Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

23/12/10

Buon Natale 2010

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AUGURI DA MAURIZIO

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AUGURO A TUTTI GLI ADEPTI DELLA SETTA ALL STARS UN FELICE NATALE E UN SERENO ANNO NUOVO RICCO DI SODDISFAZIONI. E' DOVEROSO AGGIUNGERE IL MIO GRAZIE E QUELLO DI ARIANNA PER IL GRADITO REGALO CHE OGNI LUNEDI' E MERCOLEDI' SERA CI DONATE TENENDO QUELLA MONELLA DI MIA MOGLIE LONTANO DA CASA. MAI ASSENZA FU PIU' GRADITA. MAURIZIO

21/12/10

La comunicazione come tattica di squadra

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e di 6 Patrice

«Ditemi una cosa, la dimenticherò; mostratemela, la ricorderò; coinvolgetemi in essa, la capirò»

Gli sport di squadra come la pallavolo sono complessi dal punto di vista psicologico, in quanto in essi si introducono concetti di coesione, cooperazione e aiuto psicologico del tutto assenti negli sport individuali. Ogni sportivo in quanto componente di una squadra deve tenere in conto:

  • la coesione di squadra, contribuendo alla creazione dell'affiatamento e dello spirito di gruppo che deve esistere tra i giocatori
  • la cooperazione fra giocatori, partecipando al massimo delle proprie possibilità, mentalmente e fisicamente, cercando di raggiungere un obiettivo comune di squadra
  • l'aiuto psicologico, aiutando i compagni nei momenti di sconforto e difficoltà, fuori e dentro il campo, per evitare che i momenti di crisi possano perdurare a lungo

In tutti questi aspetti la comunicazione all'interno della squadra ricopre una importanza straordinaria e per queste è fondamentale imparare a gestirla. Esistono vari livelli di comunicazione:

  • tra i giocatori durante le fasi di gioco
  • tra i giocatori al di fuori delle fasi di gioco
  • tra l'allenatore ed i giocatori

Comunicazione tra giocatori: fasi di gioco standard

Durante le fasi di gioco, ogni giocatore deve sapere "chi" farà "cosa" e questo non è possibile senza comunicazione. Parlando e comunicando sul campo si evitano problemi di confusione, indecisione, sorpresa e in definitiva si migliora il livello del gioco di squadra.

Notiamo che stiamo riferendoci alla comunicazione in senso lato, intendendo non solo la parola, ma anche la comunicazione non verbale, il linguaggio del corpo.

Sono in ricezione o in difesa, la palla sta arrivando verso di me ed io, in una frazione di secondo, ho deciso di intervenire. Comunico allora ai miei compagni la mia intenzione di giocare quella palla:

  1. muovendomi con decisione verso la palla, assumendo la postura tipica del colpo che devo eseguire (qualunque esso sia)
  2. chiamando ad alta voce «MIA» oppure «IO»

Viceversa, se non ritengo che la palla sia di mia competenza, non mi muovo, non accenno al tentativo di giocata, sto zitto. Movimenti imprecisi, indecisi o tardivi generano confusione specialmente nelle linee di contatto tra le diverse zone di responsabilità (le cosiddette zone di conflitto).

DECISIONE e RISOLUTEZZA COMUNICAZIONE CHIARA ed UNIVOCA

Assolutamente da evitare la chiamata "negativa" (tipo il famigerato «TUA») che genera mis-communication ed ancora più confusione che la non-chiamata.

Non dimenticate che nell'istante in cui si chiama la palla, gli altri giocatori, che sono concentrati sull'azione di gioco, non distinguono per forza "la parola", ma sentono "una chiamata". In una frazione di secondo, nella concitazione dell'azione, è quasi impossibile per il nostro cervello capire se la parola detta era «MIA» o «TUA». Quindi la regola è semplice: chi parla prende la palla!!

Ma quando una palla è tra due giocatori, chi deve chiamarla? Chi deve prenderla? Difficile dare una risposta univoca a tutte le possibili situazioni di gioco. Riprendiamo a questo proposito un esempio già illustrato in un post dello scorso anno.

Supponiamo di avere una palla che cade esattamente tra due giocatori in difesa; se volessimo fare una classificazione delle possibili situazioni, dalla più sbagliata alla migliore, avremmo:

  • nessuno chiama la palla e nessuno la và a prendere
  • uno dei due chiama la palla e non và a prenderla
  • entrambi chiamano la palla ed entrambi non vanno a prenderla
  • nessuno chiama la palla ma entrambi cercano di prenderla
  • entrambi chiamano la palla ed entrambi cercano di prenderla
  • nessuno chiama la palla ma uno dei due la prende
  • uno dei due chiama la palla e la prende

Le prime tre situazioni sono palesemente negative (la palla cade a terra), la quarta e la quinta sono neutre (i giocatori si ostacolano ma cercano il pallone), le ultime due sono positive. In definitiva è meglio chiamare la palla, ma soprattutto bisogna prenderla!!

DECISIONE COMUNICAZIONE → AZIONE

Comunicazione tra giocatori: eccezioni ed aiuti

La pallavolo è uno sport di situazioni che segue uno schema evolutivo standard (servizio - ricezione - attacco - difesa - ricostruzione - attacco...), sul quale si possono però innestare delle eccezioni, delle situazioni straordinarie (ricezione diretta nel campo avversario, palla non attaccata...) che richiedono un adattamento rispetto alla strategia standard di gara.

E' impossibile prevedere tutti i tipi di eccezioni, ma per quelle più comuni si stabilisce una strategia di squadra alternativa. Per evitare indecisioni sul "se" e sul "quando" attuare la nuova strategia, l'adattamento è scatenato da una chiamata: se un giocatore rileva e comunica l'eccezione, gli altri obbediscono ed eseguono l'adattamento di strategia. Esistono molti tipi di eccezioni e di chiamate corrispondenti, ma quelle normalmente usabili al nostro livello sono due:

  1. Eccezione "l'alzatore non ci arriva": il secondo tocco è per definizione dell'alzatore, ma se lo stesso si rende conto di non riuscire ad arrivare sul pallone, chiede aiuto, normalmente con la chiamata «UNO» o «AIUTO». Alla chiamata d'aiuto dell'alzatore, il giocatore più vicino alla palla risponde immediatamente andando a recuperare il pallone e, nei limiti del possibile, eseguendo un'alzata per un attacco.
  2. Eccezione "palla facile": se il tocco che conclude l'azione avversaria è un palleggio o un bagher o anche un attacco con palla molto staccata da rete o bassa, il muro è inutile (palla generalmente alta, difficile da raggiungere) se non dannoso. Di solito il centrale di prima linea dà il segnale per la nuova disposizione con la chiamata «FACILE». La squadra risponde e i giocatori di prima linea non fanno muro ma si allontanano un poco dalla rete, mentre i giocatori di seconda linea sono particolarmente attenti a palle corte in mezzo al campo.

Un altro tipo di chiamata utile a rispondere velocemente a situazioni particolari è la chiamata d'aiuto. Con questa si cerca di agevolare i compagni a controbattere ad una situazione non-standard, che può cogliere di sorpresa o in generale si richiama l'attenzione su un movimento, una copertura, una giocata. Le chiamate d'aiuto più comuni sono:

  1. «ARRIVA» «ATTENTI», quando, per errori o per precisa volontà di sorprendere, il 1° o 2° tocco della squadra avversaria è indirizzato verso il nostro campo. Si richiama così l'attenzione dei compagni sulla palla che sta arrivando.
  2. «FUORI» «NO» «OUT», quando giudichiamo che la palla avversaria sta per uscire dal campo, per aiutare il nostro compagno che sta per ricevere/difendere a stimare meglio la traiettoria.
  3. «CORTA», quando, su servizio o attacco, vediamo che la traiettoria è particolarmente corta, per facilitare la ricezione/difesa a muoversi il più possibile in anticipo.
  4. «CAMBIO», al momento di eseguire il cambio di posizione dalla normale posizione di rotazione alla posizione con palleggiatore a destra, centrale al centro e banda a sinistra, particolarmente utile per sincronizzare il movimento di cambio della seconda linea sul nostro primo attacco o per richiamare un giocatore che non ha eseguito correttamente il cambio.

Comunicazione tra giocatori al di fuori del gioco

Spesso si sente dire che è solo l'allenatore che deve correggere i propri giocatori. Questo può essere vero in assoluto, ma difficilmente attuabile in quanto si dimenticano alcuni evidenti problemi pratici.

Durante gli allenamenti: il coach deve gestire 12-18 giocatori, tenerli sotto pressione, dare continuità agli esercizi e non può certamente correggere ogni errore che vede parlandone direttamente ad ognuno: si passerebbe più tempo a parlare che ad allenarsi! Dovendo l'allenatore concentrare i propri consigli e suggerimenti in tempi relativamente stretti, sta agli altri giocatori di aiutare i compagni con consigli e raccomandazioni. Qui non si parla di criticare, ma di aiutarsi l'un l'altro a migliorare, di essere da una parte propositivi e dall'altra parte ricettivi. Quindi chi è in grado di dare un buon consiglio lo dia, in maniera pacata e chiara; chi lo riceve lo accetti senza ritenere di essere criticato, ma pensando di essere aiutato ed incitato.

Durante le partite: i giocatori in campo sono concentrati sul gioco, l'allenatore è lontano e per lui è difficile comunicare e farsi sentire dai giocatori. Per parlare con i giocatori l'allenatore deve interrompere il gioco, quindi questi momenti di comunicazione sono per forza di cose limitati. Durante una partita, tra un'azione ed un'altra, sono allora gli stessi giocatori che, velocemente e chiaramente, devono parlare e consigliarsi fra di loro: un commento sull'altezza di un'alzata, sulla posizione da tenere in campo, sull'esecuzione di un movimento, non sono certamente critiche o rimproveri, ma richiami ad un miglioramento e alla correzione di un errore.

Ed ancora durante le partite: l'allenatore non è in campo con i giocatori, non può dare un cinque, abbracciare un compagno dopo un punto, stringere una mano; non può in definitiva elogiare ed esaltare un giocatore positivo o sostenere psicologicamente un giocatore in difficoltà. Anche queste funzioni comunicative di aiuto psicologico sono forzatamente delegate ai giocatori, che devono fare squadra anche con le loro espressioni di incitamento per i compagni. Incitamento che deve essere sempre positivo, mai negativo, mai aggressivo, sia per i bei punti conquistati, sia e soprattutto per un momento di difficoltà.

