La serata di
ieri è stata per me davvero speciale. Nell’ultima amichevole avevo giocato
piuttosto male e quindi durante la settimana ho cercato di prepararmi al
meglio. Sono arrivato alla partita forse un po’ teso ma con una gran voglia di
fare bene. Quindi, di riflesso, con una gran voglia di divertirmi e di far divertire
chi giocava al mio fianco e chi, da bordo campo, tifava. Ho provato a colmare con
la grinta e la partecipazione le mie numerose lacune tattiche, tecniche e
motorie. Penso, complessivamente, di aver fatto, per questa volta, qualcosa di
buono.
Il nostro
gruppo è piuttosto unito. Pur essendo in metà di mille siamo in grado di
gestire senza problemi il numero di set giocati da ciascuno e le normali arrabbiature
della partita. Non c’è differenza tra fanciulle e fanciulli, tra sbarbati e
attempati, tra ex pallavolisti e nuovi adepti, tra sportivi nati e impiegati
con la pancia, e tra membri anziani e chi, ancora, non avrebbe i giorni per
dire “BEH”. Questa è una qualità fantastica del gruppo ALL STARS che spero
nessuno verrà mai a sporcare.
E’ giusto,
però, che io inviti ancora una volta a riflettere tutti coloro che, per
orgoglio o per pigrizia, né hanno un naturale atteggiamento di autocritica né sanno
reagire alle sollecitazioni esterne. E questo paragrafetto riguarda un pochino tutti. Potrebbe
essere un diverso atteggiamento nei confronti delle novità e degli “sforzi”
mentali a far perdere agli ALL STARS alcune stelle. Rischia di rimanere in un
angolino chi preferisce lamentarsi, chi non vuole prendere atto che gli ALL
STARS non sono quelli che si allenano di mercoledì nel corso dell’ARCI ma sono
un qualcosa in più, e chi non accetta le critiche. Lo dico per il bene di chi
queste cose le vuole capire.
Se poi,
durante gli allenamenti, è ammesso e condivisibile un grado di concentrazione e di partecipazione con andamento “sinusoidale”,
questo, a mio modesto avviso, non è ammissibile in partita. Quando siamo in
partita, specialmente in trasferta, tutti noi godiamo di quello che accade
intorno a noi e dentro di noi. Fuori c’è la squadra, i colori della maglia, il
senso di appartenenza, il gusto dell’avventura con gli amici, i sorrisi, i
cinque, gli abbracci, gli incoraggiamenti, i complimenti, le urla di chi tifa,
la palla che non cade, i decibel delle schiacciate e i rumori gravi delle murate,
fantastico!!! Dentro c’è l’adrenalina, il furore sportivo, le endorfine lungo
tutto il torrente circolatorio, la grinta che vuole esplodere fuori dagli occhi,
ed il nostro cuore che si fa carico di tutto ciò e che pompa di continuo sensazioni
meravigliose. Qualcosa di incredibile!!! Tutti sappiamo di cosa parlo, vero? A
tutti piace! Tutti lo vogliamo! Quindi, per favore, paghiamone un piccolo
prezzo per il bene di tutti: se ci iscriviamo per giocare in una amichevole
dobbiamo sapere in che ruolo vogliamo giocare, quali sono i movimenti di quel
ruolo e soprattutto rendiamoci conto che, in partita, c’è sempre qualcosa da
fare. Non c’è mai tempo per stare fermi a fare nulla. C’è sempre un compito da
svolgere o una fetta di campo da coprire, sia quando attacchiamo, sia quando
stiamo per difendere. E’ nostro dovere chiedere a chi sa le cose e cercare di
dare il nostro contributo per il godimento di tutti.
In questo
momento non è importante imparare a parlare fra di noi in partita. Dobbiamo
ancora concentrarci sulle basi della tattica (i naturali spostamenti dei
giocatori), e della tecnica (io, per esempio, ancora
non so ricevere). Rimane fondamentale, invece, imparare a gridare MIA!!!
Gli alzatori
non sono delle rock star! Se vogliamo vincere le amichevoli (e tutti le
vogliamo vincere quando siamo in campo!) allora gli alzatori, prima cosa se non
murano devono indietreggiare e coprire la loro fetta di campo, e seconda cosa
devono imparare a servire i centrali e le bande come vogliono essere serviti.
