo stesso?

Intermezzo: sala mensa della nave spaziale All Stars Trek

SaraChe nostalgia della Terra… Mi manca l’aria, l’acqua, il sole… il VOLLEY!! Ti ricordi Luc del torneo di Space Volley che abbiamo giocato alla Base Spaziale del Bruno prima di partire per questa avventura?»

LucCerto che mi ricordo! Tu giocavi nell’AVIS (N.d.R. Associazione Volontari Interplanetari Sangue), mentre io, da buon Capitano, era alla testa degli All Stars. E ti ricordi cosa è successo durante la nostra sfida? Alcuni uccellini colorati si sono posati sulla rete ed hanno costretto Max Spock che faceva l’arbitro (Miiii che pignolo!!) a sospendere la partita».

SaraSì, tu eri in battuta, mentre io ero in ricezione. Ma quanti erano gli uccellini? Io ricordo solo che erano gialli, rossi e blu e che il primo era giallo e ce n’era uno blu fra due gialli».

Luc E come erano disposti? Io ricordo che il secondo era rosso e che c’erano solo due blu. Inoltre solo uno dei due uccellini blu aveva a fianco un uccellino rosso…»

Diario di bordo del comandante, data astrale 13011.87
E’ successo nuovamente. Dopo il secondo anno di volo l’Universo è un'altra volta aumentato di dimensioni ed il suo raggio è cresciuto di altri 10 miliardi di anni luce.
Quest’ultimo anno abbiamo viaggiato per un altro miliardo di anni luce ed eravamo a 3 miliardi dalla Terra e con ancora 17 miliardi da percorrere. Ma l’universo si è espanso fino ad un raggio di 30 miliardi di anni luce, la nave si è ritrovata a 4,5 miliardi di anni luce dalla Terra e a 25,5 miliardi di anni luce dalla meta.
Ma la distanza da percorrere è in aumento!! NON RAGGIUNGEREMO MAI IL NOSTRO SOGNO!! MERDE!! (ecco mi è di nuovo scappato il francese…)
Non riusciremo mai a completare la nostra missione, noi vivremo, i nostri figli e le generazioni future vivranno, senza uno scopo, inutilmente…

Diario personale del Primo Ufficiale, data astrale 13012.10
Umani, umani!! Impulsivi e illogici, irrazionali e incoerenti….
La situazione va affrontata logicamente, scientificamente… Forse se provassimo ad accoppiare la griglia di derivazione sub-spaziale con il convertitore di induzione fotonica potremmo… O forse basterebbe rimodulare il flusso tachionico attraverso un oscillatore quantizzato…
No!! Anche io sbaglio! Non sarà la tecnologia che risolverà il nostro problema ma la scienza pura, la matematica! Devo ragionare, ragionare… PER VULCANO! Ma ci troviamo di fronte ad una progressione armonica! Arriveremo, arriveremo… La soluzione è negli armonici!!

Diario personale del Primo Ufficiale Medico, data astrale 13012.33
Come siamo stati arroganti! Abbiamo avuto l'impressione di possedere l'intera creazione e abbiamo ritenuto di poter capire e spiegare ogni cosa. Abbiamo riposto tutte le nostre speranze nel progresso scientifico e abbiamo sviluppato una mentalità da cui il sentimento religioso è progressivamente scomparso…Non arriveremo mai alla fine dell’Universo semplicemente perché NON SIAMO STATI CREATI PER QUESTO SCOPO!!
Esiste una realtà che ci sovrasta, una Coscienza che tutto comprende e di cui la nostra è per qualche ragione solo un riflesso che aspetta di ritornare alla fonte…

31/05/11

Il rischio zero non esiste...

4 commenti
Il rischio zero non esiste”... chi ha pratica di valutazioni di rischio conosce bene questa frase, che nasconde una considerazione importante “quale è il livello di rischio accettabile?” o in altre parole quale rischio siamo disposti a tollerare e quindi a correre?

Partiamo dalle basi: cosa si intende per rischio? Prendiamo un esempio pratico: una persona percorre tutti i giorni in auto 20 km per andare al lavoro. Esiste una probabilità non nulla di avere un incidente, che dipende da fattori esterni (orario in cui si viaggia, condizioni del traffico, tipo di strada...) e fattori umani (stile di guida, stato del guidatore, attenzione...).
C’è poi da considerare il livello di gravità delle conseguenze dell’incidente, dipendente anche questa volta da fattori esterni (equipaggiamento di sicurezza dell’auto, tipo di veicolo...) e umani (uso della cintura di sicurezza, velocità tenuta...).
La combinazione della probabilità e della gravità genera il livello di rischio: più sono alte probabilità e gravità, tanto più alto è il rischio.

