Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

10/11/10

Brain Training #5: il mondo parallelo dell'informatica

Ecco un piccolo esercizio per fare lavorare i nostri cervelli. Lasciatevi andare!!

Domanda esistenziale:
Chiedo alla communita’ di persone molto intelligente che si trova su questo blog di aiutarmi a risolvere un problema esistenziale della metafisica delle legge che reggono il tempo nel mondo parallelo dei software.

Un programma P gira su una macchina M.
Per dare informazioni all’utente, P da una percentuale del lavoro effettuato su M, del tempo di lavoro e del tempo che rimane.
A 10%, abbiamo un tempo scaduto assoluto di 29:53 minuti e un tempo che rimane di 04:01:54 ore
A 15%, abbiamo un tempo scaduto assoluto di 45:19 minuti e un tempo che rimane di 03:58:00 ore

Con che legge scientifiche P e’ riuscito a girare 15:26 minuti diminuendo il tempo rimanente di 3:54 minuti?
In che mondo parallelo ha girato P?
P e’ entrato nel suo sogno? (cf Inception)
In che dominio (real, imaginari) ci dobbiamo mettere per risolvere questo problema?

Pronti? Via!!!

Avete una notte…

25 commenti:

11 Rocco ha detto...

dubbio: la diminuzione del tempo non e` 3:54? inoltre tale diminuzione non dovrebbe corrispondere alla differenza di tempo rimanente (e non di tempo complessivo)?

24 Claudia ha detto...

Un coach training? Enorme!!
Responsabile del nostro allenamento per il fisico, per la tecnica e adesso anche per la mente... Sempre più spietato... Guardate il tempo che ci ha concesso: una notte. Abbiamo creato un mostro!

Io, oltre a dire a Rocco che così il ragionamento prende tutta "un'altra piega", avrei una domanda da fare a Patrice: "ma P sta per Patrice e M per Max" ?

;-P

11 Rocco ha detto...

Per trovare la soluzione e` necessario avventurarsi nei luoghi immaginifici e onirici dell'Intelligenza Artificiale che essendo creata dall'uomo non si discosta poi molto dalla Mente Umana...

Infatti e` un classico caso di dilatazione temporale, durante la quale il programma P si fa dei giri anche su altre macchine non M, prima di tornare da M e restituire le informazioni.
Tale dilatazione equivale a delle divagazioni, dei ritagli di tempo libero, delle pause che P si prende anche per relazionarsi e mettersi a confronto con altri mondi: fa il put..niere insomma...

O piu` semplicemente, secondo una versione piu` "fedele", il curioso P perde un po' di tempo perche` si diletta a scoprire e conosciere altri programmi della stessa macchina M

Praticamente un po' come succede a "P"at quando, prima di farci fare un allenamento che dovrebbe durare un tot di ore e minuti, dedica del tempo a sentire e conoscere le opinioni di "M"ax, ma anche degli altri AllStars, cosi` da implementare l'allenamento "consumando" piu` tempo

Davide ha detto...

