Pensieri Profondi

PENSIERI PROFONDI
«Ho controllato molto approfonditamente e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda». (Pensiero Profondo)

22/01/11

La saggezza e il futuro

"Non chiamare stolto nessuno tra noi, giacché in verità noi non siamo né saggi né stolti. Siamo verdi foglie sull'albero della vita e la vita stessa è al di là della saggezza e, certo, al di là della stoltezza" (Khalil Gibran).

Maturità, equilibrio interiore, saggezza...

Verso la fine della mia adolescenza sono stato proiettato nell'età adulta da un evento tragico e da allora mi domando continuamente quale sia il modo migliore per crescere ed affrontare il mondo... e dopo quasi 50 anni di vita sono purtroppo ancora lontano dalla risposta definitiva.

La maturità e la saggezza non derivano dall'età, prescindono da essa e inoltre dipendono fortemente dal contesto e dalle esperienze fatte: i nostri amici più giovani, i nostri figli (e questo lo sto vivendo intensamente) possono essere più maturi e saggi di noi in particolari situazioni, semplicemente perché le hanno già vissute, imparando così ad affrontarle.

L'uomo è un animale sociale ed il rapporto con gli altri è alla base stessa del senso della nostra esistenza: l'essere umano si sente realizzato quando, nel rispetto delle regole e delle leggi che si è imposto di rispettare (siano esse naturali, religiose o civili), diventa consapevole di avere un ruolo ben definito all'interno della società. Questo genera stimoli positivi, motivazione, autostima, equilibrio, serenità... in poche parole "maturità".

Come si diventa maturi? Sicuramente è necessario "vivere", passare attraverso esperienze diverse, sempre e comunque nel rispetto delle proprie convinzioni, fare i propri errori ed imparare da questi.

Una cosa che ho appreso nella mia vita è di non aver paura di sbagliare. Tutti abbiamo il diritto di sbagliare, senza temere il giudizio degli altri, ma traendone invece insegnamento ed indicazione per progredire.
Non c'è nulla di "sbagliato" nello sbagliare. Certo è fastidioso, a volte imbarazzante, ma tremendamente importante per la nostra crescita, per la nostra maturità, per arrivare infine alla nostra "saggezza".
E' però fondamentale usare l'errore e soprattutto il giudizio, le reazioni e le opinioni degli altri come strumento di crescita: ciò non è assolutamente facile, a volte ci imbarazza o anche ci ferisce, ma ci consente di modificare le nostre idee, di migliorare i nostri atteggiamenti, di imparare a gestire meglio le nostre reazioni e le nostre emozioni, di trasformare l'esperienza negativa in feedback positivo. Ma chi è l'uomo saggio? Io credo che si possa definire saggio chi ha imparato ad affrontare gli imprevisti, ad assorbire le frustrazioni e a metabolizzare le sofferenze che la vita ci assegna, mantenendo l'autocontrollo e recuperando velocemente il proprio equilibrio interiore. La saggezza può essere allora vista come la capacità di armonizzare (attenzione, non di reprimere!) i propri sentimenti e le proprie emozioni, di gestire energie fisiche e mentali e di ottimizzare il rapporto con gli altri.
Chi di noi (soprattutto le persone più emotive come me) non si è mai rammaricato per aver agito troppo impulsivamente o per essersi esageratamente innervosito? "Autocontrollo, chi era costui?"

Non sono certo la persona più competente in materia (sigh), ma penso che saggio sia colui che riesce, di volta in volta, con l'aiuto dell'esperienza e della logica, a misurare e tarare le proprie emozioni in base alla reale intensità dello stimolo ricevuto: quindi non sempre esternare violentemente ("esplodere") o reprimere internamente ("implodere"), ma trovare sempre la giusta via ed il giusto compromesso.

Ma com'è difficile!!! Il bambino che è in me lotta con l'uomo, la logica combatte con le emozioni... ma è poi così sbagliato restare un poco bambini?

"La saggezza non è più saggezza quando diviene troppo orgogliosa per piangere, troppo austera per ridere e troppo piena di sé per cercare altro che sé stessa" (Khalil Gibran).

Avevo bisogno di esternare le mie emozioni e sensazioni dopo una settimana veramente difficile e ho deciso di scrivere sul Blog, cercando di comunicare quello che mi passa per la testa in questa notte di fine inverno... un post "catartico", che sia l'inizio di una nuova serie?