Deve nascere un feeling tra alzatore e schiacciatore. L’alzatore non si deve
pavoneggiare per come alza! Non c'è un modo solo, giusto o figo, per alzare bene perchè gli attaccanti sono diversi e ci sono più tipi di attacchi. L’alzatore dimostrerà la propria classe (e a tutti
piace dimostarla quando siamo in campo!) quando avrà imparato a servire tutti i
possibili attaccanti e, osservando la disposizione degli avversari, opterà per
la regia migliore dell’attacco.
In partita l’adrenalina
scorre a fiumi, possiamo un po’ calmierare le manifestazioni di rabbia, questo
sì, ma chi è di ghiaccio rimarrà sempre di ghiaccio e chi deve sfogarsi, si
sfogherà sempre. Qui c’è poco da fare. Quello che c’è da fare è invece
incoraggiare chi ha appena sbagliato e, altrettanto importante, svegliare e
scuotere chi sta sbagliando perchè sta giocando con un’attitudine
errata.
Spero che
possiate condividere quanto ho qui espresso. Se sto sbagliando in qualcosa mi
aspetto delle sonore disapprovazioni. Ci vediamo mercoledì.
14 commenti:
Visto che tipiace chi si espone...
Belle parole e mi verrebbe davvero da quotare quasi tutto... ma c'è qlc che non mi torna...
Parlare, comunicare in partita sia che si tratti di amichevole o di allenamento E' FONDAMENTALE anche per costruire quel feeling di cui tu parli. Se io non vado a muro perchè ho di fronte uno altissimo lo dico all'altro palleggiatore, è vero che lui deve cmq seguire i miei movimenti ma un "io non vado sotto" è facile e breve da dire. Ma non è solo questo...
Il feeling si contruisce anche in allenamanto e quando io alzo sbaglio spesso... ancora troppo, ma l'allendamento serve anche a questo. Tutti e dico TUTTI cmq cercano di prenderla e i più esperti (coloro cioè che sanno come vogliono la palla per poterla schiacciare nel modo per loro ottimale) mi aiutano a capire cosa sbaglio e mi correggono e a volte mi fanno riprovare e io li ringrazio perchè questo è il metodo giusto per imparare! Davide 10 però non fa così. Davide 10 a volte raccoglie la palla, non la palleggia nemmeno e se ne va di là, dall'altro alzatore... Dimmi ora Davide 10, come si deve comportare Claudia 24 in questo caso?
Davvero, io sono d'accordo con ciò che scrivi ma se per primo queste cose le metti in pratica tu!
Per tornare all'amichevole di mercoledì. Anche per me è stata la partita più bella in assoluto.
Tanti passaggi e pochi errori.
Nonostante ciò dopo la prima partita mi sono cuccata una spinta proprio all'ultimo punto e quando sono uscita ho casualmente assistito ad una discussione STERILE sui metodi di allenamento altrui. Io non voglio assolutamente fare la moralista.... ma oltre a guardare gli altri forse dovremmo imparare a guardare noi stessi!
La forza di una squadra è il gruppo dove nessuno pensa d'essere migliore dell'altro,detto ciò a riguardo l'osservazione tecnica di Davide,i fondamentali s'imparano BENE da giovani quando più attempati o stagionati è difficile avere una tecnica perfetta,e riguarda tutti i ruoli,ricezione e battuta.L'allenamento del mercoledì è l'occasione per migliorare gli automatismi di gioco,e il conoscersi,è vero che chi alza dovrebbe tenere conto delle caratteristiche degli attaccanti ma questo porta ai fondamentali di cui sopra,e anche l'attaccante deve essere capace ad adattarsi ad alzate non perfette è meglio un'attacco meno potente ma preciso che la sassata ma spesso tirata fuori,è logico che per rendere al meglio l'attacante deve essere servito giusto, ma io guardo al nostro LIVELLO di gioco che è in costante miglioramento anzi con caparbietà si cerca la perfezione,ma è composto da gente che gioca per passione,divertimento,non fraintendetemi non ho detto scarsi,ma cosapevoli delle proprie capacità,certo si può migliorare io per es ho iniziato che sapevo battere e saltavo a rete, ora non sono un campione ma gioco.Poi è vero che ognuno si carica come crede l'unica cosa è non perdere il controllo e come diceva Claudia aiutarsi e non accusarsi perchè arrabiarsi in campo è distruttivo.Sono d'accordo con il capitano che ci vorrebbe un giocatore allenatore,poi volevo ricordare che nei tornei ci sono 2 time out per set!!.
Ciao a tutti
Woooow!!!! Questo sì che è un feed-back!!!