Qui non si parla di metafisica. Né di sogni, né di mondi paralleli.
Ragionando con numeri reali, anzi addirittura solamente con relativi positivi, e applicando “normali” concetti di fisica elementare, come il concetto di velocità, possiamo definire come “normale” il comportamento del software P sull’hardware M. Se il termine “normale” non piace possiamo utilizzare l’aggettivo “prevedibile”, se accettato, o, in ogni caso, l’aggettivo “possibile”.
P è un algoritmo che compie un lavoro virtuale. Esso, tra i dati in output, mostra la percentuale reale di L, il lavoro compiuto, il tempo reale T trascorso ed il tempo presunto R necessario a completare L.
Possiamo supporre che L sia scomposto in LA (step di preparazione di breve durata), LB (step di routine, fase centrale del lavoro, circa il 90% di L) e LC (step di chiusura, anch’esso di breve durata).
Un esempio illuminante può essere l’algoritmo di formattazione di un compact disc: c’è una breve fase di apertura delle operazioni, una fase intermedia piuttosto lunga di effettiva formattazione delle tracce ed una fase di chiusura, anch’essa di breve durata.
Se P fosse creato conoscendo perfettamente l’unica macchina M sulla quale P deve girare ci sarebbe costantemente una totale sovrapposizione tra la percentuale di L (cioè il lavoro compiuto ) e la percentuale di [R+L] (cioè la percentuale di tempo totale trascorso).
Siccome però P gira su diverse macchine potrebbe essere che i dati in output calcolati da P (inerenti il lavoro che ancora deve essere compiuto e inerenti il tempo che ancora deve scorrere) possano essere non corretti. Le velocità di esecuzione di LA, di LB e di LC (effettive e, questo è importante, anche relative) infatti saranno diverse a seconda del tipo di macchina su cui il programma P sta girando.
Nel nostro caso i dati raccontano che mentre il lavoro avanza da 10% a 15% (cioè mentre aumenta del 50% relativo) il tempo trascorso rispetto al totale passa dal 12,35% al 19,04% (cioè aumenta del 54% relativo). Accade che più avanza la fase centrale LB del lavoro più la percentuale di tempo trascorso si allontana (aumenta di più) dalla percentuale di lavoro svolto. Quindi, rispetto ai calcoli di P, la fase LB è di fatto più lenta delle stime fatte dal programmatore quando immaginava P mentre girava su una generica macchina.
Se LB è lenta, e siccome necessariamente la percentuale di L compiuto sarà 100% solo quando il tempo totale sarà trascorso anch’esso al 100%, se ne deduce che LA e LC saranno per forza due fasi relativamente “veloci”.
Quindi è probabile che durante la “veloce” fase LA, per esempio al minuto 15:26 (come narra il testo di Patrice), il tempo rimanente risulti inferiore, diminuito, appunto, di 3:54 minuti.
Nella fase LB si accumulerà del ritardo e la “veloce” fase LC porterà tutto in pari.
Compact disc formattato.

Sandra M. ha detto...

Il mio commento non ha nulla a che fare con il post.
Vi ho ritrovato!!!Pensavo non pubblicaste più invece eccovi qui...non funziona il feed del vostro blog: non compare su google reader quindi non ricevo l'aggiornamento dei vostri post.
Diventa difficile seguirvi perchè bisogna ogni volta venire a cercarvi. Riuscite a fare qualcosa...se credete. ;O)
Sandra...l'amica di tanto tempo fa.

11 Rocco ha detto...

@Sandra:
Ciao! Il feed dovrebbe funzionare perché il mio account di google lo ha ricevuto...

@Dav:
nella frase
"Se P fosse creato conoscendo perfettamente l’unica macchina M sulla quale P deve girare ci sarebbe costantemente una totale sovrapposizione tra la percentuale di L (cioè il lavoro compiuto) e la percentuale di [R+L] (cioè la percentuale di tempo totale trascorso)",
hai fatto 2 errori:
- errore lieve: come fai a sommare 2 unità di grandezza diverse [R+L]? R è espressa in unità di tempo, mentre L è la % di lavoro compiuto... poi in realtà in parentesi parli di % di tempo trascorso, per cui credo volessi intedere solo R
- errore grave: i nostri BT traggono spunto dalla vita degli AllStars... e in quello che tu scrivi non c'è vita!!!