Comunicazione tra allenatore e giocatori

E l'allenatore? La comunicazione verso i giocatori è una parte fondamentale del suo lavoro di coaching tecnico ed emozionale. Il coach comunica nozioni tecniche (piega di più le ginocchia, distendi il braccio, tieni rigido il polso...) e tattiche (stai più avanti, muoviti più velocemente, segui la palla con gli occhi...); il coach cerca di trasmettere emozioni positive, quali fiducia, allegria, grinta, sicurezza; il coach a volte deve rimproverare e riprendere, richiamare all'attenzione ed alla concentrazione.

Trasmettere però un'informazione ad un giocatore durante un esercizio o un'azione di gara è molto difficile ed inefficiente in quanto il giocatore stesso è concentrato in un'attività motoria complessa: o acquisisce l'informazione ma inevitabilmente si distrae da quello che sta facendo, o resta concentrato sul gioco ma non recepisce l'informazione.

Per questo motivo, i metodi di comunicazione del coach seguono canali ben definiti: le pause tecniche durante gli allenamenti, i momenti di debriefing, le riunioni tecniche pre-partita, i time-out... e in questi momenti il coach concentra e sintetizza tutti i suggerimenti tecnici e tattici, i consigli, gli incitamenti, i rimproveri e le critiche che egli ritiene necessari, sia a livello individuale che di squadra.

I giocatori in questi momenti devono aiutare il coach, innalzando il livello d'attenzione alle sue parole, ascoltando e cercando di capire le informazioni e le emozioni trasmesse. Non estraniamoci dal discorso, non pensiamo che sia rivolto a "qualcun altro", ma viceversa chiediamoci sempre in che modo ci riguardi, in che modo possiamo applicare le informazioni acquisite.

Le conclusioni del Coach

Come abbiamo visto in questo post, la comunicazione non è sempre uguale durante lo svolgimento della partita. Ci sono fasi diverse in cui si deve comunicare in maniera completamente diversa.

Durante le fasi del gioco non si può comunicare con più di una parola per volta, visto il brevissimo tempo che abbiamo a disposizione. Però, anche se si tratta di una singola parola, questa permette a tutti di sapere quello che si deve fare.

Al contrario, finito il punto, si possono anche dare dei piccoli consigli (posizione, lettura del gioco avversario...) o fare delle richieste (tipo di alzata....); in ogni caso non dobbiamo impiegare troppo tempo, per non distrarci troppo.

Questo è anche il momento in cui si può dare un cinque o abbracciarsi con tutta la squadra. Questo "modo di comunicare", che si vede tantissimo tra i professionisti ed in generale a livello agonistico, è molto importante perché, in caso di punto vincente, permette di esternare la propria soddisfazione e contentezza a tutta la squadra. Ma è anche molto importante in caso di punto perso. Se il mio compagno sbaglia la battuta o la schiacciata, apprezzerà sicuramente che io gli dia un cinque: questo permette di sentirsi in una squadra, con amici che ci sostengono ed aiutano.

La comunicazione "emozionale" permette soprattutto ed in ogni caso di chiudere il punto e girarsi verso quello che segue. Ed è per questo che, anche se questo momento è molto importante, non deve durare troppo per non alterare ed allentare la concentrazione.

Il coach non ha possibilità di dare consigli durante il corso della partita. Prima di tutto perché i giocatori sono concentrati e difficilmente possono sentirlo e poi perché parlando toglierebbe concentrazione alla squadra. Per comunicare il coach ha a disposizione i due tempi di sospensione (time out), in cui deve dare il massimo possibile di informazioni: in poco tempo deve essere in grado di passare il messaggio voluto e questo richiede una concentrazione altissima da parte della squadra.

Dobbiamo quindi dare fiducia alla gente più esperta che si trova in campo quando ci dà informazioni che ci aiutano e consigli (sulla posizione da tenere, sul gioco avversario...). Non è il tempo di criticare e quindi non sono e non devono essere critiche. Devono essere consigli per sviluppare e migliorare il nostro gioco.

Credo che in questo post ci sia tutto. Non dimenticate infine che per quanto mi riguarda, cerco di basare il mio metodo di allenamento sulla comunicazione tra voi giocatori e me allenatore/coach. Sono a vostra disposizione per ogni dubbio, domanda o richiesta che avrete. Sono qua per questo.

La pallavolo unisce le persone, lasciate che sia così...

10/12/10

Gloria victis!!

6 commenti
Il 9 dicembre 2010 si è svolta, presso la palestra del liceo Frisi di Monza, la partita amichevole Monza Frisi contro All Stars, conclusasi 3 a 1 per la squadra monzese.
Piccola cronaca
La palestra è proprio come ce la ricordavamo: piccola, scura (il colore dominante è il grigio topo...Gigio), campo scivoloso e soffitto bassissimo, il peggio per giocare a pallavolo.
Il 1° set è vinto bene dagli All Stars che ricevono bene, attaccano discretamente e fanno pochi errori, a differenza degli avversari che sbagliano molto. 25 a 20 facile.
Il 2° set è stato esattamente il contrario: gli All Stars sbagliano tutto lo sbagliabile, si deconcentrano e buttano via il set senza provarci. 19 a 25 brutto, brutto, brutto.
Il 3° set è combattutissimo. Gli All Stars partono bene, sbagliando molto poco, ricevendo e difendendo bene, si portano 18 a 12, ma poi hanno un calo e vengono raggiunti. Si continua punto a punto fino al 26 a 28 finale, frutto di alcuni errori banali nel momento topico.
Il 4° set è forse il più tirato e combattuto. Monza all'inizio è in vantaggio, ma gli All Stars si fanno sotto intorno a metà set. Si prosegue veramente punto a punto nuovamente fino al 26 a 28. Peccato!
Piccola analisi tecnica
Partita caratterizzata da scambi lunghi, dovuti ad attacchi a volte non precisi e a buone difese. Noi All Stars abbiamo ricevuto meno bene rispetto alla partita contro i Gatti (ma bisogna dire che un paio di loro giocatori avevano un bel servizio, vario ed imprevedibile) e abbiamo concesso troppi errori banali e non provocati.
I punti forti degli All Stars sono stati come al solito la coesione di squadra e la difesa, con alcuni momenti a muro veramente devastanti: 7-8 muri vincenti con alcune murate memorabili di Chiara e Sara sul centrale monzese che le superava di 2 spanne abbondanti!
Il punto debole a mio avviso è stato, come nella partita contro i Gatti, l'attacco, poco incisivo e discontinuo, sia per alzate a volte poco precise, sia per attacchi fuori tempo e poco decisi. In questa partita si è visto ancora di più perché, visti gli scambi lunghi, abbiamo avuto ancora più occasioni di attacco, purtroppo poco sfruttate.
Ma come già detto, l'allenamento specifico di questa fase di gioco deve ancora cominciare: il potenziale c'è e i margini di miglioramento sono ampi! Sotto All Stars è tutto nella nostra volontà, nella nostra voglia, nella nostra testa!!
Vorrei infine sottolineare che anche questa partita è stata giocata in "inferiorità fisica", con meno centimetri e peso rispetto agli avversari, che però, grazie alla grinta delle nostre All Girls, non si sono sentiti e visti molto.
Piccola analisi psicologica
La nostra esperta nel campo è Giulia (mi piacerebbe la tua opinione in merito... xD), ma ho pensato un poco all'aspetto psicologico del nostro approccio alla gara e vorrei condividere con voi alcuni spunti di riflessone.
  1. Le difficoltà in attacco si amplificano in partita rispetto all'allenamento. A mi avviso ciò è dovuto al fatto che in partita pensiamo troppo a quello che dobbiamo fare, non effettuiamo in maniera automatica il corretto movimento (l'alzata o l'attacco) ma ci pensiamo su. Quando eseguiamo movimenti più istintivi e rapidi come il muro e la difesa, dove non si ha il tempo materiale per pensare, siamo più efficaci perché più automatici ed istintivi. L'allenamento e la ripetizione dei movimenti ci dovrà portare all'automatismo, che ci permetterà di arrivare sul pallone al tempo giusto quasi inconsciamente, per poi usare la testa solo al momento del colpo, per scegliere la traiettoria vincente.
  2. Non abbiamo il Killer Instinct!! Quando un avversario è in difficoltà và "finito" (sportivamente parlando... xD); se si scopre un punto debole dell'avversario, bisogna essere cinici e "bastardi" e colpire proprio in quel punto. I giocatori di Monza, nel 3° e 4° set, ci hanno dato una lezione di questo: quando un nostro giocatore era in difficoltà in ricezione, tutte le battute andavano regolarmente su di lui; quando un lato della nostra prima linea era debole a muro, gli attacchi venivano sferrati principalmente verso quella zona. E poi negli ultimi punti del set, quando è importante essere decisi e risoluti per andare a conquistare la vittoria, siamo quasi timidi, aspettiamo l'errore dell'avversario invece del punto diretto, abbiamo il cosiddetto "braccino", la paura di sbagliare.
  3. Come dice Patrice, dobbiamo imparare a "svuotare la testa". Ogni punto è indipendente da quello che lo ha preceduto e da quello che lo seguirà. Dopo un brutto errore, così come dopo una bella giocata, dobbiamo riuscire a "dimenticare" il punto e ricominciare da zero, svuotando la mente da pensieri negativi o troppo positivi.
Ancora una volta FORZA ALL STARS, E' CON LA VOLONTA' CHE SI MIGLIORA!!
Un ringraziameno finale a Simone che si è prestato ad arbitare la partita, cavandosela in maniera egregia.

La soluzione del B.T. #5

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Dopo un bel po’ di tempo, ecco la qua! La soluzione del BT5!

Il BT5 o come rimettere il blog “on tracks”.

Per la piccola storia, questo BT e’ nato un mercoledi’ pomeriggio quando, giocando con i miei soliti software, sono stato sorpreso dal messaggio che mi dava il programma.

Devo aggiungere che quella giornata era una giornataccia e che mi prendevo la testa su questo problema da parecchio tempo. Quindi quando ho visto quel log li’, qualcosa si e’ fuso la su (una volta di piu’ direi…) e ho pensato a farne un BT.