Per ridurre il rischio è quindi necessario ridurre la probabilità (migliorando i sistemi di sicurezza, rendendo più efficaci gli impianti, riducendo le incidenze dei guasti accidentali...) o la gravità (sistemi di contenimento e di protezione più efficienti...).
In qualsiasi attività umana, in qualsiasi cosa facciamo, vi è un rischio: la cosa importante è che sia minimo. Anche lo stare sdraiati a letto ci espone a rischi (terremoto, caduta di meteorite...), naturalmente ridottissimi ma non nulli.

Tutta questa introduzione per parlare di centrali nucleari: è evidente a tutti che gli scenari incidentali possono essere in questo caso gravissimi (Chernobyl e Fukushima ce lo dimostrano). La probabilità di accadimento è spacciata come bassissima, con un conseguente rischio incidentale accettabile.

Ma è veramente così? Due incidenti di livello 7 (il massimo) in 25 anni, considerando circa 500 centrali nucleari operative nel mondo, ci dà una probabilità per una data centrale di 1 evento ogni 250 anni, probabilità bassa ma certamente non trascurabile (per confronto, se viaggiassimo in aereo tutti i giorni, avremmo la probabilità di un incidente mortale ogni 5000 anni!!).

Il vero limite della tecnica della valutazione dei rischi è la quantificazione della probabilità dell’errore umano. E’ relativamente facile, dati statistici alla mano, valutare l’efficienza di una macchina, è arduo valutare invece l’affidabilità dell’uomo.


Prendiamo per esempio il caso di Chernobyl: l’incidente più grave nella storia delle centrali nucleari è stato causato da una serie impressionante di coincidenze ed errori.
Il reattore nucleare di Chernobyl era formato da uno scheletro portante di grafite (con la funzione di rallentare i neutroni veloci emessi dal materiale radioattivo e promuovere quindi la fissione nucleare): in esso erano alloggiate le barre del combustibile nucleare. Il calore generato dalla fissione dell’uranio era asportato da acqua che scorreva in tubi di zirconio (metallo particolarmente resistente alla corrosione). Il vapore d’acqua generato durante lo scambio termico metteva in movimento delle turbine che generavano infine energia elettrica. La reazione nucleare era mantenuta sotto controllo da 200 barre di boro, elemento che assorbe e blocca i neutroni arrestando la fissione nucleare (variando il numero di barre infilate nel reattore si variava la potenza generata).

L’incidente è avvenuto durante una prova decisa dalla direzione della centrale. L’impianto aveva infatti un difetto costruttivo: in caso di blackout elettrico le pompe dell’acqua di raffreddamento si fermavano per circa 30 secondi, prima dell’intervento dei gruppi elettrogeni d’emergenza, creando una situazione difficile da gestire. I responsabili della centrale volevano provare ad usare direttamente l’energia elettrica generata dalle turbine per alimentare le pompe dell’acqua.

Potete trovare una descrizione approfondita della sequenza completa che ha portato all’incidente a questi link Wikipedia: il disastro di Chernobyl e Fisicamente: Chernobyl