24 Claudia ha detto...

Secondo me potrebbe trattarsi dell’applicazione della teoria della relatività generale di Einstein e più precisamente del wormhole che rappresenta un’estrapolazione di essa.
Abbiamo due sistemi di riferimento diversi in moto l’uno rispetto all’altro: P verso M.
I due sistemi di riferimento, per essere in comunicazione, devono seguire coordinate ben precise. Così facendo generano traiettorie che conducono all’interno di aperture invisibili che “viaggiano” in uno spazio a più dimensioni “curvo” dove intensi campi gravitazionali e/o intensissimi campi magnetici sono in grado di deformalo.
Siamo quindi nel wormhole (mondo parallelo?) in un tunnel spazio-temporale, una “scorciatoia” che permette di collegare due punti dello spazio-tempo e quindi di viaggiare da un punto all’altro nel tempo e nello spazio più velocemente rispetto a quanto si impiegherebbe nello spazio reale normale.
P quindi è entrato nel suo sogno che, essendo stato influenzato dall’esterno, non rappresenta più un limite inviolabile.
Non ho capito cosa si intende per “dominio di risoluzione”… io ho fatto un viaggio dallo spazio reale al tempo immaginario... E mi sono divertita.

Bel Training Pat.

11 Rocco ha detto...

Dimenticavo... Dav, è molto interessante la suddivisione del Lavoro in LA, LB e LC che dilata il tempo necessario durante la fase B e lo contrae durante le fasi A e C
Per rivitalizzare il tuo racconto direi che A, B e C sono rispettivamente Alzatori, Bande e Centrali... gli Alzatori e i Centrali devono arrivare sulla palla in maniera veloce ed efficacie per costruire e terminare l'azione, mentre le Bande solitamente possono arrivare a schiacciare con tempi più comodi per variare il gioco/l'azione... non troppo comodi senò che azione sarebbe!? ;-)

Davide ha detto...

Rocco, era solo un errore di battitura... nella quadra volevo mettere T+R, il totale del tempo per compiere tutto il lavoro.

Riguardo l'ambientazione o la "vita", come dici tu... è il post di Patrice che non cita la vita degli All Stars.
Io mi ricordo bene quali restrizioni pose Max, creando il Brain Training. Che ne pensi Roccolino mio?

11 Rocco ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
11 Rocco ha detto...

@BrotherDav:
Penso che la tua ipotesi e` corretta, ma la tesi e` sbaYata... ;-)
Sintesi: anche se il post di Pat non cita la vita degli AllStars, e` compito di tutti noi farlo vivere con le nostre situazioni di vita

8 Massimo ha detto...

Un programma P gira su una macchina M... questo è il problema, facile o difficile che sia!!

Commento 1
Premetto che sono pienamente d’accordo con la soluzione di Davide, che così bene ha spiegato quello che tutti i giorni vediamo sui nostri computer durante l’uso di sistemi operativi standard e di software commerciali (barre di avanzamento che si bloccano e che improvvisamente accelerano o rallentano, tempi di masterizzazione che partono da valori abnormi per poi ridursi rapidamente...).

Ho comunque voluto fare un’analisi matematica dei dati forniti da Patrice e la conclusione è perfettamente equivalente a quella fornita da Davide:

- Il completamento del task (C%) è direttamente proporzionale al tempo assoluto (Tass) trascorso dal lancio del programma, tramite relazione lineare C% = 0,199xTass. La velocità di completamento del task è quindi circa 20% all’ora.
- Il tempo residuo calcolato (Tcalc) è legato invece al tempo assoluto trascorso dalla relazione esponenziale Tcalc = 0,812 x EXP(0,363xTass). Il tempo calcolato resta quindi all’inizio molto indietro rispetto al tempo assoluto (cresce con minore velocità) per poi recuperare nella parte centrale del task, sopravanzare il tempo assoluto, rallentare nuovamente ed eguagliarsi al raggiungimento dell’obiettivo (C% = 100%).


L’andamento mostrato dal programma P è molto simile a quello di un programma di conversione video.

8 Massimo ha detto...

Un programma P gira su una macchina M... questo è il problema, facile o difficile che sia!!

Commento 2
Adesso faccio ridere Davide: anche questa volta la prendo alla larga... xD. Analizziamo il problema in termini più generali (stimoliamo ed alleniamo le nostre menti!!)

In generale un programma P è un algoritmo (un procedimento) che esegue una serie di istruzioni per risolvere un problema. Il problema teorico fondamentale non è quanto sia veloce la macchina M, ma quanti calcoli debba svolgere l’algoritmo per trovare la soluzione. E questo dipende evidentemente dalla complessità del problema.