PS: la foto pubblicata in questo post , dal titolo "Stati d'animo: la saggezza e il futuro", è di Carlo Atzori

19 commenti:

Davide ha detto...

“Stimoli positivi”, Max. Ti cito! Questa è la cosa più importante che c’è nel tuo post. I nostri stimoli sono ciò che ci guida.

Gli errori, invece, vanno, passano e, dopo un po’, quando ne hanno voglia, si ripresentano. Gli errori di tutti arrivano, ci coinvolgono, vengono dimenticati e poi ritornano. Credimi Max, ritornano. Alcuni vengono visti, di altri neanche ci si accorge. Alcuni vengono ammessi, dichiarati. Altri scivolano via o vengono palesemente coperti.

Di errori e di errori ripetuti è ricolma la storia di tutti. Le persone emotive non fanno più errori di quelle imperturbabili. Fanno semplicemente gli errori delle persone emotive. Le persone flemmatiche fanno errori di tipo diverso. Tutto qua.

Non parliamo troppo di errori, però, parliamo di stimoli positivi, ti dicevo. Parliamo e parliamo bene di chi vive, di chi partecipa, di chi si espone, di chi si mette in gioco, di chi scrive, di chi parla, di chi si scusa, di chi si preoccupa per gli altri, di chi cerca a modo suo di operare affinché le cose funzionino bene. Come si può fare tutto ciò, o una parte di tutto ciò, senza commettere errori? Non è cosa di questo mondo.

Preoccupiamoci che nel nostro modo di agire ci sia sempre il rispetto. Rimaniamo nel merito delle questioni, non scendiamo nel personale, non usiamo gli avverbi “mai” e “sempre”. Scherziamo con tutti ma non deridiamo nessuno. Prendiamo in giro i nostri amici solo nella misura in cui sappiamo essere oggetto delle canzonature altrui.

Agiamo, sbagliamo, scusiamoci e riproviamo, rispettando chi ci ascolta, chi interagisce con noi, chi ci legge e chi ci frequenta. Facciamolo positivamente, con l’obiettivo di dare, non con quello di mostrare. Muoviamoci con l’intenzione e con lo stimolo di creare qualcosa di bello o di migliorare qualcosa che è ancora perfettibile. Diamo vita alle nostre azioni, emotive o meno, stimolati dal bene e dall’ordine.

Preoccupiamoci di questo!

Ma tu, Max, non preoccuparti più di tanto. Perché tu hai sempre agito così.

3 CHIARA ha detto...

Era un pò che non approdavo sul nostro blog ed oggi, collegandomi, ho visto questo post...
Non avrei potuto trovare post migliore da leggere in questo momento, è bello che vengano condivise anche sensazioni e sentimenti personali...
Non voglio commentare nulla perchè in questo momento non saprei cosa aggiungere a ciò che già è stato scritto... Voglio solo ringraziare l'autore di questo post per le sue parole...
Grazie Max!

11 Rocco ha detto...

quotando quanto scritto da Dav, aggiungo che per me, caro Max, sei da subito stato uno stimolo e continui a esserlo... per cui ben venga il gioco e la riflessione che porti sempre a tutti, accompagnato da uno stile comunicativo che si bilancia con misura alle persone a cui si vuole esprimere un pensiero, un desiderio, un disagio, un emozione...

14 Sara ha detto...

Un post esemplare... tutto ciò che hai scritto, Max, dovremmo tutti metterlo in pratica per poter vivere serenamente e in equilibrio con se stessi e con gli altri..
Anche io, come Chiara, non ho nulla da aggiungere, mi è basta leggerlo e usarlo come spunto di rilfessione..

12 luca ha detto...

caro max,
ricordo ancora con affetto quella notte in cui, da soli, c'eravamo trovati sul grido a parlare di cose molto più grandi di noi. l'evento tragico che ti ha "proiettato di colpo nell'età adulta" io l'ho vissuto qualche anno dopo quella adolescenziale (ma lo sappiamo che il tempo è relativo...), ma ti assicuro che l'effetto è stato pari a quello che tu descrivi in questo post. io sono sempre stato uno che tende a reprimere i propri sentimenti e le proprie emozioni, e lo sono tuttora, ma credo che col passare del tempo ho cambiato il mio modo di "repressione": prima era un modo più infantile, da bambino quasi, governato dal timore del giudizio altrui. ora è più da "saggio" come dici tu, dove comunque la mente fa giocoforza un'analisi comparativa con le proprie esperienze di vita vissuta. e la tua risposta (che alle soglie dei 50 anni non hai ancora trovato) credo non la troverai mai, perchè la vita vissuta appunto, per trarre termini comparativi cioè l'esperienza e cioè la saggezza, è tale solo quando la vivi. perciò anche a 80 anni, e più, vivrai esperienze nuove in cui non saprai come è meglio comportarsi e in cui quindi ancora reagirai d'istinto. credo che il meglio che possiamo fare è mediare tra istinto e ragione [..."Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"...], e il meglio del meglio sarebbe cercare di farlo prima che l'evento si compia nella sua totalità, o al più durante.