In sintesi però ecco la serie di errori che ha portato al disastro:
  • 1° errore: il test programmato alle ore 8AM del 25 aprile 1986 si svolse poi (per una richiesta non preventivata di energia elettrica) alle 01AM del 26 aprile. Invece di avere la presenza di tutto il personale tecnico della centrale, era presente al test solo il personale del turno di notte, ridotto e non ben informato sul test stesso.
  • 2° errore: il raffreddamento di emergenza fu scollegato per impedire il suo intervento e rendere la prova più “reale”. Una grave sottovalutazione del rischio.
  • 3° errore: per ridurre il rischio si pensò di condurre la prova mantenendo il reattore alla potenza minima, anche se questo era vietato dal manuale operativo: infatti alle basse potenze si innesca una reazione secondaria che genera Xenon-135, un isotopo che fa aumentare notevolmente l’assorbimento di neutroni, facendo crollare ulteriormente la potenza generata e creando un effetto di mascheramento della reale reattività del nucleo. Nessun del personale tecnico della centrale conosceva questo fatto.
  • 4° errore: per cercare di fare risalire la potenza del reattore, scesa troppo a causa della produzione di Xenon-135, si estrassero quasi tutte le barre di controllo di boro, superando il limite minimo di 30 barre: una grave violazione delle norme di sicurezza.
  • 5° errore: il calo eccessivo della potenza fece scendere così tanto la temperatura dell’acqua da portare quasi al blocco delle turbine per mancanza di vapore: per continuare la prova si decise quindi di disattivare tutti i sistemi di blocco automatico del reattore che sarebbero potuti intervenire ed evitare l’incidente. Troppa sicurezza in sé stessi e negazione del rischio.
Alle 01:23:04 il capo turno tolse l’alimentazione elettrica alle pompe di raffreddamento e cercò di alimentarle con l’energia della turbina. La portata di acqua diminuì drasticamente (ed il raffreddamento d’emergenza, disattivato, non poté intervenire). La sequenza degli eventi fu allora molto rapida:
  • la temperatura del nocciolo cominciò a salire rapidamente;
  • l’acqua di raffreddamento cominciò a vaporizzare, riducendo ancora la quantità di calore asportato;
  • la temperatura del nocciolo salì ancora e avviò la reazione di fissione dello Xeno-135, che creò energia e causò un aumento enorme della quantità di neutroni disponibili per attivare altre fissioni nucleari;
  • alle 01:23:40 gli allarmi di alta temperatura suonarono nella sala controllo e gli operatori avviarono la procedura d'emergenza di spegnimento che prevedeva l’inserimento di tutte le barre di boro nel reattore;
  • le barre non scesero! La temperatura all’interno del reattore era infatti così alta da aver fuso i tubi di zirconio e le barre di uranio: i canali di immissione delle barre erano deformati ed inservibili;
  • alle 01:23:47 la potenza generata dal reattore raggiunse un valore pari a 10 volte la potenza nominale: la reazione fra acqua e zirconio ad alta temperatura generò una grande bolla di idrogeno che a contatto con la grafite incandescente esplose, facendo saltare la piastra superiore del reattore (una enorme “tappo” di acciaio e cemento del peso di circa 1000 tonnellate). Il nocciolo era scoperto, l’incidente di Chernobyl era accaduto!

Quale è il limite del rischio che ognuno di noi è disposto ad accettare? Il rischio zero non esiste e questo vale tanto più per le centrali nucleari.
E l’uomo con le sue debolezze ed i suoi errori sarà sempre l’anello debole della catena...

PS: grazie a Marco e a Rocco per avermi ricordato l'argomento ;-)

22/01/11

La saggezza e il futuro

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"Non chiamare stolto nessuno tra noi, giacché in verità noi non siamo né saggi né stolti. Siamo verdi foglie sull'albero della vita e la vita stessa è al di là della saggezza e, certo, al di là della stoltezza" (Khalil Gibran).

Maturità, equilibrio interiore, saggezza...

Verso la fine della mia adolescenza sono stato proiettato nell'età adulta da un evento tragico e da allora mi domando continuamente quale sia il modo migliore per crescere ed affrontare il mondo... e dopo quasi 50 anni di vita sono purtroppo ancora lontano dalla risposta definitiva.

La maturità e la saggezza non derivano dall'età, prescindono da essa e inoltre dipendono fortemente dal contesto e dalle esperienze fatte: i nostri amici più giovani, i nostri figli (e questo lo sto vivendo intensamente) possono essere più maturi e saggi di noi in particolari situazioni, semplicemente perché le hanno già vissute, imparando così ad affrontarle.

L'uomo è un animale sociale ed il rapporto con gli altri è alla base stessa del senso della nostra esistenza: l'essere umano si sente realizzato quando, nel rispetto delle regole e delle leggi che si è imposto di rispettare (siano esse naturali, religiose o civili), diventa consapevole di avere un ruolo ben definito all'interno della società. Questo genera stimoli positivi, motivazione, autostima, equilibrio, serenità... in poche parole "maturità".

Come si diventa maturi? Sicuramente è necessario "vivere", passare attraverso esperienze diverse, sempre e comunque nel rispetto delle proprie convinzioni, fare i propri errori ed imparare da questi.