I problemi “facili” sono quelli per i quali il numero di calcoli è una potenza fissata dei dati in ingresso: moltiplicare fra loro 2 numeri di n cifre comporta n^2 calcoli (la cara moltiplicazione in colonna). I problemi facili sono noti come Classe Polinomiale o semplicemente P.

Per i problemi “difficili” invece il numero di calcoli varia esponenzialmente con il numero di dati (trovare i fattori primi di un numero di n cifre richiede 3^n calcoli!!). I problemi difficili (ma non quelli difficilissimi, qui semplifico e vi evito la spiegazione...xD) sono noti come Classe Polinomiale Non Deterministica o semplicemente NP.

Il dilemma fondamentale dell’informatica legato ai limiti intrinseci dell’efficienza dei computer (uno dei 7 problemi del millennio) è: i problemi difficili posso essere ridotti a problemi facili? Esiste cioè per ogni problema difficile un algoritmo di calcolo che permette di trovare facilmente il risultato?
P = NP? chi risponderà a questa domanda vincerà il premio da 1.000.000 di dollari del Clay Mathematics Institute. Data la complessità dell’Universo sembra ovvio che P ≠ NP ma nessuno sa come dimostrarlo.

Proiezione futura: come vincere un milione di dollari e vivere felici:

Patrice, il mago europeo dell’informatica, progetta una macchina non-deterministica e crea l’algoritmo Gastone che, essendo per definizione fortunatissimo, ogni volta che deve fare una scelta trova sempre quella giusta; in questo modo l’algoritmo evita tutti i passi falsi e arriva alla soluzione di ogni problema NP in tempo polinomiale!!
Patrice pubblica il resoconto del suo esperimento sul Blog degli All Stars, che fortunatamente è stato a suo tempo protetto con CreativeCommons dal previdentissimo Rocco. Gli All Stars, ricevuto il premio, si ritirano in una comune sulle Prealpi Lombarde dove fondano la Repubblica Libera di Kirghisia in Italia.

Pensiero Profondo ha detto...

Cari All Stars, finalmente nel mio campo di gioco (Grazie Coach!!). Vi lascio una verità del professor Ian Stewart:

“Al mondo esistono 10 tipi di persone: quelle che capiscono i numeri binari e quelle che non li capiscono”

Davide ha detto...

La prendo al contrario.

Per Pensiero Profondo. Stai perdendo colpi. Citazione inflazionata. Logorata dall'uso. Citazione "telefonata", come si diceva una volta.

Proiezione futura. La Repubblica Libera di Kirghisia la fate voi. Io, al più, posso dare il mio contributo per la costituzione di una Repubblica dell'Ordine.

Per Massimo#2. Mi dispiace molto non avere le nozioni per comprendere quello che spieghi nel merito del problema. Riguardo invece la forma, spieghi benissimo il concetto di "prenderla alla larga" :-)

Per Massimo#1. Leggere che avalli i miei ragionamenti è come murare l'opposto degli Scoppiati, girarmi e vedere Xxx che mi sorride. Dove con Xxx con intendevo l'album dei Negrita.

Davide ha detto...

*Dove con Xxx non intendevo l'album dei Negrita

7 laura ha detto...