Purtroppo, gli utenti di Microsoft sono abituati a queste cose. Basta fare la copia di un gruppo di file un po’ pesante e Windows parte in tilt con la tempistica. Fa parte del suo “charme”…

Come scritto nel BT, non mi aspettavo ad una soluzione, perche’ non penso che ne esisti una. Ovvero, con i dati che abbiamo e difficile di avere LA soluzione. Avremmo bisogno di sapere il numero’ di core del processori, sapere se il tool o se l’architettura permette il calcolo in paralello dei dati sullo stesso core o ancore meglio su piu’ processori. Poi i settaggi per sapere quanto tempo e’ dedicato per ogni “job”, quanti job c’erano su quella macchina e con che priorita’. Come si puo’ vedere, ne mancano dei dati e non parlo neanche della parte software e degli algoritmi usati… Si tratta di risoluzione di matrice M*N su cui sono fatti molti operazione: inversioni, moltiplicazioni, ecc, ecc.

No, non era quello lo scopo vero, lo scopo era di lasciare i vostri cervelli andare e trovare le risposte le piu’ strane, divertenti, scientifiche, metafisiche, relativi al mondo di ogni giorno, ai film visti, ai libri letti... Lasciare lavorare il cervello, fare un brainstorming e lasciare scrivere la mano da sola. Un po’ quello che mi e’ successo quel giorno.

Una cosa sicura, abbiamo avuto dei approcci completamente diversi e come si dice nelle mia parte "Sakebon!". Risposte oniriche, risposte scientifiche basate su teorie fisiche, informatiche o matematiche, collegate alla vita del nostro gruppo… Un piacere da leggere.

Per rispondere a Davide, direi che per evitare quello che mostri nella tua risposta, ho preso l’esempio per 10 e 15% per non tenere conto degli “effetti dei lati” dovuti a come dici tu le fase iniziale e finale. A 10%, il software dovrebbe essere in uno stato stabile perche’ e’ gia’ in possessione della RAM che necessita. Poi, deve aspettare il suo tempo di calcolo sul processore pero’ fa gia’ parte dell’ambiente della macchina.

Per rispondere a Max, non entro nella problematica infinita della risoluzione dei problemi NP-Completi. Anche se 1 milione di euro ci starebbe bene…

Alla fine, ho letto e riletto le vostre risposte e sempre ho imparato, sorriso, riso. Citazioni, teorie, modo di pensare e di vedere le cose. Cazzatte, cose serie, milioni di euro da vincere, penso che possiamo essere contenti del nuovo lancio del blog.

Ho creato questo BT e in quel giorno mi e' permesso di uscire del mondo e della “routine” che puo’ diventare la vita’ lavorativa. Ho avuto quello che mi aspettavo moltiplicato per mille. Finiro’ questo BT dicendo che questo gruppo, nominato ALL STARS una serata fredda di Novembre e’ veramente … ENORME!!!!

Grazie a tutti!

Adesso il momento atteso da tutti, i punteggi.

Prima di cominciare, direi che siccome non c’e’ una risposta, e’ stato difficile di dare un vuoto. Mi sono basato piu’ sul lato emozionale per dare il vuoto.

Rocco: 3 Punti
Primo ad aver risposto con una delle sue risposte che possono mandare in tilt ogni mente troppo cartesiane. Sempre un piacere di lasciarsi andare con il programma, seguendo le sue peripezie. Mi e’ piaciuto il parallelo con i nostri allenamenti ma una domanda… parlo troppo??

Davide: 2 punto
Il post in cui possiamo vedere il nostro Davide scrivere su tonnellate e tonnellate di carte per sapere se LA+LB+LC fanno L alla fine. E soprattutto per sapere se le percentuale sono a vere. Mode FIGA! UN PO' DI ORDINE! piu’ che on. :-) (ndlr: notifica)

Claudia: 4 punti
Una bellissima interpretazione della teoria di Einstein. Sono riuscito a impararla di nuovo cosi viaggiando nei diversi spazi temporali del nostro universo. E un studio precisissimo della risposta di Davide con la Claudia’ touch, piena di fantasia. Grazie Claudia.

Max: 4 punti
Niente da dire. La classe spinta all’estremo facendo uscire i miei vecchi mostri di scuola (problemi P, NP, NP completi). Sempre un piacere di leggere perche’ imparo tantissimo ogni volta che leggo.

Laura: 3 punti
Non avevo visto il mio problema cosi e vi assicuro che non avevo scelto le lettere. Dovrei studiare la risposta di Laura per provare a metterlo in situazione agli allenamenti.

Luca: -1 punto
Per non avere letto bene il quesito… Peccato. Capitano, stai attento perche' il coach e' cattivissimo. :-)

Pensiero profondo e Alice: 3 punti
Sempre un piacere di leggere PP che ci apporta le sue citazioni ed Alice che per la prima volta credo ha pubblicato su questo blog. Benvenuta Alice.


CLASSIFICA

Ecco la CLASSIFICA aggiornata al 10 Dicembre 2010:

1° MASSIMO = 14 punti

2° CLAUDIA = 11 punti

3° ROCCO = 10 punti

4° DAVIDE = 9 punti

5° LAURA = 7 punti

6° LUCA = 5 punti

7° SARA, PP, ALICE = 3 punti

10 SIMONE = 2 punti

11 GIULIA, SERENA = 1 punto

Adesso, vado a sognare per dilatare il tempo e permettermi di vivere tutto con piu’ tempo.
Spero che questo BT vi sia piaciuto.

Amicalement.
6 Patrice, Coach degli AllStars

23/11/10

RICEZIONE: analisi tecnica e tattica

5 commenti
e di 6 Patrice

All'inizio della seconda stagione sportiva degli All Stars riprendiamo la pubblicazione di post riguardanti gli aspetti tecnici e tattici del nostro amato sport. Questa nuova serie non vuole essere una replica di quella dello scorso anno (comunque sempre disponibile sul Blog e sotto forma di file pdf per chi fosse interessato), ma ha l'intenzione di fornire una sintesi dettagliata del lavoro svolto a Sulbiate. Anche per questo, a cominciare da questo post, il materiale pubblicato sarà revisionato e corretto dal nostro grande Coach Patrice. Oltre a ciò, ho l'intenzione (tempo e problemi vari permettendo) di pubblicare qualche post di approfondimento sulle regole del volley, prendendo spunto dai falli e dagli errori che con più frequenza commettiamo durante gli allenamenti e le partite.

Cominciamo quindi a parlare del primo fondamentale individuale e di squadra studiato e provato a Sulbiate: la ricezione del servizio, probabilmente il fondamentale più importante che deve possedere una squadra di pallavolo. Dall'esecuzione ottimale di questo gesto dipendono infatti tutte le azioni successive per ottenere il cambio palla.

La ricezione: aspetti tecnici

Suddividiamo il gesto tecnico nelle sue fasi, analizzandone le peculiarità.

L'attesa

Durante l'attesa dell'esecuzione del servizio, assumiamo una posizione ben equilibrata e pronta:

  • piedi allargati ma non troppo, ginocchia leggermente flesse, tronco un poco flesso in avanti, peso del corpo sugli avampiedi (senza però alzare i talloni)
  • viso e spalle in direzione del battitore
  • braccia staccate e davanti al corpo, leggermente piegate all'altezza dei gomiti

La posizione di attesa è comoda, ma non appena la palla viene alzata per il servizio, la concentrazione deve essere massima, pronti a scattare il più possibile in anticipo appena letta la traiettoria della palla.

La valutazione ed il movimento

E' il cardine di tutto il gesto: una corretta valutazione consentirà di effettuare una ricezione precisa, arrivando sulla palla in anticipo, con una posizione ben equilibrata e con le braccia in posizione. Letta la traiettoria, mi muovo velocemente in avanti, lateralmente o all'indietro in funzione del servizio. Durante questo movimento le braccia non sono vincolate nella posizione del bagher o del palleggio, ma assecondano la corsa per migliorare la reattività.

Gli occhi devono seguire la palla sia mentre questa percorre la sua traiettoria, sia quando entra in contatto con le braccia, che infine quando le lascia.

L'impatto sulla palla

L'attuale regolamento della pallavolo consente di effettuare la ricezione in qualsiasi modo e con qualsiasi parte del corpo. Detto questo la priorità tecnica assoluta è l'utilizzo del bagher che permette una ricezione di gran lunga più precisa ed equilibrata. Il palleggio è preferibile solo nel caso in cui il servizio avversario abbia una traiettoria alta, scontata e relativamente lenta.

Nel bagher le braccia devono essere il più possibile vicine, extra-ruotate, distese e piatte. Per avere un piano di rimbalzo il più ampio possibile ci si aiuta con una leggera flessione dei polsi vero il basso e con la spinta delle spalle in avanti e all'indentro.

La spinta sulla palla viene effettuata con le gambe e mai con le braccia, con un movimento di flessione-distensione delle gambe stesse.

Come detto la tecnica del palleggio può essere usata con profitto su palle alte, lunghe e lente. Per tenere bene il colpo, le dita vanno tenute più rigide rispetto ad un palleggio standard e il tempo di contatto con la palla và aumentato (senza esagerare, la palla trattenuta è ancora fallo anche in ricezione!!).

In entrambe le tecniche è fondamentale la frontalità rispetto al palleggiatore: il fine del ricevitore è quello di essere, in funzione della traiettoria della battuta, frontale al suo palleggiatore, per potergli passare la palla in modo preciso. Se per esempio il palleggiatore si trova alla mia destra, prima di colpire la palla devo avanzare la gamba e la spalla sinistra verso il palleggiatore stesso.

La traiettoria

Qualsiasi sia la tecnica adottata, la traiettoria della palla deve essere verso l'alzatore, alta e lenta, né troppo attaccata né troppo staccata rispetto alla rete. In caso di battute forti, traiettorie difficili, movimenti sbagliati, privilegiamo l'altezza della traiettoria rispetto alla precisione: una palla alta in mezzo al campo darà comunque il tempo all'alzatore di impostare un'azione d'attacco. Se siamo veramente in difficoltà, buttiamo una palla alta direttamente nel campo avversario (cercheremo di conquistare il punto con la difesa).

La ricezione: aspetti tattici

Esistono molti schemi di ricezione, diversi per numero di giocatori coinvolti e per disposizione in campo. Lo schema che noi All Stars abbiamo adottato è la ricezione a 3 con disposizione a semicerchio.

Lo schema All Stars

In questo modulo di gioco la ricezione è assegnata unicamente ai 3 giocatori di seconda linea, che si dispongono secondo un semicerchio come in figura, con il giocatore di posto 6 leggermente arretrato rispetto ai giocatori in posto 1 e 5.