Una cosa che ho appreso nella mia vita è di non aver paura di sbagliare. Tutti abbiamo il diritto di sbagliare, senza temere il giudizio degli altri, ma traendone invece insegnamento ed indicazione per progredire.
Non c'è nulla di "sbagliato" nello sbagliare. Certo è fastidioso, a volte imbarazzante, ma tremendamente importante per la nostra crescita, per la nostra maturità, per arrivare infine alla nostra "saggezza".
E' però fondamentale usare l'errore e soprattutto il giudizio, le reazioni e le opinioni degli altri come strumento di crescita: ciò non è assolutamente facile, a volte ci imbarazza o anche ci ferisce, ma ci consente di modificare le nostre idee, di migliorare i nostri atteggiamenti, di imparare a gestire meglio le nostre reazioni e le nostre emozioni, di trasformare l'esperienza negativa in feedback positivo. Ma chi è l'uomo saggio? Io credo che si possa definire saggio chi ha imparato ad affrontare gli imprevisti, ad assorbire le frustrazioni e a metabolizzare le sofferenze che la vita ci assegna, mantenendo l'autocontrollo e recuperando velocemente il proprio equilibrio interiore. La saggezza può essere allora vista come la capacità di armonizzare (attenzione, non di reprimere!) i propri sentimenti e le proprie emozioni, di gestire energie fisiche e mentali e di ottimizzare il rapporto con gli altri.
Chi di noi (soprattutto le persone più emotive come me) non si è mai rammaricato per aver agito troppo impulsivamente o per essersi esageratamente innervosito? "Autocontrollo, chi era costui?"

Non sono certo la persona più competente in materia (sigh), ma penso che saggio sia colui che riesce, di volta in volta, con l'aiuto dell'esperienza e della logica, a misurare e tarare le proprie emozioni in base alla reale intensità dello stimolo ricevuto: quindi non sempre esternare violentemente ("esplodere") o reprimere internamente ("implodere"), ma trovare sempre la giusta via ed il giusto compromesso.

Ma com'è difficile!!! Il bambino che è in me lotta con l'uomo, la logica combatte con le emozioni... ma è poi così sbagliato restare un poco bambini?

"La saggezza non è più saggezza quando diviene troppo orgogliosa per piangere, troppo austera per ridere e troppo piena di sé per cercare altro che sé stessa" (Khalil Gibran).

Avevo bisogno di esternare le mie emozioni e sensazioni dopo una settimana veramente difficile e ho deciso di scrivere sul Blog, cercando di comunicare quello che mi passa per la testa in questa notte di fine inverno... un post "catartico", che sia l'inizio di una nuova serie?

PS: la foto pubblicata in questo post , dal titolo "Stati d'animo: la saggezza e il futuro", è di Carlo Atzori

10/12/10

La soluzione del B.T. #5

6 commenti
Dopo un bel po’ di tempo, ecco la qua! La soluzione del BT5!

Il BT5 o come rimettere il blog “on tracks”.

Per la piccola storia, questo BT e’ nato un mercoledi’ pomeriggio quando, giocando con i miei soliti software, sono stato sorpreso dal messaggio che mi dava il programma.

Devo aggiungere che quella giornata era una giornataccia e che mi prendevo la testa su questo problema da parecchio tempo. Quindi quando ho visto quel log li’, qualcosa si e’ fuso la su (una volta di piu’ direi…) e ho pensato a farne un BT.

Purtroppo, gli utenti di Microsoft sono abituati a queste cose. Basta fare la copia di un gruppo di file un po’ pesante e Windows parte in tilt con la tempistica. Fa parte del suo “charme”…

Come scritto nel BT, non mi aspettavo ad una soluzione, perche’ non penso che ne esisti una. Ovvero, con i dati che abbiamo e difficile di avere LA soluzione. Avremmo bisogno di sapere il numero’ di core del processori, sapere se il tool o se l’architettura permette il calcolo in paralello dei dati sullo stesso core o ancore meglio su piu’ processori. Poi i settaggi per sapere quanto tempo e’ dedicato per ogni “job”, quanti job c’erano su quella macchina e con che priorita’. Come si puo’ vedere, ne mancano dei dati e non parlo neanche della parte software e degli algoritmi usati… Si tratta di risoluzione di matrice M*N su cui sono fatti molti operazione: inversioni, moltiplicazioni, ecc, ecc.

No, non era quello lo scopo vero, lo scopo era di lasciare i vostri cervelli andare e trovare le risposte le piu’ strane, divertenti, scientifiche, metafisiche, relativi al mondo di ogni giorno, ai film visti, ai libri letti... Lasciare lavorare il cervello, fare un brainstorming e lasciare scrivere la mano da sola. Un po’ quello che mi e’ successo quel giorno.