.....cmq, di sicuro, il percorso che noi allS stiamo facendo lo stanno facendo in pochi altri ♥

14 Sara ha detto...

Aggiungo un piccolo pensiero che mi è venuta in mente adesso leggendo il commento di Luca: per quello che è la mia esperienza, tra le consapevolezze di un'essere umano quelle più difficili da raggiungere sono il mettersi in discussione, l'affrontare i cambiamenti a cui la vita ti mette di fronte, l'imparare dalle esperienze per raggiungere un sano equilibrio psicologico (sembra scontato averlo ma la mia esperienza personale dice di no).
Ma quando si hanno di fronte, e a fianco, persone che portano esempi positivi in questo senso, credo che questa sia la fortuna più grande che una persona possa avere, perchè è da questi confronti "sani" che si può davvero imparare ad usare al meglio le esperienze della vita per poterle poi usare per crescere e trovare un sano equilibrio con se stessi e con gli altri..

7 laura ha detto...

Caro Max e Alls, che bello questo post ! Come te Max sono una persona molto emotiva e come te in fase preadolescenziale ho dovuto vivere esperienze che mi hanno fatto crescere troppo in fretta.. Vi dico solo che a 18 anni sono entrate in terapia di gruppo.. lì, la mia psicologa, mi ha detto che avrei trovato UNA FAMIGLIA, con tanti fratelli e sorelle nuove :)lì ho imparato a "parlare".. e intendo per parlare non solo buttare fuori quello che si ha dentro a ruota libera ma, e soprattutto, a dare il giusto peso alle cose che ci succedono poichè ho imparato a vederle non solo con i miei occhi ma anche con gli occhi degli altri, cioè nei diversi punti di vista ! ho imparato a confrontarmi ! maturità, equilibrio interiore, saggezza sono delle conquiste ! sono come la felicità, tutti noi ne abbiamo ma a volte non le vediamo.. la cosa bella è che in questo gruppo, in questa squadra, negli ALLS, ognuno di noi ha un ruolo fondamentale per la crescita non solo individuale ma del gruppo :) abbiamo la possibilità di avvicinarci alla maturità con il dialogo e il confronto.. sono contenta di far parte di questa squadra, perchè mi state insegnando tante cose di cui io non mi sazierò mai :)

11 Rocco ha detto...

Un pensiero tira l'altro...

Equilibrio...

Dopo periodi di disagio e squilibrio, si e` soliti pensare che necessita trovare un equlibrio; ma questo non basta, perche` quando le condizioni, il contesto e le situazioni cambiano, il sistema di riferimento si evolve, involve e muta e provoca l'ennesimo dissesto nell'individuo.
Di conseguenza si e` poi portati a pensare che la vita sia una continua ricerca di equilibrio ad ogni sconvoglimento; ma anche in questo caso i terremoti, soprattutto sentimentali, portano a una spossatezza e a un logorio fisico e mentale, a causa della continua ricerca di una soluzione di equilibrio.
Per cui sono approdato alla fine a credere in un concetto di equilibrio quadridimensionale: l'equilibrio dinamico o mobile o elastico. Questo concetto di equilibrio si basa sulla mobilita` del sistema di riferimento che nel tempo puo` essere continuamente sconvolto (positivamente o negativamente) e sull'elasticita` dell'individuo che puo` sopportare i contraccolpi delle perturbazioni: esattamente come un ponte o un grattacielo che, costruito in maniera da essere oscillante, resiste alle raffiche di vento... si diverte a "barcollare" col vento... e si rilassa a "cullarsi" nel vento...

Il vento (i sentimenti, l'amore, l'amicizia, il lavoro, lo spirito, la novita`, il ricordo, le speranze, le delusioni, le illusioni, i desideri, i pensieri, le azioni, ecc...) perturba, ma puo` essere un ottimo compagno!