La distanza dalla rete è normalmente intorno ai 5-7 metri, ma può essere minore (4-5 metri) su battitori con servizi lenti e corti e maggiore (6-8 metri) su battitori con servizi tesi e profondi. E' molto importante osservare gli avversari fin dalle prime battute per trovare la disposizione migliore di ricezione.

I giocatori di prima linea sono a ridosso della rete, pronti al cambio di posizione per l'attacco seguente.

Le competenze e i movimenti

Ognuno dei 3 giocatori è chiaramente competente per le palle che arrivano esattamente nella propria direzione, ma con alcune regole supplementari:

  • le palle corte sono competenza dei giocatori 1 e 5 (vedi figura) ed in particolare la ricezione di una palla corta che cade in mezzo al campo spetta prioritariamente al giocatore di posto 5, perché è lui che ha l'angolo migliore per appoggiare all'alzatore (frontalità)
  • le palle lunghe nelle zone di conflitto (in mezzo fra 5 e 6 e fra 1 e 6) sono prioritariamente assegnate al giocatore di posto 6 (quello più arretrato, con una migliore visione)

Comunque le zone di conflitto esistono: ricordiamoci sempre che la palla può cadere perchè 2 giocatori si scontrano, non perchè si scansano! Bisogna essere decisi, muoversi velocemente, chiamare la palla e andare alla ricezione.

E' necessario aiutare sempre i compagni che stanno ricevendo:

  • su palle vicino alle linee, chiamando le palle fuori
  • se un ricevitore è in evidente difficoltà, girandosi verso di lui e preparandosi a recuperare una brutta ricezione

Attenzione: dopo la ricezione i giocatori di seconda linea restano nella loro posizione di rotazione e cambiano solo nel momento in cui la palla và nel campo avversario, non prima! Cambiare posizione durante il nostro attacco significherebbe lasciare irrimediabilmente sguarnito il campo per la difesa di eventuali ribattute del muro.

La prima linea

Come detto, la prima linea non partecipa alla ricezione e subito dopo il servizio i giocatori che la compongono si muovono velocemente per raggiungere le loro posizioni d'attacco. Ma questo non significa che si devono disinteressare del pallone! Con lo sguardo devono sempre seguire la battuta e in caso di traiettorie strane (palle cortissime nei 3 metri, palle smorzate dal nastro), essere pronti a ricevere il pallone.

Inoltre nel loro posizionamento iniziale devono (nei limiti del possibile) evitare di coprire la visuale ai ricevitori.

Conclusioni

La ricezione è un fondamentale di squadra. Come abbiamo visto, una buona ricezione richiede un sistema di responsabilità che si raggiunge principalmente attraverso padronanza delle abilità individuali (bagher e palleggio), movimenti organizzati e sincronizzati e comunicazione tra i giocatori in campo.

Un requisito psicologico basilare è la tranquillità mentale: la ricezione, per chi la esegue, comporta un sovraccarico di lavoro mentale. Per cui un giocatore in grado di non farsi influenzare da fattori esterni, che sa mantenersi tranquillo e concentrato e capace inoltre di non dare peso agli errori, ha le carte in regola per diventare un ottimo ricevitore.

Che il sacro fuoco del volley sia con voi

21/11/10

Tanti Auguri!

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Abbracci a profusione
e Baci in confusione:
son questi i comburenti
per far tutti contenti;
cervello ad esplosione
e cuore ad implosione:
son questi i carburanti
per esser spumeggianti!

Buon Compleanno Alls!

20/11/10

Omaggio al primo compleanno del blog

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In occasione del primo compleanno di questo blog, che sarà domani 21 novembre, riporto un breve passo della Storia della Conoscenza Cosmica degli All Stars, che alcuni di voi già conoscono.

“…
Un rumore lento e penetrante inondò il ventre del Vulcano. La polvere, grave, appesantita da un sonno di migliaia di anni, con riluttanza finalmente si sollevò. I colori gravi e sulfurei mutarono, si dilatarono. Ciò che per un’eternità era rimasto immobile provò a prendere vita. I quarantadue blocchi di dilitio iniziarono a muoversi. Perfetti, maestosi, si separarono e generarono due colossali pareti. Lentamente il grigio di quella titanica materia iniziò a vibrare.

Massimo era lì, davanti alla più grande meraviglia della storia dell’Umanità. Le Porte dell’Ordine si stavano finalmente aprendo. Lo sforzo contemplativo, la concentrazione isometrica, l’immobilità pressoché molecolare, lo avevano sfinito. Staccò le mani dalla Soglia dell’Ordine. Ustioni statiche avevano quasi cancellato le sue impronte digitali.

Massimo ammirò l’opera del suo isolamento mentale, vide le mura di dilitio farsi parallele ed il suo sguardo perdersi nel vuoto incolore di ciò che stava tra le due Porte dell’Ordine. Le Porte, erano finalmente disgiunte.

“Patrice – disse Massimo – io oltre non posso procedere. Lo sforzo ha azzerato il mio vigore. Pensiero Profondo ha ascoltato le nostre preghiere, ha ascoltato la voce della mia coscienza. Le Porte si sono aperte. Ora tocca a te.”

Patrice non reagì. Vedeva Massimo debole, piegato dalla fatica, chino sulle ginocchia. Vedeva la sua materia consumata. Percepiva l’anima dell’amico come ridotta ad un sottile, caldo, soffio di energia. Il frastuono di emozioni lo paralizzò. Il più grande senso di ammirazione che si possa provare per un uomo lo soffocò. Patrice rimase muto. Poi ancora, svilito da tanta maestosità, quasi annichilito dalla presenza dinnanzi a sé di chi aveva saputo aprire le Porte dell’Ordine, ebbe paura. Per il più lungo istante della sua vita, rimase incapace di rispondere.

Massimo chiuse gli occhi e si adagiò. In un attimo, silenziosamente, fu disteso sulla preziosa terra delle viscere del Vulcano. Patrice trovò la forza di avvicinarsi al suo eroe. Lo toccò. Gli prese la mano.

“Massimo, io prometto a te e alla nostra amicizia che torneremo a casa. Raggiungeremo di nuovo Claudia, e Luigi, e Laura, e Luca, e Chiara, e Davide, e Rocco e tutti i nostri amici. Ora riposa. E se puoi, anche nel sonno, sii vicino a me.”

Dolcemente ripose il braccio di Massimo. Si alzò. Si portò vicino alla Soglia dell’Ordine. Ora le sue, di mani, tremavano per la concentrazione, il suo cuore non aveva più ritmo, il suo fiato non aveva più pause. Si sforzò di ricordare quelle parole imparate e ripetute centinaia di volte durante quel viaggio. Parole scolpite nella mente e nell’anima. Conservate con fiducia e perseveranza. Custodite con amore, in attesa di essere pronunciate, un giorno, al cospetto della Soglia dell’Ordine. Patrice strinse i pugni. Solo la sua memoria e la sua voce potevano portare a termine il sacro percorso iniziato mesi prima con l’amico Massimo. Si fece coraggio. A parte i suoi pensieri niente aveva moto, in quel mentre, in quel luogo. L’eco dell’avanzare delle porte di dilitio era ormai svanita. Attese ancora che si adagiasse nell’aria del Vulcano il silenzio perfetto. Attese che il suo sangue corresse con metodo nelle vene e che il suo respiro si muovesse con il rispetto dovuto per Ciò che stava per pronunciare. Aspettò che tutto il suo corpo si ricomponesse.

Poi guardò la vacuità senza confine che aveva di fronte, posta a metà tra le due Porte dell’Ordine. Contemplò la grezza inconsistenza della materia nulla che lo separava da Pensiero Profondo. Fissò un punto di essa. Giunse le mani. Pensò alla voce della Conoscenza. Ripeté nella mente le Sacre Formule. Respirò solennemente.

Poi parlò.

Lontano, nel vuoto, Pensiero Profondo udì il vero silenzio venire meno.
…”

Buon compleanno, Blog!

4 commenti
Il 17 novembre 2009, dopo una bella partita amichevole in quel di Montevecchia, fu concepito ed appena 4 giorni dopo, il 21 novembre 2009, venne alla luce nel mondo virtuale di Internet il Blog degli All Stars.

Ideatore ed artefice il nostro grande Davide, che scrisse nel primo lapidario post "La testata ALL STARS ORENO ed il contatore ShinyStat sono on line". E alle 14:42 giunse il primo commento, firmato Luca#12.

Da allora è passato un anno, il Blog è cresciuto come numero di autori e di seguaci, ha avuto momenti di quiete e periodi quasi compulsivi, ma è diventato per tanti di noi un'abitudine, una piacevole routine, una sana mania.

Alcuni dati (sapete che mi piacciono i numeri...xD): 144 post pubblicati con 38 etichette diverse (all'incirca 1 post ogni 2,5 giorni), quasi 1400 commenti (in media 4 al giorno e ben 10 per ogni post), più di 15.300 visite (in media più di 40 al giorno!!). Grandi numeri che mantengono il nostro Blog costantemente nei primi 100 siti di volley della classifica di ShinyStat (oggi siamo al 76esimo posto)... e gli argomenti trattati vanno ben oltre il volley!!

Il Blog è solo un mezzo, un canale di comunicazione privilegiato, ma riflette e trasmette la luce e lo spirito degli All Stars, i sentimenti e gli stati d'animo di un gruppo di persone che sono diventate una Squadra.

Buon compleanno Blog degli All Stars, cento di questi giorni!

10/11/10

Brain Training #5: il mondo parallelo dell'informatica

25 commenti
Ecco un piccolo esercizio per fare lavorare i nostri cervelli. Lasciatevi andare!!

Domanda esistenziale:
Chiedo alla communita’ di persone molto intelligente che si trova su questo blog di aiutarmi a risolvere un problema esistenziale della metafisica delle legge che reggono il tempo nel mondo parallelo dei software.

Un programma P gira su una macchina M.
Per dare informazioni all’utente, P da una percentuale del lavoro effettuato su M, del tempo di lavoro e del tempo che rimane.
A 10%, abbiamo un tempo scaduto assoluto di 29:53 minuti e un tempo che rimane di 04:01:54 ore
A 15%, abbiamo un tempo scaduto assoluto di 45:19 minuti e un tempo che rimane di 03:58:00 ore

Con che legge scientifiche P e’ riuscito a girare 15:26 minuti diminuendo il tempo rimanente di 3:54 minuti?
In che mondo parallelo ha girato P?
P e’ entrato nel suo sogno? (cf Inception)
In che dominio (real, imaginari) ci dobbiamo mettere per risolvere questo problema?