Una cosa sicura, abbiamo avuto dei approcci completamente diversi e come si dice nelle mia parte "Sakebon!". Risposte oniriche, risposte scientifiche basate su teorie fisiche, informatiche o matematiche, collegate alla vita del nostro gruppo… Un piacere da leggere.

Per rispondere a Davide, direi che per evitare quello che mostri nella tua risposta, ho preso l’esempio per 10 e 15% per non tenere conto degli “effetti dei lati” dovuti a come dici tu le fase iniziale e finale. A 10%, il software dovrebbe essere in uno stato stabile perche’ e’ gia’ in possessione della RAM che necessita. Poi, deve aspettare il suo tempo di calcolo sul processore pero’ fa gia’ parte dell’ambiente della macchina.

Per rispondere a Max, non entro nella problematica infinita della risoluzione dei problemi NP-Completi. Anche se 1 milione di euro ci starebbe bene…

Alla fine, ho letto e riletto le vostre risposte e sempre ho imparato, sorriso, riso. Citazioni, teorie, modo di pensare e di vedere le cose. Cazzatte, cose serie, milioni di euro da vincere, penso che possiamo essere contenti del nuovo lancio del blog.

Ho creato questo BT e in quel giorno mi e' permesso di uscire del mondo e della “routine” che puo’ diventare la vita’ lavorativa. Ho avuto quello che mi aspettavo moltiplicato per mille. Finiro’ questo BT dicendo che questo gruppo, nominato ALL STARS una serata fredda di Novembre e’ veramente … ENORME!!!!

Grazie a tutti!

Adesso il momento atteso da tutti, i punteggi.

Prima di cominciare, direi che siccome non c’e’ una risposta, e’ stato difficile di dare un vuoto. Mi sono basato piu’ sul lato emozionale per dare il vuoto.

Rocco: 3 Punti
Primo ad aver risposto con una delle sue risposte che possono mandare in tilt ogni mente troppo cartesiane. Sempre un piacere di lasciarsi andare con il programma, seguendo le sue peripezie. Mi e’ piaciuto il parallelo con i nostri allenamenti ma una domanda… parlo troppo??

Davide: 2 punto
Il post in cui possiamo vedere il nostro Davide scrivere su tonnellate e tonnellate di carte per sapere se LA+LB+LC fanno L alla fine. E soprattutto per sapere se le percentuale sono a vere. Mode FIGA! UN PO' DI ORDINE! piu’ che on. :-) (ndlr: notifica)

Claudia: 4 punti
Una bellissima interpretazione della teoria di Einstein. Sono riuscito a impararla di nuovo cosi viaggiando nei diversi spazi temporali del nostro universo. E un studio precisissimo della risposta di Davide con la Claudia’ touch, piena di fantasia. Grazie Claudia.

Max: 4 punti
Niente da dire. La classe spinta all’estremo facendo uscire i miei vecchi mostri di scuola (problemi P, NP, NP completi). Sempre un piacere di leggere perche’ imparo tantissimo ogni volta che leggo.

Laura: 3 punti
Non avevo visto il mio problema cosi e vi assicuro che non avevo scelto le lettere. Dovrei studiare la risposta di Laura per provare a metterlo in situazione agli allenamenti.

Luca: -1 punto
Per non avere letto bene il quesito… Peccato. Capitano, stai attento perche' il coach e' cattivissimo. :-)

Pensiero profondo e Alice: 3 punti
Sempre un piacere di leggere PP che ci apporta le sue citazioni ed Alice che per la prima volta credo ha pubblicato su questo blog. Benvenuta Alice.


CLASSIFICA

Ecco la CLASSIFICA aggiornata al 10 Dicembre 2010:

1° MASSIMO = 14 punti

2° CLAUDIA = 11 punti

3° ROCCO = 10 punti

4° DAVIDE = 9 punti

5° LAURA = 7 punti

6° LUCA = 5 punti

7° SARA, PP, ALICE = 3 punti

10 SIMONE = 2 punti

11 GIULIA, SERENA = 1 punto

Adesso, vado a sognare per dilatare il tempo e permettermi di vivere tutto con piu’ tempo.
Spero che questo BT vi sia piaciuto.

Amicalement.
6 Patrice, Coach degli AllStars

10/11/10

Brain Training #5: il mondo parallelo dell'informatica

25 commenti
Ecco un piccolo esercizio per fare lavorare i nostri cervelli. Lasciatevi andare!!