Ciao Alls mi ero riproposta oggi, sabato mattina a lavoro, di far funzionare il mio cervello ma leggendo tutto ho capito di essere anch'io, per fortuna, una delle 10 persone al mondo come dice PP.. sì, una di quelle che NON capiscono i Numeri Binari :)
Cmq nel mio ragionamento riprendo e concludo i discorsi di Rocco e Max..
Durante una qualsiasi partita gli Alls per arrivare a completare il procedimento/algoritmo P (punto o palla a terra)hanno effettivamente diversi, e lo sottolineo, M (moduli) che implicano quindi anche diversi T (tempi).
Il rapporto P (punto) M (modulo) e T (tempo) è però stabilito e dettato in base a R (ricezione) senza il quale tutta la fase L (il lavoro di Luca che detta il gioco)non sarebbe possibile..
E quindi migliore sarà R più possibilità avrà L di creare un M che permetta di arrivare a P nel minore T possibile..
Insomma ci siamo spiegati no ???
Penso che Patrice abbia creato questo BT5 da bravo coach proprio per dimostrarci, riprendendo il suo discorso di lunedì, che siamo una squadra che deve parlare in campo e aiutarsi, in modo che lavorando insieme e muovensoci tutti in armonia nel miglior modo possibile possiamo possiamo arrivare più facilmente al desiderato Punto :)

Davide ha detto...

Ho riletto il mio ultimo commento... sono stato ingeneroso nei confronti di Pensiero Profondo. Proprio verso di Lui che ci ha dato tanto. Scusami, caro Pensierino ♥

Per Lauretta. Stile inconfondibile. Grandeeeeee ♥

24 Claudia ha detto...

I numeri migliori che io spero di poter sempre comprendere sono quelli che "date voi"... Siete fantastici.

Mi auguro che la proiezione futura fatta da Max si avveri ma anche quella presente non è niente male...

@Laura: bella conclusione.. anzi ENORME... "Problema" quindi in via di risoluzione...

Pensiero Profondo ha detto...

@Davide: hai ragione, la citazione che ho fatto è inflazionata, ma viene riportata essenzialmente come battuta. E’ per me invece una riflessione molto interessante (fatta dal professor Ian Stewart uno dei maggiori matematici inglesi del nostro tempo, nonché grande divulgatore scientifico) che ci dice che nell’uomo esistono almeno due diversi modi di pensare, di usare la mente, non uno migliore e l’altro peggiore, non uno superiore e l’altro inferiore, ma semplicemente diversi l’uno dall’altro...

@Claudia: dallo spazio reale al tempo immaginario!! Hai raggiunto lo spazio-tempo complesso, formato appunto da una parte reale e da una parte immaginaria!!

Nel 1988 in “Dal Big Bang ai buchi neri” Stephen Hawking scrive:
“Quando si tentò di unificare la gravità con la meccanica quantistica, si dovette introdurre l’idea del tempo “immaginario”. Il tempo immaginario è indistinguibile dalle direzioni nello spazio. Se si può andare verso nord, si può fare dietro-front e dirigersi verso sud; nello stesso modo, se si può procedere in avanti nel tempo immaginario, si dovrebbe poter fare dietro-front e procedere a ritroso. Ciò significa che non può esserci alcuna differenza importante fra le direzioni in avanti e all’indietro del tempo immaginario. D’altra parte, quando si considera il tempo “reale”, si trova una differenza grandissima fra le direzioni in avanti e all’indietro, come ognuno di noi sa anche troppo bene. Da dove ha avuto origine questa differenza fra il passato e il futuro? Perché ricordiamo il passato ma non il futuro?”

Nel 1865 in “Alice nel paese delle meraviglie” Lewis Carroll scrive:
“Ti assumerei volentieri!” disse la Regina. “Due soldi la settimana e marmellata un giorno sì e uno no.”
Alice non poté fare a meno di ridere e disse: ”non dicevo per me... e poi la marmellata non mi piace.”
“E’ una marmellata buonissima.”
“Beh, oggi non mi va, in ogni modo.”
“Oggi non ti toccherebbe nemmeno se ti andasse”, disse la Regina. “La regola è: marmellata domani e marmellata ieri, ma mai marmellata oggi.”
“Ma ci sarà pure la marmellata oggi qualche volta”, obiettò Alice.
“No,non è possibile”, disse la Regina. “La marmellata c’è tutti i giorni no; oggi è un giorno sì.”
“Non capisco”, disse Alice, “è tremendamente complicato!”
“E’ l’effetto della vita alla rovescia”, disse gentilmente la Regina; all’inizio fa sempre girare un po’ la testa. Ma ha pure un gran vantaggio, che la memoria funziona in tutte e due le direzioni.”
“La vita alla rovescia”, ripeté Alice meravigliatissima. “Non ho mai sentito di una cosa simile! E la mia memoria funziona in una direzione sola: io non posso ricordare le cose prima che siano successe!”
“Una memoria che funziona solo all’indietro non è gran che”, osservò la Regina.