Pronti? Via!!!

Avete una notte…

09/10/10

All Stars: inizia la nuova stagione!

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Ragazzi, ma vi siete resi conto? E' iniziata la nuova stagione sportiva 2010-2011, la seconda stagione degli All Stars... Quanti cambiamenti in quest'ultimo anno, quante vicende, quante evoluzioni, quante emozioni...

E' tanto (troppo!!) che non scrivo sul Blog ed ora ne ho proprio voglia, sto scrivendo quello che mi viene in mente, di getto, senza pensarci troppo... e quindi scusate gli errori e la forma.

Un anno fa abbiamo cominciato come un gruppo di persone che volevano provare a giocare assieme a pallavolo, siamo cresciuti diventando una Squadra (e sì, proprio con la S maiuscola) e adesso, come ha detto bene Marina sul Grido, siamo qualcosa di più!!

Una galassia in divenire: alcuni componenti si sono purtroppo persi per strada, ma altri sono arrivati ed altri ancora arriveranno; dalle prime "timide" uscite in partite amichevoli siamo passati a tornei veri e propri; abbiamo creato ed alimentato il Blog (grazie Davide!!) e il Grido (grazie Rocco!!); al Corso ARCI di Oreno si è aggiunto l'Allenamento All Stars di Sulbiate (lasciatemelo chiamare così, per sottolineare la diversa "intensità" di questa nuova attività).

Quanti episodi mi ritornano alla mente: la "paura" della prima amichevole a Montevecchia, l'emozione della prima vittoria a Cascina del Bruno, l'adrenalina del primo torneo "serio" a Pagnano; i contrasti ed i momenti di tensione per problemi di organizzazione o per fraintendimenti sempre risolti infine con un "scusa", un sorriso, una stretta di mano, un sincero "non fa niente"; le discussioni infinite sui moduli di gioco e sui sistemi di allenamento; i momenti più tristi dovuti ad incomprensioni, a problemi personali, a problemi di salute, che hanno però fatto emergere ancora di più l'affiatamento e l'amicizia; la voglia di stare assieme anche oltre la pallavolo: i picnic, il trekking, le serate e le pizzate, la voglia di non smettere di vederci nemmeno d'estate.

Quanti momenti emozionanti insieme: io ricorderò sempre una calda notte di Luglio a Sulbiate in cui, travolto da un senso di disagio ed impotenza, nonostante la mia "veneranda" età, ho mostrato il mio lato di bambino smarrito davanti a qualcosa che ritenevo ingiusto e sbagliato. E serberò sempre nel cuore il ricordo di una triste notte autunnale in cui, per caso (o per All-Telepatia come dice Claudia), io e Luca ci siamo trovati sul Grido a farci coraggio a vicenda di fronte al mistero della morte...

E chissà quanti altri episodi grandi e piccoli e momenti speciali felici o tristi dimentico... ognuno di noi ne ha sicuramente qualcuno di più caro nel cuore... aggiungeteli a questo post se ne avete voglia.

Abbiamo creato un'alchimia meravigliosa, la pietra filosofale dell'amicizia ci ha toccato e sempre più mi convinco che il miglior termine per rendere lo spirito che anima gli All Stars è SUPERNOVAE, esplosioni stellari che creano nuove stelle!!

A tutti voi cari amici dedico un verso del mio poeta preferito:

"Sull'amicizia: nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo cammino e si ristora" (Kahlil Gibran, tratto da Il Profeta)

28/09/10

Cantine Aperte a Morbegno

1 commenti
Eccoci a questo giro per promuovere un nuovo evento a cui le stelle non possono mancare:

Sbevazzate di sopra e di sotto

Sembra una localita`, vero? In un certo senso lo e`... e` quel luogo dove puoi felicemente degustare affettati e formaggi accompagnati da vino a volonta`... statistiche mediche e studi scientifici hanno assodato che si degusta meglio in allegra compagnia... chi meglio di noi puo` confermare tale teoria!?

Le cantine della Valtellina si aprono nei seguenti week-end:
1-3, 8-10, 16-17 ottobre 2010
Per il programma completo ecco i link:
- web
- pdf

L'appuntamento per noi e`
sabato 9 ottobre,
giornata durante la quale
sono previste sbandate su e giu
per le cantine di Morbegno.
Si declina ogni responsabilita`
per gli astemi!

Programma:
- partenza in mattinata col treno da monza (precisi dettagli in seguito... forse...)
- pranzo tuttinZieme a Morbegno
- degustazione vini con affettati, formaggi e ottima compagnia, sbandando su e giu per le viuzze del centro storico di Morbegno
- rientro col treno a monza

Non e` necessario un particolare equipaggiamento salvo un paio di scarpe comode (magari da misurare prima dell'acquisto, ogni riferimento e puramente caUSale) e una vestizione adeguata e alle condizioni atmosferiche, per le quali avete gia` avuto prove dei nostri contatti a filo diretto con dio meteo...

La` verremo dotati di un magnifico sacchetto al collo e un bicchiere da vino per sbevazzare... Okkio a non farlo mai cadere altrimenti la vostra giornata sara` finita in disgrazia! :-D
Have a happy drink!
Enjoy your drink!

10/09/10

Lettere dalla Kirghisia

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Prima lettera dalla Kirghisia

Cari amici,
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le ferie, ma per caso.
Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un'utopia, ma un bene reale e comune. Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere.
Arrivando in Kirghisia, ho avuto la sensazione di "tornare" in un Paese nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché da sempre sognavo che esistesse. Il mio strano "ritorno" in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente. Per ragioni tecniche, l'aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale.
In ogni settore, pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili...

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la fantasia esiste,
la realta` insiste,
il desiderio persiste!
la fantasia e` il mezzo per realizzare il desiderio

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Lettere dalla Kirghisia / di Silvano Agosti
Prezzo di listino: euro 10,00
Editore: L'immagine
Data uscita: 01/12/2004
Pagine: 144
EAN: 978889012701

08/09/10

Mondiali Volley maschile 2010 - Aperitivo e abbuffata

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Per tutti gli appassionati di volley ecco il link per accedere alle info riguardanti i mondiali di Volley maschile che si disputeranno a Milano: http://www.comune.milano.it/dseserver/mondialevolley/index.html. Qui sopra l'anteprima del sito con il calendario e l'evento "aperitivo".: Italia-Germania - 12/9/2010 ore 18:00 - Mediolanum Forum di Assago | Ingresso Gratuito

20/08/10

Sveglia!!!

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Ciao Firmamento Stellare!!!

Con questo titolo spronante ho deciso di inaugurare una nuova etichetta: "sogni".

...il sogno e` il tentato appagamento di un desiderio... [S. Freud]
...il sogno e` l'infinita ombra del vero... [G. Pascoli]

se vi piace il pensiero di Sigismondo e se vi piacciono i versi di Gianni, non lasciamo che il ricordo di quella esperienza onirica svanisca nella nebbia della memoria!

Ho deciso cosi` di trascrivere (spero in maniera piu` romanzata) un'esperienza onirica vissuta una decina di anni fa.

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Ero nel cast di un film fantasy e insieme agli altri attori e tecnici stavamo provando e girando le varie scene... Ovviamente io ero il protagonista... il solito egocentrista direte voi... Posso solo rispondere che e` VERO!

Al mio personaggio nel film viene donato, da una donna in Ungheria, un libro magico, con dei poteri che assimilo semplicemente sfogliandolo... CHE FIGATA!!! Imparo col mio corpo ad assumere qualsiasi forma e/o dimensione, ogni tanto scintillo, mi teletrasporto, muovo gli oggetti, leggo il pensiero, ricevo il dono dell'obiguita`, mi proietto astralmente, organizzo feste... va beh, quest'ultimo lo facevo anche senza poteri...

Tornato a casa dalla mia compagna di vita, nel film Franny (per chi ha facebook puo` giocare a indovina chi? rintracciandola tra le mie amicizie), mi accorgo di non essere ancora capace di controllare bene i poteri:
  • primo inconveniente: aprendo il libro, mi crescono un altro paio di mani grandissime che non riesco a nascondere...
  • secondo inconveniente: cucinando una ricetta tratta dal libro magico, un getto d'acqua schizzato dalla pentola si mescola col fuoco e sprigiona un'afa monsonica...
  • terzo inconveniente: tutti gli oggetti che tocco, dopo aver sfogliato l'indice del libro, si trasformano diventando mie appendici...
  • altri inconvenienti divertenti che non ricordo... (ricordo solo che mi facevano ridere)
  • ultimo inconveniente: faccio sparire una persona durante la sua visita: il librario anziano proprietario della libreria ungherese, nonche` nonno della ragazza che mi ha donato il libro... le pareti di casa inghiottiscono il nonnetto...

Si parte quindi alla ricerca del nonnetto-librario: io, Franny, la donatrice ungherese, le propagini che, nel frattempo staccatesi da me, prendevano vita... Tutti quanti entriamo nelle pareti che diventano gommose e con delle fessure elastiche... ci ritroviamo ad attraversare mondi paralleli da una stanza all'altra. CHE AVVVENTURA!!!

Dopo un po' di vane ricerche, sempre attraversando le fessure gommose ed elastiche delle pareti, ci si ritrova tutti in una stanza sfaccettata con tanti colori.

FINE PRIMO TEMPO.

Inizia la pausa con tutti gli attori, ma si scopre che l'attore che ha interpretato il nonnetto e` scomparso veramente... Nello stesso momento arriva un altro attore che avrebbe interpretato un ruolo nel secondo tempo... Ci aiuta nelle nuove ricerche... Ah dimenticavo di dirvi che questo nuovo attore e` LEONARDO DI CAPRIO!!! Non che mi piaccia... ma fare un film con lui... beh... a voi i commenti... tenete presente che ha interpretato anche un ragazzo disabile in "Buon compleanno Mr. Grape" ed e` stato eccellente!!!

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POI, CAVOLO, MI SONO SVEGLIATOOOOOOOO!!!

Non voglio interpretazioni di questo mio sogno, da allora aspetto pazientemente solo il secondo tempo...