Domanda esistenziale:
Chiedo alla communita’ di persone molto intelligente che si trova su questo blog di aiutarmi a risolvere un problema esistenziale della metafisica delle legge che reggono il tempo nel mondo parallelo dei software.

Un programma P gira su una macchina M.
Per dare informazioni all’utente, P da una percentuale del lavoro effettuato su M, del tempo di lavoro e del tempo che rimane.
A 10%, abbiamo un tempo scaduto assoluto di 29:53 minuti e un tempo che rimane di 04:01:54 ore
A 15%, abbiamo un tempo scaduto assoluto di 45:19 minuti e un tempo che rimane di 03:58:00 ore

Con che legge scientifiche P e’ riuscito a girare 15:26 minuti diminuendo il tempo rimanente di 3:54 minuti?
In che mondo parallelo ha girato P?
P e’ entrato nel suo sogno? (cf Inception)
In che dominio (real, imaginari) ci dobbiamo mettere per risolvere questo problema?

Pronti? Via!!!

Avete una notte…

10/09/10

Lettere dalla Kirghisia

5 commenti
Prima lettera dalla Kirghisia

Cari amici,
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le ferie, ma per caso.
Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un'utopia, ma un bene reale e comune. Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere.
Arrivando in Kirghisia, ho avuto la sensazione di "tornare" in un Paese nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché da sempre sognavo che esistesse. Il mio strano "ritorno" in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente. Per ragioni tecniche, l'aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale.
In ogni settore, pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili...

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la fantasia esiste,
la realta` insiste,
il desiderio persiste!
la fantasia e` il mezzo per realizzare il desiderio

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Lettere dalla Kirghisia / di Silvano Agosti
Prezzo di listino: euro 10,00
Editore: L'immagine
Data uscita: 01/12/2004
Pagine: 144
EAN: 978889012701

12/08/10

La soluzione del B.T. #4

14 commenti
LE SOLUZIONI DEI QUESITI

Il racconto proposto nel Brain Training #4 narra di Cristiano, allenatore e unico titolare della gestione degli allenamenti, e di un gruppo di giocatori degli All Stars Oreno presenti in palestra mercoledì 25 agosto 2010. Nella finzione del racconto Cristiano annuncia, per il mese di settembre, un allenamento senza palla, nel quale verranno svolti solo test atletici. Gli All Stars reagiscono contrariati, con mugugni e malumori. Egli, per evitare che i giocatori disertino in massa l’allenamento senza palla, escogita al volo uno stratagemma.

Le parole esatte di Cristiano, che sono il cuore del Brain Training, sono queste:
“Il mercoledì dei test sarà di sicuro in settembre. Ma voi non saprete in quale mercoledì di settembre ci sarà la lezione senza palla fin quando, quel giorno stesso, qui in palestra, inizieremo appunto con le prove atletiche.”

Due proposizioni riassumono il periodo virgolettato di Cristiano:
(i) In settembre ci sarà un mercoledì dedicato ai test
(ii) Gli All Stars non sapranno quale sarà il mercoledì di settembre dedicato ai test finché questi non avranno inizio
Quesito A - Cristiano si  è contraddetto o no?

Rem tene, verba sequentur” (Catone il Censore – II sec. a.C.)

L’evidenza dei fatti narrati è che mercoledì 15 settembre viene svolto l’allenamento senza palla, cioè la lezione di pallavolo di Cristiano è interamente dedicata allo svolgimento di test atletici. Quindi (i) è vera.

Quando, il 15 settembre, dopo il riscaldamento, Cristiano intima ai ragazzi di non toccare i palloni e di disporsi in maniera tale da poter iniziare i test di atletica, tutti i presenti rimangono sbigottiti. Nessuno degli All Stars aveva previsto, né tantomeno motivato, che i test si sarebbero svolti in quella data. Quindi (ii) è vera.

Siccome sia (i) sia (ii) sono vere, si evince che Cristiano non si è contraddetto.

Quesito B - Cosa c’è di giusto e cosa c’è di sbagliato nell’ultima frase di Max del 25 agosto?

La prendo alla larga…” (Massimo Grillo, quello vero – XXI sec. d.C.)

La frase di Max (quello della narrazione) cui si riferisce il quesito è: “Non possiamo ritenere come vero che faremo i test in un giorno non conosciuto di settembre e da quella premessa dedurre come vero che non li faremo. Siamo noi in contraddizione! Cristiano è una persona seria!”