12 luca ha detto...

scusate, solo 1 domanda. nel 1° quesito posto da Pat:
"Con che legge scientifica P e’ riuscito a girare 15:26 minuti diminuendo il tempo rimanente di 3:54 minuti?"
non dovrebbero essere 19'26" anzichè 15'26"??
se così fosse, avremmo che P ha "perso" 19'26" ma ha "guadagnato" 3'54". cioè P ha un tempo "perso" sul processo totale di 15'32", che è proprio la differenza che troverei sottraendo il tempo totale deducibile dal 2° output (4h47'19") al tempo totale deducibile dal 1° output (4h31'47").
ciò significa che dopo il 15% del lavoro svolto, tutto il processo seguente (fino al termine dell'esecuzione del programma) conserva una perfetta linearità di svolgimento.
xciò, dando 1 unica risposta a tutti e 4 i quesiti di Pat, direi che esiste 1 sola soluzione:
P ad un certo punto ha avuto un qualche "problema interno" che ha dovuto risolvere nel suo mondo (parallelo al nostro, immaginario x noi), un mondo fatto di 1 e 0. in tale mondo il tempo scorre diversamente che nel nostro (reale x noi): ne è la dimostrazione il fatto che P ha impiegato un certo t1 per lavorare (19'26"), ma ne ha guadagnato un t2 sul rimanente (3'54"). quindi si può dire che P ha operato nel suo mondo (cioè x noi è entrato nel suo sogno, cioè ha lasciato il mondo reale x quello immaginario) per AL MASSIMO 19'26" misurati col nostro orologio, risolvendo il suo problema interno. tale risoluzione si è riflessa nel nostro mondo con un risparmio del tempo di lavoro di 3'54".

se invece fosse esatto il dato dei 15'26", allora ritirerei tutto :-D

Davide ha detto...

Allora fermi tutti! Voglio riguardare meglio il BT#5 perché, leggendo Luca, sembrerebbe che bisogna interpretare "P è riuscito a girare 15:26 minuti" intendendo non i primi 15:26 minuti, ma quelli dal 10 al 15 per cento del lavoro. Non ci avevo pensato. Si potrebbero fare nuovi ragionamenti...

Alice in Wonderland ha detto...

Mi avete citato... ho attraversato lo specchio magico... eccomi qui con voi!! Ho impiegato molto ma alla fine credo di avere capito il tempo!!
Tutto sta in un concetto nuovo: il tempo non è unico ma è costituito da almeno 3 tipologie diverse.

1° tipo – il tempo termodinamico: l’entropia dell’universo aumenta, l'energia viene dissipata, il disordine cresce e tutto questo irreversibilmente. La freccia del tempo termodinamico è reale e scorre e scorrerà per sempre in un unico verso, l’aumento dell’entropia.

2° tipo – il tempo psicologico: l’uomo (e tutti gli esseri senzienti dell’Universo) vede e prova gli effetti dell’aumento dell’entropia (gli oggetti si deteriorano con l’uso, i cibi vanno a male, noi invecchiamo) e quindi percepisce uno scorrere del tempo reale ed anche in questo caso in un’unica direzione, il futuro. La freccia del tempo psicologico coincide esattamente con la freccia del tempo termodinamico.