A voi i commenti e/o anche il racconto di altre esperienze oniriche o divertitevi a indovinare chi e` Franny... e se qualcuno ha sognato il mio secondo tempo, mi aiuti a concludere il film!!!

19/08/10

La libertà delle montagne

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Con il termine "alpinismo" si possono intendere molte cose: scalare una parete, raggiungere una cima, semplicemente percorrere un sentiero in montagna; l'alpinismo non è solo "verticale", non è solo l'adrenalina dell'arrampicata, ma è anche la lenta fatica del trekking e la profonda comunione con la natura.

Si può fare alpinismo per molti motivi: realizzare un desiderio, mettersi alla prova, avvertire il brivido del rischio, ricercare la tranquillità, liberarsi dallo stress di una vita troppo "veloce", conoscere sé stessi... la montagna offre a tutti avventura e serenità, solitudine e legami profondi con i compagni.

«Salendo una montagna vieni permeato da ciò che la montagna stessa ha di buono da offrirti. La pace della natura ti entra nell'anima come la luce del sole penetra negli alberi, il vento soffia dentro di te la sua freschezza, le tempeste ti infondono la loro energia, mentre le preoccupazioni volano via come foglie in autunno. Cammina piano, acuisci i sensi ed assapora la gioia della tranquillità e della serenità: la libertà delle montagne» (John Muir, naturalista statunitense).

La montagna però non regala questa libertà, bisogna conquistarla, con l'allenamento e la preparazione, la fatica e la determinazione, ma soprattutto il desiderio e la passione.

«Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna; se vuoi vedere la cima della montagna sollevati fin sopra le nuvole; ma se cerchi di capire le nuvole, chiudi gli occhi e pensa» (Kahlil Gibran, poeta libanese).

Questo significa che prima di cogliere la libertà delle montagne bisogna prepararsi ad affrontare le montagne stesse, acquisendo la preparazione fisica, tecnica e psicologica necessaria. Sui nostri monti è ampia la presenza di facili percorsi adatti alle tranquille escursioni, così come sono presenti tracciati più difficoltosi che permettono di raggiungere cime ambite: ognuno può scegliere ciò che più si adatta alle sue capacità. Ma in montagna anche i sentieri apparentemente più banali non possono e non devono essere affrontati con superficialità e noncuranza.

E quindi, proprio come occorre fare il primo passo per scalare una vetta, bisogna pur incominciare da qualche parte. E per iniziare bene è essenziale la conoscenza ed il rispetto di alcune regole.

PREPARAZIONE

  • Pianificare bene il trekking a tavolino, analizzando la lunghezza, il dislivello, la difficoltà del tracciato e considerando l'età, l'esperienza alpinistica e la forma fisica dei partecipanti, nonché la stagione e le condizioni climatiche. Esistono escursioni adatte a tutti, l'importante è sceglierle correttamente: per questo affidatevi a manuali e siti internet specializzati o chiedete consiglio a persone più esperte o che hanno semplicemente già affrontato un dato percorso.
  • Informarsi bene sulle previsioni del tempo, rinunciando alla gita se queste sono sfavorevoli. Ricordatevi comunque che il tempo in montagna può cambiare repentinamente e senza preavviso e che quindi la propria attrezzatura deve essere adeguata di conseguenza. E non bisogna ostinarsi a voler completare l'escursione ad ogni costo: la meta è sempre là, la raggiungeremo un'altra volta!!
  • Comunicare sempre a famigliari o conoscenti il luogo ed il percorso che s'intende seguire. Non variare, nei limiti del possibile, l'itinerario scelto. Portare sempre un telefono cellulare (anche se le "zone d'ombra" in montagna sono molte e non bisogna mai fare affidamento sugli strumenti di comunicazione elettronica) con memorizzati i numeri telefonici dei rifugi presenti nella zona dell'escursione.

COMPORTAMENTO

  • Non abbandonare mai i sentieri ed i percorsi segnati. Uscire dai cammini ottimali aumenta il rischio di smuovere sassi (con pericolo per gli altri escursionisti), il rischio di caduta e la possibilità di sbagliare strada o perdersi.
  • Mantenere una velocità di marcia moderata e regolare: solo gli sky runners corrono in montagna, i trekkers marciano!! In gruppo, regolare l'andatura sui più lenti ed aumentare il numero di soste (soprattutto in presenza di bambini).
  • Mai da soli, sempre in compagnia!! Ma in gruppo si parte ed in gruppo si ritorna: rimanere sempre uniti, non lasciare indietro nessuno, incaricare un capo-gruppo, un apri-fila ed un chiudi-fila. Nei tratti più impegnativi, i componenti deboli della comitiva (per esempio i bambini) dovranno procedere in posizione ravvicinata a monte di un compagno più esperto (sia in salita che in discesa).
  • Bere abbondantemente e nutrirsi a sufficienza. Soprattutto in caso di basse temperature la sensazione di sete diminuisce, ma il corpo và comunque reidratato adeguatamente. In montagna si consumano molte energie: non è il luogo ed il momento di fare diete dimagranti!!

ATTITUDINE

  • L'unica attrezzatura assolutamente ed ineluttabilmente indispensabile in montagna è la testa!! L'entusiasmo non deve far mai dimenticare la prudenza, il buon senso deve sempre guidare le decisioni, l'attenzione deve sempre restare alta (come dicono da queste parti: fa balà l'oeucc!!).
  • Rispettare la natura: il buon trekker non lascia segno del suo passaggio. Evitate i rumori, riportate a casa i vostri rifiuti, non cogliete fiori o frutta. Non lasciar traccia!!
  • Ed infine, la montagna deve attrarre: non si fa escursionismo per sport, per mantenersi in forma o per moda, ma per passione e diletto.

«In montagna salgo, mi piace la salita. I primi passi sono duri, il corpo fatica e il respiro affanna. quando il fiato si rompe, la fatica si trasforma in un movimento costante, lento e piacevole. Camminando lungo il sentiero, passando in mezzo ai boschi, agli alpeggi e infine sulla cima, mi sembra di attraversare il mondo intero. Quando raggiungo la cima mi sento vivo e non vorrei mai scendere» (Walter Bonatti, alpinista italiano).

Che sogniate di raggiungere una vetta o semplicemente desideriate passare alcune ore immersi nella natura, conquistatevi la libertà delle montagne, ognuno con la propria attitudine e con le proprie capacità.

12/08/10

La soluzione del B.T. #4

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LE SOLUZIONI DEI QUESITI

Il racconto proposto nel Brain Training #4 narra di Cristiano, allenatore e unico titolare della gestione degli allenamenti, e di un gruppo di giocatori degli All Stars Oreno presenti in palestra mercoledì 25 agosto 2010. Nella finzione del racconto Cristiano annuncia, per il mese di settembre, un allenamento senza palla, nel quale verranno svolti solo test atletici. Gli All Stars reagiscono contrariati, con mugugni e malumori. Egli, per evitare che i giocatori disertino in massa l’allenamento senza palla, escogita al volo uno stratagemma.

Le parole esatte di Cristiano, che sono il cuore del Brain Training, sono queste:
“Il mercoledì dei test sarà di sicuro in settembre. Ma voi non saprete in quale mercoledì di settembre ci sarà la lezione senza palla fin quando, quel giorno stesso, qui in palestra, inizieremo appunto con le prove atletiche.”

Due proposizioni riassumono il periodo virgolettato di Cristiano:
(i) In settembre ci sarà un mercoledì dedicato ai test
(ii) Gli All Stars non sapranno quale sarà il mercoledì di settembre dedicato ai test finché questi non avranno inizio
Quesito A - Cristiano si  è contraddetto o no?

Rem tene, verba sequentur” (Catone il Censore – II sec. a.C.)

L’evidenza dei fatti narrati è che mercoledì 15 settembre viene svolto l’allenamento senza palla, cioè la lezione di pallavolo di Cristiano è interamente dedicata allo svolgimento di test atletici. Quindi (i) è vera.

Quando, il 15 settembre, dopo il riscaldamento, Cristiano intima ai ragazzi di non toccare i palloni e di disporsi in maniera tale da poter iniziare i test di atletica, tutti i presenti rimangono sbigottiti. Nessuno degli All Stars aveva previsto, né tantomeno motivato, che i test si sarebbero svolti in quella data. Quindi (ii) è vera.

Siccome sia (i) sia (ii) sono vere, si evince che Cristiano non si è contraddetto.

Quesito B - Cosa c’è di giusto e cosa c’è di sbagliato nell’ultima frase di Max del 25 agosto?

La prendo alla larga…” (Massimo Grillo, quello vero – XXI sec. d.C.)

La frase di Max (quello della narrazione) cui si riferisce il quesito è: “Non possiamo ritenere come vero che faremo i test in un giorno non conosciuto di settembre e da quella premessa dedurre come vero che non li faremo. Siamo noi in contraddizione! Cristiano è una persona seria!”

Questo ragionamento di Max coglie la natura contraddittoria dell’argomento trattato dal Brain Training #4. Per provare ad indagare il paradosso che le parole di Cristiano hanno generato nella discussione fra gli All Stars dobbiamo considerare tre proposizioni. Due le conosciamo già, e in più ce n’è una terza.
(i) In settembre ci sarà un mercoledì dedicato ai test
(ii) Gli All Stars non sapranno quale sarà il mercoledì di settembre dedicato ai test finché questi non avranno inizio.
(iii) Gli All Stars considerano vere sia la (i) sia la (ii).
Se la (iii) è vera, cioè se gli All Stars credono ciecamente alla verità delle parole di Cristiano, allora necessariamente ne risulta una contraddizione, in quanto l’allenamento senza palla logicamente non potrebbe svolgersi, né il 15 settembre, né in nessun altro mercoledì. Questo concetto viene spiegato bene da Chiara (“Se escludiamo il 29, poi il 22 e per lo stesso motivo escludiamo anche il 15 e l’8 e diciamo che li facciamo il 1° settembre, allora va escluso anche il 1°settembre perché, se non lo escludiamo, lo sappiamo già oggi che li faremo il 1° di settembre!” ). In sostanza le parole di Chiara ci dicono che se (iii) è vera, allora (i) e (ii) non possono essere entrambe vere!