Questo ragionamento di Max coglie la natura contraddittoria dell’argomento trattato dal Brain Training #4. Per provare ad indagare il paradosso che le parole di Cristiano hanno generato nella discussione fra gli All Stars dobbiamo considerare tre proposizioni. Due le conosciamo già, e in più ce n’è una terza.
(i) In settembre ci sarà un mercoledì dedicato ai test
(ii) Gli All Stars non sapranno quale sarà il mercoledì di settembre dedicato ai test finché questi non avranno inizio.
(iii) Gli All Stars considerano vere sia la (i) sia la (ii).
Se la (iii) è vera, cioè se gli All Stars credono ciecamente alla verità delle parole di Cristiano, allora necessariamente ne risulta una contraddizione, in quanto l’allenamento senza palla logicamente non potrebbe svolgersi, né il 15 settembre, né in nessun altro mercoledì. Questo concetto viene spiegato bene da Chiara (“Se escludiamo il 29, poi il 22 e per lo stesso motivo escludiamo anche il 15 e l’8 e diciamo che li facciamo il 1° settembre, allora va escluso anche il 1°settembre perché, se non lo escludiamo, lo sappiamo già oggi che li faremo il 1° di settembre!” ). In sostanza le parole di Chiara ci dicono che se (iii) è vera, allora (i) e (ii) non possono essere entrambe vere!

Le frasi (i) e (ii) possono essere entrambe vere solo sotto la condizione necessaria che (iii) sia falsa. Se (iii) è falsa, cioè se gli All Stars non considerano vere le parole di Cristiano, esse non sono più in contraddizione. L’allenatore può far fare i test in un qualunque giorno, anche il 29 settembre, senza che si generi alcun paradosso logico. Ed è quello che accade nella narrazione. Gli All Stars, date le conclusioni dei loro ragionamenti, perdono fiducia nei ragionamenti stessi. Non sono più certi che (i) e (ii) siano vere. Quindi, quando Cristiano, il 15 settembre, dà il via ai test atletici, si verifica che (i) e, in particolare, (ii) sono vere entrambe.

Ora, tornando a Max, ripetiamo, egli dice:

Non possiamo ritenere come vero che faremo i test in un giorno non conosciuto di settembre e da quella premessa dedurre come vero che non li faremo. Siamo noi in contraddizione!

Cioè  Max coglie il fatto che (iii) vera implica che o (i) o (ii) sono false. Max evidenzia il fatto che c’è una contraddizione.

Nel racconto, Max, con quella affermazione, incita i compagni di squadra a cogliere la natura fallace delle loro conclusioni. Tuttavia il controsenso logico che si genera non è imputabile a Cristiano (che è una persona seria e che non si contraddice!) e non è imputabile ai ragionamenti di Max, Sara, Claudia, Chiara, Rocco, che sono ragionamenti corretti e coerenti.

La contraddizione logica deriva del fatto che, considerando le tre proposizioni in gioco, una di esse, la (iii), esprime un predicato sulle altre due.

Nella parole di Max c’è del vero nel cogliere la contraddizione. Il suo errore sta nell’attribuire la contraddizione ai ragionamenti degli All Stars, che sono invece formalmente corretti. La contraddizione è originata dalla natura paradossale della trattazione.

Se queste “soluzioni” dei quesiti A e B vi dovessero lasciare perplessi, cari All Stars, sarebbe assolutamente normale. E’ plausibile infatti che la sensibilità di chi legge possa comunque percepire Cristiano in contraddizione o valutare in maniera differente la frase di Max.

Spesso, quando all’interno di un percorso logico si trovano delle autoreferenze, cioè quando un percorso logico cita se stesso, come qui, dove (iii) cita (i) e (ii), si generano dei paradossi. In quanto paradossi, essi non sono risolvibili.

Esiste tutta una letteratura sui paradossi logici. I paradossi più citati sono: il paradosso del mentitore, il paradosso del barbiere, il paradosso dell’esame imprevisto.

Il Brain Training #4 è appunto un adattamento, ambientato nell’universo fantasy dei Brain Training degli All Stars Oreno, del paradosso dell’esame imprevisto. L’adattamento del racconto e la volontà di tradurre nel linguaggio più semplice possibile narrazione e spiegazione sono miei.

La conoscenza del paradosso ed il relativo “tentativo” di soluzione sono tratti da: “Il libro dei paradossi” di Nicholas Falletta. Prendiamo per buone le soluzioni di Falletta, esse sono il risultato di una ricerca che ha tenuto conto delle riflessioni di numerosi filosofi e matematici.

