Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

19/08/10

La libertà delle montagne

Con il termine "alpinismo" si possono intendere molte cose: scalare una parete, raggiungere una cima, semplicemente percorrere un sentiero in montagna; l'alpinismo non è solo "verticale", non è solo l'adrenalina dell'arrampicata, ma è anche la lenta fatica del trekking e la profonda comunione con la natura.

Si può fare alpinismo per molti motivi: realizzare un desiderio, mettersi alla prova, avvertire il brivido del rischio, ricercare la tranquillità, liberarsi dallo stress di una vita troppo "veloce", conoscere sé stessi... la montagna offre a tutti avventura e serenità, solitudine e legami profondi con i compagni.

«Salendo una montagna vieni permeato da ciò che la montagna stessa ha di buono da offrirti. La pace della natura ti entra nell'anima come la luce del sole penetra negli alberi, il vento soffia dentro di te la sua freschezza, le tempeste ti infondono la loro energia, mentre le preoccupazioni volano via come foglie in autunno. Cammina piano, acuisci i sensi ed assapora la gioia della tranquillità e della serenità: la libertà delle montagne» (John Muir, naturalista statunitense).

La montagna però non regala questa libertà, bisogna conquistarla, con l'allenamento e la preparazione, la fatica e la determinazione, ma soprattutto il desiderio e la passione.

«Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna; se vuoi vedere la cima della montagna sollevati fin sopra le nuvole; ma se cerchi di capire le nuvole, chiudi gli occhi e pensa» (Kahlil Gibran, poeta libanese).

Questo significa che prima di cogliere la libertà delle montagne bisogna prepararsi ad affrontare le montagne stesse, acquisendo la preparazione fisica, tecnica e psicologica necessaria. Sui nostri monti è ampia la presenza di facili percorsi adatti alle tranquille escursioni, così come sono presenti tracciati più difficoltosi che permettono di raggiungere cime ambite: ognuno può scegliere ciò che più si adatta alle sue capacità. Ma in montagna anche i sentieri apparentemente più banali non possono e non devono essere affrontati con superficialità e noncuranza.

E quindi, proprio come occorre fare il primo passo per scalare una vetta, bisogna pur incominciare da qualche parte. E per iniziare bene è essenziale la conoscenza ed il rispetto di alcune regole.

PREPARAZIONE

  • Pianificare bene il trekking a tavolino, analizzando la lunghezza, il dislivello, la difficoltà del tracciato e considerando l'età, l'esperienza alpinistica e la forma fisica dei partecipanti, nonché la stagione e le condizioni climatiche. Esistono escursioni adatte a tutti, l'importante è sceglierle correttamente: per questo affidatevi a manuali e siti internet specializzati o chiedete consiglio a persone più esperte o che hanno semplicemente già affrontato un dato percorso.
  • Informarsi bene sulle previsioni del tempo, rinunciando alla gita se queste sono sfavorevoli. Ricordatevi comunque che il tempo in montagna può cambiare repentinamente e senza preavviso e che quindi la propria attrezzatura deve essere adeguata di conseguenza. E non bisogna ostinarsi a voler completare l'escursione ad ogni costo: la meta è sempre là, la raggiungeremo un'altra volta!!
  • Comunicare sempre a famigliari o conoscenti il luogo ed il percorso che s'intende seguire. Non variare, nei limiti del possibile, l'itinerario scelto. Portare sempre un telefono cellulare (anche se le "zone d'ombra" in montagna sono molte e non bisogna mai fare affidamento sugli strumenti di comunicazione elettronica) con memorizzati i numeri telefonici dei rifugi presenti nella zona dell'escursione.

COMPORTAMENTO

  • Non abbandonare mai i sentieri ed i percorsi segnati. Uscire dai cammini ottimali aumenta il rischio di smuovere sassi (con pericolo per gli altri escursionisti), il rischio di caduta e la possibilità di sbagliare strada o perdersi.
  • Mantenere una velocità di marcia moderata e regolare: solo gli sky runners corrono in montagna, i trekkers marciano!! In gruppo, regolare l'andatura sui più lenti ed aumentare il numero di soste (soprattutto in presenza di bambini).
  • Mai da soli, sempre in compagnia!! Ma in gruppo si parte ed in gruppo si ritorna: rimanere sempre uniti, non lasciare indietro nessuno, incaricare un capo-gruppo, un apri-fila ed un chiudi-fila. Nei tratti più impegnativi, i componenti deboli della comitiva (per esempio i bambini) dovranno procedere in posizione ravvicinata a monte di un compagno più esperto (sia in salita che in discesa).
  • Bere abbondantemente e nutrirsi a sufficienza. Soprattutto in caso di basse temperature la sensazione di sete diminuisce, ma il corpo và comunque reidratato adeguatamente. In montagna si consumano molte energie: non è il luogo ed il momento di fare diete dimagranti!!