14 Sara ha detto...

Quoto Laura, perchè lo stesso percorso terapeutico che ha scelto di fare lei a 18 anni (sì perchè, un percorso di questo tipo non è solo una necessità, ma una vera e propria scelta!) lo sto facendo io adesso a 37 e quello che lei dice riguardo al buttare fuori quello che si ha dentro io lo sto "imparando" adesso con grande fatica.. e devo dire che da quando ho iniziato a farlo anche il mio equilibrio personale ne ha giovato.. eccome se ne ha giovato... ma come dice Rocco è un equilibrio che è sempre in movimento e va riconquistato OGNI GIORNO.. ed è questa la parte più faticosa, ma anche quella più gratificante..
AllS... spero non smetteremo mai di essere un gruppo così.. Davvero!

30 Elisa ha detto...

Ma che bello questo post, e che belle persone siete voi! Ci pensavo proprio ieri agli allenamenti, siamo un bel gruppo, sano con tanta voglia di impegnarci di crescere e di confrontarci...e visto che si parla di esperienze personali vi racconto un po' la mia:beh anch'io mi sento sempre alla ricerca di un equilibrio e ho riflettuto spesso sul significato di questa parola e su cosa significa essere saggi...vi dico cosa ho imparato io e cosa fa star bene me: avere la consapevolezza che io vado bene così, proprio così come sono, con le mie cose belle,ma anche con le parti meno piacevoli, più fastidiose, al di là dei modelli comportamentali "da manuale" che spesso mi sono trovata a rincorrere. Nel mio percorso di gruppo, ebbene sì anch'io ce l'ho nel mio "CV", ho imparato che le mie emozioni vanno comunque sempre bene, perchè sono mie, parlano di me, della mia storia che mi ha portato fino a qui. non è sano per me reprimerle, perchè una volta che riconosco e legittimo ogni mia emozione, posso poi decidere come esprimerla, è sul comportamento che io ho il potere di intervenire, non sull'emozione. Quella viene da sola e se sono arrabbiata non ce n'è, lo sono ed è inutile nascondermelo, poi posso decidere se e come esprimere la rabbia e di questa decisione ne assumo poi la responsabilità. Ecco questa è la mia saggezza interiore in questa fase della mia vita ed è quello che mi fa vivere bene. Ciao a tutti
Ely

16 Francy ha detto...

Ciao Alls,

questa mattina ho visto il link di Davide su FB e non ho potuto fare a meno di entrare sul blog a leggere....
Il post di Max mi fa riflettere ancora una volta sul fatto che sicuramente quello che ci lega non è solo la passione per la pallavolo; credo che la voglia di stare insieme nasca proprio dal sentirsi attratti verso persone con caratteri così diversi ma intimamente così vicini.
La paura e la vergogna di sbagliare sono sempre stati i miei peggiori nemici e putroppo continuano ad esserlo!
Quello che temo, da quando sono nata, è che se sbaglio non verrò accettata e di conseguenza esclusa. Non ho mai amato parlare di me proprio per questo motivo, perchè fin da bimba mi sono sentita quella "diversa" all'interno del gruppo. L'evento traumatico in questo caso è nato con me e rappresenta un vuoto incolmabile che è difficile riempire. Quello che ho capito, è che in questi casi è inutile uscire dal campo piangendo (la metafora pallavolistica è riferita alla storica partita di Arcore di un anno fa, che non dimenticherò per il resto della mia vita)ma rialzarsi e, come dice Max, accettare i giudizi come strumento di crescita.
Bisogna solo guardare avanti e non piangersi addosso, sul passato non possiamo più agire ma sul futuro sì!
Ho passato una vita a guardare indietro e a cercare un padre che se ne era andato, convinta che anche tutto il resto del mondo mi avrebbe voltato le spalle. Ci sono un sacco di persone fantastiche lungo il cammino e non voglio essere retorica...tanto lo sapete già :)

Un abbraccio forte forte a tutti voi

11 Rocco ha detto...

...e tu Francy, sei una di quelle persone fantastiche!
...e mi chiedo: ma come abbiamo potuto non conoscerci prima!!!

Benvenuta anche a Elisa!

Per tutti i nuovi lettori, andate a sbirciare anche indietro...

Anonimo ha detto...