Quod scripsi, scripsi” (Giovanni Evangelista – I sec. d.C.)

Forse esistono soluzioni migliori. Ma una soluzione esauriente, che levi ogni dubbio, purtroppo non esiste.

Quesito C - Quando possiamo fare una dimostrazione pratica, con le torte, del BT#3 ?

Italum Acetum” (Quinto Orazio Flacco – I sec. a.C.)

A completamento di un Brain Training realizzato sì a ricalco dei BT di Massimo, ma con una trattazione certamente non canonica, troviamo infine una domanda apparentemente innocua. Arguzia e mordacità erano invece le chiavi di Volta di questo terzo quesito. L’autore da un lato dava la possibilità di postare una soluzione senza alcuna particolare perizia, ma dall’altro metteva alla prova la volontà del lettore di presentare una soluzione magari semplice, ma gustosa e “non banale”. In quest’ottica, come andrò a ribadire in seguito, la risposta di Massimo è stata assolutamente perfetta.

I PUNTEGGI

Claudia: 4 punti
1 punto per aver risposto al Brain Training di notte, subito, dopo poco più di un’ora dalla sua pubblicazione
2 punti per la mordacità della risposta al quesito C, risposta poi copiata e citata dagli altri solutori
1 punto per il commento personale e per l’immagine degli All Stars che discutono del problema in pizzeria anziché andarsene sconsolati a casa!

Sara: 3 punti
2 punti per aver risposto esattamente al quesito A
1 punto per una risposta parzialmente corretta del quesito B

Luca: 2 punti
2 punti per aver risposto correttamente al quesito A e per l’impegno profuso nel tentativo di analizzare il paradosso, anche se, tuttavia, l’analisi inerente il mercoledì numero (n-2) non è corretta. I mercoledì sono tutti ugualmente paradossali.

Rocco: 3 punti
1 punto per aver risposto correttamente al quesito A e perché l’autore del BT#4 in fondo è un buono, anche qui infatti andrebbe sottolineato che i mercoledì sono tutti paradossali allo stesso modo, non ce n’è uno privilegiato
2 punti per aver risposto correttamente al quesito B, pur senza una corposa argomentazione

Massimo: 10 punti
un po’ Honoris Causa, in quanto padre del Brain Training sul nostro blog, e un po’ con le seguenti motivazioni…
1 punto per aver scritto “La prendo alla larga…” e avermi involontariamente fatto ridere di gusto
2 punti per aver risposto esattamente al quesito A
3 punti per aver risposto esattamente al quesito B e per aver colto con esattezza la natura del paradosso con queste parole:

“Dal punto di vista degli All Stars, considerando Cristiano completamente attendibile, partendo da una affermazione vera (il test verrà fatto e sarà inaspettato), la ritengono logicamente inaccettabile ed arrivano ad una credenza giustificata (in quanto esistono motivi razionali per crederla).
In definitiva il test arriva inaspettato perché gli All Stars hanno dato per scontato (credenza razionale) che non si sarebbe tenuto.”

3 punti per aver risposto alla domanda del quesito C nel modo migliore, con una frase evocativa, pungente e canzonatoria, che qui voglio ripetere:

“Davide, ma come, non ti sei “saziato” con il solo esperimento mentale ?!?”

CLASSIFICA

Ecco la CLASSIFICA aggiornata al 12 Agosto 2010:
1° MASSIMO = 10 punti
2° CLAUDIA, ROCCO, DAVIDE = 7 punti
5° LUCA = 6 punti
6° LAURA = 4 punti
7° SARA = 3 punti
8° SIMONE = 2 punti
9° GIULIA, SERENA = 1 punto

CONCLUSIONE DEL B.T.#4

Ho ideato, scritto e postato questo Brain Training senza avere alcuna conoscenza specifica o professionale dell’argomento. Ho solo trattato qualcosa che mi piaceva, che mi aveva colpito. Mi sono appoggiato su un testo che in modo esauriente mi permettesse di scriverne. Ho cercato nel web pagine che potessero integrare, migliorare o smentire quello che stavo scrivendo. Ho fatto leva sulla mia curiosità e sulla volontà di seguire Max nel tentativo di postare dei quesiti divertenti e stimolanti.

Ma alla fine, poi, tutto è nato da un po’ di fantasia e da un po’ di passione. E io so che ciascuno di voi, cari All Stars, è un intero mondo di passioni! Verooo?