ATTITUDINE

  • L'unica attrezzatura assolutamente ed ineluttabilmente indispensabile in montagna è la testa!! L'entusiasmo non deve far mai dimenticare la prudenza, il buon senso deve sempre guidare le decisioni, l'attenzione deve sempre restare alta (come dicono da queste parti: fa balà l'oeucc!!).
  • Rispettare la natura: il buon trekker non lascia segno del suo passaggio. Evitate i rumori, riportate a casa i vostri rifiuti, non cogliete fiori o frutta. Non lasciar traccia!!
  • Ed infine, la montagna deve attrarre: non si fa escursionismo per sport, per mantenersi in forma o per moda, ma per passione e diletto.

«In montagna salgo, mi piace la salita. I primi passi sono duri, il corpo fatica e il respiro affanna. quando il fiato si rompe, la fatica si trasforma in un movimento costante, lento e piacevole. Camminando lungo il sentiero, passando in mezzo ai boschi, agli alpeggi e infine sulla cima, mi sembra di attraversare il mondo intero. Quando raggiungo la cima mi sento vivo e non vorrei mai scendere» (Walter Bonatti, alpinista italiano).

Che sogniate di raggiungere una vetta o semplicemente desideriate passare alcune ore immersi nella natura, conquistatevi la libertà delle montagne, ognuno con la propria attitudine e con le proprie capacità.

4 commenti:

Sandra M. ha detto...

Si avverte la passione. Complimenti. Condivido tutto e, in modo particolare tra le necessità primarie, l'uso della testa! Quanta faciloneria ed improvvisazione sono causa di tragedie.
Come sono le albe in montagna...parliamone!!!
Io amo anche molto il mare...ma non mi interessa l'abbronzatura, mi piace il mare al tramonto quando il gran caldo e la gente se ne vanno.

Davide ha detto...

@Max. Grande post, grandi foto, grande nuova etichetta!

Se è vero, come pensano i mistici, che le nostre menti in realtà sono sconfinate, allora probabilmente sono le passioni a renderle tali.

@Sandra. Anch'io adoro l'alba. Per me è sempre un momento di comunione con l'universo, per usare un'espressione analoga ad una utilizzata da Max nel post.

14 Sara ha detto...

Bravo Max, condivido in pieno quanto scrivi e racconti... nelle mie camminate in montagna (molto ridotte negli ultimi anni causa grande pigrizia ;) ) ho visto troppa gente che avrebbe bisogno di leggere post come questi, senza contare che, a parer mio, l'atteggiamento delle persone verso la montagna sta sempre di più peggiorando purtroppo.. che tristezza.....

8 Massimo ha detto...

Da qualche parte ho letto la frase «Ogni giorno ha il suo tramonto», io direi di più: ogni luogo ha il suo tramonto.
Sul mare, in montagna, in collina (i tramonti della mia infanzia), in città o in campagna… il tramonto può essere goduto come momento di pace e riflessione.
Si capisce che io preferisco i tramonti alle albe: per me il tramonto in montagna è associato alla meta, all’appagamento, al meritato riposo dopo la fatica, al rifugio che ci attende; l’alba è troppo rapida, repentina e fredda, coglie l’alpinista intento alla preparazione della giornata, concentrato sull’allestimento dell’attrezzatura.
E dopo il tramonto a volte si può assistere allo spettacolo del sorgere della luna piena da dietro le montagne… senza paragone!!

Un detto friulano ripreso dallo scrittore-alpinista-scultore Mauro Corona recita «i legni per diventar buoni devono guardare il tramonto», cioè gli alberi, per dare un legno meno tenace e più malleabile, devono essere rivolti ad Ovest. E così «anche l’uomo se pensa al tramonto diventa migliore».

@Sara: hai ragione, purtroppo scontiamo il fatto che sempre più gente vuole avvicinarsi alle montagne, ma senza l’educazione e la preparazione necessaria. Qualche sera fa al TG3 lombardo hanno passato un bel servizio sulla Val Taleggio, dove hanno intervistato un vecchio malgaro bergamasco che in dialetto stretto ha detto «Non capisco: tutti quelli che vengono qui dicono che bello, che bello… ma nessuno si ferma mai e quasi nessuno torna più!!»