3° tipo – il tempo dell’Universo: l’Universo esiste in infiniti cicli di espansione (dopo un Big Bang) e di contrazione (che termina in un Big Crunch). Nell’attuale ciclo di espansione il tempo dell’Universo scorre nella stessa direzione del tempo termodinamico. Ma cosa succederà quando il ciclo di espansione terminerà e l’Universo comincerà a contrarsi? Sembra logico aspettarsi che la freccia del tempo dell’Universo inverta la sua direzione per tornare verso l’istante zero del Big Crunch – Big Bang.
Ma come può il tempo dell’Universo scorrere all’indietro mentre il tempo termodinamico (e di conseguenza quello psicologico) scorrono ineluttabilmente in avanti? L’unica spiegazione è che il tempo sia una grandezza complessa formata da una parte reale (il tempo termodinamico) ed una parte complessa (il tempo dell’Universo). Essendo allora l’asse immaginario perpendicolare a quello reale, il tempo dell’universo può cominciare a scorrere all’indietro senza influenzare in nessun modo lo scorrere in avanti del tempo termodinamico e della nostra percezione psicologica del passato e del futuro. Nella grandezza complessa che rappresenta il tempo la parte reale continuerà ad aumentare, mentre il termine immaginario comincerà a decrescere, ma per noi nulla cambierà.

In definitiva la Regina di Cuori sbagliava... nessuno potrà mai ricordare il futuro... per fortuna!!!

24 Claudia ha detto...

@Dav: Hai spiegato molto bene il tutto tant'è che l'ho immaginato... E, proprio nell'immaginarlo, visualizzando ciò che sempre accade al mio cursore quando per esempio masterizzo un DVD (il calcolo della percentuale parte dopo la fase di preparazione) mi sono posta una domanda:

"Ma se la fase di LA (step di preparazione di breve durata) non venisse inclusa nelle percentuali di lavorazione che indica P, essendo appunto di preparazione (e non di lavorazione)? La tua tesi sarebbe ancora valida?"

Così, seguendo la logica, a mio avviso la fase di LA potrebbe non essere determinabile in quanto paragonata a quella fase in cui i due "sistemi" devono allinearsi, fare la reciproca conoscenza... Quindi in realtà la fase di LA potrebbe addirittura essere la fase più lunga rispetto alle altre due (LB e LC) perché le ultime due dipendono da come è strutturata M.

Tanto più che concludi scrivendo "Quindi è probabile che durante la “veloce” fase LA, per esempio al minuto 15:26 (come narra il testo di Patrice)" ...
"15:26 minuti per "la veloce" ??... mmmmmm "

Insomma io ho capito tutti i ragionamenti fatti per avvalorare la tesi che P possa aver girato su M in un tempo inferiore a quello indicato dal cursore nello stato di avanzamento iniziale (10% e 15% del tempo scaduto assoluto)...
Ho capito anche la tesi di Max dove spiega la differenza di calcolo dei problemi facili (P) e non facili (NP)... ma la domanda mi sorge spontanea...

Patrice non ha chiesto come può essere accaduto ciò che è accaduto... Ha chiesto qual'è la legge scientifica che ha consentito a P e M di "interagire" in quel modo...


Non so di che scienza si tratti, ma forse P sta mettendo in pratica la teoria (non scienza) "della conoscenza".... Ossia ha capito che, per ottimizzare il lavoro su M, deve prima sapere come è fatto per poi scegliere la via migliore per ottenere il massimo risultato che non dipende solo dalla velocità ma anche dall'efficacia dell'interazione... che si palesa solo a fine lavoro...

M cosa deve fare? Lavorare secondo le prorpie potenzialità affidandosi a P che, dopo averlo conosciuto, le ha attribuito degli input adatti alle sue capacità...

Facile andar fuor di metafora...
Liberate la fantasia...

Pensiero Profondo ha detto...

Purtroppo anche per una “macchina” il tempo è reale ed ha un’unica direzione possibile, il futuro, ora e per sempre.

@Alice e @Davide: anche questa è inflazionata, ma penso che a questo punto ci stia bene:

Risposta automatica del Centralino Telefonico Universale: “Il numero selezionato è immaginario; si prega di riagganciare, ruotare l’apparecchio telefonico di 90 gradi e riprovare”.
xD