Claudia, m'hai aperto gli occhi! In effetti, se ci penso, il mio atteggiamento nel momento in cui scaldiamo gli attacchi non è dei più costruttivi. Sono più che altro attento a scaldare il braccio e a colpire la palla solo se è nella posizione perfetta. Ma non è un atteggiamento del tutto corretto.
In quel momento anche l'alzatore si sta scaldando e va aiutato.
Più in generale, poi, non è corretto dire che l'alzatore deve adattarsi all'attaccante. L'adattamento deve essere reciproco. L'adattamento deve essere di chi schiaccia verso chi alza e viceversa.
E se la palla non è perfetta andrebbe comunque giocata. Per rispetto verso l'alzatore.
Grazie dell'aiuto.
La patafiata scritta prima si può riassumere così;
noi abbiamo delle lacune tecniche che non colmeremo mai,ma se lavoriamo in gruppo applicandoci negli schemi offensivi e difensivi possiamo arrivare ad un buon standard di gioco.
Hasta la vsta
grande zio szeb!!!
(citazione televisivo/cinematografica.......a rocco e max la soluzione.....)
Tutti dobbiamo gestire al meglio la palla che ci capita tra le mani, qualunque sia il nostro ruolo. L'errore ci sta, anche se fa molto incavolare la battuta sbagliata dopo un faticoso recupero o la palla sparata fuori o che cade perchè la posizione in campo non è stata rispettata ma ricordiamoci che l'avversario E' QUELLO DI LA' DELLA RETE.
Davide, sarò franco come mio solito.
Condivido in pieno e mi complimento con te per la prima parte del post (in pratica i primi 4 periodi).
Mi dispiace però ma non sono d’accordo sul resto: il concetto che non afferri qui è quello della SQUADRA.
Imparare a parlare fra noi è FONDAMENTALE proprio per la costruzione della SQUADRA: non bisogna guardare solo alla chiamata individuale (il classico MIA è un “momento singolare”) ma anche la chiamata di gioco d’attacco (tipica dell’alzatore) che serve a preparare ed a coordinare la squadra all’attacco, la chiamata di gioco difensiva (tipica del centro) che serve a coordinare la squadra alla difesa, le chiamate di aiuto o di rifiuto, che ancora non conosciamo e non pratichiamo bene, ma che saranno fondamentali per il nostro prossimo step di crescita (ti ricordo l’aforisma di Shakespeare “i nostri dubbi sono traditori, e ci fanno perdere il bene che potremmo ottenere perché abbiamo paura di tentare”). La pigrizia mentale è anche peggio della pigrizia fisica.
E’ la prima volta poi da quando ci conosciamo e da quando scriviamo sul blog che vedo una critica così netta ad un reparto della squadra. NON E' LO SPIRITO GIUSTO: il centro dice l’alzata faceva schifo, l’alzatore dice l’appoggio era una merda, il ricevitore dice e che cazzo quello davanti a me si è mosso....Sai cosa diceva Velasco in merito: ”lo schiacciatore non parla dell’alzata. La risolve”.
La SQUADRA di VOLLEY è un organismo unico che respira, si muove, reagisce agli stimoli come un essere unico. In sede di analisi tecnica si parla degli errori della SQUADRA, delle attitudini sbagliate della SQUADRA, dei punti forti della SQUADRA, degli assi di miglioramento della SQUADRA...poi faccia a faccia ci si può confrontare con i singoli dando consigli e valutazioni, critiche ed elogi.
Cito ancora Velasco: “con il gioco di squadra si riesce a far emergere il meglio di ognuno, sopperendo ai difetti di un singolo con le doti di un altro. Questo implica accettare anche i limiti, i difetti e gli errori dei compagni”.
@Luca: TROPPO FACILE.
“Alla conquista del West” film e serie televisiva con la figura carismatica dello Zio Zeb Macahan, che arrivava a risolvere tutte le situazioni difficili.... certo ci vorrebbe adesso anche per gli All Stars :,-((
@Rocco: APPENA PIU’ DIFFICILE, Gianni Rodari era il mio autore preferito durante l’adolescenza ed ho ancora i libri.
Da “Novelle Fatte a Macchina”, nella novella “I maghi dello stadio” il Formello Football Club gioca in maglia bianca a strisce bianche, ma il Barbarano, grazie a Rocco di Pisciarelli, vince la partita 12 a 3.
Rocco, ti ricordi come si chiamava il postino nella novella “Il postino di Civitavecchia”?