Carissime stelline,che dire,
siete capaci di stupirmi ogni volta!
Il nostro legame è davvero qualcosa di speciale e difficile da definire perchè è più di una semplice squadra e di una semplice amicizia.
La pallavolo ci ha fatti conoscere...mi ha permesso di relazionarmi con persone da me così diverse ma cosi, come dire, complementari.
Da ognuno di voi ho qualcosa da imparare.
Ed ora...è dipendenza pura...non potrei mai fare a meno della vostra luce...siete entrati a far parte della mia vita e, giorno dopo giorno, la voglia di trascorrere momenti piacevoli con voi non ha fatto che aumentare!
Ognuno di noi ha le proprie debolezze, ansie, paure...ma arrivare a condividerle apertamente è davvero qualcosa che mi ha sorpreso piacevolmente perchè dimostra quanta stima e fiducia riponiamo in questa amicizia tanto da mettere a nudo e gridare ad alta voce le nostre sofferenze per sentirci un pò più forti e un pò meno soli...e funziona, davvero.
Vi voglio beneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!

Anonimo ha detto...

Volendo anch'io condividere con voi le mie paure, posso dire che il periodo più brutto della mia vista l'ho vissuto tre anni fa quando ho rischiato di perdere mio padre da un giorno all'altro.
Era già successo quando ero piccola, andavo alle elementari ma per fortuna ero talmente inconsapevole della gravità che la cosa non mi ha traumatizzata.
Invece 3 anni fa quando, dopo un infarto, l'hanno ricoverato d'urgenza e sottoposto ad un'operazione di 9 ore dandoci poche speranze il mondo mi è crollato addosso...per 3 mesi la mia vita si è fermata...vivevo in funzione di lui pregando ogni giorno che si riprendesse...la cosa più strana era che lo desideravo più per mia madre che per me...in quei mesi qualcuno mi ha dato una forza interiore che non avrei mai sperato di avere...io e mia madre siamo andate avanti facendoci forza...dormendo 4 ore a notte con l'incubo che squillasse il telefono da un momento all'altro...
il peggio è passato ma la paura seppur minore è rimasta e continuo a conviverci ogni giorno...
Certe esperienze ti obbligano a divenire forte e a crescere prima del dovuto e ad apprezzare ed amare la "routine" della vita quotidiana quando da un giorno all'altro rischi di perderla...

7 laura ha detto...

Grazie Giulia per averci "donato" un posto nella tua vita :) hai ragione quando dici che questa non è semplice amicizia o semplice squadra, credo che la cosa più bella di questo legame che ci unisce è che sia nato spontaneamente e di giorno in giorno, alimentato dalla nostra luce, diventi sempre più forte :)

24 Claudia ha detto...

Noi siamo stelle, stelle della terra che illuminano il diurno altrui, questo ormai è un dato di fatto. Spesso mi sono chiesta da dove provenisse la forza di questo bagliore. Questo post e i commenti a questo post avvallanno ciò che io da tempo penso: gli individui diventano tanto più persone a senconda delle esperienze di sofferenza vissute. Mi riferisco alla sofferenza profonda che può segnare il percorso della vita di ogni uomo, alla sofferenza provocata da fattori che non dipendono dalla nostra volontà e che ci costringono a crescere prematuramente, o addirittura a non ricordarci di essere stati mai bambini. E gli individui diventano tanto più Persone a seconda di come superano la sofferenza.
Tutti ci portiamo un bagaglio di esperienze e, a mio avviso, si diventa saggi non tanto per averle vissute, le situazioni particolari, ma per il modo con le quali si affrontano e superano.
Qui sta la differenza tra gli uomini che vanno alla deriva e quelli che risalgono.
Qui sta la differenza tra il vivere e il sopravvivere.
E io ho imparato che le avversità non si possono superare in solitudine. E’ importante avere delle persone accanto, quelle persone che sanno ascoltare e donare del loro anche se l’altro è incapace di chiedere, magari anche solo perché inconsapevole di dover chiedere. Ancora una volta, allora, io approfitto di questo luogo, di questo spazio e di questo confronto, per esprimere il mio grazie, grazie a tutte quelle persone speciali che sanno osservare e che donano del proprio nel tentativo di allontanare la sofferenza altrui, io ne ho incontrate diverse, alcune sono ancora accanto a me, altre, pur non essendoci più, sono un passo avanti a me, sempre!