Le frasi (i) e (ii) possono essere entrambe vere solo sotto la condizione necessaria che (iii) sia falsa. Se (iii) è falsa, cioè se gli All Stars non considerano vere le parole di Cristiano, esse non sono più in contraddizione. L’allenatore può far fare i test in un qualunque giorno, anche il 29 settembre, senza che si generi alcun paradosso logico. Ed è quello che accade nella narrazione. Gli All Stars, date le conclusioni dei loro ragionamenti, perdono fiducia nei ragionamenti stessi. Non sono più certi che (i) e (ii) siano vere. Quindi, quando Cristiano, il 15 settembre, dà il via ai test atletici, si verifica che (i) e, in particolare, (ii) sono vere entrambe.

Ora, tornando a Max, ripetiamo, egli dice:

Non possiamo ritenere come vero che faremo i test in un giorno non conosciuto di settembre e da quella premessa dedurre come vero che non li faremo. Siamo noi in contraddizione!

Cioè  Max coglie il fatto che (iii) vera implica che o (i) o (ii) sono false. Max evidenzia il fatto che c’è una contraddizione.

Nel racconto, Max, con quella affermazione, incita i compagni di squadra a cogliere la natura fallace delle loro conclusioni. Tuttavia il controsenso logico che si genera non è imputabile a Cristiano (che è una persona seria e che non si contraddice!) e non è imputabile ai ragionamenti di Max, Sara, Claudia, Chiara, Rocco, che sono ragionamenti corretti e coerenti.

La contraddizione logica deriva del fatto che, considerando le tre proposizioni in gioco, una di esse, la (iii), esprime un predicato sulle altre due.

Nella parole di Max c’è del vero nel cogliere la contraddizione. Il suo errore sta nell’attribuire la contraddizione ai ragionamenti degli All Stars, che sono invece formalmente corretti. La contraddizione è originata dalla natura paradossale della trattazione.

Se queste “soluzioni” dei quesiti A e B vi dovessero lasciare perplessi, cari All Stars, sarebbe assolutamente normale. E’ plausibile infatti che la sensibilità di chi legge possa comunque percepire Cristiano in contraddizione o valutare in maniera differente la frase di Max.

Spesso, quando all’interno di un percorso logico si trovano delle autoreferenze, cioè quando un percorso logico cita se stesso, come qui, dove (iii) cita (i) e (ii), si generano dei paradossi. In quanto paradossi, essi non sono risolvibili.

Esiste tutta una letteratura sui paradossi logici. I paradossi più citati sono: il paradosso del mentitore, il paradosso del barbiere, il paradosso dell’esame imprevisto.

Il Brain Training #4 è appunto un adattamento, ambientato nell’universo fantasy dei Brain Training degli All Stars Oreno, del paradosso dell’esame imprevisto. L’adattamento del racconto e la volontà di tradurre nel linguaggio più semplice possibile narrazione e spiegazione sono miei.

La conoscenza del paradosso ed il relativo “tentativo” di soluzione sono tratti da: “Il libro dei paradossi” di Nicholas Falletta. Prendiamo per buone le soluzioni di Falletta, esse sono il risultato di una ricerca che ha tenuto conto delle riflessioni di numerosi filosofi e matematici.

Quod scripsi, scripsi” (Giovanni Evangelista – I sec. d.C.)

Forse esistono soluzioni migliori. Ma una soluzione esauriente, che levi ogni dubbio, purtroppo non esiste.

Quesito C - Quando possiamo fare una dimostrazione pratica, con le torte, del BT#3 ?

Italum Acetum” (Quinto Orazio Flacco – I sec. a.C.)

A completamento di un Brain Training realizzato sì a ricalco dei BT di Massimo, ma con una trattazione certamente non canonica, troviamo infine una domanda apparentemente innocua. Arguzia e mordacità erano invece le chiavi di Volta di questo terzo quesito. L’autore da un lato dava la possibilità di postare una soluzione senza alcuna particolare perizia, ma dall’altro metteva alla prova la volontà del lettore di presentare una soluzione magari semplice, ma gustosa e “non banale”. In quest’ottica, come andrò a ribadire in seguito, la risposta di Massimo è stata assolutamente perfetta.

I PUNTEGGI

Claudia: 4 punti
1 punto per aver risposto al Brain Training di notte, subito, dopo poco più di un’ora dalla sua pubblicazione
2 punti per la mordacità della risposta al quesito C, risposta poi copiata e citata dagli altri solutori
1 punto per il commento personale e per l’immagine degli All Stars che discutono del problema in pizzeria anziché andarsene sconsolati a casa!

Sara: 3 punti
2 punti per aver risposto esattamente al quesito A
1 punto per una risposta parzialmente corretta del quesito B

Luca: 2 punti
2 punti per aver risposto correttamente al quesito A e per l’impegno profuso nel tentativo di analizzare il paradosso, anche se, tuttavia, l’analisi inerente il mercoledì numero (n-2) non è corretta. I mercoledì sono tutti ugualmente paradossali.

Rocco: 3 punti
1 punto per aver risposto correttamente al quesito A e perché l’autore del BT#4 in fondo è un buono, anche qui infatti andrebbe sottolineato che i mercoledì sono tutti paradossali allo stesso modo, non ce n’è uno privilegiato
2 punti per aver risposto correttamente al quesito B, pur senza una corposa argomentazione

Massimo: 10 punti
un po’ Honoris Causa, in quanto padre del Brain Training sul nostro blog, e un po’ con le seguenti motivazioni…
1 punto per aver scritto “La prendo alla larga…” e avermi involontariamente fatto ridere di gusto
2 punti per aver risposto esattamente al quesito A
3 punti per aver risposto esattamente al quesito B e per aver colto con esattezza la natura del paradosso con queste parole:

“Dal punto di vista degli All Stars, considerando Cristiano completamente attendibile, partendo da una affermazione vera (il test verrà fatto e sarà inaspettato), la ritengono logicamente inaccettabile ed arrivano ad una credenza giustificata (in quanto esistono motivi razionali per crederla).
In definitiva il test arriva inaspettato perché gli All Stars hanno dato per scontato (credenza razionale) che non si sarebbe tenuto.”

3 punti per aver risposto alla domanda del quesito C nel modo migliore, con una frase evocativa, pungente e canzonatoria, che qui voglio ripetere:

“Davide, ma come, non ti sei “saziato” con il solo esperimento mentale ?!?”

CLASSIFICA

Ecco la CLASSIFICA aggiornata al 12 Agosto 2010:
1° MASSIMO = 10 punti
2° CLAUDIA, ROCCO, DAVIDE = 7 punti
5° LUCA = 6 punti
6° LAURA = 4 punti
7° SARA = 3 punti
8° SIMONE = 2 punti
9° GIULIA, SERENA = 1 punto

CONCLUSIONE DEL B.T.#4

Ho ideato, scritto e postato questo Brain Training senza avere alcuna conoscenza specifica o professionale dell’argomento. Ho solo trattato qualcosa che mi piaceva, che mi aveva colpito. Mi sono appoggiato su un testo che in modo esauriente mi permettesse di scriverne. Ho cercato nel web pagine che potessero integrare, migliorare o smentire quello che stavo scrivendo. Ho fatto leva sulla mia curiosità e sulla volontà di seguire Max nel tentativo di postare dei quesiti divertenti e stimolanti.

Ma alla fine, poi, tutto è nato da un po’ di fantasia e da un po’ di passione. E io so che ciascuno di voi, cari All Stars, è un intero mondo di passioni! Verooo?

18/07/10

Brain Training #4: l’allenamento senza palla

16 commenti

Cari All Stars, provo anch’io umilmente a pubblicare un post con etichetta Brain Training, seguendo il sentiero tracciato dal nostro caro Max. Non vi propongo un problema prettamente matematico, ma, bensì, un problema logico.

Voi sapete bene che ad agosto i nostri allenamenti sono sulla sabbia e molti di noi non sono presenti fino a fine mese. Tuttavia nel mondo del Brain Training la realtà è diversa. Da quel mondo di pura fantasia eccovi un racconto ambientato in palestra, nell’immediato futuro. Vedrete all’opera un Cristiano cattivissimo e un gruppo di All Stars che rimangono completamente spiazzati. Cri, lo sappiamo che tu non sei così cattivo, ma io ho voluto un po’ romanzare l’esposizione!

Buona lettura e buona elucubrazione con il Brain Training #4!

L’allenamento senza palla

Siamo a fine agosto 2010. E’ mercoledì 25. La temperatura è già più fresca e gli All Stars hanno fatto un ottimo allenamento. Terminato lo stretching, con tutti gli Alls stanchi, sudati e, ora, ben stirati, Cristiano chiama la squadra al centro della palestra, vicino alla rete.

Bene, ragazzi, ben fatto. Ci siamo allenati bene oggi. Dobbiamo perfezionare ancora gli attacchi, ma direi che complessivamente non c’è male. Dovremmo fare anche più stretching per la parte superiore del corpo. Ma ho visto che siete stanchi. Quindi per oggi basta così”.

Il caldo non è insopportabile e, anzi, forse fuori il cielo non è sereno. Gli All Stars stanno per rompere le righe, pronti per andare finalmente a mangiare da Aldo, quando Cristiano si fa serio di nuovo e riprende la parola.

Ah, ragazzi! Ancora una cosa. A settembre, un mercoledì, faremo un allenamento un po’ particolare. Magari sarà una lezione meno divertente del solito, ma sarà molto utile. Faremo dei test, tipo test di atletica”.

Gli All Stars si scambiano sguardi di meraviglia e un sottofondo di mugugni e bisbigli si diffonde in palestra.

Raccoglierò i risultati dei test – continua l’allenatore - e poi verificheremo fra un anno se saremo migliorati o peggiorati.”

Ma come - chiede subito Claudia – solo test atletici? Senza pallavolo?”

Certo! Quello sarà un allenamento senza palla.” risponde Cristiano.

Ma cooome??? Ma nooo…” rumoreggiano, ora più forte, tutti gli All Stars.

No, ragazzi! Non vi lamentate! Vi servirà!” tuona Cristiano e, vedendo le espressioni contrariate dei suoi ragazzi, si fa ancora più serio e si raccoglie in un attimo di concentrazione.

“E vi dico di più! – aggiunge finalmente, dopo una severa pausa -  Siccome a molti potrebbe non piacere un allenamento così, e quindi molti potrebbero decidere di non venire, faremo in questo modo. Il mercoledì dei test sarà di sicuro in settembre. Ma voi non saprete in quale mercoledì di settembre ci sarà la lezione senza palla fin quando, quel giorno stesso, qui in palestra, inizieremo appunto con le prove atletiche. Prima non saprete niente.”