@Max
Riguardo il parlare e le chiamate a voce durante la partita la penso come te, nel post intendevo dire solo che prima bisogno imparare le basi e poi si imparerà a parlare, ma mi sono espresso male.
Riguardo le mie critiche agli alzatori, quelle le confermo. E' chiaro che non tutti gli alzatori si comportano come rock star, ma alcuni sì. O non scrivevo nulla, o scrivevo "tu e tu pensate di essere delle rock star" o scrivevo degli alzatori in generale. Ho scelto la terza soluzione. Magari tra qualche mese mi accorgerò che ho utilizzato un metodo del tutto errato di comunicare il problema, ma il problema c'è: non tutti gli alzatori hanno capito che devono muovere le chiappe quanto gli altri e che la loro alzata ha lo stessa nobiltà di ogni altro gesto tecnico, nè più, nè meno. Mi aspetto che mercoledì tutti gli alzatori si faranno in quattro per far vedere che ho scritto cose a sproposito!!! Sarò felice di scriverne in proposito!!!
Cari All Stars concordo in pieno con Max e lo quoto su tutto (ovviamente non posso fare commenti sulle citazioni dei film che per ignoranza non conosco :)
Questo è il mio personale commento da "alzatrice" di non so quale livello ma certamente di una persona che quando entra in campo, scusate se mi permetto di dirlo, si sente RESPONSABILE della sua squadra..
Amo prima di incominciare a giocare un set parlare con i membri della mia squadra e dire sempre: "giochiamo facile", "chiamiamola", "proviamo a chiamere le alzate: FACILE=VELOCE o OP=CENTRALE", a chi alza insieme a me "VAI A MURO?", il secondo tocco la prende chi è più vicino senza mandare l'alzatore a casa di dio, piuttosto che quando io sono spalle a rete su battuta avversaria "attenti a tutti perchè se la palla mi arriva alta io la do dietro" oppure mentre gioco a cercare, onestamente non sono io a dovermi valutare, di fare gesti o dire parole per calmare la mia squadra..
Non lo faccio per pavoneggiarmi o sentirmi un leader o rock star ma perchè nelle partite che ho giocato in amichevole ho visto che queste semplici parole dette prima a tutti hanno portato buoni frutti perchè tutti eravamo semplicemente più attenti :) e sono cose che in questi mesi ho sentito e mi sono sentita dire, in allenamento, da chi è molto più esperto di me e stimo..
Ora, come dice Zseb, ognuno di noi ha o no un livello che può essere più o meno migliorabile, ma se queste cose all'apparenza scontante vengono semplicemente messe in pratica dalla squadra siamo già migliorati e di gran lunga !!!
Credo che bisogna procedere per gradi: siamo passati dall'alzatore centrale all'alzatore a destra, dalla difesa centrale a 1 sulla linea dei 3 metri a quella a 2 sulla linea dei 3 metri e il centrale a coprire un pò tutto il fondo (onestamente mi sento di fare i miei complimenti a Davide perchè anche secondo me ha trovato il suo ruolo e in difesa è migliorato tantissimo!!!)ora Max mi ha accennato che nei prossimi post parleremo di movimenti d'attacco tra alzatori e bande e centrali..
Beh.. onestamente quando ci penso a mente fredda mi chiedo.. se quest'anno impariamo tutte queste cose e proviamo a metterle in pratica giocando e giocando.. l'ANNO PROSSIMO saremo ANCORA più FORTI !!!
Credo che come in tutto quello ci succede nella vita gli All Stars hanno fatto un percorso e che se abbiamo "sete" di imparare e conoscere tutti noi ci arrichiremo !!
Dopo tutta questa patafiata un ultimo commento mio personale: mercoledì ho "perso" il mio primo set amichevole da quando le giochiamo e ho avuto un gesto istintivo per nulla sportivo !! privatamente ho già chiarito ma chiedo scusa alla squadra perchè farò di tutto per non ripeterlo :)
@max: ma qunate ne sai?!?! hahahahah....sempre + mitico
;-)
Caro Max, al prox incontro magari porto il libro che allogga su uno scaffale speciale ;-) il postino di Civitavecchia si chiamava Angeloni Gian Gottardo detto Grillo (conosciuto negli ambienti postali con il nome di Trottino perché andava sempre al trotto)...
Grillo è anche il nome di un mio pupazzetto in macchina...
Max, ma quanto mi stimoli... come allenatore, come arbitro, come compagno di squadra, come avversario, ma soprattutto come uomo immenso e completo di cultura e buoni sentimenti!
@^-^@
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