Cla

77 Ale Ce ha detto...

GRAZIE per questo post,che sta creando una reazione a catena davvero interessante!
Dato che ho un carattere molto simile a quello di Max,mi sono sentita subito chiamata in causa.
Mi sono spesso interrogata sul perché di un carattere così e cosa fare per migliorarlo,e le risposte le cerco ogni giorno.
PERCHé dunque? Nel mio caso il trauma è la mia cartella clinica,quella di mia mamma,di mio papà,etc;centinaia di pagine ma la parola chiave è sempre la stessa: cancro.
In queste situazioni accumuli una rabbia,ma una rabbia tale che...
Purtroppo in situazioni così l'equilibrio ce lo si può scordare...quando tutto si risolve la felicità è incredibile ma i segni rimangono...quelli fisici (che per fortuna si coprono con dei tatuagi meravigliosi,ahah!) e i segni che sono invisibili ma che sgorgano da tutte le parti: una rabbia infinita che si fa vedere in ogni occasione,una maturità che in realtà non si vuole (a 15 anni l'ultima cosa che volevo fare era stare chiusa in ospedale),etc.
Però non ci sono solo aspetti negativi:ci sono anche germogli che,se ben coltivati,portano a valutare anche una esperienza come questa come arricchente: un ridimensionamento dei problemi,un vero e proprio cambiamento di prospettiva;la capacità di adattarsi alle situazioni;la voglia di vivere ogni secondo e fare più cose possibili,ingozzarsi di vita,con la consapevolezza del tempo che passa;una maturità questa volta positiva;una soglia del dolore mooolto alta e, soprattutto,MAI accontentarsi.
COSA FARE,quindi,per migliorarsi?
In un mondo segnato da così profonde contraddizioni,può essere davvero dura.
Per fortuna lo spiraglio di luce sono gli altri: un grande Amore,i familiari,e soprattutto il tesoro più grande che la vita possa offrire: i veri amici...cioè,per me,anche voi!E' davvero l'ennesima prova che bisogna ringraziare ogni giorno il CASO...per quel volantino dell'arci trovato in biblio a Macherio!!!
Bene,vi ho dato un pezzo del mio cuore e scritto cose che in faccia non avrei mai detto (o quasi)...custoditeli bene,altrimenti...vi picchio,ahahah!!!
PS: non guardatemi con occhi diversi,purtroppo so che effetto piò fare una "rivelazione" del genere...
PPS: concludo con una citazione che ho sempre amato: "No!-disse Legolas-Miseri tutti noi!E tutti coloro che percorreranno il mondo nei giorni a venire.Esso è fatto in tal modo che ciò che trovi lo perdi subuito,e ti pare di essere in una barca trascinata dalòla corrente."
Mi sono sentita tante volte così,ma voi mi state aiutando a non sentirmi troppo sballottata!!!
G-R-A-Z-I-E.

14 Sara ha detto...

Per l'ennesima volta ho riletto il post e tutti i vostri commenti (mi aiuta nei momenti un po' tristi)... e per l'ennesima volta ho pianto...

8 Massimo ha detto...

Sì Ale, una vera e propria reazione a catena, una fusione nucleare come quella che incendia il cuore delle stelle!!

Grazie ai vostri commenti questo post si è “incendiato” di emozioni, sentimenti, pensieri ed idee. Leggere giorno dopo giorno le vostre riflessioni mi ha emozionato e commosso, mi ha fatto riflettere intensamente, mi ha fatto bene al cuore, proprio come a te, Sara.

Mi ripeto e cito ancora una volta un verso di Kahlil Gibran che mi sta particolarmente a cuore: «La bellezza non è nel viso. la bellezza è nella luce nel cuore».

Come mi ha detto qualche giorno fa una carissima amica: «...la conoscenza degli altri e la fiducia in loro sono elementi che, con il nostro vissuto, possono fare la differenza nel trasformare un’esperienza in qualcosa di prezioso...così si diventa forti, così si diventa quello che si è...imperfetti ma sempre in crescita e in continua trasformazione come lo scorrere del tempo e la vita stessa richiedono...»
Sì Claudia, hai ragione, accettare gli altri ed i giudizi degli altri, affidarsi e fidarsi delle persone che si amano, credere negli amici, quelli veri, che non esitano ad esporsi in prima persona per correggere un nostro errore, per venirci incontro ed aiutarci. Ed imparare, imparare sempre e comunque, in un percorso di arricchimento interiore in continuo divenire. E’ questa la via...

E grazie a tutti voi, questo è più facile!

Anime gemelle in entanglement, connessione non-locale fra esseri umani che si pensano reciprocamente, coerenza spontanea di pensieri ed emozioni, un inseparabile tutto, un lampo di comprensione condivisa la cui luce è in grado di penetrare attraverso qualsiasi strato... ma questa è un’altra storia e forse un altro post.