Gli All Stars sono esterrefatti dalla durezza delle parole di Cristiano. Max, con un volto tiratissimo, alza il braccio per poter obiettare qualcosa. Davide prova ad abbozzare una domanda. Un vociare sempre più forte si dirige verso Cristiano. L’allenatore finge di non vedere e di non sentire. Poi, ottenuta di nuovo l’attenzione dell’assemblea con un “Alloraaa!!!”, riprende a parlare.

“Non devo aggiungere altro. Vi saluto, ragazzi. Tenetevi pronti, perché il prossimo mercoledì è già il 1° di settembre. Potreste già dover fare i test atletici.”

Cristiano abbandona la compagnia lasciando dietro di sé una palestra colma di incredulità. Fuori sta iniziando a piovere. Gli All Stars sono in cerchio, non riescono ad allontanarsi. Davide saltella e Laura, per la rabbia,  quasi scalcia. Gli altri, anche loro increduli, sono quasi paralizzati. Il rumore della pioggia riempie il silenzio. 

Laura trova un po’ di forza per dire qualcosa.

“Ma va, raga! E’ impossibile! Non può essere come dice Cri.”

“Perché non può essere, scusa?! -  la sgrida Claudia - Può essere sì! Ma come si può sapere quando la vuole fare, Cristiano, questa benedetta lezione senza palla? Ogni mercoledì di settembre è buono.”

Gli Alls sono ancora  interdetti.

“Ho qui il calendario – continua il capitano – in settembre ci sono 5 mercoledì. Il 1°, l’8, il 15, il 22 ed il 29. Quindi…”

“Un attimo! - interviene Max, con in viso un’espressione soddisfatta – Di sicuro non può essere il 29!”

“Perché???!!!” chiedono all’unisono Rocco e Chiara.

“Perché se fino al 22 non facciamo i test, dovremmo per forza farli il 29 – spiega Max – ma non può accadere, perché in quel caso sapremmo di farli il giorno 29 già dal 22 sera. Cri ha detto invece che non sapremo quando faremo i test finché non inizieremo a farli. Quindi possiamo già escludere il 29 settembre!”

“Allora i test di atletica saranno già mercoledì questo – dice Luca – perché essendoci ancora tutti 5 i mercoledì buoni è quello meno probabile. Ce n’è altri quattro… Vedrete che sarà mercoledì 1° settembre”

“Mmm… non so, Luca – si inserisce Sara – ma forse sì. Seguendo il ragionamento di Max abbiamo visto che il 29 non può essere. Ma, allora, non può essere nemmeno il 22. Questo perché, se al 15 sera non abbiamo ancora fatto i test, e il 29 abbiamo visto che non si può, rimane solo il 22. Quindi se fosse il 22, lo sapremmo prima del 22 che li faremo il 22… Quindi il 22 è bocciato anche lui.”

“Allora, scusate… - spiega Claudia – Allora, per lo stesso motivo, per gli stessi ragionamenti fatti per il 22, non è il 15 e nemmeno l’8! Rimane il 1° di settembre. Faremo i test di atletica il 1° di settembre.”

“Noooooo, ma scusa! Se escludiamo il 29, poi il 22 – dice ora Chiara – e per lo stesso motivo escludiamo anche il 15 e l’8 e diciamo che li facciamo il 1° settembre, allora va escluso anche il 1°settembre perché, se non lo escludiamo, lo sappiamo già oggi che li faremo il 1° di settembre!”

“Oh, mamma, che casino!” dicono gli All Stars, quasi in coro!

“Vedrete che non faremo nessun test allora…” dice Sara, sconsolata, fissandosi le scarpe e non accorgendosi che sta traendo una conclusione che dovrebbe essere auspicabile!

“Ha ragione Sara! – conferma Rocco, giustamente trionfante – Qualunque giorno Cristiano decidesse di farci fare i test di atletica, andrebbe comunque a contraddirsi! Quindi niente test di atletica!”

“Ma vaahh… dai! – dice Max – Non possiamo ritenere come vero che faremo i test in un giorno non conosciuto di settembre e da quella premessa dedurre come vero che non li faremo. Siamo noi in contraddizione! Cristiano è una persona seria!”

Se lui è una persona seria, allora lui non può contraddirsi. – dice Patrice – Questo è quello che sappiamo.”

Dopo questa frase di Patrice nessun All Stars sa più cosa dire. I ragazzi, pensierosi, si avviano verso le borse e poi verso le docce. Da fuori ormai giungono i rumori del temporale e in palestra tutti sono dubbiosi e quasi sconvolti per la discussione post allenamento. Gli spostamenti degli zaini, dei sacchetti e delle bottigliette di plastica si incastrano perfettamente nella cupa atmosfera. L’umore è a terra. Il 25 agosto nessun All Stars cena da Aldo.

Passano i giorni.

Il mercoledì successivo, il 1° di settembre, gli All Stars si ritrovano in palestra, non tutti per la verità, ma in un buon numero. Evidentemente qualcuno, temendo le profezie di Luca e di Claudia, ha preferito schivare questo allenamento. Dopo il riscaldamento Cristiano inizia a spiegare il primo esercizio riguardante la ricezione. Gli Alls iniziano con le battute e con le ricezioni e, dopo un quarto d’ora di pallavolo, già nei pensieri di tutti i presenti non sembrano esserci più tracce del discorso di Cristiano. L’allenamento scivola via gioioso e faticoso come sempre.

Mercoledì 8 settembre accade la stessa cosa. Prima 10 minuti di riscaldamento e poi via con gli attacchi liberi per scaldare il braccio. Poi Cri organizza esercizi mirati per gli attacchi di primo e secondo tempo. Mezzora così, di esercizi sugli attacchi, e poi due partite belle tirate. Nessuno pensa più al mercoledì senza palla, soprattutto alla luce dell’ultima frase di Patrice, pronunciata due settimane prima.

Mercoledì 15 gli All Stars si ritrovano alle 19.30 al gran completo, vogliosi, come sempre,  di dare sfogo alla loro irrefrenabile voglia di pallavolo.  Ma, finito il riscaldamento, Cristiano esclama a gran voce:

“Ok ragazzi, non tocchiamo i palloni! Tutti in piedi, in fila lungo i lati lunghi del campo! Di qua le ragazze, di qua i ragazzi! Cominciamo con i test di atletica!”

Gli All Stars cadono dalle nuvole! Sta succedendo proprio quello che più nessuno si aspettava. Sgomenti e frustrati si dispongono ai lati del campo come ha chiesto l’allenatore. Nessuno osa ribellarsi.

I palloni rimangono inerti, in fondo alla palestra, imprigionati nella loro rete.

Un po’ di vento, facendosi strada tra la disillusione degli All Stars, entra dalla porta della palestra e sposta i capelli di Cristiano.

Nessuno più parla.

Nessuno ride.

QUESITO A - Cristiano si  è contraddetto o no?

QUESITO B - Cosa c’è di giusto e cosa c’è di sbagliato nell’ultima frase di Max del 25 agosto?

QUESITO C - Quando possiamo fare una dimostrazione pratica, con le torte, del BT#3 ?

12/07/10

Brain Training #3: le torte di compleanno

21 commenti

Carissimi All Stars ecco l'ultimo Brain Training prima delle meritate vacanze agostane. Per darvi materiale su cui riflettere ho scelto un problema a livelli differenziati: il quesito A è infatti di livello facile, il quesito B è leggermente più complesso (livello medio), mentre il quesito C, decisamente più "astratto", sfiora il livello diabolico.

Il problema può essere affrontato da più punti di vista e con metodi diversi: algebra, geometria, approssimazioni successive, semplice intuizione.

Le torte di compleanno: penso dunque mangio!!

E' il giorno del suo compleanno e allora Luca decide di festeggiare in palestra con gli amici portando cibarie e bevande per tutti. In particolare, conoscendo bene i suoi polli, porta due splendide torte al cioccolato solo per Laura e Davide.

I due golosastri si stanno per avventare sulle torte quando Luca, con una strana luce negli occhi, li ferma dicendo:

"Eh no cari ragazzi, troppo facile!! Dovete meritarvi la vostra dose di cacao e zucchero!! Per mangiare le torte dovete rispettare queste condizioni:

  1. Davide deve tagliare la prima torta in 2 parti, nelle proporzioni che preferisce.
  2. Laura dovrà scegliere quali delle 2 fette mangiare, a Davide toccherà l'altra.
  3. Davide taglierà quindi la seconda torta in 2 parti, sempre nelle proporzioni da lui preferite.
  4. Se Laura avrà scelto la prima volta la fetta più grande, dovrà mangiare la fetta più piccola della seconda torta, e viceversa.

Avanti Davide comincia a tagliare!!"

Davide pensa intensamente per alcuni minuti, osservando famelicamente le attraenti torte, e alla fine decide la sua strategia di taglio che gli consente di mangiare più torta di Laura.

QUESITO A: La strategia di Davide ha avuto successo!! Come taglia le 2 torte Davide? Quanta torta riesce a mangiare?

Dopo qualche mese, per il suo compleanno, anche Claudia decide di festeggiare in palestra e pensa fra sé: "L'altra volta la povera Laura ha avuto meno torta di Davide: questa volta porterò 3 torte e consentirò a Laura di scegliere per 2 volte la fetta più grande nell'ordine da lei preferito, così sicuramente mangerà più torta di Davide!!"

Ma questa volta Claudia si sbaglia e Davide esegue i tre tagli con una perfetta strategia che non dà scampo a Laura, riuscendo anche questa volta a mangiare più torta.

QUESITO B: Come taglia le 3 torte Davide? Quanta torta riesce a mangiare?

A questo punto entra in campo Massimo che afferma: "Il fenomeno è governato da una legge fisica che non lascia scampo a Laura: anche se qualcuno portasse 100 torte e Laura potesse scegliere 99 volte la fetta più grande, purtroppo per lei, non mangerebbe lo stesso più torta di Davide!!"

QUESITO C: Quale è la relazione che permette a Massimo di fare la sua affermazione? Date n torte, quale è la strategia di taglio ottimale per Davide? Date n torte che parte di esse potrà mangiare al massimo Laura?

Coraggio al lavoro! Il primo quesito è veramente alla portata di tutti, il secondo (una volta trovato il metodo per il primo) può essere affrontato e risolto. Per il terzo... in bocca al lupo!